Mexia - Maurizio Ferrarotti

Posted 15/12/2005, h 04.30 p.m., CET. Non posso negare l’irritazione
che ho provato vedendo al Tg Regionale il dott. Agricola e Antonio
Giraudo esultare come due ultrà alla lettura della sentenza d’appello che li
assolveva entrambi dall’accusa di doping. Eppure già la sentenza di primo
grado non aveva brillato per coerenza: il medico sociale incriminato e il dg
assolto, come se una società notoriamente oculata come la Juventus “non
potesse sapere”, o per meglio spiegare nessun allegro personaggio facente
parte dell’organigramma tecnico-amministrativo si fosse mai preso la
briga di andare a verificare le fatture dei medicinali acquistati dallo staff
medico né avesse manifestato alcuna perplessità sull’aumento di volume
dei deltoidi di questo giocatore o degli adduttori di quell’altro. Non ci
crede neanche Caccamo, soleva dire un mio commilitone napoletano.
In seguito a tarda sera, parecchio tediato dal pattume mediatico prenatalizio,
mi sono messo a compulsare il Televideo RAI, laddove ho
intercettato la seguente notizia: “La Fiat annuncia che senza un
provvedimento del governo sulla mobilità lunga potrebbero arrivare i
primi licenziamenti collettivi a partire da febbraio.”
Mi è immantinente sbocciato sul volto un sorriso amaro ripensando a una
famosa affermazione di Aldo Agroppi, imperituro cuore granata:
“M’incazzo ancora adesso quando sento un operaio dell’Italsider che
prende due milioni scarsi al mese e mi dice di tifare per la Juventus. Io gli
rispondo: ‘tu tifi per il padrone, ti rendi conto? Che cazzo tifi per la Juve,
44