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ELOGIO DELL'OLIVA E DEL SUO OLIO - Giacomo Bezzi

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6<br />

C’è una ditta pratese di costruzioni meccaniche che ha addirittura messo in commercio un<br />

piccolo frantoio domestico su ruote: può lavorare nelle sue varie versioni dai 40 ai 150<br />

chili di olive all’ora e che funziona come un frantoio industriale moderno in tutte le varie<br />

sue fasi. La macchinetta evita all’olivicoltore il trasporto delle olive da oliveto a frantoio e<br />

può essere utilizzata anche dal vicinato: come la televisione ai tempi di Lascia o Raddoppia<br />

Il frantoietto domestico si chiama Olerina ed ha anche un sito web.<br />

Questo, solo parlando dell’extravergine.<br />

L‘olio di sansa, invece, dopo essere stato lavorato in raffinerie, assume la denominazione generica<br />

di olio d’oliva. Ne sono strapieni gli scaffali dei supermercati, e fa compagnia agli oli di semi,<br />

frutto di una moda importata, già dopo la fine del primo conflitto mondiale, dai paesi del Nord-<br />

Europa.<br />

Il consumo di questi olii, prodotti a bassissimo costo dalla spremitura della copra (la polpa dei<br />

cocchi seccata al sole africano), prima, e di quella dei semi di girasole, di soia, di colza, di mais ed<br />

ora addirittura di riso, soppiantò, per un buon mezzo secolo, quello dell’olio di oliva ritenuto a<br />

torto troppo mediterraneo e quindi troppo terrone.<br />

E’ stata, però, un’altra moda, quella della dieta mediterranea, a far tornare in auge l’olio di oliva e<br />

soprattutto l’extravergine.<br />

Oggi esistono anche, alla stregua dei sommeliers, degli assaggiatori di vini, gli<br />

assaggiatori di olii di oliva extravergini che sono in grado di dare un’aggettivazione<br />

diversa a seconda della provenienza (od origine) e delle cultivar: si hanno così olii fruttati,<br />

maturi, medi o leggeri, dolci, profumati, mandorlati, amari, piccanti, lisci ed intensi.<br />

Si sono adeguati a queste mode alcuni ristoranti dai vari cappelli e dalle varie forchette e<br />

dalle tariffe piuttosto robuste, che ora hanno - oltre alla carta dei vini - anche il carrello<br />

degli olii.<br />

Non solo: ma scopiazzando un po’ l’uso francese, hanno introdotto qualche anno fa presso<br />

una loro clientela tutt’altro che raffinata ma danarosa, la citronette e la vinaigrette che non<br />

sono altro che due salsette ottenute sbattendo con una forchetta un po’ d’olio ed un po’ di<br />

succo di limone, per la prima, ed un po’ d’aceto per la seconda. Ambedue le salsette necessitano<br />

anche di un pizzico di sale fino, e sono servite a certi ristoratori a far alzare i<br />

loro prezzi già poco abbordabili<br />

In Francia queste due salsette sono, però, poco più che un esotismo, perché l’olio prodotto<br />

dalla spremitura delle olive non fa parte della cultura francese se non, ed in maniera abbastanza<br />

esigua, di quella della sua fascia mediterranea: dalla Costa Azzurra che risente<br />

ancora delle consuetudini alimentari liguri, alla Linguadoca che guarda già oltre confine,<br />

verso la Catalogna. Il resto è mostarda.<br />

’<br />

L olio extravergine di oliva fa parte delle 103 denominazioni italiane protette dalla UE. Di<br />

queste, 72 con marchio DOP e 31 con IGP.<br />

21 denominazioni italiane protette sono relative all’olio extravergine DOP , ma una sola ad olio<br />

extravergine IGP: e quest’unica IGP si riferisce a quello che, se prodotto nella nostra regione, ha<br />

il diritto di chiamarsi Toscano.<br />

A loro volta, sono in corso di approvazione, da parte delle autorità comunitarie, alcune piccole<br />

varianti; infatti, oltre a Toscano IGP gli olii extravergini prodotti nella nostra regione potranno<br />

vantarsi anche di alcune denominazioni locali.<br />

E, quindi, si sono avuti da poco tempo l’olio del Chianti Classico e quello delle Colline<br />

Senesi, mentre sono in lista d’attesa quello delle Colline Lucchesi, quello della Lunigiana<br />

ed, addirittura, l’olio di Bòlgheri, sulle ali del fenomeno Sassicaia.<br />

Sono tutte zone piuttosto limitate dal punto di vista dell’ampiezza del territorio, ma va detto<br />

che i microclimi della Regione sono parecchi e le cultivar degli olivi sono altrettante, come<br />

del resto lungo tutta la Penisola dalle Prealpi a più profondo Sud.

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