L'età nuragica - Comune di Isili
L'età nuragica - Comune di Isili L'età nuragica - Comune di Isili
L’età nuragica Quaderno didattico per le Scuole Superiori a cura di Alessandra Saba
- Page 2 and 3: Comune di Isili Le terre di Isili.
- Page 4 and 5: nei pressi della piana di Aìsara.
- Page 6: ta rettangolare architravata aperta
- Page 11 and 12: età del Ferro (1.150-900 a.C.) qua
- Page 13 and 14: Un caso del tutto particolare è da
- Page 15 and 16: Tavola cronologica periodo data fas
L’età <strong>nuragica</strong><br />
Quaderno <strong>di</strong>dattico<br />
per le Scuole Superiori<br />
a cura <strong>di</strong> Alessandra Saba
<strong>Comune</strong> <strong>di</strong> <strong>Isili</strong><br />
Le terre <strong>di</strong> <strong>Isili</strong>.<br />
Progetto <strong>di</strong> promozione delle risorse territoriali<br />
e comunicazione dell’identità territoriale<br />
Coor<strong>di</strong>namento:<br />
Enrico Cicalò<br />
Quaderno <strong>di</strong>dattico per le Scuole Superiori. L’età <strong>nuragica</strong><br />
Testi:<br />
Alessandra Saba<br />
Disegni:<br />
M. Vittoria Conigiu<br />
Foto:<br />
Alessandra Saba, Enrico Cicalò<br />
Progetto grafico:<br />
Enrico Cicalò<br />
Stampa:<br />
Grafiche Ghiani<br />
Progetto cofinanziato dall’Unione Europea<br />
© <strong>Comune</strong> <strong>di</strong> <strong>Isili</strong> 2008 - tutti i <strong>di</strong>ritti riservati - è vietata la riproduzione anche parziale dell’opera
L’età <strong>nuragica</strong><br />
<strong>Isili</strong> conta una cinquantina <strong>di</strong> nuraghi, un numero<br />
assolutamente considerevole che documenta l’importanza<br />
strategica ed economica del territorio per<br />
tutta l’età del Bronzo. Essi si trovano capillarmente<br />
<strong>di</strong>stribuiti nella regione, <strong>di</strong>sposti <strong>di</strong> preferenza alla<br />
sommità dei rilievi, in prossimità dei principali corsi<br />
d’acqua e lungo antiche vie <strong>di</strong> transumanza, rimarcando<br />
la loro principale funzione ovvero quella <strong>di</strong><br />
controllo e vigilanza sul territorio.<br />
Su un orizzonte cronologico che va dal Bronzo Me<strong>di</strong>o<br />
(1.600-1.330 a.C.) al Bronzo Finale (1.150-1.000<br />
a.C.), sono presenti tutte le categorie monumentali<br />
dai nuraghi arcaici, definiti anche protonuraghi, a<br />
quelli <strong>di</strong> tipo evoluto più complessi.<br />
Unico protonuraghe noto è il Sa Narba; esso si colloca<br />
all’estremità orientale dell’altopiano Su Taccu
nei pressi della piana <strong>di</strong> Aìsara. Si presenta in uno<br />
stato estremamente rovinoso causato in gran parte<br />
dalla presenza <strong>di</strong> una fornace per la produzione <strong>di</strong><br />
calcina attiva durante la prima metà del 1900. Costruito<br />
con blocchi <strong>di</strong> calcare <strong>di</strong>sposti a filari in forte<br />
aggetto, mostra pianta ellittica. Dei particolari interni<br />
si legge unicamente un corridoio piattabandato,<br />
mentre delle depressioni nei crolli lasciano intuire<br />
la presenza <strong>di</strong> ambienti <strong>di</strong> forma sub-circolare.<br />
I nuraghi evoluti documentano varie tipologie. Tra<br />
i monotorre, quelli più significativi sono: Erbìxi, Ziu<br />
Tàulas, Su Perdòsu e Nuraxìscu. Essi si conservano<br />
purtroppo solo per alcuni filari dell’anello <strong>di</strong> base e<br />
mostrano, sebbene in modo non perfettamente leggibile,<br />
tracce dei particolari interni quali l’ingresso,<br />
l’an<strong>di</strong>to e la camera.<br />
La tipologia con la semplice ad<strong>di</strong>zione <strong>di</strong> un piccolo<br />
cortile antistante l’ingresso alla torre è ben<br />
rappresentata dai nuraghi Untìni e Molas. Ci sono<br />
poi i nuraghi bitorre caratterizzati da due torri alle<br />
quali si interpone un piccolo cortile o un corridoio.<br />
Oltre a Minda Maiòri, del quale a causa dei crolli<br />
e della vegetazione non si conoscono i particolari<br />
interni, quello <strong>di</strong> Chistingiònis, arroccato su un alto<br />
sperone roccioso lungo il canale del rio Corrìgas, è<br />
uno degli esempi più significativi soprattutto per i<br />
possenti muri <strong>di</strong> controscarpa che integrano la roccia<br />
naturale e sui quali sono e<strong>di</strong>ficate le torri.<br />
Il Longu ed il Santu Antoni, invece, rientrano nella<br />
tipologia dei nuraghi ad ad<strong>di</strong>zione laterale, infatti,<br />
presentano due torri, una per lato, affiancate<br />
al mastio; in particolare il Longu conserva per intero<br />
la camera della torre principale.<br />
Meraviglioso esempio <strong>di</strong> trilobato è poi il nuraghe<br />
Is Paras che custo<strong>di</strong>sce la più bella ed alta cupola<br />
dell’intera Isola. Infine, si hanno i nuraghi con bastione<br />
quadrilobato, sono essi quelli <strong>di</strong> Crastu ed<br />
Atzìnnara; quest’ultimo per la mole assolutamente<br />
possente e la presenza <strong>di</strong> una poderosa cinta antemurale<br />
può essere considerato il nuraghe più importante<br />
del territorio <strong>di</strong> <strong>Isili</strong>.
Il nuraghe Is Paras<br />
Splen<strong>di</strong>da residenza fortificata <strong>di</strong> un capo nuragico<br />
<strong>di</strong> grande rilievo ed emblema della ricchezza<br />
e del potere suscitati dai traffici del rame in epoca<br />
preistorica in Sarcidano, il nuraghe Is Paras si<br />
ubica nell’imme<strong>di</strong>ata periferia Nord dell’abitato <strong>di</strong><br />
<strong>Isili</strong>, svettando in cima ad una collinetta marnosa<br />
con l’immensa mole bianca del suo bastione che<br />
circonda una maestosa torre centrale che al suo interno<br />
custo<strong>di</strong>sce la più bella ed alta cupola finora<br />
conosciuta.<br />
Si tratta <strong>di</strong> un nuraghe complesso con bastione trilobato<br />
cinto da un poderoso antemurale. L’ingresso<br />
al bastione si apre su un cortile secondario chiuso<br />
da una cortina muraria <strong>di</strong> eccezionale spessore<br />
nella quale si in<strong>di</strong>viduano tre feritoie; tale cortina<br />
conclude a ridosso <strong>di</strong> una grossa struttura circolare<br />
interpretabile come torre o capanna.<br />
L’ingresso al trilobo è caratterizzato da una por-
ta rettangolare architravata aperta nella cortina<br />
orientale, la quale immette in un breve corridoio<br />
fornito <strong>di</strong> scala e <strong>di</strong> un piccolo stipetto a muro quadrangolare.<br />
Dal corridoio si accede al cortile interno<br />
a tre quarti <strong>di</strong> cerchio dove si aprono i contrapposti<br />
ingressi al mastio e alla torre secondaria Sud.<br />
Questa è raggiungibile dal cortile attraverso un<br />
an<strong>di</strong>to strombato all’interno e <strong>di</strong>sassato rispetto alla<br />
porta del mastio, essa ha camera circolare sulle cui<br />
pareti si aprono due feritoie <strong>di</strong> forma trapezoidale<br />
sopraelevate rispetto al pavimento.<br />
Il mastio ha ingresso rialzato rettangolare volto a<br />
Sud, il quale immette in un an<strong>di</strong>to sensibilmente<br />
strombato verso l’interno dal taglio perfettamente<br />
ogivale con soffitto ascendente nella cui parete destra<br />
è inserita una grande nicchia sub-trapezoidale.<br />
La camera ha pianta circolare ed è caratterizzata<br />
da un’armoniosa opera muraria a filari orizzontali<br />
<strong>di</strong> blocchi rettangolari e quadrangolari in calcare<br />
fossilifero e marna grigia che si innalza per ben 12<br />
metri <strong>di</strong> altezza.
Pressoché al centro della camera, si trova la bocca<br />
<strong>di</strong> un pozzo originariamente foderato da una camicia<br />
muraria a filari orizzontali, il quale è stato<br />
scavato solo parzialmente a causa <strong>di</strong> problemi <strong>di</strong><br />
natura statica sorti durante la sua esplorazione. A<br />
circa m 6 <strong>di</strong> altezza dal pavimento della camera, si<br />
apre poi sulla parete orientale l’ingresso alla scala<br />
elicoidale caratterizzata da un breve piano inclinato<br />
e da 11 gra<strong>di</strong>ni residui che immettono sull’attuale<br />
svettamento della torre; tale scala conduceva originariamente<br />
alla camera del primo piano e <strong>di</strong> qui<br />
al terrazzo. Alla sommità del mastio, infine, è stato<br />
documentato il piano pavimentale della camera<br />
superiore, in esso è inserito un vano-silos troncoconico<br />
con bocca aperta sul livello pavimentale.<br />
Attorno al bastione, è presente la cinta antemurale<br />
il cui percorso è in<strong>di</strong>viduabile lungo il lato<br />
orientale e sud-occidentale del trilobo per un fronte<br />
<strong>di</strong> circa m 20; essa si articolava in numerose torri<br />
delle quali appaiono i resti <strong>di</strong> almeno tre <strong>di</strong> esse.<br />
Tra il bastione e la cinta antemurale, poi, nel settore<br />
orientale, cominciano ad evidenziarsi le creste<br />
<strong>di</strong> alcune capanne pertinenti al villaggio nuragico<br />
che verosimilmente occupa buona parte delle fiancate<br />
e della base della collina sulla quale sorge il<br />
nuraghe.<br />
Gli scavi finora effettuati hanno documentato <strong>di</strong>verse<br />
fasi culturali a partire dalla più antica alla<br />
quale risale l’impianto del trilobato, ovvero il Bronzo<br />
Recente (1.330-1.150 a.C.), l’inse<strong>di</strong>amento perdurò<br />
poi nel successivo Bronzo Finale e nella prima
età del Ferro (1.150-900 a.C.) quando il nuraghe ed<br />
il villaggio raggiunsero la massima espansione. A<br />
questi ultimi perio<strong>di</strong> appartengono ceramiche rifinite<br />
con cura e con decorazione geometrica: ciotole<br />
e ciotoloni carenati con anse a maniglia e vasi<br />
piriformi, lucerne a foglia o a piattello e brocche<br />
askoi<strong>di</strong>. Al periodo dell’impianto, invece, si riferisce<br />
ceramica più rozza e grossolana, alcuni tegami,<br />
olle e vasi carenati con orlo ingrossato all’esterno,<br />
inoltre, pendagli in osso, fusaiole, frustoli <strong>di</strong> bronzo<br />
e frammenti <strong>di</strong> spade votive.<br />
Successivamente all’epoca <strong>nuragica</strong>, il sito venne<br />
frequentato in età romana imperiale (II-III sec. d.C.)<br />
e altome<strong>di</strong>oevale (VI-VII sec. d.C.). In quest’ultimo<br />
periodo si inse<strong>di</strong>ò presso il nuraghe un presi<strong>di</strong>o militare<br />
<strong>di</strong>slocato a guar<strong>di</strong>a delle aree collinari più<br />
intensamente coltivate dalle incursioni delle turbolente<br />
popolazioni dell’entroterra montano. Sui crolli<br />
del bastione e delle capanne nuragiche vennero<br />
infatti e<strong>di</strong>ficate delle strutture abitative d’impianto<br />
sub-quadrangolare delle quali sono state in<strong>di</strong>viduate<br />
tracce dell’alzato, del battuto pavimentale<br />
in argilla e <strong>di</strong> parte del vespaio <strong>di</strong> sottofondazione<br />
insieme a reperti ceramici <strong>di</strong> età romano-bizantina.<br />
In particolare, all’interno <strong>di</strong> un muro del settore sudoccidentale,<br />
è stata rinvenuta una fibbia in bronzo<br />
databile tra la fine del VI e il VII secolo d.C.
I villaggi e le tombe dei giganti<br />
Pur essendo assai modesto il numero <strong>di</strong> villaggi e<br />
sepolture risalenti all’epoca <strong>nuragica</strong> documentati<br />
nella regione isilese, tuttavia, sulla base dei dati<br />
provenienti da essi, è possibile ricostruire in linea <strong>di</strong><br />
massima il quadro inse<strong>di</strong>ativo delle antiche comunità,<br />
il quale conferma la pre<strong>di</strong>lezione da parte <strong>di</strong><br />
esse per un territorio dalle straor<strong>di</strong>narie risorse economiche<br />
e dalla <strong>di</strong>slocazione geografica altamente<br />
strategica rispetto all’entroterra barbaricino e alle<br />
piane campidanesi.<br />
Per la maggior parte <strong>di</strong>strutti in seguito ai lavori<br />
agrari, i villaggi sono in<strong>di</strong>viduabili in prossimità<br />
<strong>di</strong> alcuni nuraghi. Gli inse<strong>di</strong>amenti più significativi<br />
che conservano tracce delle murature capannicole<br />
sono quelli <strong>di</strong> Is Paras, Chistingiònis, Pranu ‘e Ollas,<br />
Molas, S. Antoni e Crastu. Si tratta <strong>di</strong> strutture <strong>di</strong> impianto<br />
circolare con zoccoli murari residui per una<br />
modesta altezza se non dell’unico anello <strong>di</strong> base,<br />
presso cui si recuperano materiali databili al Bronzo<br />
Recente (1.330-1.150 a.C.)-Bronzo Finale (1.150-<br />
1.000 a.C.).
Un caso del tutto particolare è dato dal villaggio<br />
<strong>di</strong> Monte Arcu, fatto oggetto <strong>di</strong> scavo archeologico<br />
<strong>di</strong>versi anni fa, il quale, a <strong>di</strong>fferenza degli altri, non<br />
si inse<strong>di</strong>a presso un nuraghe. Esso è caratterizzato<br />
da cinque capanne ad impianto circolare e<strong>di</strong>ficate<br />
sulla roccia naturale, la quale venne livellata con<br />
malta d’argilla.<br />
La capanna A, parzialmente rifasciata, mostra<br />
ingresso volto a Sud ai lati del quale sono presenti<br />
due ripostigli semicircolari delimitati da alcuni<br />
blocchi. Tangenzialmente all’ambiente, si apre un<br />
cortile, chiuso da pochi conci descriventi un piccolo<br />
tratto <strong>di</strong> paramento murario semicircolare; al suo<br />
interno si rinvennero numerose macine frammentarie<br />
a sezione piano-convessa.<br />
La capanna B, la maggiore, presenta una grande<br />
nicchia rettangolare ricavata nello spessore murario<br />
che al momento dello scavo conservava ancora<br />
parzialmente il lastricato pavimentale; l’e<strong>di</strong>ficio<br />
mostra anche un bancone da lavoro risparmiato<br />
nella roccia segnato dalle attività lavorative. Nella<br />
capanna si recuperarono un’olla globulare e numerose<br />
fusaiole <strong>di</strong> vari tipi e <strong>di</strong>mensioni, rinvenute qui<br />
più abbondanti che nelle altre strutture.<br />
La capanna C possiede anch’essa una grande nicchia<br />
rettangolare ricavata nello spessore murario,<br />
mentre la D, <strong>di</strong> cui è andata <strong>di</strong>strutta oltre la metà,<br />
presenta un ingresso con tre gra<strong>di</strong>ni. La capanna E,<br />
infine, conserva solo alcuni blocchi relativi all’accesso<br />
ed un breve tratto della parete destra.<br />
La destinazione abitativa del villaggio è testimoniata<br />
dai materiali rinvenuti, si tratta, infatti, <strong>di</strong> fusaiole<br />
fittili biconiche e <strong>di</strong>scoi<strong>di</strong>, macine in basalto<br />
ed arenaria a sezione piano-convessa, pestelli, macinelli,<br />
pesi da telaio, un colino fittile e numerosi<br />
reperti ceramici frammentari proponenti il consueto<br />
repertorio nuragico databile al Bronzo Recente
(1.330-1.150 a.C.)-Bronzo Finale (1.150-1.000 a.C.).<br />
Passando alle tombe <strong>di</strong> giganti, colpisce il loro<br />
numero estremamente esiguo rispetto a quello considerevole<br />
<strong>di</strong> nuraghi, infatti, contro una cinquantina<br />
<strong>di</strong> fortezze si hanno solo cinque sepolture. È<br />
evidente che, come nel caso dei villaggi, il numero<br />
attuale non corrisponde a quello originario e che<br />
si deve ancora una volta attribuire alle bonifiche<br />
agrarie e al riutilizzo del materiale lapideo la <strong>di</strong>struzione<br />
<strong>di</strong> buona parte degli antichi e<strong>di</strong>fici.<br />
Le tombe <strong>di</strong> giganti isilesi sono quelle <strong>di</strong> Is Castéddus<br />
(A e B), Pranu tres Lìtteras (A e B) e Calafriscidàdda;<br />
solo le tombe <strong>di</strong> Pranu tres Lìtteras<br />
conservano resti murari, delle altre, quelle <strong>di</strong> Is Castéddus<br />
residuano esclusivamente delle stele centinate,<br />
quella <strong>di</strong> Calafrixidàdda solo <strong>di</strong> un concio<br />
sagomato.<br />
Ripetutamente manomessa nel corso degli anni<br />
a causa delle bonifiche agrarie, la località in cui<br />
erano ubicate le tombe <strong>di</strong> Is Castéddus risiede lungo<br />
le pen<strong>di</strong>ci meri<strong>di</strong>onali del monte omonimo alla<br />
sommità del quale sorge un nuraghe complesso.<br />
Le due stele centinate si trovano <strong>di</strong>stese sul dorso,<br />
a pochi metri <strong>di</strong> <strong>di</strong>stanza l’una dall’altra. La stele<br />
A si conserva quasi nella sua interezza tranne che<br />
nella parte inferiore dove, a causa <strong>di</strong> una frattura,<br />
è andato <strong>di</strong>strutto il portello, mentre la stele B residua<br />
<strong>di</strong> circa la metà; entrambe mostrano ampi<br />
tratti della cornice in rilievo piatto che decorava il<br />
lato prospettico.<br />
Le tombe <strong>di</strong> giganti <strong>di</strong> Pranu tres Lìtteras, invece,<br />
sorgono ai pie<strong>di</strong> nord-occidentali dell’altopiano<br />
del Gùzzini. Della tomba A si riconoscono appena<br />
le incomplete strutture perimetrali dell’abside, delle<br />
fiancate laterali e dell’esedra, mentre della B si<br />
hanno solo tre blocchi dell’emiciclo frontale, gli stipiti<br />
dell’ingresso ed un tratto del corridoio funerario.<br />
La sepoltura <strong>di</strong> Calafrixidàdda, infine, era situata<br />
alla periferia orientale <strong>di</strong> <strong>Isili</strong> a breve <strong>di</strong>stanza<br />
dal nuraghe Crastu. Secondo testimonianze orali,<br />
residuava <strong>di</strong> quasi tutta l’esedra e <strong>di</strong> parte del suo<br />
vano funerario. Dell’e<strong>di</strong>ficio resta ormai solo un<br />
concio <strong>di</strong> forma trapezoidale, in cui sono presenti<br />
due cavità circolari equi<strong>di</strong>stanti dai bor<strong>di</strong> funziona-
Tavola cronologica<br />
periodo data<br />
fase cultura<br />
Paleolitico<br />
Mesolitico<br />
Neolitico<br />
Eneolitico<br />
Bronzo<br />
Ferro<br />
450.000-200.000<br />
200.000-150.000<br />
-<br />
20.000-10.000<br />
Antico<br />
Antico<br />
Me<strong>di</strong>o<br />
Recente<br />
Rio Altana<br />
Codrovulos<br />
Grotta Corbeddu<br />
10.000-6.000 Grotta Corbeddu<br />
6.000-4.700<br />
4.700-4.300<br />
4.300-4.000<br />
4.000-3.400<br />
Antico I<br />
Antico II<br />
Antico III<br />
Me<strong>di</strong>o<br />
Su Carroppu<br />
Grotta Verde<br />
Filiestru B<br />
Bonuighinu<br />
3.400-3.200 Recente San Ciriaco<br />
3.200-2.850 Finale San Michele <strong>di</strong> Ozieri<br />
3.200-2.850<br />
2.850-2.700<br />
2.700-2.600<br />
2.600-2.400<br />
Iniziale<br />
Antico I<br />
Antico II<br />
Me<strong>di</strong>o<br />
San Michele <strong>di</strong> Ozieri<br />
Sub Ozieri (Ozieri Rosso), Su Coddu<br />
Filigosa<br />
Abealzu<br />
2.400-2.100 Recente Monte Claro<br />
2.100-2.000 Finale I Campaniforme A1 (Marinaru, Padru Jossu A)<br />
2.000-1.900 Finale II Campaniforme A2 (Facies Sulcitana)<br />
1.900-1.800<br />
1.800-1.650<br />
1.650-1.600<br />
1.600-1.500<br />
Antico I<br />
Antico II<br />
Antico III<br />
Me<strong>di</strong>o 1A<br />
Campaniforme B, Padru Jossu B, Cuccuru Nuraxi<br />
Bonnanaro A1 Corona Moltana<br />
Bonnanaro A2 S. Iroxi<br />
Bonnanaro B Sa Turricula<br />
1.500-1.400 Me<strong>di</strong>o 1B Monti Mannu<br />
1.400-1.330 Me<strong>di</strong>o 2 S. Cosimo<br />
1.330-1.270 Recente 1 Muru Mannu<br />
1.270-1.150 Recente 2 Antigori<br />
1.150-1.000 Finale I Oristano<br />
1.000-850 Finale II Barumini<br />
850-730 I Geometrico (Fenici)<br />
730-580 Orientalizzante (Fenici)<br />
580-510 Arcaico (Fenici)<br />
510-238 II<br />
Barbaricino I (Cartagine)<br />
238-1 a.C. Barbaricino II (Roma Repubblicana)<br />
1 d.C-476 d.C<br />
Barabaricino III (Roma Imperiale)
www.comune.isili.ca.it