Mexia - Maurizio Ferrarotti

Posted 04/07/2006 h 09.50 a.m., CET. Sergio Greco, Piero Zingaro,
Robertone e Sergino. Una piccola fotografia incuneata fra il cristallo e
l’angolo inferiore destro della cornice dello specchio appeso di fronte al
banco dello Sweet Bar. Sergio, Piero, Robertone e Sergino, quattro
membri dei leggendari Desperados immortalati sugli spalti del Comunale
in un tetro pomeriggio del 1983. Sergio, Piero e Sergino non ci sono più.
Robertone ha i capelli corti e incanutiti e qualche chilo in più, ma grazie al
Dio del Tuono Granata gode di ottima salute. In quell’epoca portava i
capelli lunghi fino a metà schiena e guidava uno Squalo nero in cui era
solito ascoltare gli Stooges e altri gruppi punk a manetta. Non ho avuto
modo di conoscere a fondo Sergio Greco, un clone quasi perfetto di
Vincent Spano – Alphabet City! Ricordo una trasferta a Firenze in cui lui
si era portato un vero e proprio arsenale di musicassette; tra le quali, The
Idiot di Iggy Pop, che di lì a poco sarebbe entrato a far parte della mia
nutritissima collezione di dischi. Piero… di lui parlo nel file dedicato a
Euskal Herria. Un giorno mi suggerì di darmi una mossa perché rasentavo
pericolosamente l’abulia patologica e soltanto il cielo sa quanto aveva
ragione. Sergino era un fenomeno, piccolino ma impestato come pochi con
quella sua vocina quasi infantile e i globi oculari che sembravano sempre
sul punto di schizzargli fuori dalle orbite senza ritorno. Al Doctor Sax tutti
tampinavano femmine oppure cercavano rogna o droga o entrambe mentre
io in disparte sfogliavo vecchie riviste appollaiato su una poltroncina da
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