Mexia - Maurizio Ferrarotti
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Posted 12/12/2005, h 01.30 p.m., CET. Al concerto di solidarietà per gli ultras indagati sono arrivato un po’ tardi, comunque in tempo per assistere alla splendida performance di Lou Dalfin e Rimozione Koatta. Non male come locale questa Maison Musique! Nel complesso della serata si sono alternate circa 1200 persone con un incasso di 2000 euro; mai come in quest’occasione gli assenti hanno avuto torto. Certo, fosse stata scritturata Laura Pausini o Jovanotti… Ma sì, alla fine a metterci la faccia e a sbattersi, in Curva Maratona come nella vita in generale, sono sempre i soliti, mentre gli altri straparlano trasudando vittimismo spicciolo nei bar veri o virtuali. Ecco un’ulteriore prova che la maggior parte dei giornalisti non sa di che parla o scrive. Commentando il saluto romano di Di Canio a Livorno, un tale G. Buc scrive oggi sul Diario della Laponia: “Ma, suo fu anche il gesto di fair-play che lo riabilitò agli occhi del pubblico inglese. Di Canio (vestiva la maglia del West Ham), palla tra i piedi, ma avversario a terra, tirò volutamente fuori con la porta spalancata davanti (l’arbitro aveva fatto continuare l’azione).” Eh no, signor mio: la memoria l’inganna di brutto! In realtà Di Canio stoppò con le mani un traversone proveniente dalla fascia destra indicando immantinente il calciatore avversario a terra. Ma non importa, tutto fa brodo, tanto il lettore medio della pagina sportiva è semianalfabeta e affetto da Alzheimer precoce, nevvero? 40
Posted 14/12/2005, h 04.30 p.m., CET. Sabato pomeriggio, come molti tifosi, ero a casa a seguire Rimini-Toro, in contemporanea alla radio e sulla webcronaca del forum di Toronews. Anche io, naturalmente, sono rimasto deluso al gol di Ricchiuti nel finale che ha determinato la nostra sconfitta; del resto, per ogni tifoso del Toro, un gol subito è una coltellata al cuore. Però non mi è piaciuto un cacchio quello che è successo dopo: le critiche che già avevano punteggiato tutta la webcronaca si sono fatte insistenti e demolitrici. Alcuni sono arrivati ad insultare i giocatori, o a lamentarsi della mancanza di una mentalità vincente “come quella della J**e”. (sic) Io non sono tra coloro i quali non accettano le critiche, perché, se sono costruttive, sono necessarie per fare sempre meglio. Certamente qualsiasi flessione è preoccupante per una squadra che ormai punta apertamente alla promozione, e va esaminata e corretta con attenzione. Però c’è il modo e il tempo opportuno per criticare, certamente non sono gli ultimi dieci minuti di una partita che si è messa male, che si è giocata altrettanto, ma in cui comunque si è sempre stati in corsa. Durante la partita, i giocatori vanno incitati sempre, comunque, a qualsiasi costo e qualsiasi sia il risultato. È l’essenza stessa del tifo: metterci l’anima per aiutare i propri giocatori a dare sempre il massimo, pazienza se quella è una domenica storta, se le gambe non girano, se la testa non c’è, se alla fine si perde. Posso ancora capire qualche fischio di fronte alla 41
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Laura Pausini o Jovanotti… Ma sì, alla fine a metterci la faccia e a<br />
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soliti, mentre gli altri straparlano trasudando vittimismo spicciolo nei bar<br />
veri o virtuali.<br />
Ecco un’ulteriore prova che la maggior parte dei giornalisti non sa di che<br />
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tale G. Buc scrive oggi sul Diario della Laponia: “Ma, suo fu anche il<br />
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(vestiva la maglia del West Ham), palla tra i piedi, ma avversario a terra,<br />
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In realtà Di Canio stoppò con le mani un traversone proveniente dalla<br />
fascia destra indicando immantinente il calciatore avversario a terra. Ma<br />
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