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impulso alle amministrazioni locali con il nuovo piano rifiuti che deve puntare<br />
su una nuova stagione per <strong>la</strong> gestione dei rifiuti, che incrementi riduzione e<br />
raccolta differenziata, settori a basso livello di illegalità e infiltrazione,<br />
facilitando sul fronte del cemento abusivo il riavvio delle ruspe per gli<br />
abbattimenti.” 33<br />
Abusivismo, rifiuti tossici, aggressione al territorio, incendi dolosi: è lunga <strong>la</strong><br />
lista dei reati ambientali nel Lazio, addirittura cinque al giorno. Una Regione<br />
pattumiera, a causa delle bombe ecologiche sepolte dai Casalesi in giro per il<br />
basso Lazio e del<strong>la</strong> pratica dello smaltimento illegale operata dalle industrie.<br />
Una regione che rischia il male campano. Nelle c<strong>la</strong>ssifiche sti<strong>la</strong>te da<br />
Legambiente, dossier Ecomafia 2007, <strong>la</strong> Regione è al quinto posto per<br />
illegalità ambientali, al nono per reati re<strong>la</strong>tivi al ciclo dei rifiuti e al terzo<br />
riguardo al ciclo del cemento. Il trend è storico, continuerà. Il Lazio è <strong>la</strong> terra<br />
dell’abuso edilizio, subito dietro <strong>la</strong> Campania e <strong>la</strong> Ca<strong>la</strong>bria. Ventiduemi<strong>la</strong> casi<br />
dal ’94, sei al giorno tra pa<strong>la</strong>zzi, balconi, verande e capannoni. Anche <strong>la</strong><br />
provincia di Frosinone è ad alto rischio a causa del<strong>la</strong> contiguità con il<br />
Casertano, regno incontrastato degli ecocamorristi, impegnati nello<br />
smaltimento illegale di rifiuti, anche tossici. Nel basso Lazio, <strong>la</strong> camorra ha<br />
fatto affari d’oro provando poi a ricic<strong>la</strong>re il denaro con <strong>la</strong> famigerata Banca<br />
industriale del Lazio. Altra attività è il supporto logistico alle imprese<br />
industriali vogliose di disfarsi a basso costo delle scorie di <strong>la</strong>vorazione. I c<strong>la</strong>n<br />
campani hanno addirittura utilizzato i cantieri dell’A1 e del<strong>la</strong> Tav per lo<br />
smaltimento veloce di rifiuti di ogni genere. A farne le spese i fiumi, il Liri e<br />
in partico<strong>la</strong>re il Sacco, il fiume dei veleni. A tal punto che ad essere inquinata<br />
è adesso l’intera valle. Una tendenza ultradecennale. Già nel ’97 si scoprì una<br />
mega-di<strong>scarica</strong> abusiva alle porte di Latina, nel<strong>la</strong> città di Pontinia, con sepolti<br />
almeno ottomi<strong>la</strong> fusti di rifiuti tossici. Ma nessuna delle province <strong>la</strong>ziali è<br />
esente dal fenomeno. Rieti e Viterbo sono le nuove frontiere dell’ecomafia.<br />
E’ stata scoperta un’organizzazione che ha gestito per anni circa<br />
duecentocinquantami<strong>la</strong> tonnel<strong>la</strong>te di rifiuti speciali pericolosi provenienti da<br />
tutto il Paese, dai rifiuti ospedalieri ai fanghi tossici, stivati in discariche nel<br />
nord del Lazio, per un guadagno milionario.<br />
33 Rapporto Ecomafie 2011, www.legambiente.it<br />
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