Mexia - Maurizio Ferrarotti

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Posted 14/04/2006 h 17.00 p.m., CET. Come già la giornalista Marina Beccuti nell’odierno editoriale di Toronews e tantissimi altri supporter di fede granata ma non solo, pure io mi chiedo spesso se le sorelle rigate del calcio nostrano non abbiano stipulato sottobanco un patto per convogliare quanta più gente possibile dagli spalti degli stadi alle poltrone dei salotti, per sommo gaudio degli sponsor e buona pace della forza pubblica. Ma quando mai si è visto un derby meneghino giocato alle sei di sera, in una metropoli dove bollare in uscita alle cinque del pomeriggio è considerato un comportamento antisociale nonché lesivo della sacra ottica aziendale? E una partita infrasettimanale il cui inizio viene rimandato di dieci minuti per i Pacchi di Rai Uno? E il posticipo, l’anticipo, il ritardo di fase, il ciclo d’isteresi, l’effetto Doppler? Ciò nondimeno ai presidenti delle squadre va bene così, l’importante è continuare a tenere finanche un’unghia sulla torta perché nel caso contrario ti ritrovi a mangiare pane e cipudda in periferia. Purtroppo la maggior parte del volgo prende ormai tutto per buono, l’importante è avere la propria dose quotidiana di soma – televisione, cocaina, anfetamina, crack, pornografia, rum invecchiato con coca cola, telefonino cellulare, glitch house, sesso supersonico – e obnubilare le percezioni per non farsene travolgere, perché quando non sai non c’è dolore. Tanto ormai perfino la politica si è convertita in un derby, gli elettori votano destra o sinistra (pardon, centro-destra e centro-sinistra) con il medesimo spirito pecorone dei tifosi contrapposti sulle gradinate; 124

ma al fischio finale il pallone se lo porta a casa la Confindustria, lasciando i poveri peones ad azzuffarsi nell’antistadio (“fascista!”, “stalinista!”, “sciampista!”, “divorzista!”). Prossimo turno ore 25, Martian European Time. 125

Posted 14/04/2006 h 17.00 p.m., CET. Come già la giornalista Marina<br />

Beccuti nell’odierno editoriale di Toronews e tantissimi altri supporter di<br />

fede granata ma non solo, pure io mi chiedo spesso se le sorelle rigate del<br />

calcio nostrano non abbiano stipulato sottobanco un patto per convogliare<br />

quanta più gente possibile dagli spalti degli stadi alle poltrone dei salotti,<br />

per sommo gaudio degli sponsor e buona pace della forza pubblica. Ma<br />

quando mai si è visto un derby meneghino giocato alle sei di sera, in una<br />

metropoli dove bollare in uscita alle cinque del pomeriggio è considerato<br />

un comportamento antisociale nonché lesivo della sacra ottica aziendale?<br />

E una partita infrasettimanale il cui inizio viene rimandato di dieci minuti<br />

per i Pacchi di Rai Uno? E il posticipo, l’anticipo, il ritardo di fase, il ciclo<br />

d’isteresi, l’effetto Doppler? Ciò nondimeno ai presidenti delle squadre va<br />

bene così, l’importante è continuare a tenere finanche un’unghia sulla torta<br />

perché nel caso contrario ti ritrovi a mangiare pane e cipudda in periferia.<br />

Purtroppo la maggior parte del volgo prende ormai tutto per buono,<br />

l’importante è avere la propria dose quotidiana di soma – televisione,<br />

cocaina, anfetamina, crack, pornografia, rum invecchiato con coca cola,<br />

telefonino cellulare, glitch house, sesso supersonico – e obnubilare le<br />

percezioni per non farsene travolgere, perché quando non sai non c’è<br />

dolore. Tanto ormai perfino la politica si è convertita in un derby, gli<br />

elettori votano destra o sinistra (pardon, centro-destra e centro-sinistra)<br />

con il medesimo spirito pecorone dei tifosi contrapposti sulle gradinate;<br />

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