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attracchi più frequenti, i moli del Viterbese: Civitavecchia è al quarto posto. 32<br />

Un migliaio le segna<strong>la</strong>zioni per reati di droga, circa il 10% del totale<br />

nazionale. Nigeriani e colombiani gestiscono i grandi traffici, mentre agli<br />

algerini resta lo spaccio al dettaglio delle droghe leggere. Spagnoli,<br />

marocchini, tunisini, algerini e albanesi i più segna<strong>la</strong>ti, mentre spicca <strong>la</strong><br />

concentrazione di nigeriani in provincia di Frosinone.<br />

Nel 2006, con l’operazione Maletta, si è scoperta una banda mista tunisini-<br />

venezue<strong>la</strong>ni, che gestiva un giro di hashish e coca con <strong>la</strong> Spagna. In generale,<br />

nelle Regioni del centro-nord, al<strong>la</strong> manova<strong>la</strong>nza straniera è affidato il<br />

controllo del territorio, che le mafie italiane tendono ad appaltare: il 27% delle<br />

denunce per traffico riguarda cittadini di altre nazionalità.<br />

La Quinta mafia si inserisce, alleandosi agli stranieri.<br />

Un altro dato preoccupante riguarda il coinvolgimento del territorio regionale<br />

nei fenomeni di smaltimento illecito dei rifiuti, nel quale alcune indagini<br />

hanno evidenziato interessi del<strong>la</strong> criminalità organizzata. Il fenomeno riguarda<br />

tutte le province <strong>la</strong>ziali. Queste parole, contenute nel<strong>la</strong> re<strong>la</strong>zione annuale del<strong>la</strong><br />

Direzione Nazionale Antimafia, trovano conferma nei dati degli ultimi tre<br />

anni sull’illegalità ambientale presenti nei Rapporti Ecomafia di Legambiente.<br />

Dal Rapporto Ecomafie 2011 di Legambiente emerge che: “Nel Lazio<br />

crescono i reati legati allo smaltimento illecito dei rifiuti e sono saldamente<br />

elevati quelli per il cemento illegale, una triste conferma di una illegalità<br />

troppo diffusa e di una pericolosa ascesa del<strong>la</strong> criminalità organizzata che<br />

richiede una risposta determinata da parte del<strong>la</strong> Regione, per sostenere il<br />

prezioso <strong>la</strong>voro delle forze dell’ordine e del<strong>la</strong> magistratura - ha dichiarato<br />

Lorenzo Par<strong>la</strong>ti, presidente di Legambiente Lazio - da un <strong>la</strong>to continuano gli<br />

illeciti diffusi, ma dall’altro si radicano organizzazioni criminali con troppi<br />

casi nei quali ci sono legami con amministrazioni locali ben oltre i livelli di<br />

guardia, soprattutto nel sud pontino. Da un <strong>la</strong>to, servono norme più severe, ed<br />

è molto positivo che si stia <strong>la</strong>vorando per il recepimento nel Codice penale<br />

delle norme europee, quel<strong>la</strong> deve essere l’occasione per potenziare gli<br />

strumenti a disposizione delle Procure. Dall’altro, chiediamo più attenzione da<br />

parte delle istituzioni, prima su tutte <strong>la</strong> Regione Lazio che deve prendere sul<br />

serio questo al<strong>la</strong>rme. Su cemento e rifiuti, <strong>la</strong> Regione deve dare un forte<br />

32 Libera Informazione, Parole e mafie, informazione, silenzi, omertà, Dossier Lazio, Roma,<br />

2011, Ibidem<br />

33

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