Mexia - Maurizio Ferrarotti

Posted 12/06/2006 h 10.16 a.m., CET. E alla fine, ebbene sì, mi sono
venuti i lucciconi… ma facciamo immantinente un passo indietro. A metà
pomeriggio mi chiama Lele, compagno di mille trasferte negli anni belli.
“Come stai, vecchia quercia?” “Uh, è dalle otto del mattino che sto
iperventilando… am la fasu pi nen!” “Co mi. Come la vedi stasera?” “Gli
spacchiamo il c**o, amico mio! C’ho l’influso, c’ho l’influso!” “Grande,
grande! Ascolta, a che ora pensi di andar giù?” “Intorno alle cinque, se
non addirittura prima. Ci vediamo allo stesso posto dell’altra volta!” Vale
a dire, di fronte alla Paninoteca delle Alpi. Ma cos’è ’stu influso?
Nientemeno che un fermo immagine di Fortunato Torrisi esultante dopo
aver segnato il 3-2, impostato come sfondo sul mio telefonino Siemens.
Un protagonista della ‘rimonta per antonomasia’ per un’altra impresa da
compiere: quale miglior talismano! Bisogna aggrapparsi a tutto, amici
miei.
Sono soltanto le 17.10 ma davanti ai tornelli della Curva Maratona si sono
già formate delle code da ufficio postale il giorno del pagamento dell’
I.C.I. Al mio arrivo becco subito Paolo Milan, un fedele ed entusiasta
adepto del rituale bivoniano “grazie che ho bevuto!”, sicché andiamo
subito a comprarci due Beck’s. La gente granata sopraggiunge a fiumane e
nel giro di tre quarti d’ora l’antistadio è letteralmente congestionato. Tutto
proprio come l’anno scorso contro il Perugia, ma se possibile con più
entusiasmo ancora. Io seguito a ripetere a chiunque: “Li spacchiamo, li
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