ELOGIO DELL'OLIVA E DEL SUO OLIO - Giacomo Bezzi
ELOGIO DELL'OLIVA E DEL SUO OLIO - Giacomo Bezzi
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• le pendoline,<br />
• le correggiole,<br />
• le carboncelle,<br />
• le gentili,<br />
• le dritte,<br />
• le canine,<br />
• le pisciottane,<br />
• le ogliarole,<br />
• le ottobratiche,<br />
• le sinopolesi,<br />
• le maiatiche,<br />
• le peranzane,<br />
• le coratine,<br />
• le nocellare,<br />
• le biancolille,<br />
• le bosane,<br />
• le palme ed, infine,<br />
• le razzole; solo per citare quelle più conosciute.<br />
I rami dell’olivo dalle foglie grigio-argento, una volta potati, possono essere esitati<br />
durante la settimana antecedente la Domenica delle Palme per essere venduti agli ingressi<br />
delle chiese per la loro benedizione: è una antica tradizione cattolica che ha radici nel<br />
Vangelo.<br />
Come fanno parte della tradizione cattolico-romana e di quella greco-ortodossa i sacra<br />
menti che hanno, come tramite tra la Divinità e l’uomo, l’olio che - date le origini mediterranee<br />
della religione cristiana e le sue radici bibliche - non può essere che di olive.<br />
Lo stesso vocabolo Cristo è un aggettivo greco che vuol dire unto: e da chi se non dal<br />
Signore Dio dell’Universo?<br />
D’altra parte, partendo dalla stessa radice, si ha il sostantivo Crisma (volgarizzato in<br />
Cresima) che, sempre in greco, vuole dire unzione.<br />
E sono olii della tradizione cristiana quelli del battesimo, della cresima, quello della ordinazione<br />
sacerdotale e quello dei malati. Quest’ultimo si chiamava, in era preconciliare,<br />
olio santo o, che peggio, estrema unzione, perché con esso veniva segnata con la croce la<br />
fronte dei moribondi.<br />
Oggi, si è tornati alla antica dizione di olio dei malati, ed infatti nelle vecchie chiese ci sono<br />
ancora piccoli tabernacoli ove tale olio veniva custodito, e che portano tuttora incisa<br />
nella pietra la scritta latina oleum infirmorum.<br />
E sempre in altra epoca preconciliare - ma in questo caso si parla non del Concilio Vaticano<br />
Secondo, ma addirittura di quello di Trento che si tenne in pieno Rinascimento - era<br />
no proibiti il mercoledì, il venerdì, il sabato, per tutta la Quaresima ed i giorni di vigilia<br />
delle feste liturgicamente importanti, il mangiare la carne e l’uso dei grassi di origine animale<br />
(burro, strutto, lardo, etc.).<br />
Nella fascia mediterranea si sopperiva alla bisogna con l’olio di oliva e con quello di noci<br />
in quella prealpina. Fa fede di ciò l’episodio di fra’ Galdino nei primi capitoli dei<br />
Promessi Sposi.<br />
Questo consumo avveniva, ovviamente, nelle case dei nobili e dei prelati, ove si facevano<br />
pranzi e cene per strabiliare di fronte agli ospiti e dar loro segno del proprio potere. Non si<br />
hanno, invece, notizie certe di quanto accadesse invece nelle case dei povericristi, ma è<br />
indubbio che dei pranzi e delle cene dei ricchi ci sono pervenuti addirittura i menù e gli<br />
ordini di servizio al personale di cucina e di dispensa.