Mexia - Maurizio Ferrarotti

I campo di calcio sono praticamente pronti tanto che a Vinovo circolavano
voci di una prossima inaugurazione. La struttura commerciale, invece, è
solo carta. Protocolli d’intesa, valutazioni di impatto ambientale, varianti
urbanistiche: carta su carta su carta. Mondo Juve esiste dunque, a ma
metà. La parte commerciale – più di 100 milioni di euro di investimento –
aspetta che l’accordo di programma – documento con cui si certifica chi fa
cosa – sia nero su bianco. E il caso Juve scoppia a Nichelino proprio alla
vigilia di questa firma: importante, fondamentale perché la Juventus deve
realizzare 40 milioni di opere pubbliche per poter aprire il centro. È tutto
scritto sul protocollo d’intesa firmato nel 2001 e sulla licenza commerciale
rilasciata dal Comune di Nichelino. Sondare gli umori nella città della
Palazzina di Caccia a pochi giorni dalla bufera giudiziaria che si è
abbattuta sulla società bianconera equivale a un viaggio tra fiducia e
smarrimento. Fiducia; il sindaco diessino Giuseppe Catizone dice:
“Abbiamo sempre trattato con la società non con le singole persone.
Quindi crediamo che non ci siano problemi affinché l’investimento vada
in porto.” A Nichelino – assieme alla cittadella commerciale –
arriverebbero il raddoppio dello svincolo della tangenziale Debouchè
(oggi monco), una complanare che convogli il traffico da corso Unione
Sovietica direttamente sulle grandi arterie e moltissime opportunità
occupazionali per il bacino cittadino legate a clausole sul personale
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