IDéeSse InForma 23 - Centro Documentazione Storica Citroën
IDéeSse InForma 23 - Centro Documentazione Storica Citroën
IDéeSse InForma 23 - Centro Documentazione Storica Citroën
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<strong>IDéeSse</strong> <strong>InForma</strong> <strong>23</strong>
<strong>IDéeSse</strong> <strong>InForma</strong> <strong>23</strong><br />
<strong>IDéeSse</strong> <strong>InForma</strong> <strong>23</strong>Anno<br />
XII<br />
Numero <strong>23</strong><br />
5 Ottobre<br />
2001<br />
La rivista non<br />
contiene informazionepubblicitaria.<br />
Eventuali messaggi<br />
presenti<br />
sono stati scelti<br />
dalla<br />
Redazione perchérappresentativi<br />
della<br />
comunicazione<br />
dell’epoca.<br />
I numeri<br />
arretrati sono<br />
disponibili -<br />
salvo esaurimento-<br />
dietro<br />
richiesta scritta<br />
al costo di<br />
5000 lire per<br />
rimborso spese.<br />
Le richieste<br />
devono essere<br />
indirizzate al<br />
Tesoriere<br />
Camillo Cotti<br />
Via Bastone, 20<br />
43015 Noceto<br />
Finito di stampare<br />
nel mese di<br />
Ottobre 2001 ad<br />
Arezzo presso la<br />
tipografia<br />
“Graphicomp”<br />
In copertina:<br />
Elisa Krisnasami<br />
fotografata da<br />
Maurizio Marini.<br />
Editoriale<br />
Questione di gusti/1<br />
La Redazione di <strong>IDéeSse</strong> <strong>InForma</strong><br />
Editoriale<br />
Questione di gusti/2<br />
Maurizio Venturino, vicepresidente CX Club Italia<br />
Compleanni<br />
I suoi primi quarant’anni<br />
Maurizio Marini e Marco Marangoni<br />
Tecnica<br />
Alta Pressione<br />
a cura del <strong>Centro</strong> <strong>Documentazione</strong> <strong>IDéeSse</strong><br />
3<br />
4<br />
6<br />
12<br />
16<br />
24<br />
32<br />
<strong>Citroën</strong> SM<br />
Sua Maestà la SM<br />
Di Marco Marangoni, Maurizio Marini e Carlo Rocchi<br />
SpaCXzio<br />
Generazioni<br />
di Maurizio Venturino<br />
Pubblicité<br />
William Klein Photo<br />
Il grande fotografo interpreta la DS Cabriolet<br />
<strong>IDéeSse</strong><br />
<strong>InForma</strong><br />
Bollettino periodico<br />
dell’<strong>IDéeSse</strong> Club<br />
Comitato di Redazione:<br />
Marco Centomo<br />
Sergio Cerreti<br />
Marco Marangoni<br />
Maurizio Marini<br />
Maurizio Venturino<br />
Direttore Responsabile:<br />
Maurizio Marini<br />
Ha Collaborato:<br />
Maurizio Baiocchi<br />
Carlo Rocchi<br />
Marco Vaccaro<br />
Redazione<br />
Loc. Ripa di Olmo 69/L<br />
52040 Arezzo<br />
Tel./Q/fax 0575 948966<br />
e-mail ideesse@user.ats.it
Questione di gusti/1.<br />
la Redazione di <strong>IDéeSse</strong> <strong>InForma</strong><br />
Accade spesso che quanto<br />
maggiore è la dedizione e<br />
l'entusiasmo riposto in una<br />
determinata impresa e precisi<br />
e "nitidi" i risultati raggiunti,<br />
che tanto nette ,<br />
assolute e inappellabili<br />
sono le critiche ricevute.<br />
In un senso o nell'altro.<br />
Quando qualcuno osserva<br />
una <strong>Citroën</strong> difficilmente<br />
resta indifferente, quasi<br />
sempre è disposto a schierarsi<br />
pro o contro quella<br />
determinata scelta tecnica<br />
o stilistica. Ogni nuovo<br />
modello del double chevron<br />
ha sempre avuto schiere di<br />
ammiratori e di detrattori.<br />
Prendete l'Ami6 del servizio<br />
su questo numero di<br />
<strong>InForma</strong>: c'è chi la vede<br />
come una scultura con le<br />
ruote, e chi al contrario<br />
(moltissimi) la ritengono<br />
orrenda, addirittura<br />
inguardabile. Eppure era la<br />
creatura preferita di<br />
Flaminio Bertoni; certo non<br />
si può dire che il grande<br />
scultore varesino sia stato<br />
privo di gusto, eppure la sua<br />
opinione è (ancor oggi) condivisa<br />
da pochi.<br />
La stessa Deésse, superbo<br />
esempio di forma e funzionalità,<br />
utilizzata persino<br />
da Umberto Eco nelle sue<br />
lezioni universitarie di estetica,<br />
non è sempre stata<br />
esente da critiche. Roland<br />
Barthes scrisse uno stupendo<br />
saggio (che noi abbiamo<br />
riproposto come prefazione<br />
al calendario <strong>Citroën</strong><br />
2000) sul pubblico davanti<br />
alla Dea. Non sulla DS ma<br />
su come la gente della strada<br />
vedeva e "mediava" la<br />
nuova <strong>Citroën</strong>.<br />
Tutta questa introduzione<br />
per arrivare al dunque:<br />
anche noi della redazione di<br />
<strong>IDéeSse</strong> <strong>InForma</strong> abbiamo<br />
fatto delle scelte che ci<br />
hanno portato lodi e<br />
critiche, tanto decise quanto<br />
nette sono state le nostre<br />
uscite dalla "normalità".<br />
Ad esempio molti hanno<br />
ritenuto brutto o semplicemente<br />
inadeguato il Calendario<br />
<strong>Citroën</strong> 2001, altri<br />
hanno criticato la scelta del<br />
nudo, l'impostazione grafica<br />
o la mancanza di spazio<br />
per "prendere note" sulle<br />
pagine.<br />
Eppure le foto realizzate per<br />
quell'opera si sono aggiudicate<br />
diversi premi, nei<br />
prossimi mesi saranno<br />
addirittura protagoniste di<br />
una apposita mostra a<br />
Milano.<br />
Quelle critiche però ci sono<br />
servite: il calendario <strong>Citroën</strong><br />
2002 contiene foto molto<br />
grandi, a colori, dove la vettura<br />
è direttamente protagonista.<br />
Il risultato sarà<br />
un'opera con un po' meno<br />
di personalità ma sicuramente<br />
piacerà di più. Un po'<br />
come la Croma a confronto<br />
della Cx: rinunciare ad un<br />
po' di stile per piacere ad<br />
un pubblico più ampio.<br />
Lungi perciò da noi l'idea di<br />
Una folla di curiosi ammira la nuova <strong>Citroën</strong> davanti alle vetrine del saloncino <strong>Citroën</strong> di Parigi<br />
voler cambiare i gusti di chi<br />
ci legge o anche solo di<br />
voler "per forza" produrre<br />
qualcosa che si discosti dai<br />
desideri della maggioranza<br />
dei Soci, allo scopo abbiamo<br />
deciso di tentare una<br />
sorta di "sondaggio", per<br />
verificare se procedere sulla<br />
strada intrapresa, cambiare<br />
direzione o anche lasciare<br />
ad altri i nostri compiti per<br />
manifesta incapacità.<br />
Per questa ragione troverete<br />
accluso a questo numero di<br />
<strong>IDéeSse</strong> <strong>InForma</strong> un foglio<br />
contenente una serie di<br />
domande ed alcuni spazi<br />
per i vostri suggerimenti, le<br />
vostre critiche o anche per<br />
dire che le cose vi vanno<br />
bene così.<br />
Siamo quindi a pregarvi di<br />
compilare il questionario e<br />
di restituircelo a mezzo<br />
posta o fax al più presto,<br />
questo indipendentemente<br />
da cosa ritenete giusto o<br />
sbagliato: è soltanto ascoltando<br />
tutte le voci che possiamo<br />
riuscire a darvi un<br />
servizio prossimo ai vostri<br />
desideri.<br />
Tutti i risultati del "sondaggio"<br />
verranno pubblicati sul<br />
Foglio Notizie di Novembre,<br />
ovviamente in forma anonima<br />
come anonimo è il questionario,<br />
ci impegniamo a<br />
tener conto di ogni critica e<br />
di ogni suggerimento.<br />
E' importante.<br />
<strong>IDéeSse</strong> <strong>InForma</strong> <strong>23</strong> - Editoriale 3
<strong>IDéeSse</strong> <strong>InForma</strong> <strong>23</strong> - Editoriale 4<br />
Questione di gusti/2.<br />
Maurizio Venturino, vicepresidente del CX Club Italia<br />
Cari amici, a circa un anno<br />
dalla nascita del CX Club<br />
Italia, quale Vicepresidente<br />
del sodalizio, voglio ringraziare<br />
il Presidente Cerreti<br />
per avermi dato la possibilità<br />
di esporre alcune considerazioni<br />
che interesseranno<br />
sia noi che l'<strong>IDéeSse</strong><br />
Club.<br />
Mi scuso fin da ora se volutamente<br />
potrò apparire un<br />
po' crudo, ma sono solito<br />
non avere peli sulla lingua e<br />
spero che la mia vena<br />
polemica possa servire a<br />
risvegliare dal letargo i troppi<br />
ghiri presenti tra noi.<br />
Per quel che ci riguarda, il<br />
CX Club ha censito un centinaio<br />
di possessori, contattandoli<br />
tutti per iscritto ed<br />
informandoli della possibilità<br />
di associarsi ad un Club<br />
ad hoc per la loro auto.<br />
Il nostro obiettivo era di raggiungere<br />
i venti soci per la<br />
fine del 2001, e possiamo<br />
dire di essere ad un passo<br />
dal riuscirci.<br />
L'aver quasi raggiunto il traguardo<br />
che ci eravamo prefissi<br />
dovrebbe renderci felici,<br />
però, guardando oltre<br />
l'orizzonte CX vi sono motivi<br />
per essere crucciati.<br />
Procediamo per ordine.<br />
Molteplici sono le difficoltà<br />
cui stiamo andando incontro<br />
rispetto ai fratelli maggiori<br />
dell'<strong>IDéeSse</strong>.<br />
Innanzi tutto una banalità:<br />
la CX non è la DS e sicuramente<br />
non potrà avere neppure<br />
in futuro un identico<br />
interesse collezionistico.<br />
Il "nocciolo duro" del Club<br />
venne costituito da una<br />
base più ristretta, sei persone,<br />
uno solo dei quali era<br />
possessore di CX.<br />
Secondariamente il motivo<br />
fiscale: per esempio ben<br />
poche CX Diesel riusciranno<br />
a sopravvivere alla rottamazione<br />
finché saranno<br />
gravate dal superbollo: un<br />
vero peccato perché furono<br />
le migliori dei loro tempi<br />
(ricordiamo le eccezionali<br />
Turbo e le lussuose Limousine).<br />
Per il medesimo motivo<br />
all'epoca arrivarono in Italia<br />
pochissime 2400 e 2500<br />
benzina, ed ancor meno ne<br />
sono rimaste in circolazione<br />
ai nostri giorni.<br />
Inoltre, i possessori di DS<br />
ebbero un periodo di<br />
"tregua" nel pagamento del<br />
bollo fino a che non fu<br />
trasformato in tassa di possesso.<br />
Poterono conservare i loro<br />
gioielli a costo zero, a patto<br />
di non circolare, decidendo<br />
in un secondo momento che<br />
cosa fare della loro vettura<br />
dismessa, venderla o restaurarla<br />
o anche rottamarla.<br />
I possessori di CX si trovarono,<br />
invece, di fronte ad<br />
un dilemma: volendo sostituirla<br />
con una nuova avrebbero<br />
dovuto fin da subito<br />
continuare a pagare la tassa<br />
di proprietà pur non avendo<br />
intenzione di utilizzarla se<br />
non magari saltuariamente.<br />
E vi furono altri sacrifici sull'altare<br />
del fisco rapace.<br />
Infine, solamente da<br />
quest'anno le più vecchie<br />
CX possono usufruire delle<br />
assicurazioni per veicoli<br />
storici, infatti ormai quasi<br />
tutte le Compagnie vogliono<br />
una anzianità di almeno 25<br />
anni.<br />
Forse per la somma di<br />
questi motivi il numero di<br />
iscritti rispetto agli interpellati<br />
è stata inferiore alle<br />
aspettative pur avendo<br />
ottenuto il plauso di molti,<br />
che ci hanno incoraggiato a<br />
proseguire, ma senza di<br />
loro.<br />
Inaspettatamente, siamo<br />
stati contattati da persone<br />
che hanno saputo della nostra<br />
esistenza casualmente,<br />
o tramite riviste oppure<br />
attraverso l'indirizzo pubblicato<br />
su vari siti internet,<br />
anche esteri.<br />
A tal proposito si è instaurato<br />
un rapporto epistolare<br />
con i Club CX francese ed<br />
olandese, che ci inviano<br />
regolarmente copia della<br />
loro stampa.<br />
Sorprendente è la vitalità<br />
del CX Club olandese: nato<br />
dieci anni fa, praticamente<br />
con la fine della produzione<br />
della CX, conta circa 750<br />
soci, pubblica un giornalino<br />
a cadenza bimestrale di<br />
quaranta pagine e può contare<br />
sulla collaborazione di<br />
moltissime persone nella<br />
gestione della vita del Club.<br />
Ciò induce ad alcune riflessioni:<br />
la prima è che, presumibilmente,<br />
il regime fiscale<br />
olandese favorisca maggiormente<br />
che da noi la<br />
conservazione dei veicoli di<br />
una certa età.<br />
Ma, evidentemente, non<br />
può essere solo questa la<br />
causa che porta una associazione<br />
ad essere cosi'<br />
vitale.<br />
Forse manca, in Italia, la<br />
cultura della conservazione:<br />
si bada di più alle mode,<br />
per cui l'automobile ogni 4<br />
o 6 anni deve essere sostituita,<br />
forse vi è paura delle<br />
revisioni periodiche, forse<br />
l'ultima mazzata è venuta<br />
dal terrorismo di chi ci go-<br />
verna: la benzina verde<br />
avrebbe impedito l'uso di<br />
tutte le vecchie auto.<br />
Una cosa è comunque<br />
certa: l'italiano medio è per<br />
natura un individualista, un<br />
opportunista che mira solo<br />
al proprio tornaconto: i più<br />
si associano solamente per<br />
avere il vantaggio della assicurazione<br />
ridotta, non certo<br />
per partecipare ai raduni,<br />
alle assemblee sociali, e<br />
meno che mai per portare il<br />
loro contributo e le loro idee<br />
a vantaggio di tutti.<br />
A sostegno di ciò, basta<br />
dare un'occhiata ai nomi<br />
che da anni stanno impiegando<br />
tempo e denaro nella<br />
gestione dell'<strong>IDéeSse</strong> Club e<br />
del R.I.A.S.C.: sono sempre<br />
gli stessi, che, non avendo<br />
già abbastanza impegni, si<br />
sono buttati nell'impresa di<br />
costituire un Club per le CX<br />
ed uno per le GS.<br />
Bisogna convenire che da<br />
questo punto di vista ha<br />
ragione da vendere il<br />
responsabile della redazione<br />
nel ribattere a chi lo<br />
accusa del ritardo nell'uscita<br />
delle riviste.<br />
Se vi fosse più gente a collaborare<br />
vi sarebbe sicuramente<br />
più materiale da<br />
pubblicare e quindi una più<br />
regolare cadenza nelle<br />
uscite.<br />
Del resto già anni fa egli<br />
fece un appello ai soci in tal<br />
senso, parole cadute nel<br />
nulla…
L'unico appunto che mi<br />
sento di potergli fare in<br />
proposito è quello di una<br />
mancanza di programmazione:<br />
il comitato di<br />
redazione dovrebbe almeno<br />
una volta all'anno decidere<br />
che cosa pubblicare nei<br />
numeri a venire, e ciascuno<br />
dei redattori impegnarsi<br />
seriamente a far pervenire<br />
in redazione al più presto i<br />
pezzi di sua competenza.<br />
Temo che l'appello alla<br />
partecipazione anche questa<br />
volta cadrà nel vuoto.<br />
A dirla tutta e fuori dai<br />
denti, sono addirittura convinto<br />
che la maggior parte<br />
degli iscritti non legga neppure<br />
i giornalini, ma abbia il<br />
coraggio di lamentarsi se<br />
poi non arrivano regolarmente<br />
oppure se il contenuto<br />
non è di loro gradimento.<br />
Vorrei essere smentito da<br />
una valanga di lettere di<br />
protesta, di proposte di<br />
argomenti da trattare, di<br />
raduni da organizzare, di<br />
richieste di collaborazione,<br />
di articoli di qualsiasi<br />
genere o anche da chi scrive<br />
soltanto per offrirsi di attaccare<br />
i francobolli sulle<br />
buste…<br />
Purtroppo sono sicuro che<br />
non sarà così!<br />
Amici si sta avvicinando il<br />
momento di organizzare la<br />
manifestazione di Padova<br />
Auto di Ogni Epoca, che si<br />
svolgerà a metà di novembre.<br />
Quanti si offriranno di lavorare<br />
assieme a noi venendo<br />
a darci una mano nell'allestimento<br />
e nella gestione<br />
dello stand?<br />
Eppure che il proprio Club<br />
di appartenenza sia presente<br />
ad un appuntamento<br />
così prestigioso dovrebbe<br />
essere motivo di orgoglio e<br />
coinvolgere tutti gli associati.<br />
Quanti, tra i nostri aderenti<br />
sanno che il raduno sponsorizzato<br />
annualmente da<br />
<strong>Citroën</strong> Italia sulla pista di<br />
Vairano in collaborazione<br />
con Ruoteclassiche viene di<br />
fatto gestito dal R.I.A.S.C.,<br />
cioè in pratica dal solo<br />
Responsabile Cotti che si fa<br />
carico di trovare le vetture,<br />
le bisarche che le trasporteranno,<br />
di tenere i contatti<br />
sia con la Rivista che con la<br />
Casa Madre?<br />
Si parla da tempo di rendere<br />
il Registro autonomo e<br />
di federarlo all'ASI: gran<br />
bella cosa, che mi ha sempre<br />
visto incondizionatamente<br />
favorevole, però nessuno<br />
che si sia proposto di<br />
aiutare la crescita di questa<br />
struttura, mettendosi a disposizione<br />
secondo le proprie<br />
capacità.<br />
La perplessità nel procedere<br />
con la federazione,<br />
che sembra apparire come<br />
immobilismo, può anche<br />
essere dovuta allo scarso<br />
apporto di nuova linfa nell'ambito<br />
del R.I.A.S.C..<br />
Evidentemente i soci ASI o<br />
futuri ASI preferiscono pagare<br />
una quota ad un altro<br />
Club federato, piuttosto di<br />
far crescere ciò che dovrebbero<br />
sentire proprio.<br />
Il mancato coinvolgimento<br />
della gran parte degli iscritti<br />
porta ad amare conclusioni:<br />
in cosa abbiamo<br />
sbagliato, dove possiamo<br />
migliorare, vale ancora la<br />
pena lottare e per chi?<br />
Non era forse meglio quando<br />
si era in pochi amici, che<br />
si ritrovavano animati da<br />
vera passione, con un rapporto<br />
diretto tra tutti, senza<br />
invidie, gelosie, lieti di condividere<br />
il medesimo interesse?<br />
Forse il bel sogno di vedere<br />
le <strong>Citroën</strong> storiche degnamente<br />
rappresentate nel<br />
panorama automobilistico<br />
italiano dovrà svanire?<br />
Oppure vorremmo far sopravvivere<br />
le nostre riviste<br />
dandole in subappalto ad<br />
agenzie giornalistiche, asettiche<br />
ed impersonali (a<br />
costi aggiuntivi)?<br />
O dovremo rinunciare ad<br />
esse?<br />
Siamo di fronte ad un bivio:<br />
ottenere una maggiore<br />
cooperazione oppure smettere<br />
di combattere, tirare i<br />
remi in barca ed aspettare<br />
allegramente che il giocattolo<br />
si rompa.<br />
Nonostante tutto, in avanti<br />
<strong>Citroën</strong>!<br />
Le <strong>Citroën</strong> era la testata del notiziario<br />
<strong>Citroën</strong> ideato dal fondatore stesso<br />
della marca ed edito a partire dal<br />
primo gennaio 1928 sia in versione<br />
tabloid che affiche da appendere in<br />
officina, a questa iniziativa si ispira il<br />
Foglio Notizie del RIASC che porta il<br />
medesimo titolo.<br />
Le <strong>Citroën</strong> contiene tutte le informazioni<br />
relative alle ultime novità del<br />
mondo <strong>Citroën</strong> e dei suoi appassionati.<br />
<strong>IDéeSse</strong> <strong>InForma</strong> <strong>23</strong> - Editoriale 5
<strong>IDéeSse</strong> <strong>InForma</strong> <strong>23</strong> - Compleanni 6<br />
I suoi primi 40 anni<br />
Compleanni: La più anticonformista delle <strong>Citroën</strong><br />
compie quarant’anni. Una retrospettiva sull’AMI6<br />
di Maurizio Marini, Segretario dell’<strong>IDéeSse</strong> Club.<br />
Foto di Maurizio Marini e Marco Marangoni.<br />
Il progetto AM (dalla A che<br />
identifica i "veicoli 2Cv" + la<br />
M per "milieu" ovvero medio<br />
di gamma) nasce dall'esigenza<br />
di riempire quel<br />
vuoto nella produzione<br />
<strong>Citroën</strong> tra la gamma delle<br />
2Cv e le ID/DS, all'epoca il<br />
minimo ed il massimo a cui<br />
un automobilista francese<br />
potesse aspirare.<br />
Il capitolato imposto da<br />
Pierre Bercot (allora<br />
Presidente e Direttore generale<br />
della <strong>Citroën</strong>) era<br />
piuttosto rigido sia per<br />
quelli che dovevano essere i<br />
costi di sviluppo che per<br />
quelli di produzione.<br />
Flaminio Bertoni si trovò<br />
quindi davanti a questi<br />
punti fermi: lunghezza di<br />
quattro metri circa, quattro<br />
porte (Bercot detestava la<br />
quinta porta: trovava che<br />
un'automobile dovesse differire<br />
nettamente da un furgoncino),<br />
un ampio portabagagli,<br />
un discreto livello<br />
di comfort ed una visibilità<br />
migliore rispetto a quella<br />
garantita dal piccolo parabrezza<br />
della 2Cv.<br />
L'idea del lunotto invertito<br />
era l'unica via d’uscita da<br />
quel garbuglio: pur non<br />
essendo una novità assoluta<br />
al momento della presentazione<br />
dell'Ami6 nel 1961<br />
(s'era già visto nel 1959 su<br />
alcune concept-car americane<br />
e -in serie ma solo successivamente-<br />
sulla Anglia<br />
della Ford) restava senz'altro<br />
una scelta piuttosto<br />
audace, tanto da non avere<br />
seguito né nella produzione<br />
<strong>Citroën</strong> né in quella d'altre<br />
marche. Vale tra l'altro la<br />
pena ricordare che quando<br />
Bertoni nel 1956 optò per<br />
tale soluzione, mancavano<br />
tre anni alla presentazione<br />
dell'Anglia.<br />
Per il resto l'Ami6 deve<br />
davvero molto alla concezione<br />
della DS: tutti gli<br />
elementi di carrozzeria<br />
sono smontabili: le portiere<br />
sfruttano i medesimi attacchi<br />
e le medesime maniglie<br />
(in scala ridotta quelle<br />
esterne) della sorella maggiore,<br />
i parafanghi sono<br />
imbullonati e quelli anteriori<br />
sono facilmente rimovibili<br />
come del resto il<br />
musone mentre i cofani<br />
sono trattenuti da pochi<br />
bulloni.<br />
Quasi tutte le componentistiche<br />
sono di derivazione<br />
2Cv o DS: la pulsanteria<br />
come i commutatori fari e<br />
frecce sono DS mentre la<br />
gran parte della meccanica<br />
è di derivazione 2Cv (anche<br />
se la maggior cilindrata,<br />
l'impianto di scarico differente<br />
e la trasmissione completamente<br />
omocinetica riducono<br />
notevolmente il<br />
numero delle parti intercambiabili)<br />
mentre per<br />
quanto riguarda i freni troviamo<br />
una versione ingrandita<br />
dell'impianto 2Cv.<br />
Bisogna dire che molti<br />
"aggiustamenti" sono arrivati<br />
nel progetto AMI dalla<br />
L’accogliente interno dell’Ami6 con la mensola portaoggetti ed il posacenere centrale.<br />
necessità di fare economie:<br />
il cofano spiovente previsto<br />
da Bertoni ha dovuto lasciare<br />
il posto a quella scultura<br />
moderna che raccorda i<br />
parafanghi lasciando sufficiente<br />
posto per il carburatore<br />
ed il filtro aria tipo 2Cv<br />
(si era pensato anche di<br />
sfruttare il motore della<br />
Dyna Panhard, alcuni prototipi<br />
hanno girato con tale<br />
motorizzazione con ottimi<br />
risultati di silenziosità e<br />
potenza, ma le solite<br />
ragioni d'economia hanno
Il motivo sulla fiancata dava rigidità alla sottile lamiera dei pannelli. Notare la fanaleria di derivazione DS. Il frontale ricco di elementi in alluminio.<br />
<strong>IDéeSse</strong> <strong>InForma</strong> <strong>23</strong> - Compleanni 7
<strong>IDéeSse</strong> <strong>InForma</strong> <strong>23</strong> - Compleanni 8<br />
portato ad impiegare il noto<br />
bicilindrico <strong>Citroën</strong>). I vetri<br />
scorrevoli (che nella prima<br />
serie erano riservati alle<br />
sole portiere anteriori), i<br />
fari piazzati in alto a causa<br />
delle limitazioni del codice<br />
stradale e non allineati alla<br />
calandra come Bertoni<br />
avrebbe voluto (si dice che<br />
abbia dovuto ridisegnare il<br />
muso dell'Ami in tre giorni)<br />
ed altre costrizioni dell'ultimo<br />
minuto costrinsero lo<br />
stilista a rimettere la<br />
maquette sul tavolo da<br />
lavoro e far fronte col suo<br />
genio alle esigenze imposte<br />
dalla direzione o dai tecnici.<br />
Grazie alla particolare<br />
forma del paraurti anteriore<br />
ed alcune cromature poste<br />
in punti strategici, Bertoni<br />
riuscì ad "alleggerire" la<br />
sagoma barocca del<br />
frontale Ami6, rendendolo<br />
tutto sommato piacevole e<br />
ben armonizzato col tetto "a<br />
pagoda".<br />
Comunque i giochi erano<br />
fatti ed all'inizio del 1960<br />
diversi prototipi erano già<br />
allestiti. Si trattava adesso<br />
di portare avanti quel<br />
grande processo di ampliamento<br />
industriale voluto da<br />
Pierre Bercot: egli non<br />
intendeva infatti ridurre la<br />
capacità produttiva degli<br />
impianti esistenti a Quai de<br />
Javel (DS e HY) o a Levallois<br />
(2Cv) ma riteneva necessario<br />
realizzare un nuovo<br />
sito produttivo. Allo scopo<br />
incaricò Larousse di occuparsi<br />
della realizzazione di<br />
un ciclo produttivo completo<br />
a Rennes-La Janais, partendo<br />
dalla formazione di<br />
nuovo personale la dove non<br />
esisteva nessuna azienda<br />
pertinente al settore "automobile".<br />
All'inaugurazione<br />
dello stabilimento era presente<br />
il generale De Gaulle,<br />
che volle personalmente<br />
battezzare il reparto di<br />
stampaggio delle lamiere<br />
avviando la prima delle<br />
grandi presse Budd operativa.<br />
La grande fabbrica di<br />
Rennes (74.500m 2 veniva<br />
inaugurata nel 1961. In<br />
effetti Bercot aveva ragione<br />
di pensare in grande: lo<br />
stesso stabilimento, concepito<br />
per produrre 1200<br />
vetture al giorno, dalle parti<br />
in gomma alla fusione dell'acciaio,<br />
prima tra le grandi<br />
fabbriche decentralizzate di<br />
<strong>Citroën</strong>, avrebbe successivamente<br />
curato la costruzione<br />
delle GS, Dyane, Visa<br />
e Bx.<br />
Il comunicato stampa (accompagnato<br />
da una foto<br />
della vettura) emesso nel<br />
marzo 1961 diceva "Non<br />
troppo piccola e non troppo<br />
grande sarà una piccolagrande<br />
auto, con un ingombro<br />
limitato ma con una<br />
grande abitabilità. Sarà sufficientemente<br />
brillante e<br />
veloce (più di 100km/h) ma<br />
con un consumo ridotto.
La plancia strumenti ricca di componenti derivati dall’ammiraglia<br />
Essa sarà pratica senza che<br />
la sua eleganza ne sia ridotta.<br />
Sarà inoltre estremamente<br />
confortevole".<br />
L'Ami6 apparirà ufficialmente<br />
lunedì 24 aprile<br />
1961, all'aeroporto militare<br />
di Villacoublay, vicino a<br />
Versailles.<br />
Contemporaneamente la<br />
vettura sarà presentata<br />
anche a Bruxelles, Amsterdam,<br />
Colonia e Milano. A<br />
fianco dei primi esemplari<br />
di serie sono schierati i prototipi<br />
che differiscono per la<br />
mancanza della barra<br />
davanti al paraurti anteriore.<br />
Alcuni giornalisti confusi<br />
scriveranno che l'Ami6 è<br />
disponibile in due diversi<br />
livelli di finitura. Altri scriveranno<br />
che pare che sul<br />
cofano si sia seduto un elefante<br />
o che abbia appena<br />
subito un incidente. Altri<br />
ancora lasceranno l'aeroporto<br />
di Villacoublay a<br />
causa della imbarazzante e<br />
massiccia presenza di militari<br />
armati di mitragliatore<br />
(siamo nel pieno de putsch<br />
di Algeri).<br />
Malgrado l'impatto negativo<br />
con la stampa specializzata<br />
e la stranezza delle forme,<br />
l'Ami6 conosce un immediato<br />
successo di pubblico.<br />
Il prezzo del resto è tutt'altro<br />
che basso: l'alto costo<br />
dello stabilimento di Rennes<br />
influisce in maniera<br />
massiccia sul listino Ami6.<br />
Dal 1° aprile 1961 al 31<br />
agosto usciranno da Rennes<br />
la bellezza di 19.010 Ami6,<br />
vendute al prezzo di 6550F.<br />
L'anno-modello 1962 vede<br />
85.385 vetture per un prezzo<br />
di 6555F.<br />
Nel 1963 le Ami prodotte<br />
saranno 106.244 nelle due<br />
finiture Confort (6540F) o<br />
Tourisme (6631F).<br />
Per il 1964 le cifre variano<br />
secondo le fonti: tra<br />
110.733 e 121.819 esemplari<br />
prodotti. Prezzi da<br />
6795 a 6887 franchi.<br />
Il 1965 vede l'arrivo della<br />
Ami6 Break e l'esplosione<br />
delle vendite: 158.067<br />
esemplari di cui 47.574<br />
berline e 110.493 break. La<br />
comodità del portellone<br />
posteriore unita ad una<br />
capacità di carico assolutamente<br />
unica nella sua categoria<br />
ne faranno un bestseller<br />
assoluto: l'Ami6 è la<br />
vettura più venduta di<br />
Francia!!<br />
1966: si arriva a 180.085<br />
veicoli di cui 43.763 berline<br />
e 136.322 break. I prezzi<br />
raggiungono 6795 franchi<br />
per la berlina turismo, 6887<br />
franchi per la berlina comfort,<br />
7140 franchi per la<br />
break turismo e 7<strong>23</strong>5<br />
franchi per la break comfort.<br />
Veniva anche introdotta<br />
la break commerciale<br />
con un lungo piano di carico<br />
in luogo dei sedili posteriori,<br />
venduta a 7200<br />
franchi.<br />
Nel 1967 si ha la prima fles-<br />
<strong>IDéeSse</strong> <strong>InForma</strong> <strong>23</strong> - Compleanni 9
<strong>IDéeSse</strong> <strong>InForma</strong> <strong>23</strong> - Compleanni 10<br />
Il vano motore del modello ‘67: alternatore ed impianto elettrico 12V.<br />
sione: 169.390 Ami6<br />
(34.344 berline e 135.046<br />
break) con i prezzi invariati<br />
rispetto all'anno precedente.<br />
L'ultimo anno dell'Ami6 è il<br />
1968 e vede 145.101 esemplari<br />
di cui 151.746 break e<br />
soltanto 26.632 berline.<br />
I prezzi vanno da 7078F per<br />
la berlina turismo sino ai<br />
8040F per la break nella<br />
nuova elegante finitura<br />
Club.<br />
Nel 1969 viene ufficialmente<br />
presentata l'Ami8.<br />
Eredita dalla Ami6 praticamente<br />
l'intera meccanica e<br />
buona parte della carrozzeria.<br />
Le poche modifiche<br />
La creazione più discussa di Flaminio Bertoni<br />
riguardano il frontale semplificato<br />
(opera di Robert<br />
Opron) e le maniglie delle<br />
porte. L'addio al lunotto<br />
invertito è definitivo: la<br />
break è praticamente identica<br />
alla Ami6 salvo il<br />
portellone che arriva adesso<br />
al piano di carico, la<br />
berlina ha il tetto raccordato<br />
col paraurti con una linea<br />
che gli inglesi definisco<br />
"fastback".<br />
Totale 163.188 vetture di<br />
cui 4.348 berline Ami6<br />
(adesso disponibili nella<br />
finitura Club), 46.107 break<br />
Ami6, 77.603 berline Ami8.<br />
L'Ami6 è fuori produzione.
La matita di Bertoni<br />
Vari schizzi di Flaminio Bertoni per la definizione della linea dell’Ami6<br />
Uno degli esemplari di preserie, notare la mancanza della barra del<br />
paraurti anteriore e la presenza del grosso chevron sul cofano motore<br />
<strong>IDéeSse</strong> <strong>InForma</strong> <strong>23</strong> - Compleanni 11
<strong>IDéeSse</strong> <strong>InForma</strong> <strong>23</strong> - Alta Pressione 12<br />
Alta Pressione<br />
Proseguiamo la pubblicazione a puntate di un interessante<br />
documento della <strong>Citroën</strong> risalente al 1969<br />
ed utilizzato per i corsi ai meccanici. Si tratta di un<br />
volume intitolato «Impianto Idraulico - Principi di funzionamento»<br />
ed illustra i meccanismi degli organi<br />
che compongono l’insieme idropneumatico.<br />
a cura del <strong>Centro</strong> di <strong>Documentazione</strong> (III a parte)<br />
Sterzo<br />
1) Generalità<br />
E' uno sterzo del tipo a<br />
pignone e cremagliera,<br />
assistito idraulicamente.<br />
L'assistenza permette, per<br />
un debole sforzo al volante,<br />
di avere uno sterzo molto<br />
poco demoltiplicato.<br />
Schema della disposizione del circuito.<br />
2) Disposizione circuito<br />
vedi figura su questa pagina<br />
3) Descrizione<br />
Due organi principali compongono<br />
la parter idraulica<br />
dello sterzo.<br />
Si tratta del comando<br />
idraulico della cremagliera<br />
e del distributore girevole.<br />
a) Comando idraulico della<br />
cremagliera:<br />
E' un insieme pistone-cilindro<br />
a doppio effetto in cui il<br />
pistone è reso solidale con<br />
la cremagliera.<br />
b) Distributore girevole:<br />
Due pistoncini distributori<br />
di pressione (uno per cias-<br />
cuna faccia del pistone)<br />
sono collegati al volante a<br />
mezzo di una forcella di<br />
comando. Siccome i pistoncini<br />
distributori seguono i<br />
movimenti di rotazione del<br />
volante, il collegamento<br />
idraulico tra le parti fisse<br />
(arrivo e scarico della pressione)<br />
e le parti girevoli<br />
(distributori) è assicurato<br />
da un raccordo girevole.<br />
4) Funzionamento<br />
a) Nessuna azione sul volante:<br />
La forcella di comando è in<br />
equilibrio sui due pistoncini<br />
e gli orifici di ammissione<br />
dei distributori sono ostruiti.<br />
b) Azione sul volante:<br />
Ad una rotazione del<br />
volante corrisponde, al livello<br />
dei distributori, uno<br />
spostamento dei pistoncini<br />
rispetto alle camicie.<br />
Uno dei pistoncini si infossa,<br />
l'altro si solleva. Quello<br />
che si infossa mette in<br />
comunicazione l'alta pressione<br />
con il cilindro dello<br />
sterzo. Il pistone si sposterà<br />
a condizione che il liquido<br />
che si trova sull'altra faccia<br />
possa sfuggire in modo che<br />
esso non formi un "chiavistello".<br />
Ora, quello che si<br />
solleva mette in comunicazione<br />
l'altra faccia del<br />
pistone con lo scarico.<br />
c) Immobilizzazione del<br />
volante:<br />
La cremagliera spostandosi,<br />
trascina (per mezzo<br />
del pignone), le camicie dei<br />
distributori in un senso tale<br />
che l'infossamento del pistoncino<br />
tenda sempre ad<br />
annullarsi. Finché il conducente<br />
agisce sul volante,<br />
egli mantiene i pistoncini in<br />
sollecitazione, ma quando<br />
questa azione cessa, le<br />
camicie riprendono la loro<br />
pozione di equilibrio rispetto<br />
ai pistoncini e la<br />
cremagliera cessa di<br />
spostarsi.<br />
d) Sensibilità dello sterzo:<br />
Essa è data dallo stesso<br />
principio dei distributori e<br />
cioè: la derivazione che<br />
esiste tra l'utilizzazione e la<br />
parte inferiore dei pistoncini<br />
permette di proporzionare<br />
lo sterzo al raggio<br />
di sterzata desiderato.<br />
Il dash-pot posto su ciascun<br />
pistoncino evita le brusche<br />
salite di pressione.<br />
e) Pressione residua:<br />
Una pressione residua è<br />
mantenuta da una parte e<br />
dall'altra dal pistone quando<br />
il volante è a riposo.<br />
Questa pressione è fornita<br />
dai distributori ed il valore è
Funzionamento del distributore di pressione.<br />
<strong>IDéeSse</strong> <strong>InForma</strong> <strong>23</strong> - Alta Pressione 13
<strong>IDéeSse</strong> <strong>InForma</strong> <strong>23</strong> - Alta Pressione 14<br />
Lo sterzo alla prova dei fatti: La DS21 al Rally di Montecarlo<br />
in funzione della<br />
posizione dei pistoncini<br />
nelle loro camicie (regolazione<br />
dell'incrocio delle<br />
pressioni). Di conseguenza,<br />
ogni azione sul<br />
volante si ridurrà immediatamente<br />
in comando<br />
alla crema-gliera, con un<br />
aumento di pressione su<br />
faccia del pistone ed una<br />
diminuzione di pressione<br />
sull'altra faccia. Così lo<br />
spostamento della cremagliera<br />
è immediato.<br />
f) Collegamento meccanico:<br />
Sterzo senza pressione:<br />
per assicurare un collegamento<br />
meccanico la forcella<br />
possiede due grani<br />
che comandano direttamente<br />
il pignone della<br />
cremagliera. Questi grani<br />
sono montati con gioco<br />
nel loro alloggiamento;<br />
questo gioco è tale da<br />
permettere: in pressione,<br />
lo spostamento dei pistoncini<br />
distributori; senza<br />
pressione, lo spostamento<br />
del pignone della<br />
cremagliera prima che i<br />
pistoncini siano a fondo<br />
della camicia.<br />
Sterzo in pressione: il<br />
gioco non è risentito, perché<br />
la pressione residua<br />
che si esercita ugualmente<br />
sotto i due pistoncini<br />
li mantiene a contatto<br />
della forcella.
Catalogo delle componenti<br />
<strong>IDéeSse</strong> <strong>InForma</strong> <strong>23</strong> - Alta pressione 15
<strong>IDéeSse</strong> <strong>InForma</strong> <strong>23</strong> - Sua Maestà la SM 16<br />
Sua Maestà la SM<br />
Gioie e dolori della più regale tra le <strong>Citroën</strong>.<br />
Di Marco Marangoni, Maurizio Marini e Carlo Rocchi.<br />
Foto di Maurizio Marini<br />
Nel marzo del 1970 <strong>Citroën</strong><br />
presentava al Salone di<br />
Ginevra quella che per alcuni<br />
è a tutt'oggi la più bella<br />
Gran Turismo mai costruita.<br />
Frutto di un progetto denominato<br />
"S" come Sport, la<br />
nuova coupé era frutto dell'esperienza<br />
di due eccezionali<br />
costruttori: <strong>Citroën</strong><br />
aveva profuso in essa<br />
tutte le sue conoscenze in<br />
merito alla sospensione<br />
idraulica e quell'eccezionale<br />
dispositivo di guida denominato<br />
"Diravi", Maserati aveva<br />
realizzato ad assoluto<br />
tempo di record un nuovo<br />
propulsore a sei cilindri a V<br />
"segandone" una coppia dal<br />
suo celebre e glorioso 8V.<br />
Lo sviluppo della SM parte<br />
da lontano: ancor prima del<br />
lancio della DS ci si rese<br />
conto che il buon 4 cilindri<br />
in linea che la animava era<br />
piuttosto obsoleto. Contrariamente<br />
alle convinzioni di<br />
André Lefebvre (l'Ingegnere<br />
a capo del progetto DS<br />
riteneva secondarie le<br />
prestazioni di un motore al<br />
confronto di durata e consumi)<br />
Pierre Bercot stava da<br />
tempo meditando la realizzazione<br />
di un modello<br />
sportivo su base DS con un<br />
propulsore straordinariamente<br />
brillante.<br />
Alla carica di responsabile<br />
dello sviluppo del modello S<br />
fu posto Jacques Né, collaboratore<br />
di Walter Becchia<br />
e Maurice Sainturat al reparto<br />
meccanico.<br />
In quel periodo <strong>Citroën</strong> era<br />
economicamente molto esposta<br />
a causa della "politica<br />
acquisti" di Pierre Bercot,<br />
Né ebbe quindi l'incarico di<br />
impiegare il maggior numero<br />
possibile di componenti<br />
già in produzione di serie,<br />
allo scopo di ridurre al massimo<br />
sia il costo di progettazione<br />
che quello di produzione<br />
della nuova vettura.<br />
Vennero realizzati molti prototipi<br />
viaggianti, quasi tutti<br />
su base DS, alimentati da<br />
versioni elaborate del nuovo<br />
motore superquadro che<br />
dal 1965 equipaggiava in<br />
varie versioni la gamma DS<br />
e dal '66 le ID.<br />
Il 2175cc di progettazione e<br />
costruzione <strong>Citroën</strong> aveva<br />
tutti i requisiti per piacere a<br />
Lefebvre, abbondantemente<br />
dimensionato erogava in<br />
alcune varianti (cilindrata<br />
ridotta a 1985cc sulla<br />
ID19B classe '66) soltanto<br />
83 cavalli SAE: praticamente<br />
girava al minimo!<br />
Prova di questo scarso<br />
sfruttamento è il motore<br />
delle ultime CX 25GTi Turbo<br />
2 che con lo stesso<br />
monoblocco sfiora i 170<br />
cavalli!!!<br />
Per la gioia di tutti i<br />
Diessisti i sani principi<br />
dell'Ingegner Lefebvre ci<br />
permettono a quarant'anni<br />
dalla produzione di circolare<br />
col solito motore,<br />
500.000 chilometri sulle<br />
bielle e benzina di qualsiasi<br />
colore!<br />
Tuttavia per una Gran<br />
Turismo la durata del motore<br />
è un fattore si importante<br />
ma certamente secondario<br />
rispetto alle performance.<br />
Jacques Né prese<br />
quindi in mano il 2175cc di<br />
serie, lo dotò di quattro<br />
valvole per cilindro, due carburatori,<br />
doppia accensione,<br />
collettori aspirazione/scarico<br />
rivisti et voilà!<br />
Ecco una DS a pianale accorciato<br />
che vola allegramente<br />
oltre i duecento<br />
chilometri all'ora. Bravo!<br />
Tra alberi a camme in testa,<br />
multivalvole e diavolerie<br />
d'ogni genere arriviamo al<br />
1968, anno in cui <strong>Citroën</strong><br />
acquista la maggioranza<br />
del pacchetto azionario di<br />
Maserati. La prima richiesta<br />
di <strong>Citroën</strong> a Maserati fu la<br />
realizzazione di un compatto<br />
propulsore ad alte<br />
L’elegante specchietto retrovisore su snodi a sfera.<br />
prestazioni atto ad occupare<br />
un vano motore più o<br />
meno simile a quello della<br />
DS, impiegante gli stessi<br />
supporti elastici e lo stesso<br />
cambio di velocità della<br />
grande berlina <strong>Citroën</strong>.<br />
La ragione è presto detta: il<br />
progetto S era già pressoché<br />
definito e la nuova<br />
Coupé avrebbe (nelle intenzioni<br />
di Né) dovuto impiegare<br />
il propulsore elaborato<br />
a partire da quello della DS<br />
di serie. Contemporaneamente<br />
il propulsore potenziato<br />
avrebbe equipaggiato<br />
anche una versione sportiva<br />
della berlina DS.<br />
Eliminando questa seconda
<strong>IDéeSse</strong> <strong>InForma</strong> <strong>23</strong> - Sua Maestà la SM 17
<strong>IDéeSse</strong> <strong>InForma</strong> <strong>23</strong> - Sua Maestà la SM 18<br />
opzione (il pur compatto sei<br />
cilindri a V della SM non<br />
trova spazio in senso orizzontale<br />
nel vano motore<br />
della DS) si continuava a<br />
pensare alla possibilità di<br />
realizzare una versione economica<br />
della SM a motore<br />
DS, magari col nuovo<br />
propulsore della 21 i.e.<br />
sviluppato all'interno del<br />
progetto S.<br />
I tempi concessi all'Ing.<br />
Alfieri erano brevissimi: sei<br />
mesi per sviluppare un<br />
nuovo propulsore a 6 cilindri<br />
a V di circa 2.5 litri;<br />
Alfieri rispose "potete averlo<br />
in tre settimane, se volete".<br />
L'idea era già chiara nella<br />
Dové il motore?<br />
sua mente elaborare una<br />
versione 6 cilindri del suo<br />
eccellente 8V di 2965cc,<br />
tagliando un cilindro per<br />
bancata. In pochi mesi fu<br />
allestita la versione pressoché<br />
definitiva del motore<br />
SM, con una cilindrata<br />
finale di 2670cc e 170 cavalli<br />
di potenza.<br />
Come dicevamo il ridotto<br />
tempo non ha permesso<br />
quegli scrupolosi collaudi<br />
"su strada" che un nuovo<br />
propulsore avrebbe richiesto,<br />
con le conseguenze che<br />
ogni buon Smista (spesso<br />
suo malgrado) ben conosce.<br />
La vettura era equipaggiata<br />
di serie o in opzione d'ogni<br />
accessorio all'epoca disponibile:<br />
vetri elettrici, climatizzatore,<br />
una incredibile<br />
rampa di sei fari tutti<br />
dinamici (i centrali direzionali<br />
ed i laterali a correzione<br />
automatica d'assetto),<br />
il già citato Diravi e -più<br />
tardi- una nuova versione<br />
del propulsore portata a<br />
circa 3000cc ed associata<br />
ad un cambio automatico<br />
Borg & Warner.<br />
Nel frattempo dall'idea di<br />
una DS Coupé si era passati<br />
a considerare la realizzazione<br />
di una vettura completamente<br />
nuova: frutto<br />
del disegno di Robert<br />
Opron, erede ed allievo di<br />
Flaminio Bertoni al <strong>Centro</strong><br />
Stile <strong>Citroën</strong>, la SM si presenta<br />
come la più insolita<br />
tra le G.T. dell'epoca (e non<br />
solo!) lunga e larga come<br />
una DS, un cofano motore<br />
smisurato ed una coda<br />
stretta e sfuggente, due<br />
grandi portiere che non<br />
hanno voluto rinunciare<br />
all'assenza della cornice<br />
finestrini (una "falsa" cornice,<br />
solidale con il vetro,<br />
scende con lui all'interno<br />
della portiera), sedili morbidi<br />
ed avvolgenti e quattro<br />
posti comodi (pur con<br />
qualche equilibrismo per<br />
accedere ai posteriori). Addirittura<br />
un portellone posteriore<br />
ed un cruscotto<br />
d'aspetto aeronautico dotato<br />
di una strumentazione<br />
completa e ben leggibile,<br />
dove domina il tema dell'ellisse,<br />
dal volante agli strumenti<br />
principali; Michel<br />
Armand è l'autore della<br />
riuscita plancia di bordo,<br />
sulla GS e poi sulla CX<br />
riprenderà molti dei temi<br />
qui impostati.<br />
La "culla" motore è più o<br />
meno quella DS, con i cilin-<br />
dri delle sospensioni spostati<br />
oltre l'assale anteriore<br />
per far posto alle testate del<br />
motore e la conseguente<br />
inversione dei bracci di<br />
sospensione (invece che<br />
"spinte" le ruote anteriori<br />
della SM sono "tirate").<br />
L'impianto frenante è quello<br />
a dosatore della DS, fatto<br />
salvo l'assale posteriore che<br />
è dotato di freni a disco in<br />
luogo dei tamburi.<br />
La parte più innovativa<br />
rispetto alla berlina è indubbiamente<br />
l'impianto Diravi.<br />
L'idea risale alla fine degli<br />
anni cinquanta: Paul Ma-
gés, padre dell'idropneumatica,<br />
stava sviluppando<br />
nuovi dispositivi in grado di<br />
essere alimentati dall'impianto<br />
idraulico della<br />
DS, tra questi figuravano<br />
motori idraulici, sistemi di<br />
correzione dell'assetto ed<br />
un rivoluzionario sistema di<br />
guida mutuato direttamente<br />
dai servocomandi aeronautici.<br />
Denominato DIRection A<br />
rappel asserVI (sterzo a<br />
ritorno assistito) era un<br />
vero e proprio sistema di<br />
guida a comando totalmente<br />
idraulico: il conducente<br />
aveva a disposizione<br />
un piccolo volante (nel prototipo<br />
su DS c'era addirittura<br />
una cloche aeronautica)<br />
che comandava un sistema<br />
di distribuzione della<br />
pressione al pistone attuatore.<br />
Un martinetto idraulico<br />
pilotato da questo distributore<br />
azionava a sua volta<br />
i leveraggi dello sterzo. Le<br />
ruote bloccate nella posizione<br />
impostata dal conducente<br />
erano insensibili a<br />
qualunque asperità della<br />
strada: per nessuna ragione<br />
esse deviavano dalla traiettoria<br />
impostata, ne per l'esplosione<br />
di un pneumatico,<br />
ne per la più profonda delle<br />
buche.<br />
Il conducente era quindi<br />
artificialmente isolato dalla<br />
strada e nessuna sensazione<br />
gli era trasmessa<br />
dal piccolo volante ellittico.<br />
Ciò fu immediata fonte di<br />
delizia per i <strong>Citroën</strong>isti e<br />
orrore assoluto per i puristi<br />
delle G.T. classiche.<br />
Per un pilota dell'epoca<br />
pensare che una vettura<br />
sportiva seguisse gli ordini<br />
del conducente anziché<br />
comportarsi come un puledro<br />
imbizzarrito ad ogni<br />
curva era semplicemente<br />
inconcepibile. Ma la SM non<br />
era un'automobile, era una<br />
<strong>Citroën</strong>.<br />
Nonostante il prezzo di vendita<br />
assolutamente alto il<br />
successo fu immediato:<br />
dalle 968 vetture vendute<br />
nel 1970 alle 4988 nel<br />
1971 la progressione è<br />
notevole. Chi era il Cliente<br />
della SM? Non certo il pilota<br />
sportivo di cui parlavamo<br />
prima, neanche il tipico<br />
utente DS vi si avvicinava:<br />
costava due volte tanto ed il<br />
comfort di bordo era per<br />
due persone. Si trattava di<br />
un pubblico nuovo: erano<br />
quasi sempre giovani, tra i<br />
trenta ed i cinquanta anni,<br />
gente dotata di danaro a<br />
sufficienza per acquistare<br />
una SM e che gradiva condurre<br />
personalmente la propria<br />
vettura rifiutando quindi<br />
l'ausilio dell'autista.<br />
Gente che desiderava dalla<br />
propria vettura prestazioni<br />
e sicurezza senza rinunciare<br />
al lusso ed al comfort.<br />
Non era la vettura per la<br />
famiglia: posti posteriori<br />
risicati e bagagliaio quasi<br />
inesistente, era l'alternativa<br />
<strong>Citroën</strong> alla Porsche più che<br />
alla Iso Fidia, più simile alla<br />
Jaguar E-Type che alla XJ-6.<br />
Del resto era anche un altro<br />
il mercato a cui Pierre<br />
Bercot guardava: l'SM<br />
avrebbe dovuto essere il<br />
passaporto capace di far<br />
sbarcare <strong>Citroën</strong> negli Stati<br />
Uniti.<br />
Aveva le dimensioni di una<br />
tipica auto americana, il<br />
fascino di una europea con<br />
l'appeal del marchio<br />
Maserati, secondo il marketing<br />
<strong>Citroën</strong> era destinata<br />
ad un successo straordinario.<br />
Inutile dire che -invece- fu<br />
un fiasco colossale: un<br />
americano non poteva concepire<br />
un'auto così costosa,<br />
lontana mille miglia dalla<br />
mentalità statunitense e<br />
soprattutto così fragile!<br />
L'americano medio pensa<br />
che una volta messa la ben-<br />
zina e girata la chiave tutto<br />
debba funzionare sempre e<br />
comunque. Perché bisogna<br />
aspettare che si alzi prima<br />
di partire? Che me ne faccio<br />
di un'auto che fai i 220<br />
quando il mio limite di<br />
velocità è 60 miglia orarie?<br />
Dopo una breve indagine di<br />
marketing, <strong>Citroën</strong> tentò<br />
anche la carta del cambio<br />
automatico e dell'aumento<br />
di cilindrata per recuperare<br />
la perdita di prestazioni<br />
dovuta ai sistemi anti-pollution<br />
obbligatori nel mercato<br />
americano. Niente da<br />
fare, non che la SM non<br />
piacesse agli americani,<br />
semplicemente non la<br />
capivano.<br />
Nel frattempo stava<br />
esaurendosi il periodo nero<br />
degli scioperi e delle proteste<br />
operaie ed il 1972 fu<br />
un'altra buona annata per<br />
<strong>Citroën</strong> e per la SM che<br />
passava ad un moderno<br />
impianto di iniezione elettronica<br />
meno delicato e più<br />
risparmioso dei tre carburatori<br />
che la alimentavano<br />
precedentemente.<br />
L'anno 1972 portò anche<br />
ad un maggiore indebitamento<br />
di <strong>Citroën</strong> verso gli<br />
istituti di credito francesi<br />
ed al fallimento della partnership<br />
con FIAT, tanto che<br />
Gianni Agnelli in persona<br />
ebbe a dire che l'esperienza<br />
era stata per l'azienda<br />
italiana una grande delusione<br />
(lo stesso De Gaulle<br />
<strong>IDéeSse</strong> <strong>InForma</strong> <strong>23</strong> - Sua Maestà la SM 19
<strong>IDéeSse</strong> <strong>InForma</strong> <strong>23</strong> - Sua Maestà la SM<br />
20<br />
aveva a suo tempo impedito<br />
che <strong>Citroën</strong> passasse in<br />
mani straniere per più di<br />
poche quote di minoranza).<br />
Pierre Bercot, sempre più<br />
saldo al timone di <strong>Citroën</strong><br />
S.A., non immaginava certo<br />
la crisi mondiale connessa<br />
al mercato petrolifero che<br />
stava profilandosi…<br />
Nel 1972 le SM vendute<br />
scendevano a 4036, nel<br />
1973 furono 2619, nel<br />
1974 soltanto 294, nel<br />
1975 veniva fermata la<br />
linea di montaggio della<br />
SM, mentre alcune venivano<br />
ancora assemblate a mano<br />
negli stabilimenti Ligier, alla<br />
fine del 1975 le SM vendute<br />
furono soltanto 115. La<br />
parabola della SM era terminata.<br />
Nel frattempo s'erano palesati<br />
i difetti di progetto<br />
della meccanica e moltissime<br />
vetture erano finite col<br />
motore a pezzi nelle varie<br />
officine della Casa francese;<br />
i proprietari, spesso addirittura<br />
criminalizzati per il<br />
solo possedere un'auto di<br />
così grossa cilindrata mentre<br />
il petrolio "stava finendo"<br />
e presto "tutti sarebbero<br />
dovuti tornare a viaggiare<br />
sui quadrupedi", sovente<br />
rinunciarono a riparare le<br />
SM e le rottamarono senza<br />
pietà. Molte altre SM<br />
finirono in garage assieme<br />
ai cimeli; diverse di queste<br />
furono poi distrutte o radiate<br />
quando il bollo di circo-
<strong>IDéeSse</strong> <strong>InForma</strong> <strong>23</strong> - Sua Maestà la SM 21
<strong>IDéeSse</strong> <strong>InForma</strong> <strong>23</strong> - Sua Maestà la SM<br />
22<br />
FILM D’ESSAI<br />
Le foto di questo servizio sono<br />
state realizzate nel mese<br />
di marzo scorso all’Isola<br />
d’Elba, tra la cala di<br />
Topinetti e la strada del<br />
Volterraio.<br />
La ragazza che appare in<br />
copertina e nelle foto è Elisa<br />
Krisnasami, l’assistenza tecnica<br />
e le luci sono di Marco<br />
Marangoni.<br />
Un ulteriore grazie a Carlo<br />
Rocchi, proprietario della<br />
strepitosa SM iniezione qui<br />
ritratta.<br />
lazione si trasformò in<br />
tassa di possesso.<br />
Circolare oggi in SM è un<br />
po' come allora: la vettura è<br />
perfettamente a suo agio<br />
nel traffico urbano come<br />
sull'autostrada, i consumi<br />
non erano parchi all'epoca e<br />
tali sono al giorno d'oggi.<br />
Del resto è sbagliato pensare<br />
che il costo relativo<br />
della benzina all'epoca<br />
fosse minore di quello<br />
odierno, anzi. La sicurezza<br />
su strada, anche a dispetto<br />
dell'assenza di airbag, ABS<br />
ed altri moderni dispositivi,<br />
è eccellente: la tenuta in<br />
ogni condizione è quella<br />
<strong>Citroën</strong> ed il comportamento<br />
sempre prevedibile. A differenza<br />
della DS la SM è<br />
piuttosto silenziosa e ben<br />
climatizzata, i comandi sono<br />
precisi ed immediati. Il<br />
problema è casomai quello<br />
della reperibilità dei pezzi<br />
di ricambio, oggi divenuti<br />
rari e costosi, in specie<br />
quelli non comuni alla berlina<br />
DS o ad altre vetture<br />
<strong>Citroën</strong>. Per gli iscritti<br />
all'SM Club Italia c'è<br />
comunque la possibilità di<br />
accedere al ricco catalogo<br />
dell'SM Club de France che<br />
offre una buona disponibilità<br />
di parti a prezzi<br />
ragionevoli.<br />
Viaggiare in SM è quindi<br />
possibile e non presenta<br />
particolari difficoltà rispetto<br />
ad impiegare quotidiana-<br />
mente o nel tempo libero<br />
qualsiasi G.T. moderna.<br />
Certamente non è economico<br />
ma -è risaputo- corteggiare<br />
Sua Maestà richiede<br />
certi sacrifici.<br />
I tre carburatori Weber<br />
Prototipo «S» del 1965.<br />
Gli eccezionali gruppi ottici direzionali e dinamici della SM
I Prototipi “S” dal ‘64 al ‘68<br />
Prototipo «S» 1964<br />
Cabriolet due posti in lega leggera ribassata di 12cm e<br />
sviluppata su telaio anch’esso in lega leggera.<br />
4 cilindri in linea 1987cc, 93 cavalli SAE, due carburatori<br />
weber orizzontali. Cambio a 5 marce.<br />
Perso 1075kg, 175 km/h.<br />
Prototipo «S» 1965<br />
Cabriolet 2 posti con gruppo ottico integrato nel cofano<br />
motore. Nuove geometrie per il collegamento al suolo.<br />
4 cilindri in linea 1987cc, 130 cavalli SAE, due alberi a<br />
camme in testa, due carburatori weber doppio corpo.<br />
Cambio a 5 marce.<br />
Perso 1115kg, 190 km/h.<br />
Prototipo «S» 1966<br />
Cabriolet 2 posti su base DS o nel cofano motore. Nuove<br />
geometrie per il collegamento al suolo.<br />
4 cilindri in linea 2175cc, 124 cavalli SAE, aste e<br />
bilanceri, due carburatori weber. Cambio a 5 marce.<br />
Perso 1<strong>23</strong>0kg, 202 km/h.<br />
Prototipo «S» 1967<br />
Coupé 2 posti su base Panhard 24CT allargato ed allungato.4<br />
cilindri in linea 1987cc, 143 cavalli SAE, due<br />
alberi a camme in testa, due carburatori weber doppio<br />
corpo. Cambio a 5 marce.<br />
Peso 1<strong>23</strong>4kg, da 200 a 208 km/h.<br />
Prototipi «S» 1967 e 1968<br />
Telaio pressoché definitivo della SM, carrozzeria Coupé<br />
DS. 6 cilindri a V 2670cc, 192 cavalli SAE, quattro alberi<br />
a camme in testa, tre carburatori weber doppio corpo.<br />
Cambio a 5 marce.<br />
Perso 1271kg, 215/220 km/h secondo il rapporto.<br />
<strong>IDéeSse</strong> <strong>InForma</strong> <strong>23</strong> - Sua Maestà la SM <strong>23</strong>
<strong>IDéeSse</strong> <strong>InForma</strong> <strong>23</strong> - SpaCXzio<br />
24<br />
Generazioni<br />
di Maurizio Venturino<br />
Se risulta relativamente<br />
semplice, per un appassionato<br />
di qualsiasi Marchio<br />
automobilistico, definire<br />
quale sia il modello più rappresentativo<br />
della sua Casa<br />
preferita, più complesso<br />
diventa il discorso qualora<br />
si voglia determinare quale<br />
sia la vettura migliore in<br />
assoluto per ciascuna<br />
Marca.<br />
Noi Citroenisti poi, ci riteniamo<br />
un'elite, noi non possediamo<br />
"macchine", ma automobili,<br />
da coccolare, vezzeggiare<br />
ed amare più di<br />
noi stessi, le nostre consorti<br />
lo sanno benissimo e ne<br />
subiscono le conseguenze…<br />
Tuttavia penso che su una<br />
cosa tutti ci dovremmo trovare<br />
d'accordo: i tre modelli<br />
della Citroen che hanno<br />
fatto la storia dell'automobile<br />
sono stati: la Traction,<br />
la 2 CV e la DS.<br />
La prima introdusse la<br />
trazione anteriore nella produzione<br />
di serie, la secon-<br />
da consenti' ai francesi di<br />
viaggiare sotto un ombrello,<br />
in mezzo ai campi, con una<br />
cesta di uova nel baule<br />
senza romperne neppure<br />
uno, l'ultima si può definire<br />
l'auto del secolo (checchè<br />
ne dicano le varie giurie formate<br />
da…esperti),per il suo<br />
altissimo contenuto tecnologico<br />
.<br />
Nessuna altra vettura in<br />
seguito concentrò in sé<br />
tante innovazioni in una<br />
sola volta.<br />
Dopo questa doverosa premessa<br />
e poiché le posseggo<br />
entrambe, tenterò di fare<br />
un'ardito confronto tra DS e<br />
CX prodotte fino al 1979<br />
(Citroen-Citroen!) sperando<br />
di non alimentare una<br />
polemica fra i rispettivi proprietari<br />
nonché sostenitori.<br />
A conferma che il confronto<br />
è fattibile citerò il numero<br />
di novembre 2000 della rivista<br />
Quattroruote, che, nell'ambito<br />
della prova della<br />
nuova Xara break, alla voce<br />
comfort, accomuna la DS e<br />
la CX quale esempio quasi<br />
insuperabile di comodità di<br />
marcia.
Dal punto di vista estetico il<br />
giudizio è sempre molto<br />
soggettivo: è comunque<br />
fuori dubbio che entrambe<br />
siano ancora particolarmente<br />
attuali, tanto da non<br />
dimostrare assolutamente<br />
di essere figlie di progetti<br />
ormai datati.<br />
Tutte e due furono auto che<br />
ruppero col passato, anche<br />
se la prima in modo maggiore<br />
rispetto alla seconda<br />
(ricordiamo la somiglianza<br />
della CX con la GS, la cui<br />
progettazione iniziò dopo, e<br />
al limite anche con la SM:<br />
berlina a due volumi, sei<br />
luci, cofano immenso con<br />
piccolo rilievo sulla destra<br />
che funge da presa d'aria).<br />
Entrambe ebbero un'impronta<br />
tipicamente Citroen:<br />
ruote posteriori parzialmente<br />
coperte, coda rastremata<br />
verso il basso in<br />
assenza di un vero e proprio<br />
terzo volume, volante monorazza,<br />
sedili molto morbidi<br />
ed accoglienti.<br />
Presumibilmente la DS<br />
risultò all'epoca della presentazione<br />
molto più avanti<br />
per i suoi tempi di quanto<br />
non lo sia stata in seguito la<br />
CX: infatti nel numero di<br />
dicembre 1956 Quattroruote<br />
ne criticava la linea<br />
giudicandola solamente<br />
discreta, poiché la coda era<br />
ritenuta di audacia eccessiva,<br />
inadatta al resto della<br />
vettura.<br />
Curiosamente dieci anni<br />
dopo, nel maggio 1966, la<br />
stessa rivista migliorava il<br />
giudizio estetico, considerandolo<br />
buono, ed inoltre<br />
affermava, quale novello<br />
San Paolo folgorato sulla via<br />
di Damasco, che: "passerà<br />
molto tempo prima che si<br />
possa considerare superata".<br />
Miglior sorte per quel<br />
che riguarda l'estetica ebbe<br />
la Cx presso la stampa<br />
all'atto della presentazione:<br />
piacque al punto da ottenere<br />
il massimo punteggio<br />
ed un verdetto molto lusinghiero<br />
grazie alla sua<br />
foggia "modernissima", solo<br />
successivamente appesantita<br />
dall'introduzione dei<br />
paraurti in plastica, ma del<br />
resto il mercato si stava<br />
facendo sempre più esigente,<br />
punendo i modelli<br />
che non presentavano frequenti<br />
ristilizzazioni.<br />
Rispetto alla DS, la CX ha<br />
dimensioni minori, cosa che<br />
le permette di muoversi un<br />
poco meglio nel traffico<br />
urbano, ed un coefficiente<br />
di penetrazione dichiarato<br />
migliore dell'11%.<br />
Una cosa è certa: entrambi<br />
i modelli ebbero un impatto<br />
molto forte sul pubblico che<br />
decretò loro un successo<br />
immediato.<br />
Per quel che riguarda la<br />
abitabilità penso che, anche<br />
per il fatto che la DS ha<br />
<strong>IDéeSse</strong> <strong>InForma</strong> <strong>23</strong> - SpaCXzio 25
<strong>IDéeSse</strong> <strong>InForma</strong> <strong>23</strong> - SpaCXzio<br />
26<br />
dimensioni molto più generose,<br />
non vi siano dubbi sia<br />
lei a vincere il confronto.<br />
Il posto di guida della DS<br />
risulta insuperabile per le<br />
persone di statura superiore<br />
al metro e novanta, in<br />
nessuna vettura moderna ci<br />
si trova a proprio agio come<br />
al volante della "divina".<br />
Al contrario la CX ha il<br />
volante troppo basso e<br />
costringe spesso il pilota a<br />
guidare a gambe divaricate.<br />
Sembra strano che, con le<br />
tecnologie già presenti all'epoca,<br />
non fosse possibile<br />
ottenere, almeno come<br />
optional, il volante regolabile<br />
in altezza.<br />
L'abitabilità per i passeggeri,<br />
sia anteriormente che<br />
posteriormente, è buona su<br />
entrambe le vetture.<br />
A voler essere pignoli, una<br />
pecca comune è lo scarso<br />
spazio a livello delle spalle<br />
qualora si viaggi in tre sul<br />
sedile posteriore.<br />
Grosso punto a favore della<br />
DS è la possibilità di caricare<br />
sei persone per la<br />
mancanza del tunnel centrale<br />
che sulla CX alloggia il<br />
cambio.<br />
A proposito della sua<br />
posizione al volante o sul<br />
pavimento, ognuna delle<br />
soluzioni ha i suoi pro e<br />
contro: migliore manovrabilità<br />
e velocità quello sul<br />
pavimento, che però comporta<br />
la presenza della console<br />
centrale; più impreciso<br />
quello al volante, che però<br />
permette più libertà di<br />
movimento ai passeggeri,<br />
tanto è vero che sta ritornando<br />
di moda.<br />
Per quanto riguarda il suo<br />
funzionamento, entrambi (<br />
pur essendo quello della CX<br />
più moderno, frutto della<br />
collaborazione tra la FIAT e<br />
la Citroen, montato anche<br />
sulle Lancia Beta ), soffrono<br />
dello stesso difetto: presentano<br />
una notevole ruvidità<br />
nell'inserimento della seconda<br />
marcia, sia nei passaggi<br />
dalla prima alla seconda,<br />
che nelle scalate<br />
dalla terza alla seconda.<br />
Pur mantenendo la stessa<br />
meccanica della DS, la CX<br />
fu la prima Citroen a<br />
montare il motore in<br />
posizione trasversale; per<br />
poterlo alloggiare nel<br />
cofano, molto più basso<br />
rispetto a quello della progenitrice,<br />
si provvide ad inclinarlo<br />
di 30°, anteriormente.<br />
Il motore di 1985 cc, pur<br />
non essendo mai stato un<br />
fulmine di guerra, sfrutta il<br />
minor peso della CX, che<br />
quindi offre migliori prestazioni<br />
rispetto alla DS sia<br />
come velocità di punta, che<br />
in accelerazione ed in<br />
ripresa.<br />
I progressi maggiori nei<br />
confronti della DS si notano<br />
nella silenziosità di marcia:<br />
poiché sulla CX il motore è<br />
posto praticamente davanti<br />
all'assale anteriore, e quindi<br />
distante dall'abitacolo, la<br />
sua rumorosità è decisamente<br />
più ridotta, cosa che<br />
si apprezza particolarmente<br />
nelle versioni a<br />
cinque marce, durante i<br />
percorsi autostradali.<br />
I consumi sono pressoché<br />
sovrapponibili, e ciò pare<br />
strano vista l'identità del<br />
motore e la minore massa,<br />
che avrebbe dovuto favorire<br />
la CX in tale campo.<br />
Notevoli diversità si rilevano<br />
tra le due auto per quel che<br />
riguarda lo sterzo, non<br />
tanto nelle versioni senza<br />
servosterzo, che richiedono<br />
entrambe muscolatura<br />
sviluppata da steroidi anabolizzanti,<br />
ma tra quelle fornite<br />
di servocomando.<br />
La presenza del Diravi, di<br />
derivazione SM, sulla CX si<br />
nota e si fa apprezzare in<br />
manovra, consentendo anche<br />
alle signorine più delicate<br />
di girare con un dito il<br />
volante pure da fermi.<br />
Questo sistema però ha l'<br />
inconveniente di non fornire<br />
la sufficiente sensibilità al<br />
pilota in caso di marcia<br />
sulla neve o, peggio , sul<br />
ghiaccio: la sua estrema<br />
sensibilità richiede particolare<br />
attenzione di guida per<br />
poter calcolare quando si<br />
raggiungano i limiti dell'aderenza.<br />
Inoltre, nei veloci cambi di<br />
traiettoria o nei percorsi ricchi<br />
di curve, può dare fastidio<br />
il "punto morto" pre-<br />
sente in posizione neutra<br />
che da' luogo ad un istante<br />
di gioco eccessivo.<br />
Poche differenze si notano a<br />
riguardo di frizione e freni:<br />
in entrambe le vetture la<br />
prima ha una corsa lunga<br />
ed i secondi sono di risposta<br />
istantanea: è sufficiente<br />
mostrare la suola della<br />
scarpa al pedale del freno<br />
che già l'auto è ferma!<br />
Per pura civetteria vorrei<br />
ricordare che le Citroen a<br />
sospensioni oleopneumatiche<br />
mi risultano essere le<br />
uniche ad avere il pedale<br />
del freno più basso di quello<br />
dell'acceleratore.<br />
Orbene, si parla tanto di<br />
sicurezza, ma immaginate<br />
quanti metri si percorrono<br />
viaggiando a cento all'ora,<br />
nei pochi centesimi di secondo<br />
che occorrono per<br />
sollevare il piede dall'acceleratore<br />
per portarlo sul<br />
freno.<br />
E' mai possibile che nessuno<br />
abbia pensato che è<br />
più naturale, oltre che più<br />
veloce, effettuare un unico<br />
movimento verso il basso?<br />
La tenuta di strada è sempre<br />
stata uno dei punti di<br />
forza di tutte le Citroen,<br />
dalla antica Traction fino ai<br />
giorni nostri.<br />
A mio giudizio, per quello<br />
che può contare il parere di<br />
un guidatore assai tranquillo,<br />
che non sfrutta mai al<br />
limite le vetture, ma che se<br />
le gode ad una andatura<br />
"turistica", il comportamento<br />
su strada è molto simile,<br />
cioè più che sicuro in tutte<br />
le condizioni.<br />
Obiettivamente si rileva che,<br />
sia la DS che la CX, hanno<br />
la carreggiata posteriore<br />
molto più stretta rispetto a<br />
quella anteriore: ben 20<br />
centimetri in meno la DS,<br />
solo 10 la CX.<br />
Ciò conferisce alle auto, se<br />
viste in marcia da dietro<br />
l'impressione, che si è persa<br />
sulle Citroen moderne, che<br />
viaggino "oblique".<br />
Quindi i punti di appoggio<br />
sul terreno formavano un<br />
trapezio, e ciò sicuramente<br />
influenzava l'ottima tenuta<br />
di strada.<br />
Le differenze che si possono<br />
rilevare sono due: il più elevato<br />
beccheggio e coricamento<br />
laterale in curva<br />
della DS per la diversa<br />
taratura delle sospensioni,<br />
indubbiamente più morbide,<br />
e la diversità di guida<br />
sul ghiaccio, con gomme<br />
non invernali, dovuta, come<br />
già ricordato, non tanto ad<br />
una minor tenuta di strada,<br />
ma soprattutto alla superiore<br />
sensibilità dello sterzo<br />
della CX.<br />
Personalmente ritengo addirittura<br />
che si adatti<br />
meglio alla guida in condizioni<br />
di strada innevata la<br />
DS con gomme Michelin X<br />
da 165X400 con cerchi<br />
monobullone, rispetto sia<br />
alle ultime DS che alle CX,
<strong>IDéeSse</strong> <strong>InForma</strong> <strong>23</strong> - SpaCXzio 27
<strong>IDéeSse</strong> <strong>InForma</strong> <strong>23</strong> - SpaCXzio<br />
28<br />
in quanto quel modello, con<br />
quel tipo di gommatura,<br />
dava al guidatore la sensazione<br />
di poter controllare<br />
in modo migliore la vettura.<br />
Il comfort di entrambe è<br />
molto elevato, soprattutto<br />
se paragonato a ciò che<br />
offriva all'epoca la concorrenza.<br />
Tuttavia sia la DS che la CX<br />
soffrono le cunette che<br />
attraversano trasversalmente<br />
il senso di marcia: in tale<br />
caso tendono ad irrigidire il<br />
posteriore, creando qualche<br />
fastidio ai passeggeri seduti<br />
dietro.<br />
Senza dubbio risulta più<br />
curato il comfort acustico<br />
della CX nei confronti di<br />
quello della DS: la posizione<br />
del motore lontano dall'abitacolo<br />
e la presenza<br />
delle cornici dei finestrini<br />
che riducono il fruscio aerodinamico<br />
presente sulla DS<br />
alle alte velocità, rendono la<br />
CX più silenziosa della DS,<br />
almeno fino a quando le<br />
cerniere, sottodimensionate<br />
per difetto del progetto,<br />
sostengono le portiere nella<br />
loro corretta posizione.<br />
Il bagagliaio era capiente in<br />
entrambe le vetture, ovviamente<br />
quello della CX più<br />
piccolo rispetto a quello,<br />
molto grande, della DS, talmente<br />
profondo da richiedere<br />
la capacità di un<br />
contorsionista per disporre<br />
i bagagli a ridosso dello<br />
schienale posteriore.<br />
Per ciò che riguarda gli<br />
allestimenti interni e gli<br />
accessori, si devono paragonare<br />
tra di loro le versioni<br />
Special e Comfort e le versioni<br />
Pallas.<br />
La base della gamma, costituita<br />
dalle Special e<br />
Comfort, era veramente<br />
povera con grande abbondanza<br />
di materiali plastici,<br />
a mio avviso di qualità<br />
superiore sulla DS rispetto<br />
alla CX; un esempio su tutti:<br />
i pannelli delle portiere<br />
della CX che, dopo qualche<br />
anno, tendevano a staccarsi<br />
dalle loro sedi, a seccare<br />
miseramente, crepandosi al<br />
solo sguardo.<br />
Miglior figura faceva la CX<br />
nella sua versione Pallas:<br />
poteva almeno sostenere il<br />
confronto con la DS, e, grazie<br />
ad un progetto più moderno,<br />
in alcuni casi, come<br />
sulla dotazione degli accessori,<br />
riusciva pure a vincer-<br />
lo.<br />
Tuttavia, a proposito di finiture,<br />
la leggenda narra che<br />
molti concessionari sconsigliassero<br />
a chi possedeva<br />
una DS Pallas la sua sostituzione<br />
con la CX, almeno<br />
fino a che non fosse entrata<br />
in listino la corrispondente<br />
versione Pallas, ed è certo<br />
che più di uno di questi<br />
abbia ricomprato la propria<br />
DS dopo aver visto e provato<br />
le prime CX!<br />
Naturalmente l'impressione<br />
di povertà non poteva<br />
colpire chi proveniva da<br />
macchine di altre marche<br />
(leggi Fiat 132).<br />
Nel complesso possiamo<br />
dire che la CX perde il confronto<br />
con la DS non per<br />
KO, ma ai punti, del resto<br />
penso che qualsiasi auto, se
<strong>IDéeSse</strong> <strong>InForma</strong> <strong>23</strong> - SpaCXzio 29
<strong>IDéeSse</strong> <strong>InForma</strong> <strong>23</strong> - SpaCXzio<br />
28
paragonata alla DS ne<br />
uscirebbe con le ossa rotte.<br />
Nonostante ciò essa fu a<br />
suo tempo apprezzata sia in<br />
Italia che in Europa, dove<br />
ottennero più successo che<br />
da noi le versioni con il<br />
motore 2400-2500 benzina.<br />
Senza contare poi che al<br />
momento della presentazione<br />
della versione 2500<br />
GTI turbo anche Citroen<br />
poté finalmente contare su<br />
una ammiraglia in grado di<br />
contrastare le vetture<br />
tedesche non solo sul piano<br />
del comfort, come ai tempi<br />
della DS <strong>23</strong> iniezione, ma<br />
anche su quello delle<br />
prestazioni.<br />
Grazie ad un turbocompressore<br />
Garret riusciva a raggiungere<br />
la potenza di 168<br />
CV a 5500 giri, ed una<br />
velocità di 220 chilometri<br />
all'ora.<br />
Contribui' pure al successo<br />
europeo la presenza sul<br />
mercato della versione<br />
Diesel.<br />
L'esperienza della Citroen<br />
nel campo delle automobili<br />
a gasolio prima della CX si<br />
limitò al modello 11UD<br />
Diesel con cilindrata di<br />
1766 cc, nelle versioni sia<br />
commerciale che familiale<br />
prodotte nel 1937.<br />
Fu una esperienza fallimentare<br />
tanto è vero che in<br />
Francia non fu neppure<br />
inserita nel listino, mentre<br />
invece apparve ufficialmente,<br />
nella sola versione<br />
familiale a sei luci, nel listino<br />
inglese, rimanendovi per<br />
un anno.<br />
Quindi possiamo dire che la<br />
CX fu la prima vettura<br />
Citroen non commerciale ad<br />
usufruire di tale tipo di<br />
propulsore, ed anche in<br />
questo caso lasciò il segno:<br />
nel 1983 la versione 25<br />
Turbo Diesel risultò essere il<br />
Diesel più veloce al mondo<br />
con una velocità massima di<br />
174 chilometri orari.<br />
<strong>IDéeSse</strong> <strong>InForma</strong> <strong>23</strong> - SpaCXzio 31
“Une chose est parfaite quand l’oeil, la main, la voix, la mémoire ne peuvent se lasser del parcouir et de la faire indéfiniment comme leur”<br />
Paul Valery