Mexia - Maurizio Ferrarotti

Posted 22/04/2006 h 11.00 a.m., CET. Puyol, Oleguer, Iniesta, Fabregas
e Loquillo: quest’ultimo però non è un calciatore. Ex organizzatore di
combiccole, ex giocatore di pallacanestro, figura chiave del rock spagnolo,
commentatore arguto e mordace: “Il grunge era punk con eroina. Con
l’anfetamina sarebbe stato una figata. Alcuni gruppi avevano una buona
attitudine, tipo i Pearl Jam che mi piacciono sempre più.” Dai suoi esordi
in un cabaret delle Ramblas di Barcellona nel 1978 fino a oggi ha venduto,
insieme con la sua band Los Trogloditas, più di un milione e mezzo di
dischi. Le sue canzoni, sia come interprete che come autore, hanno
segnato varie generazioni: Ritmo de garaje, Morir en primavera, Mientras
respiremos, Compañeros de viaje, Cuero español, Esto no es Hawaii. Nel
2002 ha pubblicato il suo primo libro, El chico de la bomba, per i tipi di
Belacqva. Loquillo, figlio di un soldato repubblicano che tentò invano di
respingere l’avanzata delle truppe franchiste nel nord della Catalogna,
tratta con una prosa cristallina e incisiva le vicissitudini delle famiglie
degli esiliati repubblicani allo stesso tempo che presenta una visione molto
personale della Barcellona degli anni settanta, descritta con lo sguardo
fresco di un adolescente rockero alla perenne ricerca delle proprie radici.
Peccato che le case editrici italiane si stizziscano se qualcuno non facente
parte dei loro organigrammi o libri paga propone loro la traduzione e la
pubblicazione di un libro: El chico de la bomba meriterebbe di essere
pubblicato nel nostro paese. Soltanto, non venderebbe quanto Melissa
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