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Mexia - Maurizio Ferrarotti

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MAURIZIO FERRAROTTI<br />

TOROBLOG 2005-2006<br />

<strong>Mexia</strong>


Posted 17/09/2005, h 09.56 a.m., CET. Dinanzi a una tragedia come<br />

l’improvvisa morte di Maria Claudia Collino, la deliziosa figlia sedicenne<br />

di Manlio, ex lodista, anche le sette ore e quaranta di coda (8.00-15.40)<br />

che ho fatto per ottenere l’abbonamento – per meglio dire, il tagliando<br />

provvisorio – al 2° Anello Maratona perdono di significato. Possa lei<br />

volare nell’alto dei cieli insieme con gli Angeli Granata. In ogni modo, lo<br />

sbattimento per i biglietti di Torino-Albinoleffe deve avermi reso immune<br />

allo stress, perché ieri, fra un cappuccino e l’altro e varie divagazioni in<br />

centro città – ero il n. 311 e alle 14.00 ne avevo ancora 100 davanti! – mi è<br />

passata piuttosto bene.<br />

Certamente, non sono mancati i momenti di tensione in cui ho redarguito<br />

aspramente più di un compagno di fede granata: com’è possibile che gli<br />

italiani in coda si comportino invariabilmente da macachi nevrastenici? Il<br />

nostro Dna è un gomitolo, altro che doppia spirale! Urge un intervento<br />

eugenetico sulle generazioni future, e al diavolo la bioetica.<br />

2


Posted 18/09/2005, h 01.30 p.m., CET. Altolà al sudore e ai mugugni! A<br />

ben vedere, ieri pomeriggio il Toro ha preso due gol su altrettanti calci<br />

piazzati – bisogna guarire la labirintite di Ungari quanto prima – e almeno<br />

per quanto visto nel secondo tempo meritava ampiamente il pareggio.<br />

L’Atalanta sarà la più autorevole candidata alla promozione in serie A ma<br />

sinceramente parlando non mi è parsa così trascendentale come i<br />

cronivendoli generalisti la dipingono. Sicché, amici miei granata, animo e<br />

avanti la prossima! Comunque è ormai palese che sono di nuovo malato di<br />

Toro come ai bei tempi… prova ne è che allorché nel finale della tenzone<br />

il nerazzurro Loria ha fatto il morto sul terreno zuppo d’acqua per<br />

guadagnare tempo ho alzato minacciosamente il poggiapiedi di rovere e<br />

solamente la misurata presenza di mio padre in salotto ha impedito che<br />

scagliassi il sunnominato oggetto contro il tubo catodico. Va da sé che a<br />

tarda sera mi sono preparato una camomilla talmente carica da stendere<br />

una mandria di bisonti. Eterna malattia…<br />

3


Posted 22/09/2005, h 01.20 p.m., CET. Martedì sera mi sono scalmanato<br />

come non accadeva da quindici anni ma niente da fare, la partita contro i<br />

tignosi Crotongobbi è finita col risultato a occhiali e pure con il dubbio<br />

atroce di un rigore negato a Stellone – il fallo pareva quantomeno sulla<br />

linea ma invece Brighi ha fischiato soltanto la punizione, per di più non<br />

mostrando il secondo cartellino giallo a Scarlato. Possiamo e dobbiamo<br />

soltanto crescere. Per quanto riguarda il famigerato decreto Pisanu, la<br />

pazienza degli appassionati di calcio ha già abbondantemente oltrepassato<br />

il limite. Bisogna ingegnarsi per non perdere la trebisonda in quelle code<br />

insensate. Al mio arrivo allo Stadio delle Alpi, intorno alle 18.00, ho<br />

subito notato che i botteghini a sinistra dei cancelli d’ingresso della Curva<br />

Maratona erano già intasati di gente in attesa, mentre quelli a destra no,<br />

stranamente. L’arcano è stato svelato alle 18.30, allorché il personale<br />

addetto alla biglietteria destrogira ha reso disponibile per la vendita solo<br />

uno sportello, senza peraltro offrire ai costernati tifosi alcuna spiegazione<br />

convincente al riguardo! In ogni modo, ho sbrigato la pratica in poco più<br />

di dieci minuti. Noi granata abbiamo la testa dura…<br />

4


Posted 23/09/2005, h 01.20 p.m., CET. Nonostante la sciapa Edelfa<br />

Masciotta, neo-eletta Miss Italia e gobba dichiarata, il quartiere di Santa<br />

Rita può vantare più di un bar di sicura fede granata, certificata in quasi<br />

tutti i casi dai poster della Curva Maratona – la nostra ineguagliabile doce<br />

– orgogliosamente appesi alle pareti, nonché una nutrita schiera di<br />

graziose maratoniste, alla faccia dei bacini d’utenza dei miei marroni e<br />

delle donnine che si consumano d’invidia per Sonia Amoruso, la passera<br />

dell’Uccellino Del Piero. Sempre a proposito dei rigadin, ho letto che per<br />

la partita contro l’Inter del 2 ottobre la società bianconera metterà in<br />

vendita i tagliandi di curva a 50 euro, centomila delle vetuste lire:<br />

complimenti vivissimi, anche per i 22.838 abbonamenti sottoscritti finora<br />

contro i 14.000 e rotti del Toro – una squadra che, è bene ricordarlo,<br />

langue da ben tre stagioni consecutive nella serie cadetta. E poi saremmo<br />

noi quelli di troppo in questa città… credo proprio sia vero il contrario!<br />

5


Posted 26/09/2005, h 09.20 a.m., CET. Muzzi passa all’indietro per<br />

Vailatti, il quale inventa una mirabile traiettoria d’interno destro che<br />

scheggia la parte esterna della traversa, uuuh! Centoventi secondi dopo lo<br />

stesso Tommaso, giocatorino dinamico e concreto, in pratica il mio nuovo<br />

idolo, calcia una precisa punizione dal vertice destro dell’area vicentina:<br />

semigirata velenosa del bomber che Marcon in caduta libera può solo<br />

sfiorare ed è goooool! Mezze ali Mon Amour. Scriveva Vladimiro<br />

Caminiti: “…È l’amore sanguigno per una squadra che la morte non ha<br />

mai ucciso. È l’incanto struggente di uno stadio fatto carne dal tifo<br />

granata, tutte le rabbie sociali si decantano e si cantano addosso, la vita è<br />

illusione…” Allorquando, d’improvviso, cinicamente, beffardamente,<br />

violentemente, il pallone scuote la rete del Vicenza.<br />

6


Posted 28/09/2005, h 09.50 a.m., CET. Introduco nel venerando ma<br />

comunque resistente lettore Technics il CD Homebrew di Neneh Cherry. Il<br />

secondo brano, la rockeggiante Money Love, mi riporta alla memoria una<br />

stravagante serata d’aprile del 1993 in un locale di Bilbao chiamato Oker,<br />

nel quale mi presi una solenne vitaminica sbornia di Bloody Mary. La<br />

chitarra di Johnny $ emetteva riff spiraleggianti di suono alterato e Neneh<br />

cantava il proprio disincanto per la condizione umana. Pochi mesi dopo il<br />

Toro avrebbe vinto la sua quinta Coppa Italia allo Stadio Olimpico in una<br />

finale di ritorno agonica contro la Prima Repubblica Romanista. L’ultima<br />

vampata di festosità granata prima del lungo letargo dei sentimenti<br />

interrotto l’estate scorsa da un’altra fiammata, sì, ma di furore allo stato<br />

puro. Poi, Urbano Cairo, e un Toro che sta tornando a darci brividi di<br />

passione, come l’ultima pragmatica vittoria contro il Pescara – Rosina<br />

come Lionel Messi? Lasciatemi sognare… Money Love cambia il corso<br />

della storia, annullando dodici anni di amarezze e prese per il culo per un<br />

nuovo inizio, e un nuovo fantastico Toro: Toro Love. Stasera andrò a<br />

bermi un Bloody Mary alla faccia di Ibrahimovic.<br />

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Posted 03/10/2005, h 10.00 a.m., CET. Ebbene sì, ammetto di essere un<br />

tipo scaramantico. Per la cronaca, il mio personale rituale pre-partita dal<br />

pareggio casalingo con il Crotone in poi è suonare un vinile o un nastro<br />

rock vintage. Riepilogando: Talk To Ya Later dei Tubes prima di Torino-<br />

Vicenza (a casa dopo mangiato e in macchina andando allo stadio),<br />

Seconds Of Pleasure dei Rockpile (il supergruppo pub-rock formato dal<br />

demiurgo new wave Nick Lowe) prima di Pescara-Torino e, in ultimo, If I<br />

Should Fall From Grace With God dei Pogues prima di Catanzaro-Torino.<br />

Risultati finora eccellenti – tre vittorie consecutive, diavolo! – e ottime<br />

premesse per il prosieguo del campionato, data l’ampissima disponibilità<br />

di nastri magnetici e dischi del sottoscritto. Roberto Muzzi alé alé.<br />

I have often had to depend upon / the kindliness of strangers / but I’ve never been<br />

asked/ and never replied / if I supported Glasgow Rangers.<br />

Shane MacGowan, Down All The Days.<br />

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Posted 06/10/2005, h 10.00 a.m., CET. Il vinile scaramantico pro<br />

Arezzo-Torino: Hersham Boys degli Sham 69, storico combo punk<br />

londinese. La ragazza portafortuna: Franka Potente (semplicemente<br />

deliziosa in The Bourne Identity). Il gesto antifregatura finale: fare le<br />

corna, toccare con esse la custodia del CD Violator dei Depeche Mode (!),<br />

rivolgerle più volte al radiolone – diamine, gli ultimi dieci minuti di partita<br />

ho dovuto sentirli su Radio Nostalgia (peraltro specializzata in<br />

telecronache agoniche: scegli il male minore!) perché gli highlights di<br />

RaiSport Sat mi facevano cagare addosso. Ad ogni buon conto, missione<br />

compiuta! E una certezza: smentendo i Bauhaus, Bela Lugosi Is Alive &<br />

Well. Bela Lugosi – il felicissimo soprannome che un mio amico ha<br />

affibbiato al grandissimo Fantini – è vivo e vegeto. E segna dei gol da<br />

cineteca, figli del Dio Granata. Toro, Toro, Torooo!<br />

9


Posted 07/10/2005, h 10.00 a.m., CET. Vorrei ringraziare Lele per aver<br />

indirizzato un rilevante numero di internauti granata sul mio sito e Andrea<br />

per avermi introdotto ai forum di toronews.net. Oltre a ciò, avverto tutti i<br />

lettori del mio romanzo on-line ‘Il Ragazzo della Maratona’ (versione<br />

riveduta e corretta di ‘Ultimo Stadio – Diario di Fede Granata’) che la<br />

terza e ultima parte (1992-1993, il periodo delle finali con l’Ajax e la<br />

Roma) sarà resa disponibile su maurizioferrarotti.com entro la prima metà<br />

del corrente mese. Buona o cattiva lettura, secondo i punti di vista!<br />

I giocatori del City indossavano casacche celesti (ufficialmente azzurro cielo),<br />

quelli dello United maglie rosso sangue. È ovvio che si tratti di un punto di vista<br />

soggettivo, tuttavia per me City contro United era come Sassoni contro<br />

Normanni, o cavalieri contro “teste rotonde”.<br />

Colin Shindler, La mia vita rovinata dal Manchester United.<br />

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Posted 10/10/2005, h 02.00 p.m., CET. Vabbé, il rituale scaramantico<br />

pre-partita di ieri mattina ha partorito una mezza puzza – d’altronde, i<br />

Metro di Criminal World sono forse più confacenti a un film di Luchino<br />

Visconti piuttosto che a Torino-Bologna – quindi mea culpa e arrivederci<br />

alla prossima puntata di questa nuova e appassionante epopea granata con<br />

un appunto tecnico: come direbbe il favoloso Salvatore Gulisano, abbiamo<br />

di bisogno di una stupenta alternativa a Stellone, possibbilmente<br />

centravanti o viceversa punta centrale. Comunque sia è un punto<br />

importante, così come l’afflusso di pubblico al Delle Alpi. Ormai è chiaro<br />

che ‘quelli di troppo’ a Torino sono i gobbi, mica noialtri: quindi, cari<br />

cuginetti rigadin, che diamine aspettate a traslocare? Iatevenne un po’ a<br />

Palermo!<br />

11


Posted 12/10/2005, h 09.40 a.m., CET. Sull’overdose di Lapo Elkann si<br />

potrebbero esporre in Curva Maratona fior di striscioni sferzanti e allestire<br />

coreografie goliardiche a profusione. Io, personalmente, non ho mai<br />

dimenticato certe perle di finezza juventina come SUPERGA BIS e<br />

FERRII OLÉ L’EMORRAGIA È CO TE. Ciò nonostante, poiché<br />

noi granata siamo il vero autentico stile di questa città, mi limiterò a<br />

esibire quanto segue:<br />

IL NOSTRO SBALLO SI CHIAMA ROSINA!<br />

12


Posted 13/10/2005, h 09.00 a.m., CET. Emulando Michele Giordano, il<br />

mai dimenticato opinionista di Tele Ciociaria reso celebre dalla prima<br />

edizione di Mai Dire Tv, quesda volda me la brendo con Paolo Ettorre,<br />

pubblicitario, juventino sfegatato, presidente e amministratore delegato<br />

della Saatchi & Saatchi, azienda leader della comunicazione in Europa.<br />

Intervistato sul Foglio dei Rigadin (a.k.a. La Stampa) da Daniela Cotto,<br />

quest’individuo dichiara: “Il sistema calcio sta crollando perché nessuno è<br />

disposto a perdonare nulla a chi guadagna cifre così alte. Per di più, le<br />

calde estati di Genova e Torino sono stati episodi spiacevoli, ai quali si<br />

sommano le liti, le risse, gli arbitri. Tutto ciò fa male al calcio.” E la<br />

condanna per doping al medico sociale della Juventus dove la mettiamo?<br />

Eh no, zignor Ettori, mi disbiace dirlo ma anghe lei è un FETENTONE!<br />

Michele Giordano, oh oh oh, Michele Giordano, oh oh oh oh!<br />

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Posted 19/10/2005, h 11.20 a.m., CET. Dio, quanto odio gli 0-0. Una<br />

partita senza gol è come una performance sessuale senza orgasmo!<br />

Quando poi sono tre di fila… diamine, mi verrebbe quasi voglia di dare<br />

risposta affermativa a quelle stucchevoli e-mail giornaliere che ti offrono<br />

Viagra, Weekend Viagra, Cialis, Mouglalis e via discorrendo a prezzi (più<br />

o meno) stracciati. In ogni modo, non disperiamo; il Toro non è affatto<br />

seduto, come ha scritto oggi su La Stampa quel genialoide di Roberto<br />

Condio: nondimeno, necessita di un’alternativa a Stellone. E provare De<br />

Sousa fin dal primo minuto parrebbe così brutto? Fino a gennaio ci<br />

toccherà attizzare il fuoco nel caminetto granata con quello che abbiamo<br />

in casa, cari cervellini fritti impanati.<br />

Ieri sera allo stadio si sprecavano i commenti e le battute pungenti sulla<br />

grottesca vicenda di Lapo ‘Fait’ Elkann, nonché le proposte per ipotetici<br />

striscioni da esporre in Curva Maratona al prossimo derby, quando sarà.<br />

Ne citerò una fra le tante: a noi Eva Henger, a voi Eva Robin’s. ;-)))<br />

P.S. Io, per me, preferisco Jenna Jameson. ☺<br />

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Posted 21/10/2005, h 03.40 p.m., CET. Mitico, ho già l’abbonamento<br />

definitivo in tasca! A essere sinceri, pensavo di andare a ritirarlo martedì<br />

prossimo, ma appena ho letto nel forum di toronews.net il seguente post<br />

“sono andato a ritirare il badge in Via Giannone e non c’era alcuna coda”<br />

mi sono precipitato a prendere l’autobus! Siccome che – come direbbe<br />

Giovannone, eh eh eh eh – ho impiegato un minuto esatto a ritirare<br />

l’agognata tessera, c’è scappato pure un bicchiere di Arneis – be’, due, con<br />

olive e rubatà – da Parola in Via Cesare Battisti e un CD da Rock & Folk,<br />

The Cars, (non più) facente parte di quella sterminata lista di dischi che<br />

vorrei comprarmi da una vita o dei quali possedevo il nastro che poi, per<br />

un motivo o per l’altro, è andato perso o cancellato. In ogni modo, forza<br />

Toro, domani vinciamo con due gol di scarto e una bella pernacchia ai<br />

critici e alle cassandre da bar!<br />

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Posted 24/10/2005, h 10.40 a.m., CET. 93' di Torino-Piacenza. La<br />

staffilata di Margiotta si è appena infranta contro la traversa, il mio amico<br />

Dere gioisce “è un pinotismo, è un pinotismo!”, il sottoscritto controbatte<br />

“macché pinotismo, io morirò allo stadio, lo sai?” e una platinata virago<br />

vicino a noi mi si rivolge rammentandomi “comunque, siamo sempre il<br />

Toro”. Ovverosia: Talmone Torino, Torino Calcio 1906 o Torino F.C. che<br />

noi siamo, il motivo non cambia. Più in particolare, la zona Cesarini ci fa<br />

sempre soffrire da bestie, perfino contro una squadra ridotta in dieci e<br />

letteralmente surclassata per quasi tutta la partita.<br />

All’uscita dallo Stadio Degli Alponi ero ancora così teso che ho dovuto<br />

effettuare un massaggio auto-shiatsu per distendermi! Eccolo: portare le<br />

mani dietro la testa e appoggiare gli indici e i medi di entrambe le mani<br />

alla base della nuca, esattamente al centro del solco che divide il collo a<br />

metà: le punte delle dita di una mano devono toccare le punte delle dita<br />

dell’altra. Premere con forza moderata per due-tre secondi, quindi fare una<br />

pausa di tre secondi e ripetere la pressione. Ripetere, alternando pausa e<br />

pressione, cinque volte. Alé Rosina alé alé.<br />

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Posted 25/10/2005, h 01.40 p.m., CET. Mi sembra palese che il Foglio<br />

dei Rigadin alias La Stampa, avendo già progressivamente sprofondato le<br />

traversie metrosexual di Lapo Elkann dall’articolo di spalla in prima<br />

pagina – già di per sé non il massimo dell’esposizione – ai più oscuri<br />

recessi della cronaca cittadina – dopodiché, il nulla mediatico –, voglia ora<br />

spostare definitivamente il mirino dell’attenzione generale su qualcun<br />

altro… tipo Urbano Cairo, tanto per non smentirsi. “Furto elettronico,<br />

Cairo nei guai” è infatti il titolo di un articolo comparso oggi sul giornale<br />

fiateur, che vado a trascrivere pressoché integralmente:<br />

“La competizione pubblicitaria fra Pagine Gialle e la nuova Guida Qui<br />

trasloca nelle aule di tribunale, dove si viene a sapere che, in seguito a una<br />

denuncia di Seat, a interrogatori e a controlli su computer, sono stati<br />

sequestrati la banca dati e il sistema informatico di Cairo Directory, ramo<br />

d’azienda di Cairo Communication che edita Guida Qui. Vi era stata<br />

un’attiva campagna acquisti della nuova impresa commerciale nei settori<br />

chiave della concorrente. Un tecnico e un top manager, licenziatisi da Seat<br />

e passati sull’altra sponda, sono ora sotto inchiesta con l’accusa di aver<br />

portato con sé il know-how di Pagine Gialle.<br />

Il Tribunale del Riesame ha confermato la fondatezza del provvedimento<br />

emesso a fine settembre dal gip Ferraro. Nuovo punto a vantaggio di Seat,<br />

ma ieri Cairo Directory ha presentato istanza di ‘affidamento in custodia’<br />

del materiale cartaceo e telematico sigillato dalla magistratura, con la<br />

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facoltà di farne uso. L’avvocato Paolo Siniscalchi, difensore dell’azienda<br />

di Urbano Cairo, informa: «Nel corso dell’udienza abbiamo presentato<br />

nostre memorie e una controconsulenza firmata dal prorettore della<br />

Bocconi, professor Vicari. Il pm Cesare Parodi aveva già chiesto al gip, in<br />

occasione del sequestro, una perizia e ieri ha ritenuto ragionevole<br />

attenderne l’esito consentendoci di riprendere il lavoro». Cairo Directory<br />

ha una quarantina di dipendenti nella sede milanese e oltre 250 agenti in<br />

tutta Italia.<br />

Il caso si iscrive sotto la voce di spionaggio elettronico: questa l’accusa<br />

che sostiene la denuncia presentata 14 mesi fa dall’amministratore<br />

delegato di Seat, Luca Maiocchi. Nel registro degli indagati finiscono<br />

prima un ingegnere informatico, Guido Sibona, e successivamente l’ex<br />

direttore commerciale di Seat Pagine Gialle Carlo Basile che nell’aprile<br />

2004, all’atto della costituzione di Cairo Directory, lascia la casa madre e<br />

passa alla nuova azienda con l’incarico di amministratore delegato.<br />

L’inchiesta del pm Parodi ipotizza i reati di violazione di domicilio<br />

telematico, di aver riprodotto sul file materiale Seat e di averlo trasferito a<br />

Cairo Directory, con la conseguente rivelazione di segreto industriale e di<br />

concorrenza sleale. Una raffica di eventuali reati che nasce dal fatto<br />

denunciato da Maiocchi: Basile porta con sé in Cairo Directory un buon<br />

numero di quadri della divisione commerciale e marketing della storica<br />

guida pubblicitaria: fra costoro c’è Sibona, ex responsabile in Seat delle<br />

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procedure di controllo dell’unità organizzativa Channel Management.<br />

Incarico che non gli consentiva pieno accesso al sistema informatico di<br />

Pagine Gialle.<br />

Maiocchi documenta che, dopo aver presentato lettera di dimissioni da<br />

Seat, il quadro accede alla banca dati dell’azienda e vi scarica, lasciando la<br />

propria traccia elettronica, la lista completa degli operatori commerciali<br />

collegati e l’elenco integrale dei clienti morosi. Per Seat l’archivio<br />

elettronico vale 900 milioni di euro.<br />

A supporto di questa stima Seat fornisce altre cifre: 150.000 acquirenti di<br />

Pagine Gialle on-line e 90.000 di Pronto Pagine, il servizio telefonico a<br />

pagamento che Claudio Bisio pubblicizza a suon di post televisivi. Il caso<br />

è destinato a una dura battaglia processuale che Seat ha affidato allo studio<br />

legale Morra: «Agenti Cairo utilizzano dati, procedure e nostri sistemi di<br />

tariffazione». Urbano Cairo replica che non è vero: «Ho chiesto ai miei<br />

collaboratori e mi hanno escluso nella maniera più assoluta che sia così.<br />

Ho fiducia in loro e nelle indagini della magistratura».<br />

E questo è quanto. Anyway The Wind Blows…<br />

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Posted 26/10/2005, h 11.45 a.m., CET. Stamani ho finalmente risolto<br />

l’arcano dell’assenza di Sport Italia Solo Calcio sul mio decoder digitale<br />

terrestre: bastava semplicemente andare alla voce ‘installazione’ del menu<br />

e rilanciare la ricerca dei canali. Fin qui tutto bene, ma il summenzionato<br />

canale non doveva aggiungersi automaticamente alla lista nel corso<br />

dell’ultimo aggiornamento software? Boh. Mistero della fede informatica.<br />

In ogni modo, questa sera potrò vedermi Mantova-Torino, rinunciando<br />

alla puntatona megagalattica di C.S.I. Miami – salvo che non riattacchi il<br />

videoregistratore ma è troppo traffico! Da igual, non si può avere tutto<br />

dalla vita! E questo vinile degli Psychedelic Furs, Mirror Moves, suona<br />

molto, mooolto scaramantico!<br />

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Posted 26/10/2005, h 11.28 p.m., CET. Il bello di un campionato in cui si<br />

gioca ogni tre giorni è che non hai molto tempo per rimuginare sulle<br />

prestazioni negative. Sabato pomeriggio saremo di nuovo al Delle Alpi,<br />

sicché, come dicono gli spagnoli, no le demos más vueltas. Segnatura<br />

irregolare a parte – c’era un fuorigioco più attivo di una pornodiva<br />

ungherese sul set di un film a luci rosse –, il Mantova ci è stato<br />

complessivamente superiore, anche se non mi ha lasciato a bocca aperta.<br />

Voglio proprio vedere se riescono a tenere quei ritmi forsennati per tutto il<br />

campionato! Presto o tardi freneranno, ne sono pressoché certo: e al<br />

ritorno li faremo neri come la carbonella.<br />

Per quanto concerne il Toro, oltre alla spigliatezza giovanile degli<br />

avversari ha patito oltremodo l’ormai cronica assenza di Stellone al centro<br />

dell’attacco e la mancanza di Ardito a centrocampo, come pure una<br />

condizione atletica ancora non ottimale. Comunque sia, nema problema,<br />

miglioreremo. I conti si faranno verso maggio, e siamo soltanto a<br />

ottobre…<br />

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Posted 30/10/2005, h 10.28 a.m., CET. Mi tolgo un sassolino dalla<br />

scarpa, l’ennesimo. Stadio Via del Mare, 7 maggio 2000. Non appena il<br />

triplice fischio dell’arbitro sancisce la vittoria del Lecce sul Torino per 2-<br />

1, Antonio Chimenti va sotto la curva dei tifosi salentini e si alza la maglia<br />

da portiere esibendo tutto goduto una tee-shirt con su scritto “Toro in B”.<br />

Non l’ho mai dimenticato. Appunto per questo, è facile immaginare<br />

quanto io abbia goduto ieri sera vedendo l’attuale terzo portiere dei<br />

rigatini mordere la polvere contro il Milan. Autentica estasi dei sensi! E un<br />

Kakà immenso, sicuramente il giocatore più caldo del momento, oltre che<br />

un ragazzo d’oro dal punto di vista umano.<br />

Se poi vi aggiungi la sofferta ma meritata vittoria ottenuta nel pomeriggio<br />

dal Toro sul Cesena grazie a Bela Lugosi Fantini… Un sabato da leoni,<br />

andiamo. John Milius non avrebbe potuto scriverlo meglio. Quanto a<br />

Ricky Vailatti, lasciamolo maturare in pace. Altrimenti, rischia di fare la<br />

(bella) fine di Diego Fuser; agli esordi c’era chi in Curva Maratona lo<br />

bollava come scarso, poi è andato a vincere trofei in tutta Italia vestendo<br />

pure la maglia della Nazionale. Toro nuovo, mentalità nuova, amici miei!<br />

22


Posted 05/11/2005, h 10.59 a.m., CET. Catania-Torino 1-1, un punto<br />

pesante, peccato per il rigore inesistente ma è ormai un dato di fatto che<br />

Orchidea De Santis sia un arbitro fottutamente casalingo e per quanto si è<br />

visto in queste ultime stagioni pure presbite.<br />

A proposito di centravanti e fantasisti, pazziamo un poco… Alcuni anni fa<br />

il suplime Mago Gabriel conduceva su TF9 un’esilarante trasmissione<br />

intitolata La telefonata importante. Chi se la ricorda? “Pronto, signor<br />

Montonico, come va? Lei è veramente proprio un supper-allenatore. Ma<br />

c’avrebbe mica dei biglietti da darmi per domenica?” Che faccia di<br />

bronzo! Poi, una sera, l’implacabile – coi congiuntivi e gli avverbi –<br />

cartomante siculo telefona a Roberto Donadoni e gli risponde la madre o<br />

una panificatrice delle Vallette che si spacciava per tale, vai tu a sapere:<br />

“Pronto, casa Donatoni? C’è Donatoni? Ah, lei è la madre? Dica, dica, ci<br />

racconti di questo suo stupento supper-figlio!” Eh eh eh.<br />

Proprio ieri ho letto un’intervista sul Foglio dei Rigadin alias La Busiarda<br />

a questo formidabile esterno o viceversa ala tornante, vincitore con il<br />

Milan di sei scudetti, tre Coppe Campioni e due intercontinentali e attuale<br />

tecnico del Livorno. Il titolo: “Conflitto Donadoni il cuore a destra la<br />

squadra a sinistra”. La prima riga: “Che ci sta a fare un perfetto<br />

berlusconiano in un posto come Livorno? Allena. E anche piuttosto bene.”<br />

Piu avanti Dunadùn dichiara: “Ho le mie convinzioni, anche in politica. E<br />

non sono quelle di Cristiano Lucarelli: ne parliamo, io con i miei limiti di<br />

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conoscenza e lui con i suoi.” L’unico vero limite conoscitivo di Lucarelli è<br />

l’ostinarsi a credere – o a far credere ai suoi compari portuali – che<br />

esistano soldi di destra e soldi di sinistra, caro Roberto. Roberto come<br />

Muzzi. Stupenta entità attaccante o viceversa centravanti di preggio.<br />

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Posted 06/11/2005, h 10.45 a.m., CET. Con ogni probabilità ne ricaverò<br />

un sincretismo. «Dunque a un certo punto, nel programma di Bonolis<br />

privo di Bonolis, la Gialappa’s mostra quelli di Campioni che passano il<br />

tempo con un quiz culturale. La domanda è: “Chi prese il potere in Russia<br />

dopo lo Zar?”. Il genio di cui purtroppo ignoro l’identità tentenna, poi gli<br />

suggeriscono e s’illumina. Tra poco, credendo di aver sbagliato,<br />

correggerà in “Rasputin”, ma la prima risposta è quella che conta, e la<br />

prima risposta è un capolavoro, una cosa degna di Andy Warhol. “John<br />

Lenin”. Inginocchiatevi davanti al genio». Guia Soncini, Foglio dei<br />

Rigadin. Lo stesso giornale per cui Tomasson è svedese e Almirón è<br />

brasiliano e Kakà è cresciuto nelle favelas… sicché, da che pulpito viene<br />

la predica! Mala tempora currunt.<br />

COX COX TIENI TIENI DURO!<br />

DURO!<br />

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Posted 10/11/2005, h 09.45 a.m., CET. Se già mal sopporto i format<br />

(para) calcistici che vanno per la maggiore, vale a dire Controcampo, La<br />

Domenica Sportiva, Serie A e così via, figuriamoci quanto posso digerirne<br />

i vari cloni sparsi per l’etere nostrano! Nondimeno, ieri sera a QSVS<br />

(acronimo romano-imperiale per Qui Studio A Voi Stadio) è andato in<br />

onda un gustoso siparietto che le emittenti generaliste, manco a dirlo,<br />

hanno accuratamente evitato di trasmettere. La partita è Juventus-Livorno<br />

di domenica scorsa. Cristiano Lucarelli esce dal campo e gli ultrà rigatini,<br />

non immemori dei suoi trascorsi torinisti, lo ingiuriano a tutto spiano; il<br />

prode centravanti marxista controbatte rivolgendo loro un sorrisetto<br />

ironico e un invito gestuale a praticargli una fellatio.<br />

Sono stato e sarò sempre critico con te, caro Cristiano; però credo lo stesso<br />

che in te arda ancora una fiammella granata. Sicché non posso proprio<br />

biasimare la tua reazione. Anzi. Ma poi, dov’è tutto ’sto scandalo in un<br />

mondo dove perfino le, ehm, nobili signore della dinastia Agnelli fanno i<br />

gesti dell’ombrello allo stadio?<br />

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Posted 14/11/2005, h 03.30 p.m., CET. Nonostante la brillante vittoria<br />

sul Modena – gol da antologia di Stellone e Fantini, ma anche l’importante<br />

scoperta di Gentile – sono incacchiato nero, per motivi personali e anche<br />

torinisti. Naturalmente parlerò soltanto di questi ultimi. Domanda A: a che<br />

pro quelli della Domenica Sportiva invitano De Biasi e Pioli (il quale, da<br />

buon rigatino incallito, s’intestardisce a ravvisare un rigore su Bucchi che<br />

davvero non c’era!) per poi mostrare i riflessi filmati di Torino-Modena a<br />

mezzanotte passata, a capo di un’ora e mezza di vaniloqui tosattiani e<br />

battute da asilo infantile sulla Nazionale e le quattro traverse consecutive<br />

di Ronaldinho? Domanda B: così tanto per sapere, il commento del Tg3<br />

Regionale sulla sopraccitata partita è stato scritto sotto l’effetto dell’etere<br />

dall’avvocato samoano di Paura e Disgusto a Las Vegas? Che diamine.<br />

Flashback! 1991. Stiamo tornando da Atene, dove il Toro ha pareggiato 2-<br />

2 con l’Aek, gol di Casagrande e Bresciani e un Martín Vazquez da annali.<br />

La cabina dei passeggeri dell’aereo è satura di fumo d’hashish, Lonesome<br />

Cowboy Bill Burroughs potrebbe rendersi corporeo da un momento<br />

all’altro accompagnato da un attraente ragazzo dell’Interzona. Io annuncio<br />

al mio vicino di sedile che l’indomani pomeriggio mi comprerò il secondo<br />

LP dei Tin Machine, la nuova band di David Bowie in cui suonano anche<br />

Hunt e Tony Sales, talentuosi scudieri del Rinascimento Iggy Poppiano<br />

targato 1977. Lui annuisce interessato. Dissolvenza.<br />

Ieri mattina presto, 13 novembre 2005, riascolto il disco in questione ed è<br />

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ancora fresco e crepitante d’energia, non merita certamente il 3 in pagella<br />

che il pur competente critico rock Piero Scaruffi gli ha appioppato sul suo<br />

sito. Men che mai ora, poiché, secondo la mia personalissima Illusione di<br />

Potere dickiano-granata, esso ha contribuito a far vincere il Toro. Toro<br />

Universal.<br />

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Posted 16/11/2005, h 10.30 a.m., CET. Il Cittadino Cacioppo sostiene<br />

che quando il buco dell’ozono si allargherà, riscaldando ancor più<br />

l’atmosfera, tutto il mondo si renderà finalmente conto di che cosa vuol<br />

dire essere meridionali. Il Cittadino <strong>Ferrarotti</strong> vuole invece dare il proprio<br />

contributo creativo alla questione ‘capienza’ del futuro Stadio del Grande<br />

Torino. Orbene, poiché è ormai lampante che la struttura preaccennata non<br />

sarà in grado di contenere i 28.000 e più spettatori granata che siamo,<br />

propongo all’Onorevole Silvio Berlusconi di lasciar perdere gli sfrattati<br />

che tanto non servono a niente e costruire una serie di stabili con finiture<br />

di pregio tutt’intorno allo stadio a una distanza di non più di due metri dal<br />

muro di cinta e affittarne gli appartamenti ai tifosi che per forza di cose<br />

non potranno accedere all’impianto, affinché essi possano assistere alle<br />

partite del Toro dai balconi e dalle terrazze. Si potrebbe pure girare un<br />

reality show intercondominiale – condotto da Patrizia, il transessuale<br />

pugliese amico di Lapo Elkann – il cui primo premio sarebbe una lente del<br />

telescopio Hubble da installare sulla ringhiera per vedere il match come e<br />

meglio di Sky. Confido in un rapido nonché cortese riscontro da parte del<br />

Dottor Silvio Berlusconi.<br />

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Posted 21/11/2005, h 09.30 a.m., CET. Consultando i forum granata, ho<br />

desunto una crescente irritazione degli internauti torinisti verso certi tifosi<br />

che alle prime difficoltà in campo non esitano a ricoprire d’insulti<br />

terrificanti i nostri giocatori; per dirla alla loro maniera, quoto in pieno.<br />

Sabato pomeriggio io e un mio amico, habitué del terzo anello benché<br />

abbonati al secondo, siamo stati costretti a zittire un bietolone emettitore<br />

di vaneggiamenti tipo: “Muzzi bastardo, corri pezzo di merda!” Ma che gli<br />

dice il cervello a questa gentaglia incompetente e cabinotta? Che vadano a<br />

vedere i Gobbi e non si sognino più di rientrare in Curva Maratona!<br />

Dov’erano tutti ’sti deficienti l’estate scorsa quando noi solcavamo la città<br />

in lungo e in largo urlando la nostra rabbia per quanto stava accadendo<br />

alla società granata? Diamine, un moto di disappunto per una brutta<br />

giocata ci può stare, ma le villanie gratuite, no e poi no. Soprattutto verso<br />

un Toro che sta finalmente tornando IL TORO, cioè sangue, sudore e<br />

carattere. Quattro favolosi minuti coi colleoni sotto e ciao ciao, Verona.<br />

Ardito sei un mito. Muzzi, un leone.<br />

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Posted 24/11/2005, h 09.30 a.m., CET. I professionisti della flatulenza.<br />

Verbale, soprattutto. Quelli che tirano pietre d’inchiostro a tutti meno che<br />

ai propri padroni. Quelli che infarciscono i loro articoli di citazioni ad<br />

minchiam per far vedere che hanno studiato – magari per corrispondenza.<br />

Quelli che il patentino da giornalista se lo sono fatto allo scanner. Quelli<br />

che benpensano, predicando bene e razzolando male. Quelli che di<br />

un’informazione imparziale non gliene frega niente. Quelli che parlano del<br />

processo ad Anna Maria Franzoni perfino nella pagina economica poiché,<br />

è ovvio, fa vendere copie su copie dei loro fogli imbrattati, mentre gli<br />

ultrà, oh, gli ultrà sono sempre pronti a menare le mani, del calcio non<br />

gliene importa un accidente benché siano proprio essi, i sociopatici dal<br />

retroterra familiare disastrato, a organizzare le coreografie allo stadio e<br />

marciare pacificamente sventolando con orgoglio i vessilli per difendere la<br />

sopravvivenza della propria squadra. Garantismo? Ecchè, se magna a<br />

colazione? Come sono belli, gli imbrattacarte. Si riconoscono facilmente:<br />

facce da Paolo Brosio o Donatella Scarnati e cappotti comprati alla Facit.<br />

SOLIDARIETÀ AGLI ULTRAS ARRESTATI! Perché nessuno è<br />

colpevole fino a prova contraria.<br />

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Posted 27/11/2005, h 10.30 a.m., CET. Ho passato tutto il pomeriggio di<br />

ieri a smontare mobili a casa di un amico con l’orecchio teso alla radiolina<br />

sintonizzata su Radio Nostalgia, covando un brutto raffreddore. Mentre<br />

noi toglievamo viti e bulloni a manetta il portiere avellinese Ceceribar<br />

parava perfino i sassi. Morale, Avellino batte Torino 1-0. Una volta giunto<br />

a casa, esausto e col naso tappato, ho consumato una cena frugale e mi<br />

sono spalmato sul letto ad ascoltare al PC la telecronaca di Mallorca-<br />

Athletic Bilbao (0-1 con gol di Luis Prieto, difensore goleador). Alle 22.45<br />

davano le sintesi di serie B su Sport Italia ma io non ne ho proprio voluto<br />

sapere di alzarmi. Abbiamo perso? Bon parei. Sotto con la Triestina! E a<br />

quel giornalista ultrà irpino che ha sfottuto De Biasi in sala stampa dico<br />

soltanto di presentarsi al match di ritorno al Delle Alpi con una grossa<br />

cesta di vimini, per raccogliere e portare a casa tutti i gol che faremo al<br />

suo squadrone plurititolato – ben sette edizioni della Coppa Rigatore, non<br />

bruscolini!<br />

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Posted 30/11/2005, h 09.30 a.m., CET. Due sere fa è purtroppo mancato<br />

all’affetto dei suoi cari e della Curva Maratona Gianni ‘Bisonte’, tifoso<br />

torinista a denominazione di origine controllata. Mi piace pensare che<br />

proprio in quest’istante, lassù, egli stia effettuando il riscaldamento<br />

preliminare per la sua prima partita nelle fila del Grande Torino Celeste<br />

con Ferruccio, Sergino, Piero, Gigi, Mario, Valentino e tutti gli altri. E se<br />

un giocatore della squadra avversaria si lagnerà con l’arbitro per una sua<br />

entrata maschia, lui controbatterà sorridendo dietro gli occhiali: “Che<br />

elemento!”<br />

Arrivederci, Gianni.<br />

Hai presente lo spot con Del Piero e la Chiabotto? Chi è per te il più<br />

naturale?<br />

Ovviamente, l’acqua.<br />

Alessandro Rostagno, Tivù cumprà?<br />

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Posted 04/12/2005, h 07.30 p.m., CET. Corri, Bisonte Gianni, nelle<br />

praterie del cielo! Il Bocia, tifoso della Triestina e simpatizzante del Toro,<br />

vive nei nostri cuori! Massimo rispetto per gli ultras indagati! Missione<br />

compiuta sugli spalti con i summenzionati striscioni. E poi in campo, dove<br />

la squadra ha giocato la consueta partita tutto cuore e, piacevole novità,<br />

scaltrezza – vedi gol di Rosina. Nondimeno, carissima banda De Biasi,<br />

imparate a non soffrire nei finali di partita, che tra di noi in curva c’è chi<br />

comincia ad avere una certa età! Comunque, Toro batte Triestina 2 a 1 ed<br />

ora tutti – chi può, io purtroppo no – a Rimini!<br />

Complimenti vivissimi (si fa per dire) all’obiettività di Bruno Longhi,<br />

untuoso microfonaro mediasettiano di malcelate simpatie juventine che,<br />

incalzato dall’interista Mentana al termine di uno stucchevole peana<br />

zebrato – Juventus cinica e spietata bla bla bla – ha concesso a denti<br />

stretti: “In effetti, sì, avendo la Fiorentina colpito tre pali possiamo dire<br />

che la Juve è stata anche un pochino fortunata.” Come vi capiamo, amici<br />

viola: noi granata, quanto a pali e traverse, abbiamo già dato parecchio –<br />

Amsterdam docet. Dejan Fortune Rottinculovic, dodicesimo giocatore<br />

della Giuve.<br />

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Posted 07/12/2005, h 11.30 a.m., CET. Adesso basta. Possibbilmente, mi<br />

sono stufato. Queste entità infernali bianconere non possono a sua volta<br />

continuare a vincere di cui spernacchiare il monto calcistico. Sicché è<br />

giunta l’ora di uno scioglimento. Ecco: chiudete gli occhi e pensate<br />

fissamente a me, stupento medium cartomante Gulisano, e io vi metterò in<br />

contatto tele-epatico con me e tutti insieme penseremo a colui o colei che<br />

a voi vi può da interessare. Per cui questa determinata persona o<br />

giustamente squadra rigatina farà sempre la sua valigia, il suo fagotto, e<br />

partirà e non tornerà mai più o viceversa perderà tutte le partite d’ora in<br />

dinanzi, siano esse di Cambionato o Chepsion Lig. E se ciò non bastasse,<br />

faremo anche l’occhiatura, che è quella che si può appunto fare anche di<br />

traverso o di sguincio a seconda delle varie regioni, è davvero molto<br />

brutta. Ecco come: schiudete gli occhi, guardate costui o costei che a voi<br />

vi può da interessare e pensate fissamente a me, e io vi metterò in contatto<br />

tele-epatico con me e tutti insieme penseremo a colui o colei che a voi vi<br />

può da allontanare. Amen e tri amen.<br />

Il Vostro suplime Mago Gabriel.<br />

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Posted 10/12/2005, h 05.01 p.m., CET. Onde evitare il ripetersi di una<br />

figuraccia tipo Avellino, giacché il Toro sta perdendo 0-1 a Rimini –<br />

rigore di D’Angelo per fallo di Oscar Brevi sull’argentino Ricchiuti –<br />

giocando da cani, metto on line un pinotismo, di cui vedere nella pagina<br />

post-adiacente.<br />

Posted 10/12/2005, h 05.14 p.m., CET. Giustamente l’influso gulisanico<br />

ha colpito: 55’, pareggio di Raffaele Longo – subentrato ad Ardito – su<br />

assist di Stellone! Vai così.<br />

Posted 10/12/2005, h 05.29 p.m., CET. Mi sa che per vincere o viceversa<br />

non perdere ci vuole un complemento spirituale. Nell’antamento di<br />

Stellone o possibbbilmente Muzzi e a sua volta Taibi (ecco, appunto,<br />

stupento e provvitenziale colpo di reni su tiro-cross dell’imprendibile<br />

Ricchiuti!) e Music. Allora: PER AMMAM E PER HAMHAMAMMAN<br />

VADE RETRO TUTTI GLI INGANN!<br />

Posted 10/12/2005, h 05.36 p.m., CET. Erroraccio di Brevi e gol di<br />

Ricchiuti. Porca p… Ma la smettete di portare seccia, voi di Radio<br />

Nostalgia? Vi mando l’influso, vi mando l’influsooooooooo!<br />

Posted 10/12/2005, h 06.06 p.m., CET. Rimini batte Torino 2-1. La<br />

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degna – si fa per dire – conclusione di una settimana di merda. In ogni<br />

modo, al di là dei pinotismi e degli anatemi a Radio Nostalgia<br />

(ovviamente si scherza, se il Toro gioca male non è certo colpa dei<br />

telecronisti… credo) urgono rinforzi e anche concentrati di vitamine. E<br />

domani sera tutti al concerto di solidarietà per gli ultras indagati, alla<br />

faccia di chi perde sempre una buona occasione per tenere la fogna chiusa<br />

e del cosiddetto servizio pubblico – formato da un’accozzaglia di<br />

palafrenieri figli del clientelismo che piuttosto di scioperare farebbero<br />

bene ogni tanto a ripassarsi il modo congiuntivo.<br />

I giornalisti sono dei verbosi nababbi del nichilismo, una piccola élite arrogante e<br />

strapagata.<br />

Spiro Agnew, vicepresidente degli Stati Uniti dal 1968 al 1973.<br />

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Posted 12/12/2005, h 01.30 p.m., CET. Al concerto di solidarietà per gli<br />

ultras indagati sono arrivato un po’ tardi, comunque in tempo per assistere<br />

alla splendida performance di Lou Dalfin e Rimozione Koatta. Non male<br />

come locale questa Maison Musique! Nel complesso della serata si sono<br />

alternate circa 1200 persone con un incasso di 2000 euro; mai come in<br />

quest’occasione gli assenti hanno avuto torto. Certo, fosse stata scritturata<br />

Laura Pausini o Jovanotti… Ma sì, alla fine a metterci la faccia e a<br />

sbattersi, in Curva Maratona come nella vita in generale, sono sempre i<br />

soliti, mentre gli altri straparlano trasudando vittimismo spicciolo nei bar<br />

veri o virtuali.<br />

Ecco un’ulteriore prova che la maggior parte dei giornalisti non sa di che<br />

parla o scrive. Commentando il saluto romano di Di Canio a Livorno, un<br />

tale G. Buc scrive oggi sul Diario della Laponia: “Ma, suo fu anche il<br />

gesto di fair-play che lo riabilitò agli occhi del pubblico inglese. Di Canio<br />

(vestiva la maglia del West Ham), palla tra i piedi, ma avversario a terra,<br />

tirò volutamente fuori con la porta spalancata davanti (l’arbitro aveva fatto<br />

continuare l’azione).” Eh no, signor mio: la memoria l’inganna di brutto!<br />

In realtà Di Canio stoppò con le mani un traversone proveniente dalla<br />

fascia destra indicando immantinente il calciatore avversario a terra. Ma<br />

non importa, tutto fa brodo, tanto il lettore medio della pagina sportiva è<br />

semianalfabeta e affetto da Alzheimer precoce, nevvero?<br />

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Posted 14/12/2005, h 04.30 p.m., CET. Sabato pomeriggio, come molti<br />

tifosi, ero a casa a seguire Rimini-Toro, in contemporanea alla radio e<br />

sulla webcronaca del forum di Toronews. Anche io, naturalmente, sono<br />

rimasto deluso al gol di Ricchiuti nel finale che ha determinato la nostra<br />

sconfitta; del resto, per ogni tifoso del Toro, un gol subito è una coltellata<br />

al cuore.<br />

Però non mi è piaciuto un cacchio quello che è successo dopo: le critiche<br />

che già avevano punteggiato tutta la webcronaca si sono fatte insistenti e<br />

demolitrici. Alcuni sono arrivati ad insultare i giocatori, o a lamentarsi<br />

della mancanza di una mentalità vincente “come quella della J**e”. (sic)<br />

Io non sono tra coloro i quali non accettano le critiche, perché, se sono<br />

costruttive, sono necessarie per fare sempre meglio. Certamente qualsiasi<br />

flessione è preoccupante per una squadra che ormai punta apertamente alla<br />

promozione, e va esaminata e corretta con attenzione. Però c’è il modo e il<br />

tempo opportuno per criticare, certamente non sono gli ultimi dieci minuti<br />

di una partita che si è messa male, che si è giocata altrettanto, ma in cui<br />

comunque si è sempre stati in corsa.<br />

Durante la partita, i giocatori vanno incitati sempre, comunque, a qualsiasi<br />

costo e qualsiasi sia il risultato. È l’essenza stessa del tifo: metterci<br />

l’anima per aiutare i propri giocatori a dare sempre il massimo, pazienza<br />

se quella è una domenica storta, se le gambe non girano, se la testa non<br />

c’è, se alla fine si perde. Posso ancora capire qualche fischio di fronte alla<br />

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scarsa voglia o poco impegno, con lo scopo di scuotere un po’ la placida<br />

coscienza del calciatore italiano medio, non spiego l’insulto o i paragoni<br />

con le squadre rigate, se non con l’ovvia rabbia e delusione incontrollata...<br />

che però non deve andare a danno della squadra.<br />

Non vorrei poi che anche noi ci facessimo prendere da quell’abitudine<br />

tutta torinese, che danneggia soltanto chi la possiede, di criticare tutto<br />

sempre e comunque, di non essere mai soddisfatti, di vedere bene gli<br />

aspetti negativi ma dimenticarsi di quelli positivi. Eppure, per quanto<br />

brutta sia una situazione, senza entusiasmo e senza ottimismo può soltanto<br />

peggiorare.<br />

Questa squadra in particolare può meritare suggerimenti e miglioramenti,<br />

ma non gli insulti, almeno per quello che ha fatto finora. Non li meriterà<br />

fino a che continuerà a mostrare di crederci, di restare unita, di dare il<br />

massimo ogni volta. Senza dimenticare che in campo ci vanno anche gli<br />

avversari, che contro il Toro, in B, giocano sempre la partita dell’anno.<br />

Nel calcio tutto è possibile, altrimenti non vedremmo il Togo e l’Angola ai<br />

mondiali, con Camerun e Nigeria a casa.<br />

Ma soprattutto, se l’unica cosa che mi interessasse fosse vincere, non sarei<br />

qui a tifare Toro. Ci sono squadre decisamente più vincenti di noi, nel<br />

calcio italiano. Ma c’è anche modo e modo di vincere.<br />

Vittorio Bertola<br />

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Sottoscrivo in pieno! Purtroppo, caro Vittorio, è ormai in atto da diversi<br />

anni in una certa parte della nostra tifoseria un processo di gobbizzazione;<br />

perché soltanto in mezzo ai rigatini ci si comporta così, criticando la<br />

squadra sempre e comunque, salvo poi salire sul carro del vincitore con la<br />

faccia come il didietro e la lingua di cartavetrata non appena il vento tira a<br />

favore. Dio, se mi mancano i tempi in cui Margaro pigliava a scappellotti<br />

tutti coloro che non incitavano la squadra! Ma il passato è un paese<br />

straniero dove le cose si facevano in un altro modo, ha scritto qualcuno<br />

illuminato dalla grazia…<br />

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Posted 15/12/2005, h 04.30 p.m., CET. Non posso negare l’irritazione<br />

che ho provato vedendo al Tg Regionale il dott. Agricola e Antonio<br />

Giraudo esultare come due ultrà alla lettura della sentenza d’appello che li<br />

assolveva entrambi dall’accusa di doping. Eppure già la sentenza di primo<br />

grado non aveva brillato per coerenza: il medico sociale incriminato e il dg<br />

assolto, come se una società notoriamente oculata come la Juventus “non<br />

potesse sapere”, o per meglio spiegare nessun allegro personaggio facente<br />

parte dell’organigramma tecnico-amministrativo si fosse mai preso la<br />

briga di andare a verificare le fatture dei medicinali acquistati dallo staff<br />

medico né avesse manifestato alcuna perplessità sull’aumento di volume<br />

dei deltoidi di questo giocatore o degli adduttori di quell’altro. Non ci<br />

crede neanche Caccamo, soleva dire un mio commilitone napoletano.<br />

In seguito a tarda sera, parecchio tediato dal pattume mediatico prenatalizio,<br />

mi sono messo a compulsare il Televideo RAI, laddove ho<br />

intercettato la seguente notizia: “La Fiat annuncia che senza un<br />

provvedimento del governo sulla mobilità lunga potrebbero arrivare i<br />

primi licenziamenti collettivi a partire da febbraio.”<br />

Mi è immantinente sbocciato sul volto un sorriso amaro ripensando a una<br />

famosa affermazione di Aldo Agroppi, imperituro cuore granata:<br />

“M’incazzo ancora adesso quando sento un operaio dell’Italsider che<br />

prende due milioni scarsi al mese e mi dice di tifare per la Juventus. Io gli<br />

rispondo: ‘tu tifi per il padrone, ti rendi conto? Che cazzo tifi per la Juve,<br />

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tifa per il Toro, per la Fiorentina’ ”.<br />

Disgraziatamente, la coerenza non è di questo mondo attuale. L’Italsider è<br />

ormai un lontano ricordo e l’intera economia italiana è in fase di stallo, ma<br />

finché c’è il calcio e soprattutto la Juventus chissenefrega… Piuttosto<br />

buttateci in mezzo a una strada e stracciate il contratto dei metalmeccanici<br />

dinanzi ai nostri occhi, ma non toglieteci la Vecchia Signora!<br />

O tempora, o montes.<br />

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Posted 17/12/2005, h 11.00 a.m., CET. Probabilmente il 36enne Pietro<br />

Strada, ex parmense dai piedi buoni ma dalla carriera discontinua<br />

anzichenò, non segnava un gol – e che gol – dai tempi del Carbonifero<br />

Scaliano, ma nonostante il cambio di ragione sociale il Toro è e sempre<br />

sarà IL TORO, con tutto ciò che ne consegue – rivalutazione di giocatori<br />

avversari bolliti compresa. E sono in molti a essersene dimenticati, ma qua<br />

siamo alla solita vecchia canzone e il solito vecchio ballo. Nondimeno, il<br />

fatto che a impattare la partita col tignoso Brescia sia stato il giocatore più<br />

criticato in assoluto dalla tifoseria – almeno a pari merito con Orfei –, cioè<br />

De Sousa er brasiliano de Roma detto anche Franchiño Ramallino, è buon<br />

sintomo.<br />

Piuttosto, mi preoccupano le esternazioni dei giocatori riguardo alla<br />

mancanza di una palestra e il ritardo della messa on line del sito ufficiale.<br />

Inoltre Urbano Cairo dovrebbe talvolta abbandonare la sua temperanza da<br />

copywriter e fare la voce grossa, perché di arbitraggi permalosi e<br />

stucchevoli come quello di Farina ieri sera, passatemi la scurrilità, ne<br />

abbiamo tutti veramente pieni i coglioni. In ogni modo, l’annus horribilis<br />

del Toro si sta finalmente concludendo. Speriamo in bene per Cremona –<br />

vedrete che De Sousa farà una doppietta! – e soprattutto per l’anno del<br />

Centenario. E forza Lazio!<br />

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Posted 19/12/2005, h 01.30 p.m., CET. Prima che qualcuno mi ripaghi<br />

con la mia stessa moneta – cioè, lo spernacchiamento del pressappochismo<br />

giornalistico – mi affretto a puntualizzare che De Sousa non è brasiliano<br />

bensì angolano da parte di padre, mentre la mamma è di Macerata.<br />

Passiamo ad altro. Diario della Laponia, data astrale 19/12/2005: “Stile<br />

Mentana, non c’è posto per i ricordi. Soprattutto se sono granata. Predilige<br />

il nerazzurro, Chicco. Ieri, per esempio. Il fatto: Matteo Dotto – fede Toro<br />

– commenta l’espulsione di Sicignano in Treviso-Lecce. Scartabella nella<br />

memoria e cita sereno Graziani. Quando? Facile. Moenchengladbach,<br />

Coppa dei Campioni, Toro con otto uomini e Ciccio – eroico – che si<br />

mette i guanti e resiste imbattuto. Mentana deglutisce e si indurisce, chissà<br />

poi perché quando Dotto torna alla carica con la moviola, il conduttore<br />

nerazzurro lo gela: «Forza, prima che arrivi un altro amarcord sul Toro.»<br />

Legittima paura di perdere la testa per l’universo granata sapendo che il<br />

contrario è del tutto impossibile.” Sicché a Enrico Mentana, ebreo di<br />

religione, io vorrei tanto domandare, ovviamente senza alcuna malizia né<br />

pregiudizio razziale: “Ma lei, signor mio, come la prenderebbe se il suo<br />

capo redattore la redarguisse per un altro ‘amarcord’ sulla Shoah?”<br />

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Posted 21/12/2005, h 10.30 a.m., CET. Olé! I pessimisti a oltranza son<br />

serviti. Non c’è niente da fare, certe vittorie te le senti sulla pelle.<br />

Nonostante la radio gracchiasse di un Toro rabberciato e ansimante, con<br />

Massimo Taibi a basculare da un palo all’altro, il sottoscritto non dubitava<br />

che alla fine l’avremmo spuntata noi. Così è stato, grazie a un tocco<br />

suntuoso del trequartista Gentile – perché mai viene impiegato col<br />

contagocce? – e la susseguente rasoiata vincente di Enrico Fantini, che<br />

secondo alcuni cercopitechi curvaioli dovrebbe tornarsene a Firenze col<br />

primo treno in partenza e invece, così per casualità, è il nostro<br />

capocannoniere. Si vede che qualcuno rimpiange Rubino e Ipoua e Karic,<br />

che volete che vi dica. D’altronde, de gustibus non disputandum est. Ma<br />

fino a un certo punto.<br />

Si chiude così nella maniera migliore un anno che definire maledetto è dir<br />

poco. Ne abbiamo viste di tutti i colori e di più ma alla fine eccoci qui a<br />

festeggiare un (almeno secondo me) ottimo terzo posto in serie B laddove<br />

quest’estate pensavamo che ci saremmo ritrovati a tifare Toro ai campi<br />

Robaldo. Specchio non ha neanche incluso la rinascita granata fra gli<br />

avvenimenti salienti del 2005 ma che importa, la fede granata va oltre<br />

queste meschinità da servi dei padroni. Questo blog ha appena compiuto<br />

tre mesi di vita e se scrivo futilità è perché questo mondo ne è la capitale,<br />

bellezza. E ora se ne va giustamente in vacanza fino al 7 gennaio 2006,<br />

aspettando i favoleggiati colpi di mercato di Papa Urbano I. Sicché tanti<br />

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auguri a tutto il popolo granata e soprattutto:<br />

BUON BUON NATALE, NATALE, GOBBO GOBBO GOBBO INFINITESIMALE!<br />

INFINITESIMALE!<br />

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Posted 04/01/2006 h 11.30 a.m., CET. Depressi dopo le feste, come il<br />

sottoscritto? Lavorare duro e con molta passione, è la ricetta proposta da<br />

un gruppo di psicologi svedesi. La fiera delle lapalissianità. A ogni modo,<br />

auguro un felice 2006 a tutti, meno che ai rigatini! I colpi di mercato di<br />

Urbano I – Gallo, Ferrarese, Vryzas – fanno già discutere il popolo granata<br />

nei bar con il poster di Rosina appeso alla parete dietro il bancone e alla<br />

pizzeria Amore Mio, c’è chi gongola e chi storce il naso biascicando:<br />

“saldi di mediocre qualità”. Io dico che se arrivassero Bernacci e Lazetic e<br />

un buon centrale difensivo si potrebbe senz’altro promuovere a buoni voti<br />

questa campagna acquisti. Soltanto buoni perché personalmente non mi fa<br />

proprio impazzire la politica degli svincolati e dei vecchi marpioni, ma<br />

d’altronde è con le lenze che si va in serie A, laddove è auspicabile che<br />

Salvatori o chi per lui cominci a setacciare anche i mercati esteri in cerca<br />

del Santana o del Vucinic di turno, tanto per avere dei termini di paragone.<br />

Per quanto mi riguarda, non posso che augurarmi di essere sempre più<br />

letto e magari anche pubblicato, un giorno o l’altro… e chi ha occhi e<br />

orecchie per intendere, be’, intenda.<br />

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Posted 06/01/2006 h 10.50 a.m., CET. Oggi è il giorno della Befana,<br />

tant’è vero che il Foglio dei Rigatini, a.k.a. La Stampa, ha dedicato un<br />

fondamentale (!) articolo alla diatriba fra i fans teratotamarri di Cristina<br />

Chiabotto ed Edelfa Masciotta, le due Miss Scopetta Birignao tifose<br />

dichiarate della Gobba. Ma sapranno far distinzione fra un calcio d’angolo<br />

e un penalty? Ne dubito parecchio, non soltanto perché mi stanno<br />

entrambe pesantemente sulle scatole. Pure ‘Martina Feldman’ Sederova<br />

sta guadagnando punti pesanti nella mia speciale classifica delle antipatie.<br />

Cambiamo argomento. Purtroppo ieri sera è stata negata la scarcerazione<br />

agli otto ultras indagati per l’irruzione all’Hotel Campanile e i tafferugli<br />

scoppiati davanti al Municipio di Torino in quel maledetto giorno d’estate.<br />

Nei giorni precedenti altre persone erano state messe sotto sorveglianza<br />

speciale manco fossero dei terroristi. Sarebbe questo il ‘paese normale’<br />

magnificato da Massimo D’Alema? Bah. Frattanto, proprio dalla Grande<br />

Serbia che il baffetto leccese fece bombardare in un rigurgito stizzito di<br />

kominformismo, sta arrivando Nikola Lazetic. E non ce n’è più per<br />

nessuno.<br />

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Posted 08/01/2006 h 10.50 a.m., CET. Il pareggio di ieri pomeriggio con<br />

il Pescara ha lasciato un retrogusto di marmotta putrescente a parecchi<br />

tifosi granata, me compreso. Come se non bastasse, in serata mi è toccato<br />

assistere al pub all’ennesima vittoria della Gobba in quella specie di<br />

duopolio fiat-mediasettiano che passa ancora per campionato di calcio di<br />

serie A, laddove noi vorremmo ardentemente tornare per poi vederci<br />

negare rigori grossi come una casa da De Santis e sventolare cartellini<br />

rossi per ogni minima stronzata da Farina. Ora, siccome (che) sono ancora<br />

inebriato dalla conoscenza di una straordinaria rappresentante del genere<br />

femminile (bella, matura, spiritosa…) per mettermi a concionare, lascerò<br />

la parola a un mio carissimo amico, che fra il caffè e l’ammazzacaffè ha<br />

esternato tutto il proprio malumore: “Pure Urbano Cairo sta cominciando a<br />

rompermi i coglioni. Insomma, tutto ’sto pandemonio di presentazione per<br />

quattro cazzi lavati! Oddio, Melara sembra abbastanza buono, però<br />

scusatemi un attimo, Ferrarese chi diavolo sarà mai? E che bisogno c’era<br />

di comprare un regista attempato come Gallo? Sì, va bene, a Treviso o<br />

dove stracazzo giocava teneva su il centrocampo praticamente da solo, ma<br />

Toninho Edusei, con tutti i suoi difetti, vi fa così schifo? E quel<br />

pachiderma di greco è dovuto andare a giocare in serie B spagnola per<br />

trovare un posto da titolare! Certo, se arrivassero Lazetic e un centravanti<br />

degno di tal nome, già si inizierebbe a ragionare. Comunque, temo che in<br />

definitiva ’sto Cairo sia il classico bauscia, benché adottivo, che sborra<br />

53


tanto ma alla fine conclude poco. Ma quanto credete che abbia speso per il<br />

Toro? Diamine, sono quasi tutte comproprietà e prestiti con diritto di<br />

riscatto! Ragazzi miei, non c’è niente da fare: qua a Torino noi vivremo<br />

sempre e comunque sotto il giogo dei rigadin.”<br />

Be’, immaginate se avessimo perso…<br />

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Posted 10/01/2006 h 10.50 a.m., CET. Ora l’amico della cena al pub avrà<br />

un motivo in più per essere incazzato; è arrivato Nikola Lazetic ma partirà<br />

De Sousa e il mercato di riparazione granata, salvo colpi dell’ultima ora, si<br />

chiude qui. Vabbé. Ci toccherà bionicizzare Muzzi e Stellone. Frattanto il<br />

fottuto Mantova ha nuovamente preso il largo e Berluscone si è presentato<br />

al Brogesso del Lunedì in versione Superciuk, vale a dire: “tolgo ai poveri<br />

per dare ai ricchi”. Il Presidente del Consilvio dixit infatti che per farsi<br />

belle in Europa le squadre cosiddette grandi non possono prescindere dai<br />

diritti televisivi soggettivi, tra l’altro decretati dal precedente governo di<br />

centro-sinistra; ergo, le squadre cosiddette piccole, “i poveri”, dovranno<br />

rassegnarsi a negoziare la propria (esigua) fetta di torta con Galliani,<br />

Giraudo e Beppa Giosef. Be’, se non altro, abbiamo avuto un’ulteriore<br />

conferma che nell’Italia attuale avere le pezze al sedere, benché<br />

metaforiche, è peccato mortale.<br />

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Posted 12/01/2006 h 10.50 a.m., CET. Il cittadino <strong>Ferrarotti</strong> vorrebbe<br />

dire la propria riguardo al garbato invito dell’assessore Fiorenzo Alfieri a<br />

togliere le tende multicolori e quelle di plastica dai balconi torinesi<br />

soprattutto quelli con vista sui palazzetti dello sport e le olympic lanes (ma<br />

da quando in qua le pecore pascolano su corsi a larga percorrenza?)<br />

altrimenti in base all’articolo 13 del regolamento di polizia urbana<br />

operativo dal 1999 scatteranno le multe. Ecco, io vorrei una deroga<br />

speciale per tutti i tifosi del Toro affinché possano esporre i loro stendardi<br />

o bandiere che dirsivoglia, anche perché a mio modesto parere essi<br />

s’intonano alla grande con i drappi Luck of the Iar che il Toroc (a<br />

proposito, bel nome!) sta facendo appendere un po’ dappertutto in città,<br />

benché a dire il vero fanno un pochino paura, neh. L’estate scorsa noi<br />

granata ce l’avevamo abbastanza con Torino 2006, ma ora grazie a Urbano<br />

Cairo ci siamo tranquillizzati e vorremmo senz’altro dare in nostro<br />

contributo alle Olimpiadi Infernali, rendendo Torino bella come non mai e<br />

soprattutto colorata, perché pure gli psicologi dicono che la vita in bianco<br />

e nero non è bella. Confido in un rapido nonché cortese riscontro da parte<br />

del Dottor Fiorenzo Alfieri.<br />

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Posted 13/01/2006 h 10.38 a.m., CET. Recita una vetusta e invero banale<br />

filastrocca antigranata: “O granata topo di fogna / di Torino sei la<br />

vergogna / la vostra massima aspirazione / è festeggiare la promozione /<br />

noi in Europa giochiamo lontano / voi al massimo a Orbassano / sognate<br />

sempre la gloria / ma solo Superga vi ha fatto storia / quando torni dal<br />

purgatorio / sogni sempre acquisti d’oro / ma alla fine la storia vera / è che<br />

Torino è bianconera.”<br />

Molto aulica, nevvero? Proviamo un po’ a riscriverla in salsa tremendista:<br />

“O juventino faccia di cazzo / di Torino sei l’imbarazzo / la tua massima<br />

ambizione / è festeggiare lo scudetto in cassa integrazione / sarà pur vero<br />

che giocate lontano / ma poi ve la ficcano sempre nell’ano / i vostri idoli<br />

hanno fama, figa e gloria / e voi mangiate pane e cicoria / timbri il<br />

cartellino e t’ammazzi di caffeina / mentre la tua mezz’ala si fa di<br />

eritropoietina / poi torni a casa e ti prepari una cioccolata / mentre tua<br />

moglie si scopa il capoufficio granata.”<br />

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Posted 14/01/2006 h 06.38 p.m., CET. Niente di meglio che un po’ di<br />

sano rock ’n’ roll – Strokes, Devo, Psychedelic Furs, Small Faces, Oasis –<br />

per far sbollire l’incazzatura per questa partita incredibilmente buttata alle<br />

ortiche dal Toro. Fra una settimana mio nipote se ne parte per il Messico<br />

con suo padre e Dio solo sa quanto vorrei unirmi a loro. Il nostro<br />

guardametas è un bersaglio fin troppo facile per le critiche odierne, ma<br />

avete visto come c***o era piazzata l’intera difesa sul gol del pareggio del<br />

Bari? Che gli dice la testa a questi negli ultimi cinque minuti? Palese<br />

debito d’ossigeno o semplice (…) dabbenaggine? In ogni modo, ho<br />

appena letto delle cose pazzesche sul forum Solo Toro…“vaffanculo<br />

coglioni strapagati” e cose del genere… MA CHE VI PRENDE A TUTTI<br />

QUANTI? TROPPA MDMA DURANTE LE FESTE? È altresì vero che<br />

qualcosa non torna. Perché dare in prestito De Sousa se le condizioni<br />

fisiche di Muzzi e Stellone sono queste? Vryzas ha fatto mesi e mesi di<br />

panca a Firenze e prima che ritrovi il ritmo partita saranno già fioriti i<br />

glicini nel parco sotto casa mia! E se Pagotto è così professionale come De<br />

Biasi afferma, forse è meglio che vada lui tra i pali per un paio di partite.<br />

Gobbi lecchini, spero che domani vi venga una congestione a tutti.<br />

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Posted 16/01/2006 h 05.00 p.m., CET. Nessuna congestione per i Gobbi<br />

– almeno che io sappia –, piuttosto un’altra dimostrazione di strapotere (e<br />

di immunità arbitrale, vedi entrataccia di Del Piero su Tedesco perdonata<br />

da Tombolini) cui fa da contrappunto la stucchevole (siamo al neanche<br />

tacito concordato sugli obiettivi stagionali o che?) rassegnazione milanista<br />

e, novità quantomeno allarmante, gli smaccati favoritismi di un fischietto<br />

– nella fattispecie Paparesta – al Siena, guarda caso succursale juventinomoggiana.<br />

Certo che se questo è lo zeitgeist allora forse il prossimo anno è<br />

meglio andare a giocare il Campionato dei Metanodotti Extramondo su<br />

Titano, altro che serie A e zona Champions League!<br />

Nel frattempo, tanto per gradire, si è infortunato Gallo. All Or othing,<br />

accorato spiritual degli Small Faces reso con una figura distorta di<br />

chitarra. Tutto o niente. La storia della mia vita e anche del Toro. Sublime<br />

esaltazione o profonda depressione. Vediamo subito di tornare alla prima,<br />

per cortesia. E di piantarla col vittimismo granata. Dribbla per noi, Nikola<br />

Lazetic!<br />

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Posted 18/01/2006 h 12.02 a.m., CET. Il visconte di Montmorency fu<br />

ammesso all’Accademia francese, sebbene non avesse mai scritto altro che<br />

qualche raro articolo di giornale. Nicola Restiff de la Bretonne,<br />

fecondissimo scrittore d’ingegno sregolato, lasciò una grande quantità di<br />

scritti, che gli valsero il soprannome di Gian Giacomo Rousseau del<br />

Mercato. Così va il mondo, bellezza in bicicletta. Uno si fa il mazzo per<br />

prendersi uno straccio di laurea senza neanche la certezza del posto fisso e<br />

a Montecitorio c’è chi pensa che il plutonio sia un personaggio creato da<br />

Walt Disney. La meritocrazia è lettera morta. E cinque minuti di follia<br />

rischiano di penalizzare il lavoro di mesi. Ieri sera le tre prime della classe<br />

hanno tutte vinto; malgrado ciò, per favore, non cominciate a rompere i<br />

marroni con Zampagna e compagnia bella! Piuttosto, imparate di nuovo a<br />

incitare il nostro Toro senza tante storie. A cominciare da stasera, nella<br />

ghiacciaia.<br />

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Posted 18/01/2006 h 05.05 p.m., CET. Una volta tanto devo dare ragione<br />

ai gossipari, nel caso specifico quelli di Virgilio: le grandi manovre<br />

fiateur-mediatiche per la riabilitazione di Lapo Elkann fanno recisamente<br />

pena. Dapprima si fa avvistare a Miami, città dove notoriamente gira<br />

pochissima cocaina, in compagnia di personaggi in vista del bel mondo<br />

italico. Il rampollo gioca a calcetto sulla spiaggia – chi vorrà imitare,<br />

Haller o Boniek? –, sorride in party affollati di maggiorate come neanche<br />

in Faster Pussycat, Kill Kill Kill! del sublime Russ Meyer, flirta con<br />

Magda Gomes – sarà mica stata pagata farsi vedere al suo fianco? –, e in<br />

ultimo vola a Londra, altra metropoli poco tentacolare, per il lancio della<br />

Grande Punto. O è scappato dalla Florida perché Horatio Caine e i suoi<br />

ineffabili C.S.I. erano sulle sue tracce? Ma adesso basta con ’ste frivolezze<br />

da sciampiste; me ne vado allo stadio. Forza Toro Alé Granata!<br />

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Posted 19/01/2006 h 10.05 a.m., CET. Prima sconfitta interna e primi<br />

fischi al Delle Alpi, sacrosanti perché il Toro ha giocato una partita invero<br />

obbrobriosa e se l’Arezzo ci avesse ficcato altri due gol nessuno poi<br />

avrebbe gridato allo scandalo, salvo coloro che vagano per la vita col<br />

prosciutto cotto sugli occhi. Pertanto, a costo di smentire clamorosamente<br />

il contenuto di alcuni miei post precedenti, mi butto a capofitto in una<br />

disamina spietata della situazione – la quale, beninteso, vale quanto<br />

qualsiasi altra, poiché non sono Dio in terra né ci tengo a esserlo:<br />

Gli acquisti di gennaio. Per quanto effettivamente sia prematuro<br />

giudicare il rendimento dei nuovi arrivati, qualcosa si comincia a intuire.<br />

Più in particolare, l’impresentabilità fisica di Vryzas e l’anzianità di<br />

servizio di Gallo, pure sfigato. Inoltre, era poi così necessario Ferrarese,<br />

avendo già acquisito la certezza di poter prendere Lazetic? Al momento ci<br />

ritroviamo con ben quattro esterni d’attacco – Rosina, Ferrarese, Lazetic,<br />

Fantini – e nessun creatore di gioco in mezzo al campo: tacendo sulla<br />

latitanza di una seria alternativa a Muzzi e Stellone! Per quanto riguarda<br />

Melara, il più che positivo esordio è stato seguito da due prestazioni<br />

sconcertanti; in definitiva, il 38enne Brevi è pressoché fondamentale per la<br />

tenuta della nostra difesa. Mah.<br />

Le cessioni. Perdurando la mancanza di una buona punta di riserva,<br />

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continua a suscitarmi perplessità il prestito di De Sousa al Catanzaro.<br />

Magari non sarà un fenomeno, ma non mi sembra neanche così scarso da<br />

mandarlo a mangiare le pietre in una squadra che sta precipitando in serie<br />

C, soprattutto in un contesto dove scarseggiano i ricambi per l’attacco. Le<br />

poche volte che è stato chiamato in causa, checché ne pensino certi<br />

luminari curvaioli che lo apostrofavano in tutte le maniere (“moviolone”,<br />

“gattone di marmo”, e via discorrendo), si è quasi sempre disimpegnato<br />

egregiamente. Stesso discorso per Gentile, che chissà perché De Biasi<br />

proprio non vedeva. Sarà pur vero che ogni allenatore ha i suoi pallini.<br />

Nondimeno, vi è un limite a ciò: l’autolesionismo.<br />

Vailatti. Francamente, non ne capisco l’emarginazione. Pure in questo<br />

caso trattasi di giocatore giovanissimo con margini di miglioramento<br />

molto ampi, oltretutto con un buon tiro da fuori che nelle prime partite di<br />

campionato sfoderava spesso e volentieri. E che in certi frangenti<br />

servirebbe… Vigliacca terra se abbiamo mai qualcuno pronto in ribattuta<br />

fuori area! Vero, Longo e Edusei? In sostanza, sempre la solita solfa: la<br />

politica dei giovani che non c’è, come l’isola di Edoardo Bennato.<br />

Cosa fanno le altre. Eh... giusto ieri ho ammonito il colto e l’inclita di<br />

non rompere le scatole con Zampagna e gli acquisti delle squadre dirette<br />

concorrenti alla promozione. Nondimeno, a mente fredda, è pressoché<br />

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impossibile non guardarsi intorno. Il Bologna ha preso Marazzina e Zauli,<br />

il Brescia sta per chiudere o ha già chiuso per Corona, l’Atalanta è inutile<br />

che lo ripeta… Godeas è volato a Palermo. Ed Elvis Abbruscato – bel<br />

giocatore! – ha manifestato la propria disponibilità a trattare col Toro ma<br />

solamente a giugno. Rimarrebbe Fava, ma se aspettiamo ancora un po’<br />

finisce che se lo compra il Verona o chi diamine d’altro…<br />

Urbano Cairo. No, non voglio metterLa sulla graticola; perlomeno, non<br />

ancora. Però ci sono diverse cose che non mi tornano. L’assenza di<br />

iniziative per ovviare allo stato ignobile del campo di Orbassano.<br />

L’inspiegabile ritardo nella messa on-line del sito ufficiale della squadra.<br />

La discutibile politica delle comproprietà e dei prestiti. Varie ed eventuali.<br />

So perfettamente che non è stato semplice per Lei prendersi in carico le<br />

macerie radioattive lasciate da Cimmi & Tilli, così come non è molto<br />

coerente glorificare il New Deal granata quando le cose vanno bene e<br />

gettare le monetine in campo quando invece vanno da schifo – purtroppo,<br />

anni e anni di gestioni sconsiderate e ciarlatane ci hanno reso diffidenti,<br />

lunatici, criticoni. Ciò nonostante, è innegabile che almeno da questa<br />

campagna acquisti di gennaio la maggior parte di noi tifosi si aspettasse<br />

qualcosa di più. Fermo restando, è ovvio, che è ancora prematuro<br />

mostrarLe il pollice verso. E che basterebbe un filotto di vittorie e un buon<br />

attaccante per riportare il nostro morale da sotto i tacchi alla Nebulosa di<br />

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Orione. Non ci deluda anche Lei, la prego. Un abbraccio e tanti auguri di<br />

buon lavoro!<br />

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Posted 21/01/2006 h 06.27 p.m., CET. Se io fossi un carpentiere, o il<br />

figlio del panettiere, mi sposeresti? Ha ha ha. Mi sa tanto che a forza di<br />

ascoltare Steve Marriot & C. e sorbirmi via etere le scialbe prestazioni del<br />

Toro attuale sto campando i dadi. Fosse qui la mia splendida amica<br />

madrilena Natalia, commenterebbe: “o te preocupes, Mauricio. Las<br />

malas rachas, como vienen, se van.” Vale a dire, dopo la pioggia viene il<br />

sereno. Anche se qui continua a piovere sul bagnato e Stellone è al<br />

momento il centravanti più sfigato d’Italia. O gli duole il pube o si taglia<br />

la mano, tutto meno che metterla dentro. Mostrami la via, canta Ronnie<br />

Lane. Per uscire da questa crisi, aggiungo io. E al più presto.<br />

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Posted 22/01/2006 h 06.27 p.m., CET. Stasera alle 21 si gioca il derby<br />

basco Real Sociedad-Athletic Bilbao e, curiosando nel forum rossobianco,<br />

ho trovato questo messaggio: “Il problema della crisi dei vivai baschi<br />

risiede anche nella società attuale. Attualmente la gente non ha bisogni,<br />

non c’è lotta, ricordatevi le manifestazioni operaie degli anni scorsi, i<br />

tentativi per cambiare le cose etc., oggigiorno la gente è immobile, non ha<br />

aspirazioni, prende tutto per buono. Prima vedevi un giocatore con una<br />

buona automobile, adesso li vedi con dei macchinoni impressionanti.<br />

L’intervista ad Amorrortu lo spiega ben chiaro, quando risponde a<br />

Clemente dicendo che i nostri vivai hanno perso la loro identità perché è<br />

cambiata tutta la società. Se a ciò aggiungi la perdita di natalità, arguisci<br />

che abbiamo un gran problema. Prima vi era un giocatore basco in ogni<br />

squadra importante della Liga, oggi tra le prime dodici squadre c’è solo<br />

Aitor Ocio.”<br />

Hai ragione tu, carissimo Aupa Julen. Hoy en día manca la fame atavica,<br />

la voglia di riconoscimento, l’attaccamento alla maglia. Al primo milione<br />

di euro e alla prima trombata con la sgallettata televisiva del momento ’sti<br />

fantocci di testosterone si sentono già tutti delle rockstar del pallone.<br />

Figuriamoci poi se a questo quadro già di per sé fosco ci aggiungi pure il<br />

figlio di un ferroviere che ti depaupera periodicamente il vivaio,<br />

adoperandosi nello stesso tempo per non farti mai arrivare i giocatori<br />

adeguati per la prima squadra… Perché è così, amici miei. La Triade ci<br />

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metterà sempre i bastoni fra le ruote. Così, anno dopo anno, ci tocca<br />

vedere i Pellissier e i Semioli fare scintille altrove, mentre qui da noi i<br />

Vailatti e i Bongiovanni stanno alla finestra. E Balzaretti è gobbizzato e<br />

contento e fa pure lo smargiasso, che gli fratturassero tibia e perone in un<br />

sol colpo! Che ci sia bisogno di un’altra guerra mondiale per ridare slancio<br />

alla fantasia?<br />

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Posted 24/01/2006 h 11.30 a.m., CET. Vorrei mandare un mazzo di rose<br />

a Primavera, figlia della scrittrice Amalia Cambiasi Negretti Odescalchi,<br />

in arte Liala. A dieci anni dalla scomparsa della celebre mamma,<br />

l’ottuagenaria signora s’è convinta a consegnare all’editore Sonzogno<br />

l’ultimo suo romanzo rimasto incompiuto, permettendo che sia qualcun<br />

altro a ultimarlo. Tra i tanti nomi che le sono stati fatti da quei genialoidi<br />

della redazione, è spuntato perfino quello di Luciana Littizzetto! La<br />

reazione di Primavera: “Luciana Littizzetto? L’abbiamo vista in tv, io mia<br />

sorella Tilla e le amiche di mamma… guardi, siamo inorridite.”<br />

Anch’io inorridisco ogni volta che la vedo, signora mia. È racchia come il<br />

peccato, non mi fa ridere e in ultimo è gobba da far ribrezzo. Datemi pure<br />

del misogino – comunque non lo sono, amo troppo il genere femminile per<br />

esserlo – ma io non sopporto le donne juventine, soprattutto quelle V.I.P.<br />

Quando m’imbatto catodicamente nelle varie Parietti, Chiabotto, Merz,<br />

Littizzetto, Masciotta, Panicucci etc., mi va il sangue alla testa, non so che<br />

farci. Sono indisponenti e incompetenti calcisticamente. Il loro non è tifo<br />

sportivo, è pura spocchia generata dal senso d’appartenenza alla tribù<br />

dominante. Ma dopotutto, io non reggo pure Simona Ventura…<br />

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Posted 26/01/2006 h 01.30 a.m., CET. Marcello Chirico, editorialista del<br />

Giornale (ma allora il patentino lo danno proprio a tutti!) e supporter<br />

juventino talmente sviscerato e borioso da aver dato alle stampe per i tipi<br />

di Armenia Editrice un volume intitolato “Il novissimo gobbo” –<br />

consigliabile a chi soffre di stitichezza –, è quel clone mutato in peggio (se<br />

possibile!) del Dottor Male che compare spesso e volentieri a QSVS,<br />

l’ennesimo quadrato paracalcistico che, come innumerabili altri, dimostra<br />

quanto il mondo televisivo stia diventando sempre più somigliante<br />

all’isola del dottor Moreau. Ieri sera l’antroforme in questione ha avuto<br />

una sorta di bisticcio in diretta con un inviato a San Siro sulla differenza in<br />

numeri fra le presenze granata e juventine allo Stadio delle Alpi in questo<br />

primo scorcio di stagione: “Ah, io vado allo stadio e vedo lo spettacolo del<br />

nostro tifo bianconero… ma dei torinisti vedo sempre solo inquadrata la<br />

Maratona.” Probabilmente sarebbe il caso di far pervenire a Shrek – così è<br />

stato soprannominato Marcello Chirico in studio – un nutrito album di<br />

panoramiche dello stadio da settembre in poi. Con un caldo invito a farsi<br />

rifare gli occhiali e starnazzare un po’ meno.<br />

70


Non m’importa se Alex Ferguson vince la Coppa dei Campioni con una squadra<br />

composta dal fior fiore del calcio europeo o con una formata interamente da<br />

Tellytubbies. Il Manchester United mi è estraneo quanto i cosacchi che<br />

attraversavano a cavallo i villaggi dei miei antenati in Europa orientale.<br />

Colin Shindler, La mia vita rovinata dal Manchester United.<br />

Parimenti, la Juventus mi è estranea quanto i grumi grigiastri di acari che<br />

spesso si raccolgono sotto il mio letto; sebbene rimuoverli mediante<br />

l’aspirapolvere mi dia un piacere quasi sadico. Tale quale assistere<br />

all’eliminazione dei Gobbi in Champions League.<br />

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Posted 31/01/2006 h 04.55 a.m., CET. Ora basta. Dopo aver imprecato<br />

contro quel cerebroleso dispotico di Farina e le odiose manfrine di chi<br />

anticipato di netto sul pallone poi si contorce per terra simulando un<br />

infortunio per ostacolare la ripartenza altrui, dopo aver udito con queste<br />

orecchie che i vermi si mangeranno che Rosina ci è stato sbolognato dal<br />

Parma perché è un mezzo brocco, dopo aver discusso sulla discutibilità<br />

delle scelte di De Biasi e il suo inspiegabile ostracismo verso certi<br />

giocatori, Vailatti in testa e ora pure Melara, dopo aver preso un’altra botta<br />

di freddo mica da ridere, dopo aver mandato a quel paese Orfei finché<br />

avevo fiato in gola, dopo essere stato fermato da una pattuglia nei pressi<br />

del Pala Isozaki – e se non si scrive così non me ne frega un accidente –<br />

per un ‘normale controllo pre-olimpico, qualcuno lo dobbiamo pur<br />

fermare’, mi sento di aggiungere soltanto una cosa:<br />

FORZA TORO ALÉ, COMUNQUE VADA!<br />

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Posted 03/02/2006 h 04.55 p.m., CET. Quel pomeriggio di un giorno da<br />

cani a Reggio Emilia c’ero anch’io. E quanta bile dovetti mandar giù<br />

allorché vidi i perugini far festa per la promozione. Il giorno dopo, a casa,<br />

venni a sapere che al termine della partita Luciano Gaucci era stato<br />

intercettato e malmenato da una squadra di tifosi granata mentre usciva<br />

dallo stadio. “Ben ti sta”, pensai. “Così impari a comprare le partite.”<br />

Secondo il sottoscritto e i più, il misfatto in questione era stato compiuto<br />

in occasione di Torino-Chievo, match decisivo per l’ascesa in serie A nel<br />

quale i mussi veronesi allora allenati da Silvio Baldini avevano sfoggiato<br />

un furore agonistico smodato, quantomai sospetto, bloccando i granata sul<br />

pari. Facile quindi immaginare quali reazioni abbia suscitato in me negli<br />

anni seguenti la vista di quella pappagorgia irridente. Nondimeno, ora che<br />

finalmente i nodi sono venuti al pettine, non riesco a rallegrarmene. Anzi,<br />

mi riempie di sconforto pensare che per un Gaucci che va in galera, altri<br />

intrallazzatori di uguale pasta continuano e continueranno impuniti a farla<br />

da padrone nel mondo del calcio e della società italiana. Ogni allusione è<br />

puramente casuale.<br />

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Posted 02/02/2006 h 01.55 a.m., CET. Avviso ai naviganti granata.<br />

Poiché il testo “Il Toro è martirio” è attualmente sotto opzione letteraria<br />

presso un’importante casa editrice, ho ritenuto opportuno rimuoverlo dal<br />

sito. Mi scuso profondamente con tutti coloro i quali non ne avessero<br />

completato la lettura. Detto ciò, e manifestando la mia massima solidarietà<br />

al mitico Aldo Agroppi che molto probabilmente verrà querelato da Sua<br />

Permalosità Antonio Giraudo (per le mordaci esternazioni sul trattamento<br />

a base d’insulti e monetine ricevuto dalla Triade mercoledì sera allo Stadio<br />

Olimpico), passo alla baggianata del giorno, che è veramente da annali: il<br />

Comune di Torino vuole impacchettare il Filadelfia.<br />

Sì, avete capito bene. Dopo aver coperto con pacchiani sudari colorati e<br />

orrende rielaborazioni un piccolo patrimonio artistico composto da edifici<br />

troppo malridotti per non guastare il passeggio olimpico – il palazzo del<br />

Mauriziano, l’ex casa Gramsci di Piazza Carlina, la ex Westinghouse su<br />

Via Boggio etc. – l’assessore alle Olimpiadi Elda Tessore ha<br />

improvvisamente scoperto che ancora ieri i resti del vecchio tempio<br />

granata continuavano a far brutta mostra di sé, covando colera e<br />

leptospirosi, a poche centinaia di metri dagli ingressi del Villaggio Media<br />

sorto sull’area degli antichi Mercati Generali. Eppure sono ormai anni che<br />

l’area è al centro di roventi – macché, a nessuno salvo i tifosi granata<br />

gliene frega un accidente – polemiche sul suo degrado incipiente. L’input<br />

è partito dal consigliere provinciale diessino Piero Valenzano, dopodiché<br />

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l’Elda furiosa si è rapidamente precipitata sul posto con la sua corte dei<br />

miracoli. Sguardi attoniti, ostentata costernazione e chiamate telefoniche<br />

al vetriolo nel constatare lo stato dell’oggetto fino a ieri misterioso. Che<br />

fare? Presto detto: “Entro domenica sera alzeremo un telo rosso di oltre<br />

due metri lungo tutto il perimetro e chiuderemo tutti i varchi. L’Amiat farà<br />

una pulizia radicale dei marciapiedi.” Cioè, se il morto puzza, stendiamoci<br />

sopra un velo e deodoriamo l’obitorio con Fragranza Olimpica N. 5. A<br />

parte il non trascurabile fatto che le tribune superstiti sono alte ben più di<br />

due metri.<br />

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Posted 04/02/2006 h 06.55 p.m., CET. Non molto tempo fa il comico<br />

Paolo Rossi affermò che secondo lui è in atto un piano di rincoglionimento<br />

scientifico del popolo italiano – probabilmente tramite un virus inibitore<br />

degli impulsi sinaptici. Innumerevoli episodi sparsi negli ultimi anni, non<br />

ultimo la storiaccia dell’impacchettamento del Filadelfia, sembrerebbero<br />

dargli ragione. Dopo aver visto l’odierna puntata di 90' minuto Serie B su<br />

Rai 3 me ne sono completamente convinto anch’io. Com’è possibile,<br />

infatti, affrontare l’argomento delle polemiche seguite all’arbitraggio<br />

calamitoso di Farina in Torino-Atalanta senza che la regia offra alcun<br />

contributo filmato indicativo al riguardo? Tant’è vero che Eugenio<br />

Fascetti c’è rimasto un po’ così, mentre Claudio Sala si baloccava coi<br />

gingilli della cravatta e il borbogliante Fabbricatore faceva come al solito<br />

il primo della classe – in TV arbitrano tutti da Dio, nevvero? In ogni<br />

modo, ennesima prodezza di Rosina, ennesimo chilum collettivo della<br />

difesa ed ennesimo pareggio. E domani mattina vado a farmi un po’ di<br />

sangue acido al Fila, magari con la macchina fotografica.<br />

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Posted 05/02/2006 h 08.00 p.m., CET. Da buon epigono sabaudo<br />

dell’ineffabile Gil Grissom, C.S.I. Las Vegas, stamani mi sono recato sulla<br />

scena del crimine: il Filadelfia. Nella giornata di ieri una squadra di<br />

fantaccini ha recintato il vecchio stadio del Grande Torino con una<br />

concatenazione di graticciate rettangolari stile Guerra Fredda su cui verrà<br />

poi certamente montata la confezione: tomografie assiali computerizzate<br />

intracraniche dei pezzi grossi del Toroc su sfondo rigorosamente granata,<br />

dalle quali si dedurrà facilmente il discontinuo impiego di ambo gli<br />

emisferi cerebrali.<br />

Quella deprimente visione est-berlinese mi ha fatto ripensare a Bilbao, il<br />

cui progetto di riqualificazione urbana ha generato addirittura tre linee di<br />

metropolitana in neanche dieci anni di lavori, mentre qui ad Augusta<br />

Taourinorum (quanto mi mancano gli striscioni dei gobbi!) si festeggia a<br />

frizzantino e doppio kummel l’inaugurazione di quella specie di Toblerone<br />

elettrificato che neanche arriva a Porta Nuova.<br />

Per quanto concerne Juventus-Udinese, più che unirmi al nutrito coro di<br />

(giustificatissime!) lagnanze per l’arbitraggio succube di Dattilo, vorrei<br />

rilevare la reazione di Muntari all’uscita dal campo nei confronti di quei<br />

‘signori’ della tribuna juventina (corna esibite e insulti rimandati<br />

fieramente al mittente). Urbano, compracelo a giugno!<br />

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Chi sta dietro dovrebbe chiedersi perché sta dietro e anche se meriterebbe di stare<br />

dietro più di quanto in effetti non sia.<br />

Il poeta e il ferroviere.<br />

Il Mago Gabriel… pardon, Luciano Moggi.<br />

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Posted 06/02/2006 h 10.15 a.m., CET. Toritudine è il titolo della nuova<br />

rubrica di Gian Paolo Ormezzano sul Foglio dei Rigadin. Oggi presenta un<br />

decalogo di punti di vista sul Toro. Punto 4: “Col mercato di gennaio si<br />

doveva cercare uno che sapesse tirare da lontano: il Toro ne ha un bisogno<br />

folle, e ormai è tardi.” In realtà ci sarebbe Vailatti, ma De Biasi non lo<br />

vede più, e non sono soltanto io a chiedermi il perché. Manca impeto e<br />

‘varieganza’ negli ultimi sedici metri, e senza quella è piuttosto difficile<br />

metterla dentro. Animo, Lazetic e compagnia!<br />

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Posted 08/02/2006 h 11.00 a.m., CET. Melania Mazzucco ha stravinto il<br />

Premio Strega 2003 con un romanzo, Vita, disseminato di espliciti rimandi<br />

(leggasi: scopiazzature) a Guerra e Pace di Lev Tolstoj. In virtù – se così<br />

si può dire – di ciò, <strong>Maurizio</strong> <strong>Ferrarotti</strong> si prende ora la libertà di citare<br />

intertestualmente (non l’ho inventata io!) Frammenti di una rosa<br />

olografica di William Gibson, senza tema di essere messo alla berlina dei<br />

plagiari. Chissenefrega.<br />

Un ologramma ha una particolare caratteristica: recuperato e illuminato,<br />

ciascuno frammento rivelerà l’immagine intera della rosa. ondimeno,<br />

ogni frammento rivela la rosa da un diverso punto di vista.<br />

Pertanto, ponendo che la rosa si tramuti in un toro, anzi nel Toro, ogni<br />

frantume rivelerà la squadra granata da un differente punto di vista:<br />

formazione, allenatore, gerenza, gioco espresso, rapporto con gli arbitri…<br />

Ecco: alla luce di quanto è successo ieri a Vicenza e anche contro<br />

l’Atalanta, parliamo proprio di quest’ultimo. Non è che per caso si stia<br />

approfittando del nostro cattivo stato di forma per darci addosso, con<br />

l’intento neanche troppo dissimulato di tenerci lontano dall’area<br />

promozione? Sapete com’è; l’estate scorsa hanno provato a farci sparire e<br />

non ci sono riusciti, ma non è detto che le grandi manovre siano finite lì.<br />

Parimenti, potrebbe trattarsi di un rigurgito maleodorante del calcio<br />

scommesse; chissà quanto pagavano il Toro perdente a Vicenza… non<br />

poco, credo. Chi mi conosce bene sa perfettamente che detesto la<br />

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dietrologia da bar sport, però uno più uno fa spesso tre e a volte addirittura<br />

quattro… Fermo restando che la squadra sta giocando davvero male.<br />

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Posted 09/02/2006 h 11.00 a.m., CET. La nuova (?) linea editoriale del<br />

quotidiano fiateur La Stampa è quantomai filo-rigatina. Se la Juventus<br />

vince, non importa se meritatamente o di posteriore o grazie agli arbitri,<br />

abbracci dei giocatori magnificati a colori e titoloni incensanti: se invece,<br />

come ieri sera, la Gobba fa una mezza puzzetta, titoli dimessi e foto<br />

sgranate in bianco e nero. Ma stamattina presto mi hanno fatto davvero<br />

godere – benché il loro intento fosse chiaramente denigratore: infatti,<br />

l’istantanea di Juventus-Parma non è Fabio Cannavaro che sorride alle<br />

sciampiste sugli spalti o Pavel Nedved che si ravvia per l’ennesima volta<br />

la capigliatura da cupio preraffaelita, bensì il gestaccio rivolto da Bucci a<br />

urbi e gobbi dopo il rigore calciato da Alessandro Del Piero contro la<br />

traversa. Che posso dire, purtie… sei grande grande grande grande grande<br />

grande. Almeno quanto Fabio Capello, con le sue allucinanti dichiarazioni<br />

sulla bontà del franchismo, è piccolo piccolo piccolo piccolo piccolo<br />

piccolo. Nonché sventato, poiché essendo di casa nella penisola iberica<br />

dovrebbe tenere a mente che nelle province del nord opera da quasi mezzo<br />

secolo una certa organizzazione chiamata Euskadi ta Askatasuna.<br />

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Posted 10/02/2006 h 11.00 a.m., CET. Ricordate (certo che sì!) quando a<br />

luglio e agosto noi granata si cantava a squarciagola “Io boicottare vorrei,<br />

Torino 2006…” per le strade di Torino? Qualcuno a Saxa Rubra deve<br />

averne tenuto conto, poiché ieri sera a RAI 2 Valentin El Castellano e<br />

Mastro Chiamparino sono stati entrambi eclissati dalla fisicità planetaria<br />

di un Giampiero Galeazzi sempre più tartagliante. Pur di non dar voce<br />

diretta ai (soporiferi, va detto) rappresentanti cittadini in un momento<br />

topico come l’arrivo della fiaccola olimpica in città, la banda Mazzocchi<br />

ha fatto vaniloquiare Yuri Chechi e Isolde Kostner e Debora Compagnoni<br />

per quasi tutta la durata della trasmissione, con inserti poco meno che<br />

subliminali su Piazza Palazzo di Città. Se è vero che il buongiorno si vede<br />

dal mattino, credo proprio che dal punto di vista mediatico queste<br />

verranno tramandate ai posteri le Olimpiadi Invernali 2006 dell’Esquilino.<br />

E ora scusatemi perché esco a cercare Susan Sarandon disperatamente.<br />

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Posted 12/02/2006 h 05.00 a.m., CET. Contro il Catanzaro si è avuta la<br />

milionesima riprova di quanto un cambio (per la verità, due…) azzeccato<br />

possa cambiare totalmente il volto di una partita. Fino all’entrata di Edusei<br />

e Ferrarese il Toro aveva giocato male male male e ancora male, da<br />

uscirsene in anticipo cristonando sui massimi sistemi granata; pure, in<br />

seguito alla doppia sostituzione, si è avuto un graduale miglioramento<br />

meteorocalcistico sulla Continassa fino al liberatorio cabezazo di Oscar<br />

Brevi e al primo tanto di Elvis The Pelvis Abbruscato su splendida<br />

imbeccata di Ferrarese.<br />

Non una schiarita, però: questa squadra continua a essere tormentata da<br />

oscure paure, che la forzano a ripetere ad nauseam sempre lo stesso ritrito<br />

schema – lancio alla spera in Odino sul testone pelato di Stellone.<br />

Speriamo che la pausa porti consiglio, perché dopo c’è il Bologna!<br />

Frattanto pure uno scettico blu come me si è fatto contagiare dal clima<br />

olimpico, ballando soul della Motown fino a notte fonda con canadesi,<br />

americani e mancuniani…<br />

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Posted 13/02/2006 h 11.00 a.m., CET. La fotografia maratonista di oggi,<br />

gentilmente fornitami da Andrea, è stata presa nei primi anni ottanta del<br />

secolo scorso. Un’epoca irripetibile in più di un senso. Anche allora la<br />

Juventus mieteva successi e suscitava viscerali antipatie (sua grande<br />

antagonista era la Maggica Roma di Liedholm: Paulo Roberto Falcao,<br />

Roberto Pruzzo, Odoacre Chierico, Sebino Nela… che giocatori!) ma al<br />

solo proferire la locuzione ‘sudditanza psicologica’ si sarebbe seriamente<br />

rischiato l’internamento vita natural durante in una vasca di privazione<br />

sensoriale stile Stati di allucinazione. In ogni modo si gufava, eccome; in<br />

tal senso, per il popolo granata la stagione 1982-83 fu poco meno che<br />

prodigiosa. Prima vi fu il fantastico derby del 3 a 2, in cui de facto<br />

consegnammo lo scudetto ai giallorossi: poi, Atene… la mia prima<br />

autentica gufata antibianconera. Avevo diciotto anni compiuti e una<br />

zazzera da fare invidia a Diego Abatantuono. Quella sera ci riunimmo<br />

proprio nel salotto del sopraccitato compare con una nutrita scorta di Coca<br />

Cola, Moretti e pop-corn. Quando Felix Magath segnò scoppiò il<br />

finimondo. E alla fine della partita scendemmo per strada sventolando una<br />

bandiera bianconera a mo’ di dileggio.<br />

Oggi… è il 13 febbraio 2006. Bando all’esistenzialismo granata! La<br />

Juventus è sempre forte e aiutata negli stenti da una classe arbitrale come<br />

mai piegata a 90°. Stanno pareggiando? Nessun problema; Pavel Nedved<br />

si tuffa nei pressi della lunetta come neanche Klaus Di Biasi ed ecco una<br />

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punizione ad hoc per il talento cristallino del Pajaro Del Piero.<br />

D’altronde, che razza di antagonista è l’Inter? Una multinazionale del<br />

pallone che compra Pizarro a peso di platino per poi tenerlo a scaldare la<br />

panchina. Per di più, i nerazzurri mi sono sempre stati sulle scatole fin<br />

dalle prime trasferte ochenteras a San Siro, quando al nostro arrivo i loro<br />

ultrà si facevano vedere con i coltelli sguainati manco fossero i Tigrotti di<br />

Mompracem. Sono cose che non si dimenticano. In definitiva, mi dispiace<br />

che la spumeggiante Roma di Spalletti si sia svegliata troppo tardi,<br />

riuscendo peraltro lo stesso a sbattere fuori i rigatini dalla Coppa Italia.<br />

Coraggio, raga’: cosa volete che siano 18 punti!<br />

Per quanto riguarda la causa granata, amici e compagni di eterna malattia,<br />

vi consiglio di non continuare a sprecare energie augurando malasorte a<br />

una squadra che comunque ha virtualmente lo scudetto cucito sulle<br />

maglie: conserviamole piuttosto per sostenere il nostro Toro nella sua<br />

difficile corsa verso la serie A. Sugli spalti dell’odioso Delle Alpi come<br />

ieri al Comunale.<br />

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Posted 15/02/2006 h 05.00 p.m., CET. Poiché il presente diario granata e<br />

antijuventino ha già raggiunto la ragguardevole dimensione di 1.077 KB e<br />

non tutti su questo globo terracqueo sono in possesso della connessione a<br />

banda larga, il sottoscritto ha ritenuto opportuno sdoppiarlo in ‘file<br />

archivio’ e ‘post giornaliero’. Spiegato ciò, passo a dirvi che ho appena<br />

terminato di vedere Torino-Danubio, incontro valevole per la 58ª Coppa<br />

Carnevale di Viareggio: il match è terminato col punteggio a occhiali, ma<br />

a dispetto di ciò è stato molto combattuto. Del Toro baby mi è piaciuto<br />

soprattutto Rignanese, un centrocampista dotato di buona personalità,<br />

soprattutto nei tiri dalla media distanza.<br />

In questo primo scorcio di settimana se ne stanno sentendo e vedendo di<br />

tutti i colori. Dapprima la Giuve che querela Luis Figo per le sue mordaci<br />

dichiarazioni riguardo alla presunta presenza dello Scambista Moggi nello<br />

spogliatoio degli arbitri prima di Inter-Juve e proibisce le comparsate<br />

televisive ai propri tesserati – la proibissero ai leccapenne loro amici,<br />

invece! – mentre Nosferatu Bettega viene multato con 1.000 euro per la<br />

sua presenza non autorizzata nel tunnel di accessi agli spogliatoi dopo la<br />

partita – insomma, questi in tribuna non ci vogliono proprio stare! Poi la<br />

Gea-World di Alessandro Moggi che, putacaso, finisce nell’occhio del<br />

ciclone giudiziario. E ancora, il giudice Nicola Clivio del Tribunale di<br />

Milano che decide il dissequestro dei due siti Internet che la Guardia di<br />

Finanza aveva oscurato lo scorso 27 gennaio in seguito a una querela di<br />

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Sky, vale a dire calciolibero.com e coolstreaming.it – i quali, attraverso il<br />

pier to pier, come lo chiama Roberto Pavanello oggi sul Foglio dei<br />

Rigadin (sarà mica un piemontesismo, come i film purno e il tramvai?),<br />

permettevano di vedere gratuitamente in streaming gli incontri del nostro<br />

campionato di calcio. Infine, dulcis in fundo, il Grande Torino che<br />

furoreggia negli Stati Uniti grazie ai network NBC e SHNS. Forse<br />

l’iperjuventina e fiateur Evelina Christillin non l’aveva preventivato, ma<br />

sapete com’è, agli americani piacciono le storie vere. Sai che spasso se<br />

Elvis Abbruscato fosse invitato al David Letterman Show?<br />

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Posted 18/02/2006 h 05.00 p.m., CET. Non è facile assumere il punto di<br />

vista degli altri. Cosa avrà provato Ricky Vailatti quando la società gli ha<br />

comunicato che sarebbe stato mandato a Viareggio con la Primavera in<br />

qualità di fuoriquota, dopo aver gustato più volte la titolarità in prima<br />

squadra? Solo lui lo può sapere. Comunque il giocatore ha talento,<br />

eccome; una sua invenzione su punizione all’incrocio dei pali ha permesso<br />

ieri al Toro baby di battere il Messina mantenendo vive le speranze di<br />

passaggio agli ottavi di finale. Vedremo se al ritorno dalla Versilia De<br />

Biasi lo riprenderà in considerazione.<br />

Il Grande Fratello è qui: quello vero, non il succedaneo smutandato ed<br />

escatologico della Endemol Produktions. E le enclavi super-sorvegliate<br />

che popolano i profetici romanzi di William Gibson, Mark Laidlaw e<br />

Octavia Butler sono ormai una realtà. Ho preso 77 euro virgola 72<br />

centesimi di multa per aver solamente lambito la ZTL Quadrilatero<br />

Romano, abitata da esponenti del bel mondo torinese. Una cifra davvero<br />

spropositata per un’infrazione accertata successivamente, con impianto<br />

rilevatore denominato K53300: in parole povere, una telecamera. Stando<br />

così le cose, mi viene da pensare che diamine potrebbe capitarmi se così<br />

per caso, in una sera di ubriachezza molesta – tranquilli committenti, non<br />

mi capitano mai! – finissi a scaricare la vescica davanti all’ingresso della<br />

stanza dei bottoni juventina di C.so Galileo Ferraris, anch’essa controllata<br />

elettronicamente. Come minimo mi spedirebbero a Guantanamo.<br />

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Posted 22/02/2006 h 05.00 p.m., CET. La vendetta è un piatto che si<br />

consuma freddo, e a noi tifosi granata piace parecchio il vitello tonnato.<br />

Quattro anni dopo la sconfitta in una incredibile finale, contrassegnata<br />

dagli errori in serie dell’inefficiente arbitro Rodomonti, il Toro si è preso<br />

la rivincita sull’Inter. I nerazzurri erano andati al riposo in vantaggio per<br />

1-0 , ma la gagliarda Primavera granata di Antonio Pigino ha saputo<br />

ribaltare il risultato nel corso della gara. La nostra squadra era partita<br />

meglio degli avversari, ma è stata punita a metà del primo tempo. Al 2'<br />

della ripresa è però arrivato il terzo gol in tre partite del ritrovato Ricky<br />

Vailatti che ha ristabilito la parità. A cinque minuti dal termine la rete di<br />

Piroli è valsa il sorpasso alla squadra guidata da Antonio Pigino. Dopo<br />

cinque interminabili minuti di recupero, il triplice fischio: il Toro vola nei<br />

quarti e sarà in campo già domani pomeriggio. Forza ragazzi!<br />

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Posted 23/02/2006 h 10.20 a.m., CET. Ieri sera non nutrivo il benché<br />

minimo desiderio di piantarmi davanti alla tele per gufare i Gobbi, quindi<br />

sono scappato con la ferma intenzione di andare a farmi un paio di birre a<br />

Casa Olanda. Ma niente da fare, in coda c’era il mondo intero e anche i<br />

coloni della Nube di Magellano! Sicché ho dovuto accontentarmi di un<br />

nostrano San Simone in un bar nei pressi e buonanotte. Ritornato a<br />

casuccia, cosa può fare un povero ragazzo-uomo single se non abbrancare<br />

il telecomando e guardarsi Canada-Russia di hockey (che spettacolo!) con<br />

fatali fugaci passaggi su Werder Brema-Juventus… Neanche un quarto<br />

d’ora di zapping frenetico e i teutonici segnano, e pure di rimpallo! Gran<br />

spettacolo!<br />

Secondo copione, la Giubbentus ha poi ribaltato nel secondo tempo il<br />

meritato svantaggio con un’incursione dell’insopportabile cascatore Pavel<br />

Nedved su marchiana disattenzione difensiva avversaria e il classico<br />

fastidioso gollonzo da rottin**** di Trezeguet, ma lì il WB si dev’essere<br />

ricordato di una certa partita del 27 marzo 1983 allo Stadio Comunale…<br />

Lichtung, il diradarsi heideggeriano del pensiero fino allo spazio libero…<br />

Pertanto in cinque minuti di sacro furore agonistico ha ribaltato il risultato:<br />

88' Borowski, 92' Micoud, ovvero Fortunato Torrisi da Melito di Porto<br />

Salvo disegnato da Picasso. Danke Werder! E dopodomani vi parlerò dei<br />

Ruts.<br />

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Posted 23/02/2006 h 05.00 p.m., CET. Mi interessano le usanze straniere<br />

in terra straniera, le colonie umane sugli altri pianeti. Boise (Baschi in<br />

Idaho, Stati Uniti d’America), Brighton Beach (Russi a New York), Little<br />

Armenia (Los Angeles!), la Terra del Nuovo Sole Sorgente di Jimi<br />

Hendrix (Altair). Perciò fra non molto ritenterò l’entrata a Casa Olanda, a<br />

maggior ragione dopo essermi trangugiato l’obbrobrioso primo tempo del<br />

Toro Primavera contro l’assai più forte Roma: 0-3! È la teoria astrofisica<br />

delle stringhe unificate sfigotoroniche, cioè mai far gioire un tifoso<br />

granata per più di quattordici ore quindici minuti e settantaquattro<br />

nanosecondi di fila poiché un tripudio più prolungato nel tempo potrebbe<br />

provocare leggeri ma significativi scompensi nell’equilibrio dell’universo<br />

rigatino, in cui la sportività è una parolaccia di materia degenere e<br />

l’accumulo entropico di simulazioni viene premiato con la Pulsar d’Oro.<br />

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Posted 25/02/2006 h 01.30 p.m., CET. E te pareva che non segnava<br />

Marazzina. E che il bistrattato Edusei (da chi lo riteneva la reincarnazione<br />

ghanese di Toninho Cerezo) si riproponeva ancora come assist-man. E che<br />

Orfei si dimostrava nuovamente un giocatore non adatto alla categoria – è<br />

brutto dirlo, ma gli svarioni sono pietre. E meno male che ha segnato<br />

Roby Stellone, un giocatore cui bisognerebbe fare un monumento per il<br />

mazzo che si fa lungo tutto il fronte dell’attacco. Il disco scaramantico<br />

della giornata era Four Track EP dei Ruts, se non altro avrà contribuito a<br />

non farci perdere, benché i pareggi nell’epoca dei tre punti servano quanto<br />

un ombrello sotto una pioggia di meteore.<br />

Con la loro peculiare miscela di punk rock rauco interlacciato con reggae e<br />

dub, i Ruts furono una delle più eccitanti band a emergere dalla scena<br />

inglese dei tardi anni settanta. La loro carriera fu crudelmente accorciata<br />

dalla morte per overdose di eroina del loro cantante, Malcom Owen, nel<br />

1980, ma il gruppo riuscì comunque a pubblicare sei singoli cruciali, tutti<br />

regolarmente piazzatisi nei quartieri alti delle classifiche britanniche, e un<br />

album influente. Furono anche una forza dirompente nel movimento<br />

Britain’s Rock Against Racism, garantendo un lascito politico sicuramente<br />

vitale quanto la loro musica. I singoli: In a Rut / Babylon’s Burning /<br />

Something That I Said / Jah War / Staring At The Rude Boys / West One.<br />

L’album: The Crack (1979). R.I.P., Malcom.<br />

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Posted 28/02/2006 h 10.25 a.m., CET. Juventud de Las Piedras. La<br />

gioventù delle pietre. No, non è una diramazione di Hamas. È la squadra<br />

uruguaiana (o uruguagia, o uruguagua come diceva Totò Schillaci) che ieri<br />

pomeriggio ha tirato un grosso macigno in testa alla Giuve Primavera,<br />

aggiudicandosi la 58ª Coppa Carnevale di Viareggio grazie a un cabezazo<br />

di Ribas, nuovo piccolo mito dell’antigobbismo globale. Lo Scambista<br />

Moggi era in tribuna e a fine partita non è parso proprio al settimo cielo<br />

(ha ha ha), mentre il redivido Spillo Altobelli, col suo eloquio protogiovannonico,<br />

spargeva rose rosse e camelie sul “formidabile settore<br />

giovanile dei bianconeri”. Sarà anche lui uno stooge della Gea? ow I<br />

Wanna Be Your Procurator!<br />

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Posted 05/03/2006 h 10.00 a.m., CET. “Non riesco proprio a volare”, si<br />

rammaricò la deliziosa Carolina Kostner dopo l’esercizio libero. Neanche<br />

il Toro riesce a volare, ma è davvero brutto da vedere. La promozione<br />

diretta è ormai un’utopia e buona parte dei tifosi è incazzata con De Biasi.<br />

Io proprio non volevo ritornare a schiumare dopo un’estate in cui siamo<br />

stati pericolosamente vicini alla cancellazione dal calcio professionistico e<br />

all’esaurimento nervoso, ma come potrei non agitare i pugni assistendo<br />

alla sostituzione di un esterno d’attacco con uno stopper, fermo restando<br />

che la squadra sta vincendo 1-0 contro una squadra assolutamente non<br />

trascendentale come la Ternana? Per di più subendo un gol dal dischetto<br />

del rigore con una difesa a tre centrali, ripeto, tre, Melara Orfei Brevi? E<br />

leggendo le sconcertanti affermazioni del coach torinista a Mediavideo,<br />

“mi aspettavo di più dai cambi”, quasi a sconfessare la campagna di<br />

rafforzamento? Ma cosa pretendeva, arrivare fino a giugno con la rosa<br />

dell’andata?<br />

Chiaro, anzi abbagliante come una quasar che l’autocritica non è più di<br />

questo pianeta… quantunque sarebbe ben accetta: ”ho sbagliato i cambi”,<br />

to’. Diciamo uno in particolare, Melara per un Fantini in tangibile ripresa<br />

psicofisica – vedi assist per il gol di Rosina. E giù il cappello per l’onestà.<br />

Ma no, troppa fatica, scende giù l’ernia, i tifosi sono prevenuti e non<br />

capiscono una fava, avessero mai calcato un terreno di gioco! Ebbene,<br />

personalmente parlando, la mia rete neurale funziona a pieno regime e a<br />

97


pallone ho giocato anch’io e ne ho visto giocare a quintalate, perciò mi<br />

sento in pieno diritto di criticare come e quanto mi pare poiché pago<br />

l’obolo da trent’anni ormai e perfino quando giocavamo con Simo e Karic<br />

e Ipoua ho sempre sostenuto la squadra a squarciagola. Quindi sostengo<br />

che al Toro manca terribilmente una mezz’ala di raccordo – francamente,<br />

che diamine abbiamo comprato a fare Gallo, e perché dar via Gentile così<br />

a cuor leggero? –, che è assurdo che con tanti esterni in rosa si veda un<br />

cross dal fondo una volta ogni era glaciale, che giocatori come Lazetic e<br />

Ferrarese siano stati relegati al ruolo di comparse dopo quattro pedate<br />

quattro mentre Orfei, (non me ne voglia casomai leggesse queste righe)<br />

continua a collezionare amnesie neanche avesse l’Alzheimer precoce, che<br />

Vailatti vada in tribuna come un frillo qualsiasi manco avesse preso a<br />

pugni l’allenatore negli spogliatoi… oltretutto è un interno, però qualcuno<br />

ha deciso che possiamo affrontare ogni avversario con un centrocampo a<br />

due, nemmeno i pur encomiabili Ardito ed Edusei fossero Netzer e<br />

Breitner…<br />

A ogni buon conto, De Biasi sarà uno specialista in promozioni, ma fino a<br />

prova contraria non è Rinus Michels! Mi dispiace dirlo, ma da quando è<br />

iniziato il 2006 sta toppando una formazione dietro l’altra. Ci sarà pure<br />

una ragione del perché a Brescia non lo possono più vedere. Parliamoci<br />

chiaro, io non ne sto caldeggiando apertamente l’esonero: però sono stufo,<br />

arcistufo e strastufo di andare al Delle Alpi e vedere del calcio deprimente<br />

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– tutto il calcio in generale è scaduto di qualità, però si può ancora<br />

giocarlo in modo perlomeno decoroso. Ciò nondimeno, datemi pure del<br />

mentecatto, ma questa squadra anche con le sue evidenti manchevolezze<br />

vale quanto una fuoriserie: però attualmente gioca come una bianchina. Di<br />

conseguenza, se ciò di cui ha bisogno è la proverbiale scossa salutare, ben<br />

venga. Ma solo con un nome: il mitico Zdenek Zeman. In caso contrario,<br />

accettiamo il più serenamente possibile (richiederà uno sforzo erculeo!)<br />

tutto quanto verrà e buonanotte agli zampognari.<br />

99


Posted 06/03/2006 h 04.00 p.m., CET. “La creatività non fa a pugni con<br />

la disciplina. Forse con me c’era molta più disciplina di quanta con ce ne<br />

sia oggi. Per esempio, Michael Laudrup faceva la stessa cosa che piaceva<br />

fare a me quando giocavo: scendere di qualche metro a cercare la palla per<br />

confrontarsi uno contro uno con un centrocampista, cosa che risulta<br />

sempre più facile che con un difensore. Questo significa che lo spazio che<br />

lui lasciava libero poteva essere occupato da uno dei nostri centrocampisti<br />

cui, pertanto, poteva passare la palla. Tuttavia, se si sbaglia, si dev’essere<br />

in grado di rimediare, recuperare la posizione e difendere. E questa è una<br />

delle battaglie che ho ingaggiato con attaccanti quali Laudrup e Van<br />

Basten. Perché la loro prima caratteristica è l’astuzia: sanno benissimo<br />

quale avversario gli conviene affrontare in uno contro uno e, logicamente,<br />

lo vanno a cercare. Ma devono agire nella zona di massimo rendimento<br />

che, nel caso di Laudrup, è dentro l’area.” Johan Cruyff, Mi piace il calcio<br />

(ma non quello di oggi).<br />

Per quanto mi riguarda, farei stampare questo paragrafo a caratteri cubitali<br />

e lo appenderei a una parete dello spogliatoio granata, facendolo poi<br />

leggere e rileggere fino allo sfinimento a tutti i nostri attaccanti, esterni o<br />

punte centrali che siano. E…, no, di Zeman non parlo. Sayonara.<br />

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Posted 07/03/2006 h 10.00 a.m., CET. Sustine et abstine è un precetto di<br />

origine stoica che esorta l’uomo ad astenersi dal pretendere di mutare il<br />

corso degli eventi, perché tutto è retto dal fato o provvidenza divina.<br />

Quindi si deve sempre accettare e sopportare quello che accade, limitando<br />

il proprio volere alle poche cose che ne dipendono: solo così l’uomo potrà<br />

essere libero e non turbato da quanto avviene intorno a lui.<br />

Stando così le cose, il popolo granata dovrebbe accettare e sopportare tutto<br />

quello che accade alla sua squadra del cuore, esplicitamente invisa al<br />

fato… sciagure aeree, retrocessioni, gol fantasma, scudetti rubati, spareggi<br />

taroccati, arbitraggi svergognati, giocatori impresentabili, fallimenti<br />

societari, cuginetti cuculo che vengono a razzolare nel tuo stadio… be’,<br />

accettare MAI E POI MAI, quanto a sopportare non siamo secondi a<br />

nessuno, abbiamo le palle quadrate.<br />

Taluni scriveranno adesso che gli ultimi effluvi dell’effetto Cairo si sono<br />

dissolti nell’aria fresca di marzo pazzerello. Altri che l’aspro intervento<br />

del patron ieri a Orbassano sortirà un effetto benefico sulla compagine.<br />

Tutto questo e altro. Sinceramente parlando, i contenuti della rampogna di<br />

Cairo non mi sono piaciuti gran che: voglio dire, è solo colpa dei giocatori<br />

questa situazione? E le sciocchezze dell’allenatore dove le mettiamo? Gli<br />

stopper al posto degli esterni d’attacco quando si vince comodo, Ferrarese<br />

che a suo dire sarebbe utile solamente per gli ultimi venti minuti di partita,<br />

l’ostracismo a Vailatti… Mi permetto di dire mah. In ogni modo, Stellone<br />

101


è di nuovo fermo ai box, sicché è ormai lampante – ma dopotutto si era già<br />

inteso da molto tempo – che ce l’hanno venduto rotto. Sustine et abstine,<br />

appunto. Bentornato, Toro agonico di sempre. Sentivamo la tua mancanza.<br />

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Posted 11/03/2006 h 06.00 p.m., CET. “Squadra che vince, merito dei<br />

giocatori; squadra che perde, colpa dell’allenatore.” Un aforisma vecchio<br />

quanto il gioco del calcio. La verità è che sono talmente rattristato che non<br />

so neanch’io bene che scrivere oggi. A questo giro lascerei volentieri le<br />

disamine e le catilinarie ai forumisti, fermo restando che due mesi e<br />

fischia di virtuale non gioco e prestazioni sconcertanti mi sembrano più<br />

che sufficienti a chiedere la testa di un allenatore che evidentemente non ci<br />

sta più con la testa – stanco o no, col Piacenza Nikola Lazetic andava<br />

tenuto in campo perché era l’unico che stava inventando qualcosa, e il<br />

genialoide che fa?, lo toglie! E un Ferrarese così pimpante che ci sta a fare<br />

in panchina?<br />

I tifosi granata più moderati rammentano continuamente a tutti quanti di<br />

ripensare a dov’eravamo ad agosto, ma io personalmente pago l’obolo per<br />

vedere del calcio decente, o perlomeno giocato con grinta e cattiveria<br />

agonistica – non mi sembra di pretendere la luna né l’Ajax di Cruyff e<br />

Johnny Rep –, e qui invece ci stiamo rifacendo il sangue acido come<br />

neanche all’epoca di Ulivieri!<br />

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Posted 13/03/2006 h 11.00 a.m., CET. Finalmente il nostro presidente si<br />

lamenta degli arbitri, sarà il commento unanime del popolo granata alle<br />

risentite esternazioni di Urbano I a TeleLombardia. Mi metto volentieri<br />

anch’io nel coro, perché il credito del Toro nei confronti delle giacchette<br />

fosforescenti (già nere) comincia a essere più che consistente, direi perfino<br />

inquietante. Corrrrotti pagati da Luciano Moggi – poiché l’Avvocato non è<br />

più di questo mondo? Un momento, por favor. Il Toro non fa risultato<br />

perché fatalmente, al di là dell’involuzione tattica e della mancanza di<br />

punch atletico, l’attacco ha le polveri bagnate. Se soltanto la metà delle<br />

occasioni create nelle ultime due partite fossero state finalizzate non<br />

saremmo certamente qui a vaniloquiare di giocattolo che si sta rompendo e<br />

altre fesserie. Nondimeno, è cristallino che un rigore fischiato contro (o<br />

non fischiato a favore, come a Vicenza) all’apice del tuo sforzo offensivo<br />

ti manda a carte quarantotto tutti i piani. Comunque, da Barbaresco di<br />

Cormons a Messina passando per Sguizzato, il Toro è sempre stato nel<br />

mirino dei fischietti. Non lo scopro certo io che siamo i reietti del pianeta<br />

calcio. In ogni modo, arbitri o non arbitri, De Biasi o non De Biasi,<br />

cerchiamo di fare quadrato intorno alla nostra squadra. E di sostenerla alla<br />

morte contro il Mantova. Perché io, come tutti voi, non voglio rimanere un<br />

altro anno in serie B. Passatemi la volgarità, ma ne ho veramente pieni i<br />

coglioni.<br />

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Posted 19/03/2006 h 11.00 a.m., CET. “Al ritorno li faremo neri come la<br />

carbonella”, avevo scritto livido di rabbia in questo diario. E così è stato.<br />

Ciao ciao Mantova, tu e la tua protervia anofele. Il Toro è tornato? Alle<br />

prossime partite l’ardua sentenza. Frattanto godiamoci questa bella<br />

vittoria, Ferrarese portando palla sull’out sinistro con l’esterno del piede<br />

destro come Cruyff, Lazetic zigzagando come Vanenburg, Elvis Presley<br />

Costello Abbruscato volteggiando come Rob Rensenbrink via Mandressi<br />

perché a Liedholm piacciono i paragoni azzardati e il buon vino, Muzzi<br />

arieteggiando come Muzzi… Come come come? Sto esagerando coi voli<br />

pindarici per colpa di una pillola di mescalina? Andiamo, chi non lo<br />

farebbe dopo due mesi e mezzo di mota ingoiata a forza avendo visto il<br />

Toro giocare finalmente una partita decente? Rielaborando lo slogan del<br />

leggendario Giovanni Bivona in chiave torinista, diciamo tutti insieme:<br />

GRAZIE CHE HO VINTO!<br />

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Posted 21/03/2006 h 06.00 p.m., CET. Juvelandia, vale a dire la massima<br />

espressione del teratocapitalismo. Mentre si apprende da fonti sicure che i<br />

debiti del Torino Calcio 1906 sono stati saldati per intero da un<br />

finanziatore occulto (indovina indovinello du du du da da da…) per<br />

evitare che nel fallimento venisse coinvolta la Ergom e secondo Libero la<br />

Bennet sta iniziando in area Filadelfia-Chinino i lavori per il suo agognato<br />

supermercato, la Famiglia Pigiamina conferma la Triade alla guida della<br />

Società. Qualora aveste urgente bisogno di un emetico, andate a consultare<br />

le pagine 30 e 31 del Foglio dei Rigadin odierno: l’ultimo paragrafo<br />

dell’articolo dedicato alla rivoluzione più virtuale del calcio è meglio di<br />

due dita in gola. Eccone un passaggio: “La capienza del Comunale alias<br />

Olimpico scenderà a 24.000 spettatori, giacché la convivenza fra<br />

bianconeri e granata (adesso saremmo noi i cuculi…) comporta la<br />

duplicazione del settore ospiti e l’ampliamento delle fasce di sicurezza. Si<br />

prospetta quindi una Champions (insomma, per Guido Boffo noi non<br />

esistiamo proprio!) formato mignon, per soli abbonati.” Qui mi fermo<br />

perché sento già i succhi gastrici in gola, piuttosto passo a riportare pari<br />

pari l’articolo apparso sempre su La Stampa a.k.a. Foglio dei Rigadin il 7<br />

marzo 2006, pag. 38, autrice Silvia Garbarino:<br />

106


La Juve pagherà il Toro per giocare all’Olimpico<br />

Il Comune: pronta la concessione per la società di Cairo<br />

Il derby manca talmente tanto alla città, soprattutto alla sponda granata,<br />

che i motivi di rivalsa si cercano nelle cose extra-agonistiche e<br />

l’irrefrenabile esigenza di punzecchiare i già odiati cugini filtra dai<br />

particolari. La tenzone sugli stadi è la più sfruttata, per forza di situazioni<br />

oggettive: la Juve è in A, il Toro in B, perciò solo sassolini lanciati a<br />

distanza.<br />

Smuove le acque l’assessore al bilancio Paolo Peveraro, indiscusso tifoso<br />

del Toro: “Entro la fine del mandato amministrativo (primi di aprile) sarà<br />

stabilito l’affitto dello Stadio Olimpico a Juventus e Torino per la stagione<br />

2006-2007. Siamo alla definizione degli ultimi dettagli. Contestualmente<br />

sarà deliberata anche la concessione di 40 anni dell’impianto alla società<br />

granata, a partire dalla dismissione del Delle Alpi.” In sintesi, la Juve per<br />

giocare all’Olimpico pagherà un affitto al Toro. E scoppia il petardo di<br />

soddisfazione per il popolo granata.<br />

Per chi si fosse perso un pezzo della vicenda, qualche ragguaglio. La Juve<br />

ha ricevuto in concessione per 99 anni il Delle Alpi (e ha ottemperato al<br />

pagamento della prima tranche) e il Toro di Cimminelli avrebbe dovuto<br />

ricevere il vecchio Comunale una volta ristrutturato (dallo stesso ex patron<br />

granata).<br />

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L’estate scorsa ha cancellato le velleità di prestigio del signor Ergom e<br />

soprattutto stava facendo scomparire il Toro stesso. L’intervento<br />

dell’editore Urbano Cairo ha risolto la questione calcistica lasciando in<br />

eredità al Comune il completamento – per ospitare le cerimonie olimpiche<br />

– dell’impianto di Corso Sebastopoli (spesa sui 25 milioni di euro). La<br />

volontà dell’Amministrazione di pareggiare i conti, uno stadio a testa, fra i<br />

due massimi club calcistici cittadini è rimasta. Adesso si è alla definitiva<br />

messa a punto.<br />

Ma perché la Juve dovrebbe pagare qualcosa al Toro? Perché il club<br />

bianconero ha deciso da qualche tempo di modificare la struttura del suo<br />

impianto, riducendo la capienza (a 38 mila posti) ed eliminando<br />

l’inutilizzata (per i puristi per football, l’inutile) pista d’atletica. Lavori<br />

che dovrebbero cominciare il 1 giugno e richiederanno almeno un anno, se<br />

non un anno e mezzo. Nell’attesa giocherebbe all’Olimpico, che passerà in<br />

concessione al Toro dalla stagione 2007-2008. Il cerchio si chiude. In<br />

teoria.<br />

È possibile, infatti, che la Juve rimandi ancora la ristrutturazione del Delle<br />

Alpi in attesa conoscere la sede degli Europei 2012, dove l’Italia è<br />

candidata. Se il Bel Paese fosse il prescelto dalla Fifa, gli impianti<br />

individuati per la competizione continentale sarebbero ‘rinfrescati’ con i<br />

soldi dell’Unione Europea. E l’impianto della Continassa è nel mirino,<br />

avendo già ospitato le gare del Mondiale '90.<br />

108


Questo, lo scenario del futuro. Oggi è l’adeguamento dell’Olimpico stesso.<br />

“Inizierà subito dopo la cerimonia di apertura delle Paralimpiadi”<br />

aggiunge Peveraro. Il Toroc provvederà alla rimozione del palcoscenico su<br />

cui si sono svolti gli spettacoli di inaugurazione e di chiusura delle<br />

Olimpiadi Invernali, mentre il Comune provvederà ai lavori necessari per<br />

l’applicazione delle norme Uefa, come la creazione dei settori ospiti, la<br />

recinzione del campo da gioco e la suddivisione degli spalti. “Inoltre – ha<br />

spiegato ancora Peveraro – abbasseremo il campo di una quarantina di<br />

centimetri in modo che il Toro, se lo riterrà opportuno, possa in futuro<br />

realizzare un altro anello di seggiolini.”<br />

Per la stagione 2006-2007, la capienza dell’impianto resterà di 27 mila<br />

posti. E si chiamerà ancora Olimpico. Il nome “Grande Torino” sarà tale<br />

quando a giocarvi sarà solo il club granata. Prima, Olimpico e<br />

accontentarsi.<br />

Tanto vi dovevo per buona pace della par condicio. Ora vado a correre,<br />

così magari mi passa lo stimolo di sboccare.<br />

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Posted 22/03/2006 h 10.00 a.m., CET. Ha Ha Ha, come il titolo del<br />

secondo LP degli Ultravox. Intervistato dal Foglio dei Pigiamini (e da chi<br />

se no?) Alex Del Piero si lamenta: “Vivo in una città isolata dal paese,<br />

arrivarci è un’impresa. A Milano ci si arriva in un attimo. Qui ci vogliono<br />

sei ore. Parti dal Veneto? Sei ore. Dall’Emilia? Una vita. Roba che pesa. A<br />

Milano faremmo anche noi 70 mila spettatori.”<br />

Ka-boom-boom. E dove minchia siamo qui, ad Anchorage? Di quando in<br />

quando io e un mio carissimo fratello di malattia granata partiamo per<br />

Vicenza a trovare certi nostri amici e vi posso assicurare che, percorrendo<br />

la A21-A4 a una velocità di crociera di 130-140 chilometri all’ora e<br />

fermandoci almeno tre volte lungo il tragitto per sgranchire le gambe e<br />

bere qualcosa, non ci impieghiamo mai più di tre ore: non parliamo poi<br />

delle trasferte in Emilia Romagna per vedere il Toro! D’accordo che<br />

attualmente la Torino-Milano è un olocausto architettonico, ma fino a<br />

prova contraria non è l’unica via per raggiungere la città sabauda! Oltre a<br />

ciò, i rigatini della Liguria non vengono certo a piedi al Delle Alpi! Mi sa<br />

tanto che ti hanno sbriciolato un po’ di peyote nel mangime, caro il mio<br />

passerotto…<br />

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Posted 25/03/2006 h 09.00 a.m., CET. Ho goduto come Ron Jeremy in<br />

overdose di Viagra, scalmanandomi dinanzi alla tele come un ragazzino.<br />

Me lo meritavo proprio, dopo una giornata a dir poco campale, stile Un<br />

giorno di ordinaria follia. In definitiva, non si poteva non vincere davanti<br />

a una curva di piadine che ti srotolano in faccia l’innovativo striscione: IL<br />

TORO È NELL’ARENA, ADESSO MATIAMOLO. Complimenti per lo<br />

sforzo, figliocci dei gobbi! Invece, El Toro Islero ha matato Manolete<br />

Cesenate con dos cornadas da chi non te l’aspetti (Nicola, Martinelli!)<br />

dopo aver subito un altro rigore alla segale cornuta e l’espulsione peraltro<br />

evitabile di un Lazetic sempre più convincente. Ma ieri sera non si poteva<br />

perdere, oh no! Specie con un Vryzas finalmente tonico e un Gallo preciso<br />

e diligente come dovrebbe essere nelle sue corde – odio questa frase fatta<br />

alla Aldo Serena, ma oggi sono troppo contento per badare agli orpelli.<br />

Neanche il secondo stomachevole poster consecutivo dedicato dal servile<br />

Foglio dei Pigiamini alla Triade può pregiudicare la mia allegria. Una<br />

vittoria fondamentale nel cammino verso la serie A diretta, sissignore! Ora<br />

vi lascio perché voglio rimettermi alla chitarra per perfezionare Kiss Me<br />

Deadly, un bellissimo inno dei Generation X che inizia con un arpeggio<br />

lievemente sporcato da un flanger pura marca 1978…<br />

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112


Posted 29/03/2006 h 09.30 a.m., CET. Il giorno dopo la meritata sconfitta<br />

della Giubbendus in quel di Highbury Park, si ripropone prepotentemente<br />

l’argomento della sudditanza psicologica degli arbitri nostrani nei suoi<br />

confronti. Solo i vari Chirico, Mughini, Giletti e Sposini – quest’ultimo<br />

futuro consulente del canale tematico Rai sui Gobbi, ecco perché assilla<br />

chiunque non sia di fede bianconera al Brogesso di Biscardi – possono<br />

continuare a negare partigianamente l’evidenza, cioè che i rigatini sono<br />

protetti in casa e, per modo di dire, maltrattati in Europa. Ma quando mai<br />

Vieira e Camoranesi sono stati puniti in campionato per dei fallacci come<br />

quelli di ieri sera… godono dell’immunità diplomatica, altro che storie. E<br />

non mi vengano a confutare la tesi con l’espulsione di Pavel Nedved<br />

contro la Roma, poiché trattasi di eccezione che conferma la regola, vale a<br />

dire di fischietto nel centro del mirino che per una volta vuole dimostrare<br />

ai suoi detrattori di non essere poi così smaccatamente asservito. Per di più<br />

quel cartellino rosso era sacrosanto, andiamo.<br />

Ma vi è pure un’altra, forse più scottante verità: la Juve non è poi così<br />

forte come la dipingono, dipendendo in buona parte i suoi risultati da<br />

Drazan Culovic – vedi partite con la Fiorentina, Werder Brema, Parma,<br />

Udinese…Allorché il giocatore virtuale sunnominato va fuori forma, la<br />

Zebra Onnivora ricade pesantemente sulla superficie terrestre. E Hleb,<br />

Reyes, Fabregas, Pires e Thierry Henry ballano squisitamente sulla sua<br />

carcassa per la gioia dei nostri occhi granata…<br />

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Posted 30/03/2006 h 09.00 a.m., CET. Proseguo a tutto gas nel mio<br />

puntiglio a riportare pari pari in questo blog tutto quanto è stato/sarà<br />

messo nero su bianco dal Foglio dei Pigiamini sulla questione Filadelfia-<br />

Stadio Grande Torino ex Comunale e Olimpico. Giusto per avere qualcosa<br />

su cui smoccolare quando accadrà ciò che secondo me è purtroppo<br />

inevitabile, vale a dire la demolizione dei ruderi superstiti. Dunque, 29<br />

marzo 2006, pag. 32, Roberto Pavanello:<br />

Cairo non illude: “Per il Fila troppi soldi”<br />

(…) Ma Cairo è uno a cui non piace regalare illusioni. “Per fare un<br />

impianto come si deve occorrerebbero 9 o 10 milioni di euro. Non me lo<br />

posso permettere. Devo concentrarmi sulla costruzione di una squadra<br />

competitiva e sul settore giovanile. Comunque in città ci sono il Comune,<br />

privati ed enti che potrebbero contribuire al recupero del Fila.”<br />

La certezza per il prossimo anno si chiama Stadio Grande Torino, ex<br />

Comunale ed Olimpico: “A breve mi incontrerò con Chiamparino per<br />

discutere dell’affitto e anche le modalità per una concessione più lunga.”<br />

(continua)<br />

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Posted 01/04/2006 h 09.45 p.m., CET. Francamente e senza ipocrisia, gli<br />

splendori vanagloriosi e le miserie ulceranti del calcio odierno valgono<br />

quanto guano di pellicano rispetto alle tragedie generate dall’ignoranza<br />

radicata e dall’assenza di valori che si consumano ogni maledetto giorno<br />

su questo pianeta infermo, come l’allucinante vicenda di Tommasino.<br />

Nondimeno, si deve pur tirare avanti e l’argomento clou di questo blog è il<br />

Toro. E allora che di Toro si parli. Solitamente assisto alle partite dal terzo<br />

anello con una congrega di Ultras Granata di vecchia data. Uno di questi<br />

ama rivolgersi affettuosamente a Elvis Abbruscato chiamandolo Elvis<br />

Costello. Orbene, nella mia sterminata collezione di supporti fonografici<br />

vi è spazio anche per l’occhialuto e geniale cantautore new wave<br />

irlandese, più in particolare per quello che viene quasi all’unanimità<br />

considerato il suo capolavoro, Armed Forces. Naturalmente ieri mattina ho<br />

ascoltato questo disco da cima a fondo: Busy Bodies è semplicemente la<br />

quintessenza del vero autentico pop, altro che Ronan Keating! Chiamatemi<br />

pure reazionario, ma gente che fa musica così questa generazione stinfia<br />

può solo sognarsela, ammesso che ne siano capaci. In ogni modo, salgo su<br />

e annuncio alla banda che stasera Abbruscato metterà al Catania due<br />

pappine perché all’inconscio collettivo musicale non si comanda, e il mio<br />

amico crolla il capo: “Speruma”. Poi il Catania segna con De Zerbi un gol<br />

da veri gobbacci e io barcollo ma non crollo. E infatti Elvis Abbruscatello<br />

impatta. Ma Paparesta è One Little Hitler e decide di mettere a durissima<br />

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prova le arterie del popolo granata con una serie di decisioni balzane.<br />

Tuttavia, non ce la farà a rovinarmi la profezia, il nasacchione… perché<br />

Elvis si farà atterrare in area e Rosina trasformerà il rigore seppur col<br />

brivido. Ora avrei voluto continuare questo post sputando curaro sulle Due<br />

Madame Regine dello Pseudocampionato di serie A e i loro neanche taciti<br />

accordi di non belligeranza reciproca, con Zio Fenster Galliani che prima<br />

gozzoviglia a ostriche e champagne con la Triade e poi fa il furibondo coi<br />

dipendenti, ma detto sinceramente non me la sento e chiudo qui. Resterai<br />

per sempre nei nostri cuori, Tommy.<br />

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Posted 04/04/2006 h 01.40 p.m., CET. Idrogeno e Idiozia è la prima<br />

antologia di Harlan Ellison pubblicata in Italia, per merito di Fanucci<br />

Editore perché se aspetti gli altri facciamo fine di questo secolo e oltre. I<br />

racconti ivi contenuti sono straordinari, ma ancor più lo sono i brani che li<br />

introducono, la sincerità brutale che trasudano, così tipica di questo<br />

scrittore completo e godibile. Dovrebbe leggerli chiunque scriva o<br />

ambisca a farlo, per comprendere la finezza psicologica di Ellison e il suo<br />

personale approccio alla letteratura, ma anche l’arte in se stessa, i suoi<br />

mille risvolti non sempre lieti. Come la superficialità e la disinformazione<br />

di chi critica il tuo lavoro. Per quanto mi riguarda, vengo talvolta<br />

rimproverato di essere uno scrittore infecondo. Parrebbe piuttosto vero, se<br />

ci si riferisce solamente ai libri da me pubblicati in forma cartacea – e in<br />

edizione sconcia, in pratica privi di editing, grazie ai sedicenti editori<br />

coinvolti –, Ultimo stadio e Jai Alai, e a quella manciata di racconti<br />

apparsi su oscure riviste per nerds. Ciò nonostante, provate un po’ voi a<br />

far capire alla gente quanto sia estremamente arduo per un autore magari<br />

talentuoso ma senza conoscenze ‘importanti’ in un contesto permeato di<br />

logiche clientelari, nepotistiche e mercantili far pubblicare da qualcuno le<br />

proprie cose, l’esborso che ciò comporta in materia di spese postali, risme<br />

di carta bianca, cartucce per stampante, cancelleria, telefonate, fluidi<br />

viscerali; e che l’editoria elettronica – pubblicare in Internet – ha<br />

un’importanza sempre più rilevante nel mondo moderno. Purtroppo è<br />

117


l’autoreferenzialità il sale della fottuta terra attuale, e a me, lo ammetto<br />

spassionatamente, ha sempre fatto alquanto difetto… benché abbia avuto<br />

anch’io le mie bambole in deliquio, eh eh eh. “La tua roba è grezza però<br />

fila che è un piacere” mi è stato sussurrato nell’orecchio una volta. Da<br />

allora spero, anzi sono convinto di essere migliorato. A ogni buon conto,<br />

coloro che avessero un minimo di pazienza per consultare la sezione<br />

works del mio sito personale, scoprirebbero che negli ultimi sei anni tra le<br />

varie cose ho scritto un romanzo (Lady Godivatron), una guida semiseria<br />

alle meraviglie dei Paesi Baschi (Euskal Herria Photo Show), un pamphlet<br />

sul punk (Punkwriting), la nuova versione di Ultimo Stadio intitolata Il<br />

Ragazzo della Maratona, una teoria di racconti lunghi, il presente blog sul<br />

Toro che ha ormai largamente superato il centinaio di pagine (Toro Blog<br />

2005-2006) e, in ultimo, un reportage sul dramma vissuto dal Toro<br />

nell’estate del 2005 che, toccando ferro, sarà pubblicato entro il mese di<br />

giugno da un’importante casa editrice. Tutto periodicamente revisionato e<br />

ripassato al correttore ortografico-grammaticale. Ah, dimenticavo, ho pure<br />

tradotto in italiano tre libri spagnoli inediti in Italia, Héroes di Ray Loriga,<br />

El engaño de Beth Loring di Fernando Schwartz e Alaska y otras historias<br />

de la movida di Rafa Cervera, ma nessuna editrice ha voluto prenderne in<br />

considerazione l’acquisto dei diritti di pubblicazione. Peggio per loro, quei<br />

testi sono realmente buoni e venderebbero bene, ma non come<br />

l’autobiografia pianificata a tavolino di una studentessa meridionale col<br />

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craving delle doppie penetrazioni e le irrumazioni con ingestione di seme<br />

maschile nei cessi del liceo. In definitiva, non sarò prolifico nonché<br />

qualitativo quanto Philip K. Dick nel periodo 1962-1964, ma le emorroidi<br />

del letterato le ho anch’io, eccome! Per questo vado a correre e faccio<br />

auto-shiatsu tutti i giorni. O quasi.<br />

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Posted 08/04/2006 h 07.00 p.m., CET. Naturalmente mi girano i<br />

cosiddetti, come potrebbe essere altrimenti. Si vede che qualche entità<br />

spirituale rigatina ha voluto punire le nostre strippate per l’eliminazione<br />

della Gobba dalla Chepsion Lig – alla Zebra va di traverso la zuppa<br />

inglese! – facendoci perdere nel modo più fegatoso possibile per giunta<br />

contro una squadra e una città ad alto tasso di gobbismo – come tutta<br />

l’Emilia Romagna, notoriamente una regione col cuore a sinistra e il<br />

portafoglio a casa Grande Stevens. Checché ne dirà sicuramente quella<br />

faccia da seminarista zebrato di Stefano Pioli a tutti i microfoni di questo<br />

pianeta, il pareggio sarebbe stato il risultato più giusto, ma a babbo morto<br />

questi discorsi pesano quanto l’aria fritta. Così come prendersela con<br />

Orfei, benché pure io mi sia incazzato a mille con lui, come si fa infatti a<br />

lasciare due metri all’ultimo minuto di gara a un giocatore notoriamente<br />

guizzante come Asamoah? Nondimeno nel secondo clistere modenese c’è<br />

anche un notevole concorso di colpa da parte di tutta la squadra, fattasi<br />

infilare pollescamente da un contropiede da manuale che ai canarini non<br />

gli riuscirà più neanche fra trent’anni. Tornando a Orfei, quello è. In<br />

panchina abbiamo Doudou, Brevi e Ungari. Che De Biasi mediti e<br />

arrivederci a Verona, dove sto seriamente meditando di andare perché,<br />

diamine, non ce la faccio proprio più a soffrire davanti alla tele. Non fa per<br />

me. Non ha mai fatto per me. A dispetto delle mie 41 primavere, sono e<br />

rimango un ragazzo di stadio…<br />

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Posted 10/04/2006 h 01.30 p.m., CET. E poi si sdegnano se gli rinfacci il<br />

loro smisurato, pletorico deretano. Computiamo, computiamo la doppia<br />

sfida! Fiorentina-Juventus: addirittura 3 pali colpiti dai viola – di cui uno a<br />

seguito provvidenziale rimbalzo su una zolla – ma alla fine vince la Gobba<br />

2-1. Juventus-Fiorentina: un calcio di rigore a favore dei viola buttato in<br />

bocca ad Abbiati da Jimenez – meno male che in allenamento li calciava<br />

da dio –, un auto-palo di Giannichedda, svariate occasioni per segnare fra<br />

cui un gol annullato sempre all’estroso attaccante cileno per un fuorigioco<br />

quantomeno dubbio, vantaggio strameritato di Luca Toni, gol del pareggio<br />

di Del Piero su marchiano errore della difesa viola e alla fine i pigiamini<br />

rischiano perfino di vincere colpendo pure un palo con Vieira. E La<br />

Stampa si butta in technicolor a sviolinare il ritrovato rapporto fra squadra<br />

e tifosi. Bleah. Prestatemi un po’ del vostro culo e vedrete che domani<br />

sbanco il Super Enalotto!<br />

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Posted 14/04/2006 h 11.02 a.m., CET. Dalla HP di Virgilio: “Le natiche<br />

perfette secondo l’università di Manchester”. Saranno quelle delle zebre, è<br />

chiaro! Due settimane senza Toro: che palle, no? Tocca ingegnarsi. Oltre<br />

che farmi il culo a capanna, benché molta gente sia convinta che io passi<br />

gran parte del mio tempo a baloccarmi – perché non svito bulloni e non<br />

smuovo malta con la pala, nevvero, stronzi? – sto leggendo alcune cosette<br />

interessanti, tipo una bella biografia analitica dei Radiohead, le memorie<br />

di un finchley boy (i Finchley Boys erano una brigata di giovani uligani<br />

dai capelli un po’ corti che accompagnavano gli Stranglers in ogni loro<br />

trasferta musicale) e tenendomi costantemente aggiornato sulle vicende<br />

dell’amato Athletic Bilbao. A questo proposito, il grande Julen Guerrero<br />

continua a scaldare la panchina e la cosa mi lascia alquanto basito. L’ho<br />

visto strabiliare il San Mamés la bellezza di tredici anni fa, ogniqualvolta<br />

entrava in possesso del pallone tutto il pubblico rossobianco della Catedral<br />

lo acclamava a viva voce, soprattutto le ragazzine, “venga Julen, venga!”,<br />

aveva qualcosa del miglior Netzer e sfumature di Schuster e Neumann ma<br />

soprattutto era un prodotto della fertilissima cantera vasca, poi con Jupp<br />

Heynckes è caduto in disgrazia e da allora nada, sentado en el banquillo.<br />

E non è che l’Athletic stia propriamente facendo scintille… brutti tempi<br />

corrono.<br />

Il momento autoreferenziale, perché la falsa modestia è perniciosa. I miei<br />

due romanzi on-line, Lady Godivatron e Il Ragazzo della Maratona,<br />

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hanno oltrepassato rispettivamente quota 829 e 1327 contatti complessivi<br />

in un segmento temporale di dieci mesi. Direi che sono moderatamente<br />

soddisfatto. Dal canto mio sottopongo periodicamente tutti i testi del sito a<br />

revisione eliminandone via via i refusi, gli errori e le incongruenze:<br />

quant’è difficile fare il normatore ortoeditoriale di se stessi! In ogni modo,<br />

ci tenevo molto a puntualizzare che Il Ragazzo della Maratona non è<br />

propriamente un’autobiografia: cioè il protagonista <strong>Maurizio</strong> Ferrini non è<br />

<strong>Maurizio</strong> <strong>Ferrarotti</strong>, ecco. Benché abbia vissuto in primissima persona la<br />

stragrande maggioranza delle vicende strettamente connesse al milieu<br />

maratoniano (come sarà facilmente intuibile, a Bergamo e a Lecce c’ero e<br />

ad Amsterdam pure e il derby del 3-2 l’ho vissuto stando in piedi sulla<br />

balconata dei Leoni della Maratona) qua e là ho dovuto necessariamente<br />

lavorare di fantasia: beh, mica tanto, però, poiché lo sbianco patito con<br />

quella deliziosa ragazza argentina è verità sacrosanta! Un besote pa ti,<br />

María, dovunque tu sia. Pure, sto pensando di implementare la narrazione<br />

con ulteriori capitoli dedicati alle trasferte di Spalato, Nantes e Beveren:<br />

Reggio Emilia no, porta sfiga e poi ci ha già pensato qualcun altro. Stay<br />

tuned.<br />

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Posted 14/04/2006 h 17.00 p.m., CET. Come già la giornalista Marina<br />

Beccuti nell’odierno editoriale di Toronews e tantissimi altri supporter di<br />

fede granata ma non solo, pure io mi chiedo spesso se le sorelle rigate del<br />

calcio nostrano non abbiano stipulato sottobanco un patto per convogliare<br />

quanta più gente possibile dagli spalti degli stadi alle poltrone dei salotti,<br />

per sommo gaudio degli sponsor e buona pace della forza pubblica. Ma<br />

quando mai si è visto un derby meneghino giocato alle sei di sera, in una<br />

metropoli dove bollare in uscita alle cinque del pomeriggio è considerato<br />

un comportamento antisociale nonché lesivo della sacra ottica aziendale?<br />

E una partita infrasettimanale il cui inizio viene rimandato di dieci minuti<br />

per i Pacchi di Rai Uno? E il posticipo, l’anticipo, il ritardo di fase, il ciclo<br />

d’isteresi, l’effetto Doppler? Ciò nondimeno ai presidenti delle squadre va<br />

bene così, l’importante è continuare a tenere finanche un’unghia sulla torta<br />

perché nel caso contrario ti ritrovi a mangiare pane e cipudda in periferia.<br />

Purtroppo la maggior parte del volgo prende ormai tutto per buono,<br />

l’importante è avere la propria dose quotidiana di soma – televisione,<br />

cocaina, anfetamina, crack, pornografia, rum invecchiato con coca cola,<br />

telefonino cellulare, glitch house, sesso supersonico – e obnubilare le<br />

percezioni per non farsene travolgere, perché quando non sai non c’è<br />

dolore. Tanto ormai perfino la politica si è convertita in un derby, gli<br />

elettori votano destra o sinistra (pardon, centro-destra e centro-sinistra)<br />

con il medesimo spirito pecorone dei tifosi contrapposti sulle gradinate;<br />

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ma al fischio finale il pallone se lo porta a casa la Confindustria, lasciando<br />

i poveri peones ad azzuffarsi nell’antistadio (“fascista!”, “stalinista!”,<br />

“sciampista!”, “divorzista!”). Prossimo turno ore 25, Martian European<br />

Time.<br />

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Posted 15/04/2006 h 09.40 a.m., CET. Nuovamente 1983, un fresco<br />

mattino di primavera, ore 12.05. A casa per pranzo non ci torno poiché nel<br />

primo pomeriggio ho lezione di elettronica. Vorrei andarmi a sbafare un<br />

bel paninazzo wurstel e crauti in uno snack bar non lontano dall’istituto,<br />

tuttavia Piero, il mio compagno di banco new waver dai modi effeminati –<br />

tutti in classe pensano sia gay ma in realtà è etero e per giunta scopa come<br />

un dannato – ha in mente un altro programma infinitamente più rischioso:<br />

taccheggio dischi. Nondimeno io, musicomane incallito, non mi faccio<br />

certo pregare. Morale, ci dirigiamo verso un noto negozio del centro. Una<br />

volta entrati Piero Smith si inabissa lestamente al piano di sotto mentre io<br />

mi dedico fischiettando al retrobottega. Il provolone stempiato con la<br />

faccia da stitico perenne dietro al banco mi degna appena di un’occhiata e<br />

tutt’a un tratto addirittura sparisce. Meglio di così… uno sguardo circolare<br />

e più veloce della luce mi ficco sotto il giubbotto di jeans color vinaccia<br />

coi rinforzi sulle spalle (l’ultimo grido in Curva Maratona, ne esiste pure<br />

una versione verde iguana) gli LP Out Of The Cellar dei Ratt (glam-metal<br />

losangelino, pacchiano ma trascinante) e The Politics Of Dancing dei Reflex<br />

(Heaven 17 meets The Cars, la title-track furoreggia alla radio, niente<br />

di speciale ma non mi dispiace). Sfilo davanti alla cassa col cuore in<br />

tumulto ma per fortuna il giubbotto dissimula, diamine, fosse soltanto un<br />

pochino più stretto parrei Gary Glitter quando si vestiva da finestra e<br />

allora sì che mi scoprirebbero! Fuori sul marciapiede Piero mi aspetta con<br />

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un sorrisetto furbastro: ha razziato una pila di 45 giri. The Jam, The Clash,<br />

Alarm… cose così. Ce li andiamo ad ascoltare a casa sua pasteggiando ad<br />

aranciata e patatine. E domenica c’è il derby. The Politics of Toro…<br />

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Posted 18/04/2006 h 04.20 p.m., CET. 22 marzo 1981. Juventus-Perugia.<br />

Negli ultimi minuti succede di tutto: segna il Perugia, con De Rosa, ma la<br />

Juve pareggia e rimonta. Alla fine è il 2-1, ma pesa sul risultato un rigore<br />

molto discutibile che l’arbitro Terpin ha concesso ai bianconeri invece di<br />

assegnare la rimessa dal fondo per il Grifo, sul cross di Marocchino. Gli<br />

umbri nello spogliatoio si scatenano in invettive e accusano Bettega di<br />

averli invitati a tenere in campo una condotta meno aggressiva e favorire<br />

la Juve. L’attaccante viene squalificato per un mese, con una decisione<br />

che lascia perplessi perché o c’è stato il tentativo di corruzione (e allora la<br />

pena deve essere molto più pesante e coinvolgere la squadra) oppure non<br />

c’è stato, e allora non c’è ragione di comminare la squalifica. (…)<br />

Le critiche e le malignità si moltiplicano il 10 maggio, quando la Roma<br />

tenta il sorpasso giocandosi il tutto per tutto al Comunale, con il pubblico<br />

delle grandi occasioni. La partita è bruttissima, e la Juve, senza Bettega e<br />

Tardelli, cerca di farla scorrere senza rischiare troppo. Arriva invece il gol<br />

di Ramon Turone, il libero giallorosso, a pochi minuti dal termine. “C’è<br />

stato un cross di Bruno Conti dalla sinistra”, racconta Turone, “sembrava<br />

destinato a Pruzzo, ma la palla lo ha scavalcato e io, arrivando da dietro,<br />

ho preceduto perfino Falcao e ho segnato”. Per l’arbitro Bergamo c’è<br />

però un fuorigioco che invalida il punto. In campo sono proteste a non<br />

finire, sugli spalti i tifosi romanisti, guidati dal sindaco Petrosilli, lanciano<br />

le loro catilinarie, negli spogliatoi succede il finimondo. Il fuorigioco<br />

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lascia in effetti molti dubbi. Per anni la televisione si è sbizzarrita<br />

nell’esercizio di dimostrare se esisteva una posizione irregolare e il più<br />

delle volte gli strumenti elettronici si sono espressi per la regolarità del<br />

gol.<br />

Tratto dal libro “Torino: gli scudetti del Comunale” di Marco Ansaldo e<br />

Salvatore Lo Presti, Rizzoli Libri S.p.A., 1989.<br />

15 aprile 2006. Cagliari-Juventus. Nell’ultimo quarto di partita e con gli<br />

isolani in vantaggio per 1-0, lo juventino Mauro Germán Camoranesi in<br />

ripiegamento difensivo reagisce al veemente pressing del cagliaritano<br />

Agostini colpendolo in pieno volto con una gomitata. Nonostante il fallo<br />

di reazione si sia svolto quasi di fronte alla postazione del quarto uomo e<br />

con l’arbitro Ayroldi nelle immediate vicinanze, il fischietto pugliese si<br />

guarda bene dal prendere alcun provvedimento disciplinare nei confronti<br />

del giocatore juventino, finanche un cartellino giallo. Camoranesi, che<br />

gode di una vera e propria immunità diplomatica nel nostro campionato,<br />

ringrazia e al 95' calcia il corner da cui scaturisce il pareggio della Juve.<br />

Scommettiamo che nel suo caso non verrà applicata la prova tv?<br />

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Posted 18/04/2006 h 11.00 p.m., CET. Fermi là. Non considero persa la<br />

scommessa virtuale su El Codo (Il Gomito) Camoranesi – due giornate di<br />

squalifica comminategli per la gomitata ad Agostini – finché la pagina 201<br />

del Televideo Rai non mi mostrerà a caratteri cubitali il rigetto dello<br />

scontatissimo ricorso che i pigiamini, con la sfacciataggine che li<br />

caratterizza da quando sono nati, presenteranno al Giudice Sportivo. Oh,<br />

immagino che or ora staranno gustandosi la sconfitta interna del Milan col<br />

Barcelona con un buon bicchiere di Tavernello! E meno male che il<br />

gufismo è pane soltanto per i denti malridotti dei poveri, patetici cugini<br />

granata. Razza di ipocriti e palafrenieri che non siete altro…. D’altra<br />

forma, per aver voluto anche quest’anno privilegiare la Chepsion Lig al<br />

campionato, i rossoneri rischiano seriamente di ritrovarsi un’altra volta a<br />

mani vuote. Allorquando giocava nella Maggica Roma di Liedholm, Carlo<br />

Ancelotti ebbe a dichiarare a un giornalista del Guerin Sportivo: “Ho i<br />

piedi tosti. A forza di giocare a piedi scalzi nel granaio di mio padre, tiro<br />

mazzate a tutto andare.” Vero, verissimo. E che fior di giocatore era, il<br />

Carletto. Nondimeno, anche la sua capoccia è parecchio tosta. La stagione<br />

scorsa aveva in panchina un buon giocatore come Dhorasoo ma niente da<br />

fare, proprio non lo vedeva. E guarda caso a Istanbul i senatori del<br />

centrocampo si sono sciolti come una scatola di cioccolatini in una fornace<br />

nucleare. Stasera è stato lì lì per far entrare Amoroso ma poi ci ha<br />

ripensato, meglio i marpioni anche se zoppi. Morale, match ai blaugrana.<br />

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Tutti giustamente incenseranno la prestazione di Ronaldinho, ma a me<br />

personalmente è piaciuto parecchio il català Iniesta: un tipetto lesto e<br />

tecnico che ora come ora al Diavolo farebbe molto comodo così come un<br />

esterno destro di ruolo e un centrale difensivo giovane. Com’è che il<br />

vivaio del Barça sforna genietti del centrocampo a ripetizione? (Fabregas,<br />

Iniesta, Xavi...) Non vi pare che per eccesso d’egolatria – o mera<br />

incapacità umana – Giano Bifronte Galliani stia incasinandosi su ambo i<br />

versanti, quello rossonero e quello federale? In definitiva, ripeto per la<br />

millesima volta che questo atteggiamento di privilegiare un obiettivo<br />

piuttosto che un altro mi sembra quantomeno stucchevole: d’accordo che<br />

diciotto anni fa si giocava di meno, ma il Milan di Sacchi, che mi faceva<br />

veramente andare in brodo di giuggiole anche se ero un tifoso del Toro,<br />

s’impegnava fino allo spasimo su tutti i fronti. Forse perché c’erano meno<br />

palanche televisive in ballo. O i giocatori erano più forti in tutti i sensi. O<br />

soltanto più affamati di riconoscimento. O Berlusconi rompeva meno i<br />

marroni con i suoi consigli tecnici da cocktail lounge. Bona nit, nois.<br />

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Posted 20/04/2006 h 02.00 p.m., CET. In trasferta a Verona vi sono<br />

andato parecchie volte. Ecco a voi un elenco delle partite più degne di<br />

ricordo (nel bene e nel male) secondo il mio spugnoso supervisore:<br />

– 12/12/1982, Verona-Torino 1-0. Leoni della Maratona insieme ai<br />

miei amici Pippo Ocasek e Cambogia. Per allora al Marcantonio<br />

Bentegodi le tifoserie ospiti venivano indirizzate al secondo anello<br />

della curva nord, ma nei campionati successivi fummo dequalificati al<br />

primo, per poi tornare arriba in tempi recenti. In trasferta coi Leoni<br />

c’era sempre una ragazza caruccia e farfallona che si faceva chiamare<br />

Peter Gabriel giacché letteralmente ossessionata dall’ex cantante dei<br />

Genesis in versione solista, nonché da El Bizco (Lo Strabico) Patricio<br />

Hernandez, il nostro vice-Maradona; sicché per tutto il viaggio<br />

d’andata e gran parte del ritorno ci sorbimmo l’intera discografia di<br />

Peter più svariate ripetizioni di Wot – Captain Sensible! Per la cronaca,<br />

Peter Gabriel 3 e 4 finirono a parare nella mia collezione di dischi, il<br />

Toro perse per un gol di Sacchetti al 6' e la buonanima mancina di José<br />

Dirceu giocò un partitone, due bonissime tifose veronesi incautamente<br />

collocatesi ai margini del gruppone granata rischiarono di essere<br />

decapitate da un’asta di bandierone mulinata da uno sballone di<br />

Mirafiori Sud e Peter Gabriella da Bruino si è eclissata. Non mi<br />

dispiacerebbe rivederla, un giorno o l’altro o magari in un altro<br />

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universo.<br />

– 14/04/1985, Verona-Torino 1-2. Granata Korps: se la memoria non<br />

mi fa difetto, la scelta fu farina del sacco di Pippo Ocasek. Forse<br />

voleva baccagliarsi una sfitinzia che frequentava quel gruppo, o non<br />

gli tiravano più i Leoni… per di più gli Ultras Granata non gli erano<br />

mai andati a genio, per qualche strana ragione tutta sua. Sicché, GK.<br />

Sia come sia, se in quel campionato non avessimo inciuccato alcune<br />

partite (exempli gratia, quella esterna con la Cremonese alla seconda<br />

giornata, ma soprattutto la sfigatissima Torino-Verona al Comunale)<br />

avremmo vinto noi lo scudetto invece che la balda truppa di Bagnoli,<br />

ma del senno di poi sono stracolme le fosse. In ogni modo al ritorno ci<br />

togliemmo la soddisfazione di andare a sbancare l’arena gialloblù con i<br />

gol di Serena (antesignano dei voltagabbana calcistici moderni) e<br />

Schachner, cui replicò invano il gladiatorio Briegel. Ma fu una vittoria<br />

di Pirro, quella. Un vero peccato, perché quel Toro targato Radice 2.0<br />

giocava un calcio spettacolare. Nelle fila degli scaligeri figurava fra gli<br />

altri l’elegante terzino-mediano Domenico Volpati, che con i granata<br />

aveva perso ben due finali di Coppa Italia consecutive contro la<br />

Roma…<br />

– 20/03/1988, Verona-Torino 0-2. Ultras Granata. Mi portai dietro il<br />

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walkman con un paio di cassette d’antan, Jimi Hendrix e Frank Zappa.<br />

Fatalmente sul pullman salì pure un sottosviluppato mentale del mio<br />

quartiere strafatto d’anfetamina e a un certo punto dovetti mollargli per<br />

qualche tempo le cuffiette affinché non mi mandasse in paranoia.<br />

Chiamatemi San <strong>Maurizio</strong> da Santa Rita. Per fortuna c’erano a bordo<br />

anche i Desperados, sicché a prescindere dal decerebrato il viaggio fu<br />

tutto un cabaret. E la partita una goduria. Difatti, vincemmo 2-0 (8'<br />

Ezio Rossi, 47' Gritti), rompendo così un digiuno di vittorie in terra<br />

scaligera che durava da tre anni. Durante il viaggio di ritorno il mio<br />

ansiogeno nonché espettorante vicino d’isolato cadde in un sonno<br />

profondo da cui si riebbe soltanto all’arrivo, cosicché potei ascoltarmi<br />

You Are What You Is in santa pace e nei momenti di requie sonora<br />

cantare insieme ai Despe: “In Arizona, siam tutti in comaaa… In<br />

Arizona.” Il campionato 1987-88 terminò col Toro piazzatosi al sesto<br />

posto alla pari della Giuve, obbligando ambo le squadre a giocarsi la<br />

qualificazione UEFA in un derby-spareggio che si chiuse in perfetta<br />

parità, ma gli errori di Benedetti e Comi consegnarono il pass europeo<br />

ai pigiamini – quante bestemmie tirai quella sera, figlioli. Comunque il<br />

Toro si prese la sua brava rivincita nella stagione 1990-91, precedendo<br />

in classifica di un punto i cuginetti ed estromettendoli così dalle coppe<br />

europee. Chi la fa l’aspetti.<br />

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Posted 22/04/2006 h 11.00 a.m., CET. Puyol, Oleguer, Iniesta, Fabregas<br />

e Loquillo: quest’ultimo però non è un calciatore. Ex organizzatore di<br />

combiccole, ex giocatore di pallacanestro, figura chiave del rock spagnolo,<br />

commentatore arguto e mordace: “Il grunge era punk con eroina. Con<br />

l’anfetamina sarebbe stato una figata. Alcuni gruppi avevano una buona<br />

attitudine, tipo i Pearl Jam che mi piacciono sempre più.” Dai suoi esordi<br />

in un cabaret delle Ramblas di Barcellona nel 1978 fino a oggi ha venduto,<br />

insieme con la sua band Los Trogloditas, più di un milione e mezzo di<br />

dischi. Le sue canzoni, sia come interprete che come autore, hanno<br />

segnato varie generazioni: Ritmo de garaje, Morir en primavera, Mientras<br />

respiremos, Compañeros de viaje, Cuero español, Esto no es Hawaii. Nel<br />

2002 ha pubblicato il suo primo libro, El chico de la bomba, per i tipi di<br />

Belacqva. Loquillo, figlio di un soldato repubblicano che tentò invano di<br />

respingere l’avanzata delle truppe franchiste nel nord della Catalogna,<br />

tratta con una prosa cristallina e incisiva le vicissitudini delle famiglie<br />

degli esiliati repubblicani allo stesso tempo che presenta una visione molto<br />

personale della Barcellona degli anni settanta, descritta con lo sguardo<br />

fresco di un adolescente rockero alla perenne ricerca delle proprie radici.<br />

Peccato che le case editrici italiane si stizziscano se qualcuno non facente<br />

parte dei loro organigrammi o libri paga propone loro la traduzione e la<br />

pubblicazione di un libro: El chico de la bomba meriterebbe di essere<br />

pubblicato nel nostro paese. Soltanto, non venderebbe quanto Melissa<br />

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Panariello o, peggio ancora, Maria Monsè al secolo Marika la Rosa, la<br />

sgallettata esistenzialista di Domenica In... TV. Costei me la ricordo molto<br />

bene qualche annetto fa a La7 in qualità di ragazza-sgabello della pagina<br />

dedicata al calcio: “Il portiere della Juventus, Van der Zar…” Già, e<br />

l’allenatore chi era, Rasputin?<br />

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Posted 22/04/2006 h 03.00 p.m., CET. Per Guido Boffo, scrivano del<br />

Foglio Pigiamino, il Toro deve essere una specie di bubbone da tollerare<br />

quantunque verrebbe tanto voglia di schiacciarlo.<br />

Oggi, sabato 22 aprile 2006 pag. 30 de La Stampa, il giornalista affronta la<br />

questione della fresca convenzione che ha affidato lo Stadio Olimpico fu<br />

Comunale a Juventus e Torino per le prossime due stagioni, a fronte di un<br />

canone di 200 mila euro, quasi unicamente dal punto di vista rigatino e<br />

della loro Champions d’le bale; infatti, nelle quattro colonne che<br />

compongono il suo articolo la squadra granata viene citata soltanto due<br />

volte. E dire che la delibera della Giunta riguarda ambedue le squadre, non<br />

la Juventus con un codicillo riguardante quell’altra lì comesichiama.<br />

Massì, non ci arrabbiamo, tanto questi lavorano con il santino di Del Piero<br />

appiccicato al PC e il poster della Chiabotto dietro le spalle: indovinate<br />

che cosa bevono?<br />

Ci hanno venduto la speranza durante l’adolescenza. La stessa menzogna in ogni<br />

generazione. Si ascoltano cose come: un flusso di idee trasgressive darà luogo a<br />

una società differente. E tu vai e ci credi. Ma nessuna di quelle promesse si<br />

compie e alla fine della fiera ti ritrovi emarginato. E impari a bastonare… a<br />

sopravvivere alle bugie. Circondato da moltitudini che agonizzano ipotecando la<br />

loro vita, rinchiudendosi in differenti prigioni personali, con lunghe condanne, la<br />

maggior parte all’ergastolo.<br />

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José M. Sanz “Loquillo”.<br />

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Posted 24/04/2006 h 10.00 a.m., CET. Non occorre avere un master in<br />

neurofisiologia per capire quanto sia problematico e insieme angosciante<br />

figurarsi le partite ascoltandole alla radio; il canadese Derrick De<br />

Kerckhove, per lungo tempo assistente del geniale e stracitato (spesso ad<br />

minchiam) mass-mediologo Marshall McLuhan, potrebbe scriverci su un<br />

libro: La civilizzazione radioagonica. Il Verona attaccava in forze<br />

colpendo pure l’incrocio del pali con una mirabile stoccata di Italiano –<br />

una tipologia di giocatore che ci sarebbe tanto utile – e io m’immaginavo<br />

sbuffi di gas mostarda dinanzi alla porta di Taibi stringendomi i gioiellini<br />

di famiglia e imprecando a tutto spiano. Finalmente intorno al 30' il Toro<br />

in carne e ossa si decideva a entrare in campo in luogo del proprio<br />

ologramma slavato, di conseguenza la Stella di Lazetic iniziava a<br />

sfavillare lungo le corsie laterali della Stazione Bentegodi. Si andava al<br />

riposo col punteggio a occhiali e io ponevo sul piatto del giradischi la<br />

bradburiana Don’t Bring Harry degli Stranglers, dove Harry sta per<br />

Eroina. Durante i primi dieci minuti del secondo tempo il segnale radio<br />

veniva ripetutamente disturbato da raffiche di tachioni. M’incaponivo<br />

sull’antenna finendo per storcerla. Poi tutt’a un tratto una nube imbevuta<br />

di cloroformio calava sulla cancha ma Nikola si stringeva nelle spalle, lui<br />

è come il mitico Eta Beta che il cloroformio se lo mangia a colazione con<br />

la naftalina. Entrava Robberto Stellone per uno spento Abbruscato. Io<br />

ormai totalmente rassegnato al pareggio mi stendevo sul letto artigliando<br />

141


una rivista… e proprio lì Cerrano o Cerano o Cerrone di Radio Nostalgia<br />

sbadigliava “rete!”. Stellone di cozza pelata su preciso invito di Lazetic,<br />

come no. Scatto in piedi e gesto trionfale di pompaggio ripetuto dieci<br />

volte. E allora, e allora, e allora! Grande Serbia!<br />

142


Posted 25/04/2006 h 11.00 a.m., CET. Ieri sera ho zappato come un<br />

forsennato fra Lost, Le iene e Chi l’ha visto il cui scorcio finale era<br />

dedicato agli hijos argentini – l’astio che puntuale mi pervade quando<br />

penso che Giuanin Lamiera era culo e camicia con Henry Kissinger –<br />

nell’attesa di vedermi la telecronaca differita di Verona-Torino. Volevo<br />

riempirmi gli occhi coi numeri di Nikola Lazetic ma purtroppo le reierate<br />

salve di spot e il sonno incombente mi hanno fatto calare la palpebra a<br />

neanche mezz’ora dall’inizio della partita. Pazienza! Gran bella parola.<br />

Come fosse facile mantenerla davanti a smaccate ingiustizie sportive come<br />

le tre giornate di squalifica inflitte a Dabo (sormontiamo su Mexes e<br />

Seedorf…) mentre il salumiere Cannavaro la sfanga come sempre!!!<br />

Ousmane Dabo è furibondo, dopotutto come dargli torto: “Cannavaro è<br />

stato vergognoso, sono disgustato. È impossibile che un giocatore esperto<br />

come lui faccia un fallo del genere. Se lo fa non lo fa per nulla, ma per far<br />

male. È vergognosa anche la reazione in tv della Domenica Sportiva.<br />

Vanigli fa un fallo su Totti – in sostanza uguale, rivederlo per credere – e<br />

tutti a giudicarlo, con Gaby questo non è successo. Due pesi e due misure,<br />

e questo perché Mudingayi è meno famoso di Totti e Cannavaro è il<br />

capitano della Nazionale italiana.” E un testimonial prezioso per le<br />

campagne sociali, con la sua faccia da bravo guaglione napoletano che<br />

tanto garba a Shirley Manson dei Garbage – non sto scherzando, lo<br />

dichiarò lei stessa qualche anno fa durante un concerto!<br />

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Per di più, mi tocca oggi leggere che Lo Scambista ha mal digerito quel<br />

servizio in cui un supporter rigatino gridava che: “Capello non ha dato un<br />

gioco alla squadra in due anni.” Siamo all’imposizione della censura per<br />

lesa maestà? L’opinione del tifoso pagante conta ormai quanto il due di<br />

picche? Ci vogliono tutti buoni capri espiatori come il signor Malaussène?<br />

Produttivi, consumanti, omologati, rincoglioniti e contenti a priori perciò<br />

silenti? Tira un’aria realmente brutta, maleodorante direi. Productivity,<br />

Credibility, Impossibility.<br />

E il tanfo impregna anche Casa Granata. Difatti, nella sciagurata ipotesi<br />

che il Toro rimanesse in B – e qui tocco tutto il toccabile! – si profilano<br />

tempi duri. Ecco serviti dalla prossima stagione salary cap (tetto salariale)<br />

e le rose limitate: vale a dire, stipendi che non potranno superare il 70%<br />

dei ricavi (65% e 60% per le due stagioni successive) e organici con al<br />

massimo 22 giocatori (anche qui a scalare) che potranno essere integrati<br />

da quattro giocatori provenienti dal proprio settore giovanile e da un<br />

numero illimitato di Under 21. Tutto molto bello, ma la serie A? Non<br />

nominare il Gotha invano!<br />

Torniamo in Argentina, questa volta per parlare di giocatori; più in<br />

dettaglio, fantasisti che se la sparano a mancina. Ai nostalgici di Pato<br />

Hernandez e Carlitos Marinelli – maschi e femmine, come no! – consiglio<br />

caldamente di tenere d’occhio su Sport Italia le vicende di Federico Insua,<br />

26enne mezz’ala del Boca Juniors. El Pocho Insua, 1.79 metri per 74<br />

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chilogrammi, muove i suoi primi passi nella scuola calcio Club Parque.<br />

Da lì passa all’Argentinos Juniors, tra le cui fila debutta da professionista<br />

il 18 novembre 1997. Dopo cinque stagioni con l’ex club di Diego<br />

Armando Maradona si trasferisce all’Independiente nel 2002, vincendo lo<br />

stesso anno il Torneo de Apertura. Dopodiché è acquistato dal Malaga, ma<br />

la sua permanenza nella squadra andalusa dura solo una stagione, al<br />

termine della quale egli fa ritorno all’Independiente. All’inizio della<br />

stagione 2005-2006 Insua si trasferisce ancora, questa volta al Boca<br />

Juniors, divenendone il playmaker dopo un inizio alquanto stentato e<br />

vicendo un campionato argentino e due titoli sudamericani alla fine del<br />

2005. El Pocho è un giocatore rapido di gambe e di testa, bravo sia in fase<br />

di costruzione del gioco che come rifinitore, a volte devastante nelle sue<br />

penetrazioni palla al piede per vie centrali ma anche laterali: oltre a ciò,<br />

tiene gol. Sempre ammesso che voglia muoversi dagli xeneizes e non costi<br />

un’enormità, sarebbe più che opportuno farci un pensierino.<br />

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Posted 26/04/2006 h 02.00 p.m., CET. Sinceramente mi fa girare un<br />

pochino le scatole che sul peraltro divertente sito clamorosoalcibali.it<br />

Patricio Hernandez sia stato classificato come ‘provolone’. Almanacchi<br />

alla mano, mi risulta che nelle sue tre temporadas di militanza nel calcio<br />

italiano (due nel Torino e una nell’Ascoli) il grintoso centrocampista<br />

cresciuto nell’Estudiantes abbia segnato 17 gol, di cui 15 nel Toro: 4 nella<br />

stagione 1982-83 e 11 nella stagione 1983-84. Zinedine Zidane, che Sua<br />

Permalosità Marcello Lippi ha definito il miglior calciatore degli ultimi 20<br />

anni (ovvio, l’ha allenato lui!) ne ha segnati 18 in quattro stagioni e in un<br />

contesto calcistico differente. E chi se ne importa di quel che ha vinto…<br />

Matteo Dotto, moviolista dal cuore granata, ha fatto sapere negli ultimi<br />

tempi che al mondiale non tiferà per l’Italia ma per l’Argentina, poiché ha<br />

parenti laggiù e inoltre… anche Verón è del Toro. Ha sempre detto che la<br />

prima maglia che ha indossato è stata quella del Toro, donatagli proprio da<br />

Pato Hernandez, molto amico del padre del campione argentino dell’Inter<br />

– cresciuto anch’egli calcisticamente nell’Estudiantes. E ora cantiamo tutti<br />

in coro: Her-nan-dez!<br />

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Contrariamente alle previsioni, la permanenza di Scifo al Torino si limita a due<br />

stagioni, con un bilancio non deficitario ma neppure esaltante: una finale di<br />

Coppa UEFA e un terzo posto in campionato.<br />

Piercarlo Alfonsetti, “Toro, il mito e i campioni”, La Stampa.<br />

E la Coppa Italia del 1993, conquistata grazie anche al contributo<br />

dell’italo-belga, ce la siamo dimenticata nel calamaio? Meno male che uno<br />

dei curatori della rassegna sopraindicata è Massimo Gramellini…<br />

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Posted 28/04/2006 h 11.00 a.m., CET. Uh, non so proprio che mi succede<br />

ultimamente… tutte balle, eccome se lo so! Sto liquidando le pendenze<br />

con un passato personale finanche scomodo (ma per nulla losco,<br />

intendiamoci!) per scaraventarmi a velocità tachionica nel futuro mio e<br />

della mia squadra del cuore. Pertanto da qui alla fine della sagra vi<br />

toccherà sorbire una teoria di amarcord testuali e/o fotografici di cui il<br />

precedente post su José Patricio Pato Hernandez rappresenta solamente<br />

l’incipit. Vi prometto che ci sarà da divertirsi.<br />

30 maggio 1973. La Juventus vola a Belgrado certa di potersi aggiudicare<br />

la sua prima Coppa dei Campioni a spese del grandissimo Ajax di Johan<br />

Cruyff, ma come scrisse quel tale i sogni muoiono all’alba… nella<br />

fattispecie al 4', quando su un preciso traversone proveniente dalla fascia<br />

sinistra Johnny Rep prende l’ascensore mollando Longobucco al piano<br />

terra e con la sua biondiccia testolina fiamminga indirizza morbidamente<br />

la sfera di cuoio alle spalle di un esterrefatto Dino Zoff. Giro d’onore al<br />

Marakana per il Profeta del Gol in maglia bianconera…<br />

Sei mesi dopo, il 28 novembre, si gioca a Roma la finale della Coppa<br />

Intercontinentale. L’Ajax si rifiuta di partecipare e al suo posto viene<br />

invitata la Juventus. I rigatini intravedono così la succulenta possibilità di<br />

rifarsi dello smacco patito al Marakana. E tutti giulivi vanno a giocarsela<br />

nientepopodimeno che contro il leggendario Independiente. Ma a dieci<br />

minuti dal termine delle ostilità un tipetto scarsocrinito e grassottello li<br />

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castiga: è Ricardo Enrique Bochini, mezz’ala di classe purissima. “È stato<br />

il mio idolo, impazzivo a vederlo giocare. Ne ero innamorato e confesso<br />

che al principio degli anni settanta, quando stavo per fare il gran salto dai<br />

Cebollitas alla nona divisione, in Coppa Libertadores facevo sempre il tifo<br />

per l’Independiente, tanto mi seduceva Ricardo Bochini… e Bertoni. Le<br />

triangolazioni che facevano Bochini e Bertoni mi sono rimaste impresse<br />

come le giocate maestre della storia del calcio. Quando il Bocha è entrato<br />

contro il Belgio, al Mundial, la prima cosa che ho fatto è stata cercarlo e<br />

dargli la palla. Ricordo che disse: «è stato come triangolare con Dio!» ”<br />

Diego Armando Maradona, signori miei: mica pizza e fichi!<br />

Un giocatore col fisico come Diego Maradona non può arrivare da nessuna parte.<br />

Giampiero Boniperti, 1984.<br />

Magari soltanto a essere campione d’Italia e del mondo, cara Marisa?<br />

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Posted 30/04/2006 h 11.00 a.m., CET. Contrariamente al solito, opto per<br />

il primo anello: là sotto conosco proprio tutti! Ovunque mi giri becco<br />

vecchi compagni d’armi. La prospettiva del campo è un po’ compressa,<br />

stile paesaggio venusiano ripreso dalle sonde sovietiche degli anni<br />

settanta, ma che importa, qua ci si scompiscia che è un autentico piacere.<br />

“Maledetto calcio moderno”, cita uno striscione degli irpini. Visioni di De<br />

Ponti, Cattaneo, Di Somma, Beruatto (proprio così!) Mario e Marco Piga,<br />

Criscimanni, Juary, Barbadillo e dello sventurato Adriano Lombardi nella<br />

mia testa. Si sacramenta al 62'' per una traversa colpita da Rosina e al 34'<br />

per un gol di testa di Abbruscato annullato da Dondarini. Poi il sup-serbo<br />

Lazetic sale in cattedra spedendo un assist splendido a Rosina che,<br />

solissimo in area, colpisce di testa – non propriamente il pezzo forte del<br />

suo repertorio – e Ceceribar devia sul destro di Stellone che però non<br />

riesce a coordinarsi per ribattere in porta. Al termine dell’intervallo tento<br />

di uscire dallo stadio per procurarmi una birra ma la mossa è tardiva,<br />

“dovevi svegliarti prima, t’avrei fatto passare” mi dice un poliziotto che<br />

avrà la metà dei miei anni, fossi un infame me la andrei a cantare col suo<br />

capo ma poiché non lo sono lascio perdere. Gran parte del secondo tempo<br />

trascorre soporifera, poi De Biasi cambia Ferrarese e Gallo per Rosina ed<br />

Edusei e la musica cambia, eccome: al 25' il regista scodella in area ospite<br />

una punizione perfetta per la zuccata di Melara. Gol gol gol goool!<br />

Dopodiché il Toro potrebbe raddoppiare in almeno quattro occasioni, tra<br />

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le quali spicca una irresistibile percussione centrale di Lazetic (vaya<br />

pedazo de futbolista!) con imbeccata diagonale a Stellone che spreca a<br />

lato. Ma alla fine va bene così, 1-0 e una birra Prinz+acqua minerale a 1<br />

euro per l’Autore. Diciamo un’altra volta tutti inzieme… GRAZIE CHE<br />

HO BEVUTO E HO VINTO!<br />

Vorrei mandare un caro saluto a Pino e Samuele, due ragazzi che ogni tanto si<br />

fanno vedere al bar… per così dire, due ragazzi sporadici.<br />

Enzo Poliseno, “Calcio Sud”.<br />

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Posted 02/05/2006 h 05.00 p.m., CET. La mia associazione con gli<br />

Hawkwind cominciò con Dikmik. Lo strumento che Dikmik suonava<br />

all’interno del gruppo era una piccola scatola con due manopole<br />

appoggiata su un tavolino. Veniva chiamata ring modulator, ma era in<br />

realtà un generatore audio capace di produrre suoni sia alti che bassi – al<br />

di fuori del raggio uditivo umano. Con quelli alti perdevi l’equilibrio,<br />

cadevi e vomitavi; con i bassi, te la facevi nei pantaloni. Si potevano<br />

procurare attacchi epilettici alla gente, con quell’apparecchio. Dal palco,<br />

Dikmik riusciva a distinguere quelli tra il pubblico che risentivano degli<br />

effetti. Quando suonavamo insieme negli Hawkwind, io andavo da lui e<br />

gli dicevo: “Qualcuno adatto?” E lui rispondeva: “Sì, quel tizio laggiù. Lo<br />

vedi?” E girava la manopola – wruuum – e il tizio cominciava a stare<br />

male. Si possono fare cose sorprendenti con il suono. Naturalmente, però,<br />

non potevamo mai essere sicuri se fosse il generatore o se era perché<br />

avevamo condito tutto il cibo con l’acido prima del concerto.<br />

Lemmy, “La sottile linea bianca”.<br />

Sono pressoché sicuro che Juvelandia possieda una versione aggiornata di<br />

quell’aggeggio, utilizzandolo per stordire giocatori avversari, arbitri e<br />

guardialinee: Dott. Guariniello, apra un fascicolo pure su questo!<br />

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Il Nottingham Forest di Brian Clough fu la prima squadra straniera di cui<br />

mi innamorai davvero… Campione d’Europa 1979 e 1980, il Nottingham<br />

praticava un calcio brillante e moderno. I suoi punti di forza erano Shilton,<br />

Anderson, McGovern, Francis, Birtles, Woodcock e Robertson). Quale<br />

dirompente gioia per i miei occhietti di pubere fanatico dell’Adidas quelle<br />

favolose magliette rosse con le tre bande parallele sulle maniche! E le<br />

piroette mancine di Tony Woodcock! Comunque, non fui il solo tifoso<br />

granata a prendermi una scuffia per i Notts. Ricordate quel coretto sugli<br />

spalti del Comunale e sui pullman quando il viaggio si faceva oltremodo<br />

tedioso? ottingham, ottingham Forest…<br />

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Posted 03/05/2006 h 05.00 p.m., CET. 26-06-1981. Primi patimenti di un<br />

giovanissimo virgulto granata. Per il secondo anno di seguito, il Toro va in<br />

finale di Coppa Italia con la Roma. Una ghiotta occasione per rifarsi della<br />

sconfitta subita tredici mesi prima all’Olimpico in sfida unica: 0-0 dopo i<br />

tempi supplementari ed errori dal dischetto di Greco, Graziani (calciato<br />

fuori, e diventerà una costante!) e Zaccarelli per il 3-2 finale dei<br />

giallorossi. Stavolta la finale si gioca in due gare e all’andata il Toro ha<br />

pareggiato 1-1 a Roma (31' Carletto Ancelotti, 59' aut. Santarini). Dal<br />

punto di vista dei 180', è un risultato più che buono.<br />

L’Autore è magro come uno spiedino per la carne alla brace, zazzeruto,<br />

rockettaro ed eccitatissimo: è la mia prima finale al Comunale! La vedrò<br />

in mezzo ai Leoni della Maratona. Scorrono 37 minuti di partita e Agatino<br />

Cuttone, ragazzo del Fila, spara una chianidda da annali del calcio alle<br />

spalle di Tancredi. Un moto ondulatorio di esultanza scuote la Maratona,<br />

<strong>Maurizio</strong> si spolmona gridando: gol, gool, gooool! Il Toro ha una zampa e<br />

mezza sulla Coppa. Ma al 62' l’arbitro Michelotti concede ai giallorossi un<br />

penalty che Agostino Di Bartolomei (Dio l’abbia in gloria) trasforma con<br />

la sua ormai proverbiale mazzata a centro porta. Si va un’altra volta alla<br />

lotteria degli undici metri. Come l’anno scorso e col Grasshoppers a<br />

dicembre, Toro eliminato agli ottavi di finale di Coppa UEFA – ah, quella<br />

prodezza balistica di Vincenzino D’Amico contro il Magdeburgo!<br />

Inaugura la sequenza Ancelotti: gol. Pecci… parato: che diamine, Piedone<br />

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aveva già sbagliato il penalty decisivo con gli svizzeri! Bruno Conti, gol.<br />

Sclosa, gol. Santarini, gol. Bertoneri, gol. Di Bartolomei, parato, dài dài<br />

dài! Graziani… parato… di nuovo, porca eva. Dopodiché si presenta sul<br />

dischetto il divino Paulo Roberto Falcao o Falcon o Fausson o Falcaon:<br />

gol. Ho ancora tatuata sul lobo frontale la sua esultanza. Mi sarei messo a<br />

piangere…<br />

156


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Posted 04/05/2006 h 01.30 p.m., CET. Sono state appena rese pubbliche<br />

le intercettazioni del telefonino dello Scambista Luciano Moggi nel<br />

periodo agosto-settembre 2004. Coinvolti Alessandro Moggi, Antonio<br />

Giraudo, Innocenzo Mazzini, Luigi Pairetto ma anche Aldo Biscardi.<br />

Lascio a voi ogni commento: io, personalmente, sto andando a vuotare lo<br />

stomaco nella tazza del cesso. Dio volesse che perdessero lo scudetto e<br />

non vincessero più nulla da qui al Giudizio Universale!!!<br />

ARBITRI SOTTO DETTATURA. 11 agosto 2004: Moggi: “Ma che<br />

c***o di arbitro mi avete mandato?” riferendosi all’andata dei preliminari<br />

di Champions con il Djungarden. Pairetto: “È Fandel, uno dei top”.<br />

Moggi: “Ma ha fatto un casino, il gol di Miccoli era valido. Gigi questo<br />

deve andare in c*** fidati di me. Ora mi raccomando giù a Stoccolma”. Si<br />

parla anche della scelta di arbitri per le amichevoli. Moggi: “A Messina<br />

mandami Consolo e Battaglia – riferendosi ad una amichevole<br />

precampionato – con Cassarà eh. E per il Trofeo Berlusconi mi<br />

raccomando Pieri”. 1 settembre 2004: Pairetto: “Mi sono ricordato di te,<br />

ho messo un grande arbitro per la partita di Amsterdam. È Meier”<br />

parlando della designazione di Ajax-Juve di Champions League. Moggi:<br />

“Alla grande!”. Pairetto: “Vedi che io mi ricordo di te?”<br />

UA MASERATI PER PAIRETTO. Si parla poi di una Maserati<br />

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Quattroporte in omaggio a Pairetto. Moggi: “Sono Moggi buongiorno.<br />

Avrei bisogno di Nalla”. Nalla: “Ciao Luciano”. Moggi: “Io avrei bisogno<br />

in tempi rapidi perché siccome dobbiamo fare...”. Nalla: “Sì”. Moggi: “Per<br />

un amico importante, di una Maserati”. Nalla: “Sì”. Moggi:<br />

“Quattroporte”. Nalla: “Quattroporte?”. Moggi: “Sì. Ti diamo tempo una<br />

settimana dieci giorni, va bene?”. Nalla: “Va bene”. Pairetto: “Ascolta<br />

volevo dirti la macchina ce l’ho già praticamente”. Enzo: “Quale?”.<br />

Pairetto: “Quindi quando vogliamo andare poi a prenderla c’è a<br />

disposizione praticamente la Maserati”. Enzo: “Ma dài”. Pairetto: “Sì<br />

quindi”. Enzo: “Madonna”. Pairetto: “Adesso quando rientro domani<br />

chiamo direttamente la Casa Reale”.<br />

CHI È “IL CORVO”? Tra Giraudo e Moggi si parla di arbitri: Giraudo:<br />

“Lo vediamo subito come tira, tu hai notizia di che aria tira a Sportilia?”.<br />

Sportilia è la sede estiva del raduno degli arbitri. Moggi: “Bene, bene con<br />

Gigi (Pairetto)”. Giraudo: “Ma non è come l’anno scorso?”. Moggi: “No,<br />

no con Gigi è una cannonata”. Giraudo: “Però adesso bisogna dirgli che<br />

s’impegni per ’sto corvo perché non si può andare avanti con sta testa di<br />

c****”. Il cosidetto corvo resta ignoto.<br />

“ATTETI CHE VI VOGLIOO FAR FUORI”. Il 10 settembre 2004.<br />

Tra Alessandro Moggi e Luciano Moggi. Alessandro Moggi: “Preziosi mi<br />

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ha fatto un discorso sul calcio che cambia, bisogna stare attenti a Carraro,<br />

Galliani e mi ha detto: non vi fidate di Montezemolo. Perché ha sentito<br />

una conversazione alla Juve: vogliono far fuori tutti, rimane solo Giraudo.<br />

Luciano Moggi: “Sì ma questa è una cazzata”. Alessandro Moggi:<br />

“Preziosi spesso è in ambienti di questo genere qui”.<br />

CALCIOMERCATO. Si parla anche di Liverani il 19 agosto. Alessandro<br />

Moggi: “Mi ha chiamato Morabito e Vigorelli (trattasi di due procuratori)<br />

per sapere se volevi fa’ un cambio di prestiti per pijà Liverani”. Luciano<br />

Moggi: “No, no ma perché ora lavorano per la Lazio?”. Alessandro<br />

Moggi: “Che ne so?”. Luciano Moggi: “Porca miseria, quello lì ha<br />

agganciato lì di sotto, mo ci voglio parlà con quello perché gli hanno dato<br />

Lopez e gli vogliono dare Marquez a loro eh. Quindi è sicuro che sono<br />

riusciti a entrarci poco, perché lì non è che si possa anda’ granché, almeno<br />

che Cinquini (ex d.s. Lazio) non lavori ancora con la Lazio”.<br />

U OROLOGIO PER BISCARDI. Ancora omaggi. Qui si parla di un<br />

orologio da 40 milioni regalato a Biscardi. Moggi: “Allora ieri ho<br />

chiamato qui il nostro amico di Trieste... Baldas (ex designatore e<br />

commentatore delle moviole del Brogesso). Gli ho fatto una bella cazziata,<br />

ma non ce n’era bisogno. Lui non ha colpa” (...). Moggi: “Ma se non viene<br />

poi un cambio non prendo più nessuno, ma perché dobbiamo ammazzare il<br />

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campionato?”. Biscardi: “No, tu non ammazzi un c****, magari<br />

l’ammazzavi l’anno scorso, mi dovresti da’ 40 milioni, hai fatto la<br />

scommessa con me e hai perso”. Moggi: “Aldo, ma io... sei come un<br />

orologio già assicurato, che vuoi che ti dica?”. Biscardi: “E dove sta?”.<br />

Moggi: “E lo sai che quando te lo dico...”. Biscardi: “E non lo so. Non me<br />

lo mandi mai...”. Moggi: “Ma vaff..., uno te l’ho dato costava 40 milioni”.<br />

“QUEL COGLIOE DI CARRARO”. Il 6 settembre Moggi parla con<br />

Innocenzo Mazzini, vicepresidente Figc. Parlano di Carraro. Mazzini:<br />

“Perché questo coglione (riferito a Carraro), ricordati che lui crede, che<br />

anche se passa così come vuole normalmente, di vincere lui. Invece devi<br />

metterglielo nel c***. Ricordatelo”.<br />

ADARE A “FAR ARBITRI”. Moggi: “Ooh se ti dico lasciamici<br />

parlare, poi domani io ho l’appuntamento”. Mazzini: “Va bene” (...)<br />

Mazzini: “Venerdì vado a fare gli arbitri”. Moggi: “Venerdì vengo<br />

anch’io”. Mazzini: “Gliel’ho detto ad Anto’ e mi ha detto che non viene”.<br />

Moggi: “Lascia sta’, quello è un ambiente un po’ ibrido, meno uno ci si<br />

confonde e meglio è, e vale neppure la pena di starci alla lontana: io uno ci<br />

faccio partecipa’, o partecipo io o ci mando Alessio”.<br />

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Posted 09/05/2006 h 05.00 p.m., CET. A dire la sincera verità pensavo di<br />

riprendere a postare sabato mattina prossimo venturo, ma sono talmente<br />

indignato per tutto quello che sto vedendo e sentendo in queste ultime ore<br />

– Carraro che si dimette pensando di sfangarla agli occhi del mondo,<br />

Biscardi che va in onda con la sua faccia di tolla come se nulla fosse<br />

successo, il corruccio meschino di Sposini, le manovre borsistiche della<br />

Ifil, le lacrime vannamarchiane di Bettega, la solidarietà pelosa dei tifosi<br />

bianconeri alla Triade – che mi è praticamente impossibile star lontano<br />

dalla tastiera. E allora…<br />

14-05-1992. Sono appena tornato da Amsterdam, laddove ho visto il Toro<br />

perdere immeritatamente la prima finale europea della sua sfigatissima<br />

storia. Stanco, avvilito, affamato… qualche altro aggettivo? Mi abbandono<br />

lungamente al conforto di una doccia, al termine della quale, avvolto nel<br />

mio accappatoio verde artemisia, vado in cucina per cuocermi una bistecca<br />

e respirare un po’ di soma catodico. Nello stesso tempo che premo il tasto<br />

d’accensione del media freddo mi sovviene che proprio ora si sta giocando<br />

la finale di ritorno di Coppa Italia, Parma-Juventus. Chissà quanto avranno<br />

goduto ieri sera, i nostri cuginetti spocchiosi! In ogni modo è il 58' e la<br />

Giuve perde 1-0, gol di Melli al 45'. Non ne godo più di tanto. La carne<br />

facilmente gonfiata agli estrogeni sfrigola sulla piastra.<br />

61'. Irresistibile percussione offensiva dei gialloblu; l’ex ragazzo del Fila<br />

Marco Osio, divenuto sagace centravanti di manovra nella scintillante<br />

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configurazione di Nevio Scala, si fa trovare pronto sotto porta e insacca. 2-<br />

0. I bianconeri, surclassati in campionato dalla supremazia del Milan di<br />

Marco Van Basten (25 goal!), vedono così sfumare anche la Coppa Italia.<br />

Abbandono momentaneamente il filetto sul fuoco e vado a tempestare lo<br />

schermo di reiterati, quasi isterici gesti dell’ombrello. Non mi vergogno a<br />

dirlo, mi scende pure sulla guancia una tardiva lacrima di frustrazione.<br />

Gobbi di m…<br />

E rincariamo ’sta dose! 28-05-1997. La finale di Champions League è<br />

Borussia Dortmund-Juventus, a Monaco di Baviera. Eh no, questa volta la<br />

partita non ce la vediamo, perché l’anno prima ha portato male. Io e altri<br />

fratelli di virus ci andiamo così a rintanare in un campetto di calcetto a<br />

Savonera; radio rigorosamente spente, lontani centinaia di metri da<br />

qualsiasi televisore. Siamo gli unici ad avere affittato il campo stasera. Il<br />

proprietario, vecchio cuore granata vagamente rassomigliante a Jack<br />

Klugman (“Quincy”), ci lascia le chiavi dello spogliatoio e vola a casa per<br />

cenare e vedersi la partita: tornerà verso le 22.20.<br />

Giochiamo la nostra partitella amatoriale in un silenzio preternaturale.<br />

22.10. Basta così, andiamo a farci la doccia! Mi attardo a slacciarmi gli<br />

scarpini ormai consunti, sarebbe opportuno che me ne comprassi un altro<br />

paio. Percepisco un scalpiccio alla mia sinistra. È il Dottor Quincy, in<br />

anticipo. Senza neanche drizzarmi in piedi gli chiedo: “Che cosa sta<br />

facendo la Juve?”<br />

163


Lui esita. Sorride. “La Juve sta perdendo 3-1.”<br />

“Davvero? Mi sta prendendo in giro.”<br />

“No no, è vero. Perde 3-1, la Göba.” Indica la vettura alle sue spalle,<br />

l’autoradio gracchiante. “Senta lei stesso, se non ci crede.”<br />

Avete presente il sorriso del Gatto di Alice nel Paese delle Meraviglie?<br />

Be’, moltiplicatelo per dieci sul mio volto affilato! I miei compagni di<br />

calcettata, avendo adocchiato la conversazione, stanno là frementi ad<br />

attendermi al varco degli spogliatoi, un paio addirittura in mutande e a<br />

piedi scalzi.<br />

“Allora, Mauri, che ti ha detto il signore?<br />

“Non staranno mica vincendo, i rigatini maledetti?”<br />

“Dài, non tenerci sulle spine!”<br />

Allora io… “Be’, insomma, ecco… I GOBBI PERDONO 3-1!”<br />

Figuratevi il tripudio che si scatena subito dopo…<br />

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Posted 07/05/2006 h 11.00 a.m., CET. Ieri mattina mi sono alzato con<br />

ancora in corpo gli strascichi di una notte di bisboccia: che volete, a<br />

quarant’anni più uno gli eccessi si pagano per tre giorni di fila!<br />

Nondimeno, come disse il Mago Gabriel quando uscì dalla fossa di cui<br />

sarebbe stato possibbilmente seppellito vivo, ne è valuta davveramente la<br />

pena. Che seratone il 4 maggio al Fila! Ho pure scattato un rullino di<br />

fotografie che spero siano venute bene, soprattutto quelle dedicate a quel<br />

magnifico striscione a pannellature che avvolgeva il muro di cinta del<br />

Tempio. Entro martedì, massimo mercoledì prossimo le metterò on-line.<br />

Corsi e ricorsi della vita… come già cinque mesi fa contro l’Avellino, e<br />

grosso modo nelle medesime condizioni fisiche, mi è toccato ancora un<br />

sabato di smontaggio e montaggio mobilia, per di più a casa dello stesso<br />

amico, Daffy. Insomma, vi erano tutti gli ingredienti per replicare un<br />

pomeriggio invernale di esecrazioni…<br />

Ma…<br />

Ore 9.00. Colazione con tè corretto propoli e un misurino di ginseng. Un<br />

commento sull’ultima infornata di intercettazioni moggiane? Beh, ’sta<br />

faccenda mi pare un racconto di Erskine Caldwell ambientato in Piemonte<br />

anziché in Georgia: voglio dire, tutti quanti in paese sanno che Luciana<br />

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Moggiato è un troione ma nessuno osa ammetterlo finché qualcuno non la<br />

becca a letto col preposto…<br />

Venerdì sera, ancora resacoso, ho visto su Sportitalia, e dove se no, Boca<br />

– Estudiantes: spettacolare doppietta del Pocho Insua! Ciò nonostante,<br />

quantunque simpatizzi fortemente per gli xeneizes, non posso far passare<br />

sotto silenzio le prodezze in Copa Libertadores di Gonzalo Higuaín,<br />

diciottenne volante ofensivo del River Plate: doblete anche per lui contro il<br />

Corinthians di Carlitos Tevez! ‘Pipita’ Higuaín è un giocatore di enormi<br />

prospettive: gran fisico, non velocissimo ma dotato di tecnica sopraffina,<br />

recisamente più portato al dialogo coi compagni piuttosto che alla giocata<br />

individuale. Potrebbe diventare il nuovo Burruchaga. Nell’ultima giornata<br />

di campionato ha esordito col botto nei millonarios un altro ragazzetto di<br />

sicuro talento, Gerónimo Morales Neumann, 19 anni; costui, appena<br />

subentrato a un compagno, ha avuto la faccia tosta di uccellare l’esperto<br />

arquero Navarro Montoya del Gimnasia La Plata con un sombrerito!<br />

Prendere nota, per favore.<br />

Ore 16.02. Calcio d’inizio a Trieste e un momento di pausa per me. Daffy<br />

conserva ancora pressoché intatta una bottiglia di orujo de hierbas gallego<br />

che un nostro amico comune gli portò diversi anni fa dalla Spagna.<br />

Contravvenendo senza imbarazzo al mio voto fine-settimanale di astinenza<br />

dagli alcolici me ne tiro giù un bicchierino: il tempo trascorso in bottiglia<br />

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lo ha un po’ raddolcito ma è ancora squisito. Il raffreddore va decisamente<br />

meglio, ora. Come sempre, grazie che ho bevuto. È il nostro nuovo mantra<br />

propiziatorio.<br />

Ore 16.47. Il lavoro di smontaggio è quasi terminato: la-la-la-la-la-la-la<br />

Abbruscato! Risultati: il Catania vince a Modena 1-0 e il Mantova perde<br />

2-0 con l’Albinoleffe di Mondonico. Può darsi che il buon Emiliano abbia<br />

raccolto l’appello lanciatogli da un forumista… vecchio cuore granata.<br />

Adesso tocca a noi, però.<br />

Ore 17.12. Daffy colleziona da molto tempo gadget sovietici e libri sul<br />

socialismo reale, me ne sta mostrando alcuni… zitto un attimo, Muzzi sta<br />

scendendo sulla destra… vai così, centro basso e teso per Stellone…<br />

RETE! E allora, e allora, e allora! “Adesso vado a prendere una birra in<br />

frigo e poi brindiamo dicendo ancora insieme grazie che ho bevuto”<br />

propone Daffy sorridendo a tutto tondo. Tassativo, amico mio!<br />

Ore 17.24. Sudori freddi: Nikola Lazetic si è fatto male alla caviglia.<br />

Tutto lo stadio fischia sonoramente la sua uscita in barella – i triestini non<br />

gradiscono certamente la sua origine serba – ma il fantasista rientra di lì a<br />

qualche minuto, benché zoppicante. Abbiamo appena il tempo di tirare un<br />

sospiro di sollievo che Simone Cerrano esclama “Lazetic ruba palla a<br />

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Landaida, grande slalom, passaggio a Stellone… RETE!” E allora io e<br />

Daffy andiamo di nuovo in cucina a brindare alla maniera di Giovanni<br />

Bivona. Siamo a soli due punti dalla serie A diretta, cari compagni di<br />

magagne!<br />

Io sono diventato juventino l’anno dei 51 punti e lo sono diventato ancor più con<br />

l’arrivo di Platini. Ma l’avvento di quel signore alla dirigenza mi ha fatto passare<br />

tutte le fantasie. Perciò spero con tutto il cuore che torni a fare quello che faceva<br />

prima di entrare nel mondo del calcio: il vice-capostazione a Civitavecchia.<br />

Marco Travaglio a “Sabato Sport” del 06/05/2006, parlando di L. Moggi.<br />

Per contro, pare che la stragrande maggioranza dei tifosi abbia scelto di<br />

stare dalla parte della società. Lo dimostreranno oggi al Delle Alpi con<br />

striscioni di solidarietà a Giraudo e Moggi. Naturalmente ci sarà pure<br />

Marcello Chirico, che ancora ieri sera difendeva a spada tratta colui che,<br />

com’è noto, ha scritto la prefazione al suo capolavoro letterario “Il<br />

novissimo gobbo”: ti pare che l’avrebbe sputtanato? A lui e a tutti i suoi<br />

compagni di servitù voglio dire soltanto una cosa: noi granata saremo<br />

finanche dei patetici perdenti come voi amate ricordarci a ogni vostro<br />

trionfo, ma per quel che vale io ritengo la vostra ignoranza intellettuale e<br />

morale infinitamente più penosa. E adesso andate pure a festeggiare il<br />

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vostro scudetto di merda.<br />

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Posted 12/05/2006 h 03.25 p.m., CET. Finchley Boys again. Tre giorni<br />

passati a ideare e dipingere striscioni come vent’anni fa. Mentre la testa<br />

della tenia juventum veniva espulsa dall’intestino corrotto del calcio e<br />

saltavano fuori i nomi degli scommettitori rigatini – Malena Buffonova,<br />

Missile Chimenti, Pupetta Maresca e il Tonno Juliano. Discorsi che<br />

invariabilmente si avvitavano intorno a un’unica, cruciale questione: finirà<br />

o no la Juve in serie B? Forse è opportuno pensare al Rimini, fellas. Il<br />

verminaio, almeno per una volta, non ci tocca.<br />

Ecco gli striscioni che probabilmente domani non vedrete allo stadio:<br />

MEGLIO DANNATI ALL’INFERNO CHE DE SANTIS IN PARADISO.<br />

CERCASI ARBITRI PER REMAKE DEL FILM “TELEFONI<br />

BIANCONERI”. OH LUCIANO, SPOSATI LA VANNA MARCHI… IL<br />

MAGO LO FA EMERSON.<br />

41 mandati di comparizione, come i miei anni… sarà un segno del<br />

destino? Ehi, quarantenni granata, vi ricordate quella canzone dei Decibel,<br />

Contessa? Ecco la nuova versione, 11 maggio 2006: Signora. Chi sei, s-ssignora,<br />

tu te ne vai in malora! E come sempre, grazie che ho bevuto.<br />

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Posted 15/05/2006 h 09.30 a.m., CET. Per quanto concerne il cosiddetto<br />

ventinovesimo scudetto dei Gobbi, la frase più abusata dai media fra il<br />

tardo pomeriggio di ieri e la mattinata di oggi è stata senz’altro “clima<br />

surreale”. Almeno per una volta, sono d’accordo. Pur abitando presso<br />

un’arteria cittadina molto trafficata, non ho udito alcun strombazzo di<br />

festeggiamento per tutta la serata! Dico, non uno! È la prima volta in tutta<br />

la mia vita. Intorno alle 22.00 ho fatto un giretto in macchina sfiorando il<br />

centro città e, sì, qualche sparuto manipolo di imbandierati l’ho visto.<br />

Va comunque detto che tutti gli juventini che conosco sono disorientati<br />

nonché incazzati neri, come e forse più di quelli che a Caselle hanno<br />

tempestato di insulti la ormai ex Triade; per talaltri invece “il fine<br />

giustifica i mezzi” – vale dire, tutto è lecito purché si vinca… Un applauso<br />

alla cultura sportiva di questi signori! Se un giorno in questo paese dei<br />

cachi si instaurasse un vero regime alla sudamericana con tanto di<br />

sparizioni e repressioni di massa, non ho alcun dubbio su dove essi si<br />

andrebbero a schierare. “La mia anima è stata uccisa?” Ma non farci<br />

ridere, Mr. Scambista: sei tu ad aver ucciso l’anima del calcio. E ora paga!<br />

Mentre noi ci godiamo le serpentine di Nikola Lazetic.<br />

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Che cos’è il calcio moderno? È l’espressione mafiosa dell’economia.<br />

Beppe Grillo<br />

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Posted 15/05/2006 h 04.00 p.m., CET. Le vene granata di Marco<br />

Bonetto, Bradipolibri, è un libro stupendo, forse ancor più bello di Belli e<br />

dannati. Ne utilizzo alcuni brani per togliermi qualche sassolino dalla<br />

scarpa riguardante, nell’ordine, il Coccodrillo Ferroviere Luciano Moggi,<br />

l’Aziendalista Franchista Fabio Capello e tutta La Stampa Asservita in<br />

generale. Cominciamo da:<br />

Dante Bertoneri. Esordii il 18 gennaio 1981 contro l’Ascoli, 3-0. Esordii<br />

assieme a Francini. L’anno dopo in prima squadra con Giacomini fu un<br />

bel campionato. L’anno dopo con Bersellini fu un anno non bello anche<br />

perché Bersellini non vedeva bene noi giovani. Poi fu l’anno del cambio di<br />

dirigenza, di presidenza. Gente nuova che smantellò tutta la squadra<br />

dell’81 di Giacomini, il quale andò a Napoli. Quindi nel 1983 mi volevano<br />

dare addirittura in serie B al Cesena: fu Moggi che appena arrivato voleva<br />

subito, anzi ha voluto subito cedere tutti i giovani che salvarono l’anno<br />

prima il Torino dalla serie B. Bella riconoscenza!<br />

Gustavo Giagnoni. Derby di Coppa Italia, 1972, 2-1 per la Juve. A fine<br />

partita Fabio Capello si avvicina a Luciano Castellini e comincia a<br />

canticchiargli: “Parole, parole, parole…” Castello perde la testa e parte per<br />

fargli una faccia così. Capello scappa, il Giaguaro lo rincorre, vedo la<br />

scena e scatto all’inseguimento pure io. Arriviamo nel corridoio degli<br />

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spogliatoi e Capello fa appena in tempo a chiudersi dentro lo stanzone<br />

della Juve. Gli andò bene, se no non so come sarebbe finita, perché<br />

Castellini è la persona più brava di questo mondo, ma non lo devi sfottere.<br />

Io? Beh, dichiarai che ero scattato per bloccare Luciano e non per<br />

picchiare Fabio…<br />

Amos e Mariuccia Ferrini. I giornalisti, quasi tutti, hanno appiccicato<br />

addosso a mio padre l’etichetta di picchiatore. Anche la Rai: quando deve<br />

far vedere qualche immagine, mostra papà che si fa espellere in Cile, al<br />

mondiale del '62, o in quel derby quando insegue Sivori per picchiarlo. Ma<br />

non è giusto, è una persecuzione. Fatemelo vedere campione d’Europa a<br />

Roma nel '68 con l’Italia, fatemelo vedere quando alza la Coppa Italia col<br />

Toro… ho anche telefonato a un giornalista per lamentarmi. Non so se ha<br />

capito. E poi Brera arrivò a scrivere che in Cile era drogato. Giorgio lo<br />

querelò, ma poi il Torino, invece di difenderlo, gli chiese di ritirare la<br />

denuncia, perché Brera era uno che contava e allora era meglio lasciar<br />

perdere.<br />

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Posted 19/05/2006 h 10.36 a.m., CET. Messaggio per tutti coloro che<br />

desiderino prendersi una salubre pausa dai miasmi di Calciopoli o<br />

Calciogate che dir si voglia: è uscito Il profeta del gol in DVD! Per i più<br />

giovani, trattasi del bellissimo documentario che il compianto Sandro<br />

Ciotti girò nel 1976 sulla carriera di Johann Cruyff. Merita davvero la<br />

pena. 1976… Mi sono perso la festa del trentennale dello scudetto e pure<br />

la cronaca della partita su 7 Gold: pazienza, non si può fare tutto nella<br />

vita! Aldo Biscardi si è preso una bausa di rivlessione e allora io dico:<br />

dieci, cento mille terremoti come questo anche in altri campi, ammesso<br />

che portino a qualche misura concreta! Sia come sia, è già moltissimo<br />

vedere uno degli oggetti del mio odio infangato fino al collo. È utopistico<br />

che si vada a una totale rifondazione del sistema calcio, intossicato da anni<br />

e anni di sperequazioni e illecite ingerenze: però qualcosa deve cambiare,<br />

e non solo ai piani alti. Cominciamo a far piazza pulita di tutti quei loschi<br />

figuri che gravitano intorno ai settori giovanili, compresi quei sedicenti<br />

allenatori che rampognano ferocemente i ragazzini al minimo accenno di<br />

individualismo… perché di tranciatori di gambe e lattonieri senza tocco di<br />

palla ne abbiamo piene le tasche. Rivogliamo il calcio bello di una volta!<br />

Intanto domenica me ne vado a Brescia… rompendo così un digiuno di<br />

trasferte che durava da tre anni.<br />

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Bianconeri e granata, due anni di Olimpico<br />

La convivenza s’allunga: le due squadre pagheranno 800 mila euro<br />

d’affitto per stagione al Comune<br />

Due anni di Olimpico per Juventus e Torino. Da settembre, le squadre<br />

torinesi si alterneranno sul terreno del Comunale, indipendentemente dal<br />

campionato. L’ingegnere capo del Comune, Giovan Battista Quirico, sta<br />

predisponendo le modifiche per consentire l’utilizzo bipartisan: accessi,<br />

spogliatoi e gradinate separati per le tifoserie.<br />

Dovevano giocare una sola stagione sullo stesso campo, invece l’uragano<br />

Moggi costringe le due squadre ad allungare la convivenza. La società<br />

bianconera ha chiesto il rinvio dell’inizio del cantiere al Delle Alpi,<br />

previsto per giugno. Un intervento per adattare l’impianto a uso calcistico:<br />

gradinate che scendono a bordo campo (rinunciando alla pista di atletica),<br />

riducendo la capienza da 69 mila a 37-40 mila posti e utilizzando gli spazi<br />

liberati per attività commerciali (30 mila mq coperti, di cui 17 mila di<br />

superficie netta di vendita, 5 mila per una multisala cinematografica) e 5<br />

mq per la sede. Due anni per realizzare il tutto.<br />

Intanto è slittata la firma della concessione di 99 anni per lo stadio dei<br />

mondiali. Doveva avvenire domani. Un pre-accordo raggiunto dopo<br />

contrastatissime trattative, a partire dal lontano 1994, con l’avvento della<br />

Triade Bettega-Giraudo-Moggi alla guida della Juventus.<br />

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Il cda dimissionario non può assumere un impegno che vale 150 milioni di<br />

euro per i lavori e 25 milioni (di cui 6 già pagati) per acquisire i diritti di<br />

superficie. Il manager bianconero Renato Opezzi ha chiesto tempo. “Il 19<br />

maggio” annuncia un comunicato “il cda assegnerà a Carlo Sant’Albano,<br />

amministratore delegato dell’Ifil (azionista di maggioranza della società<br />

bianconera) le deleghe e i poteri per gli affari correnti per permettere, di<br />

fatto, il buon funzionamento della società sino alla nomina del nuovo<br />

consiglio di amministrazione, che avverrà il prossimo 29 giugno.”<br />

Il sindaco Chiamparino, il vice Calgaro, Montabone, Peveraro, Tessore e<br />

Viano, gli assessori che più tengono con il club presieduto da Franzo<br />

Grande Stevens, sono fiduciosi: “La Juventus resta una società solida, di<br />

grande attrazione, attendiamo di incontrare gli amministratori e il<br />

presidente.” L’estate porterà anche prospettive più chiare per il calcio<br />

2006-07: eventuali nuove regole per le società, la composizione dei<br />

campionati…<br />

Fatta la concessione con il Delle Alpi, sarà approfondita quella<br />

dell’Olimpico per il Toro. Il presidente granata Urbano Cairo, per ora, si è<br />

limitato a parlare di affitto: “Ne ho discusso prima con i dirigenti<br />

bianconeri, poi con la Città abbiamo definito un’intesa di massima.”<br />

Ciascuna società pagherà 200 mila euro di canone più 600 mila di spese<br />

per la manutenzione. Complessivamente al Comunale entreranno 1<br />

milione e 600 mila euro l’anno.<br />

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Delle Alpi (40 mila posti), Olimpico (27 mila, aumentabili a 31.500<br />

allungando le gradinate sulla pista), l’auspicato Filadelfia (3 mila): il<br />

calcio del futuro – sempre più trasmesso dalla tv – avrà ancora bisogno di<br />

tanti impianti? E ci saranno ancora risorse per mantenerli? La Juve attende<br />

il nuovo cda per pronunciarsi. Il presidente del Toro, Cairo, parla con<br />

entusiasmo del vecchio Fila, ma è prudente nell’assicurare il decollo<br />

dell’operazione: “Da solo non sono in grado. Ci vuole sinergia fra<br />

istituzioni, altri soggetti.” Si vorrebbe dar vita a una fondazione con il<br />

coinvolgimento e il contributo dei tifosi. L’Olimpico? “La trattativa col<br />

Comune è da avviare. Vedremo i costi”, risponde Cairo. Potrebbe essere<br />

tentato di unire le forze con la Juve? “Non se n’è parlato” taglia corto<br />

Cairo, alla vigilia della nuova convivenza tutta da collaudare.<br />

Luciano Borghesan, La Stampa, 17 maggio 2006.<br />

Finirà che le due squadre giocheranno all’Olimpico vita natural durante…<br />

per quanto riguarda l’area della Continassa, vi edificheranno un Diner Dog<br />

e buonanotte ai suonatori. A meno che la Juve non vada in C1…<br />

È altresì significativo un articolo nel medesimo giornale su Mondo Juve a<br />

Vinovo. Leggete un po’ cosa scrive Giuseppe Legato:<br />

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I campo di calcio sono praticamente pronti tanto che a Vinovo circolavano<br />

voci di una prossima inaugurazione. La struttura commerciale, invece, è<br />

solo carta. Protocolli d’intesa, valutazioni di impatto ambientale, varianti<br />

urbanistiche: carta su carta su carta. Mondo Juve esiste dunque, a ma<br />

metà. La parte commerciale – più di 100 milioni di euro di investimento –<br />

aspetta che l’accordo di programma – documento con cui si certifica chi fa<br />

cosa – sia nero su bianco. E il caso Juve scoppia a Nichelino proprio alla<br />

vigilia di questa firma: importante, fondamentale perché la Juventus deve<br />

realizzare 40 milioni di opere pubbliche per poter aprire il centro. È tutto<br />

scritto sul protocollo d’intesa firmato nel 2001 e sulla licenza commerciale<br />

rilasciata dal Comune di Nichelino. Sondare gli umori nella città della<br />

Palazzina di Caccia a pochi giorni dalla bufera giudiziaria che si è<br />

abbattuta sulla società bianconera equivale a un viaggio tra fiducia e<br />

smarrimento. Fiducia; il sindaco diessino Giuseppe Catizone dice:<br />

“Abbiamo sempre trattato con la società non con le singole persone.<br />

Quindi crediamo che non ci siano problemi affinché l’investimento vada<br />

in porto.” A Nichelino – assieme alla cittadella commerciale –<br />

arriverebbero il raddoppio dello svincolo della tangenziale Debouchè<br />

(oggi monco), una complanare che convogli il traffico da corso Unione<br />

Sovietica direttamente sulle grandi arterie e moltissime opportunità<br />

occupazionali per il bacino cittadino legate a clausole sul personale<br />

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lindate nero su bianco. Il problema è se ci siano o meno i soldi per<br />

realizzare l’opera. Ed ecco lo smarrimento: “Effettivamente – dice il<br />

sindaco – non so con chi parlare. Dovessi dire qualcosa chi chiamo?<br />

Hanno già nominato qualcuno?” Eppure in Comune è tutto pronto.<br />

L’istruttoria sui Pec (piani edilizi convenzionati) presentati a suo tempo<br />

dalla Juve è a buon punto. A luglio sarebbero arrivati in consiglio<br />

comunale per l’approvazione definitiva. I cantieri? Erano previsti nei<br />

primi mesi del 2007. Il pressing del sindaco è tutto nel messaggio alla<br />

società: “Siamo qui per mantenere gli impegni presi a patto – e solo a<br />

patto – che non cambi neanche una delle condizioni condivise fino a<br />

oggi.” Ancora più chiaramente: “Se venissero a proporci di costruire<br />

villette e case, la risposta sarebbe tassativamente negativa.” Il Comune di<br />

Nichelino ha garantito la variazione di destinazione d’uso dei terreni su<br />

cui dovrebbe nascere il centro. Valevano qualche milione di euro. Oggi<br />

costano – più o meno – otto volte tanto. Plusvalenze.<br />

Appunto. Plusvalenze. Mentre Cairo precisa a Roberto Pavanello: “Le<br />

milanesi pagano una cinquantina di milioni di euro per la gestione dello<br />

stadio per 99 anni. Il nostro è un accordo biennale la cui definizione sarà<br />

fatta nei prossimi giorni, però se pensiamo alla capienza dei due stadi, la<br />

nostra cifra – 800 mila euro all’anno – è davvero spropositata.”<br />

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Non è che qualcuno a Palazzo di Città vuole farsi la villa a Capri?<br />

Sicuramente qualcuno sta giocando sporco a Catania… un film già visto,<br />

vedi stagione dello spareggio promozione col Perugia del Pappagorgia…<br />

ma non importa; quest’anno non ce n’è per nessuno!<br />

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Posted 22/05/2006 h 10.36 a.m., CET. Tricche e ballacche e cammellate,<br />

ma alla fine abbiamo vinto. Contro tutti, come da copione puntualmente<br />

rispettato: Airoldi, Pulvirenti, ultrà bresciani… bella razza, quest’ultima.<br />

Spaccano teste a signore e padri di famiglia nel cosidetto ‘cuore pulsante’<br />

della Padania soltanto perché recano sciarpe e vessilli granata. Ma fatemi<br />

il piacere. Non farei nazione con quelle bestie d’ignoranza e intolleranza<br />

manco mi offrissero un assegno da cento milioni di euro e uno stuolo di<br />

reginette adoranti in due pezzi verde, nonché un check-up dentistico<br />

gratuito da Calderoli una volta al mese. Sempre fiero di essere torinese,<br />

nonostante tutto. In ogni modo, tutti zitti e chinare il capo di fronte alla<br />

maestosità di Elvis Abbruscato, che ieri ha letteralmente fatto reparto da<br />

solo e marcato un gol che per cinque minuti abbondanti mi ha mandato in<br />

orbita intorno a Titano assieme con la sonda Cassini! Una bacchettata<br />

sulle dita a Lazetic, sebbene la mia stima per lui rimanga immutata: però<br />

impari a controllare i nervi, giacché a dispetto dei fiumi di inchiostro e<br />

parole versati nel calcio non sta cambiando proprio nulla, per tot fischietti<br />

messi da parte tot fischiovendoli continuano imperterriti a far danni – vedi<br />

il permalosissimo e miope Airoldi. Visto l’indulto concesso a Lippi, temo<br />

che il tal Guido Rossi sia il classico pompiere messo lì a gettare quanta più<br />

acqua possibile sul fuoco. Ma al momento, schiettamente, non potrebbe<br />

importarmene di meno. Il mio pensiero è già volto a domenica, e…<br />

qualcuno per casualità ha il numero del Mago Gabriel? Oddio, so che di<br />

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questi tempi telefonare è sconveniente, ma ci potrebbe scappare<br />

ugualmente lo Squillo Importante al signor Montonico: “Pronto pronto,<br />

signor supper Emiliano, potrebbe mica possibbilmente battere gli etnei o<br />

viceversa il Catania?” Quelli di Echelon si farebbero una grassa risata<br />

deletando il nastro… e noi andremmo in A direttamente!<br />

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Posted 24/05/2006 h 09.14 a.m., CET. La Cdl insorge, l’Unione plaude:<br />

Francesco Saverio Borrelli è il nuovo (sic) capo dell’Ufficio Indagini della<br />

Figc. Volete un commento assolutamente agnostico e per nulla ostico?<br />

Mah. L’Amaro Luciano rivela (e poi smentisce, lapalissiano) ai giornali di<br />

essere stato soltanto una vittima del cannibalismo berlusconico<br />

(poveretto!), ed ecco che l’ex Pci Guido Rossi va immantinente a<br />

recuperare dal geriatrico dorato dei pubblici ministeri l’ex magistrato<br />

star(let) di Mani Pulite. Aveva proprio ragione Massimo Gramellini<br />

quando non molto tempo fa ebbe a scrivere che a prescindere da chi vinca<br />

qualsivoglia elezione nel Belpaese finiscono a occupare la quasi totalità<br />

delle poltrone che contano sempre le stesse biffe sessa-settuagenarie – alla<br />

faccia della nuova linfa! E una volta insediatisi, il comandamento è:<br />

primum delere tutto quanto legiferato dal governo precedente, buono o<br />

cattivo che sia. Y así sigue la bola, come dicono in Spagna.<br />

Borrelli… Imparzialmente, e sottolineo tre volte questa parola, come si<br />

può non pensare all’apertura di un nuovo fronte anti-fininvestiano: è<br />

troppo ghiotta l’occasione per perdersela, nevvero? Per quanto mi<br />

riguarda, se verrà appurato che anche il Milan aveva le mani ben affondate<br />

nella pasta, che lo perseguano pure: ma non si facciano prendere dalla<br />

monomania gabibbiana a discapito del filone moggiano. Questo è il mio<br />

più grande timore: che alla fin fine, in questa ennesima vomitevole<br />

rappresentazione di malcostume italico, l’Amaro Luciano e la Giuve<br />

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passino per martiri e il ruolo di Grande Tessitore del Male, o babau che<br />

dirsivoglia, tocchi di nuovo a Sua Modestia Onorevole Silvio Berlusconi.<br />

E che si finisca per lasciare Juve in A per meriti sportivi (ma vaff…),<br />

magari un pochino penalizzata all’insegna del cerchiobottismo più<br />

stucchevole. Ci sarebbe veramente da disertare gli stadi una volta per tutte.<br />

TAROCCHI VITAGE<br />

21/04/1984. Juventus-Udinese 3-2. I friulani di Zico vincevano 2-1.<br />

L’arbitro, indovinate un po’, era Claudio Pieri, padre del Tiziano tanto<br />

richiesto da Moggi e Pairetto, come risulta dai recenti tabulati del<br />

Calciogate. De tal palo, tal astilla... Fatto sta che alla fine la spuntarono i<br />

Gobbi con mille proteste, Zico si scagliò violentemente contro l’arbitro ma<br />

tutto finì ovviamente in una bolla di sapone. Qualche anno prima, il 24<br />

novembre del 1979, Pieri sr. era già stato beccato, assieme ai guardialinee,<br />

a cena con Moggi, allora alla Roma: era la vigilia di un Roma-Ascoli che,<br />

manco a dirlo, fu vinto dai giallorossi. Costantino Rozzi, presidente<br />

dell’Ascoli, non la mandò giù e dopo il match svelò tutto a Dino Viola,<br />

numero uno giallorosso. Fu uno scandalo e Luciano Moggi, nel giro di<br />

qualche giorno, fu cacciato dalla società giallorossa. Oggi Claudio Pieri è<br />

il presidente della Can di serie C. La qual cosa si commenta ampiamente<br />

da sé.<br />

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Posted 25/05/2006 h 09.36 a.m., CET. Nel bene e soprattutto nel male,<br />

siamo un paese unico al mondo. Be’, non lo scopro certo io, un oscuro<br />

tasteggiatore di Santa Rita. Però quando è troppo è troppo. Buffon esce<br />

sorridente dall’interrogatorio di ieri perché nel suo caso il pm non può<br />

disporre delle basilari intercettazioni che il gip gli ha negato: intanto gli<br />

altri si beccano le squalifiche! Cannavaro dichiara che il marcio non è solo<br />

nella Juve, ma subito dopo rivendica la bontà degli ultimi titoli bianconeri:<br />

come a dire, magari li abbiamo vinti illecitamente ma ce li meritiamo lo<br />

stesso! La Stampa strombazza “La Juve torna al Comunale”, ma, scusate,<br />

non lo sapevamo già? Perché qualche giorno fa i giornalisti del medesimo<br />

quotidiano scrissero che la concessione pluridecennale del Delle Alpi non<br />

era stata ancora convalidata (“un pre-accordo”, ricordate?), mentre adesso<br />

mettono in bocca a Peveraro tramite Emanuela Minucci che essa è “a tutti<br />

gli effetti valida”? Gentile lascia in panchina Rosina e la Danimarca dei<br />

talenti – l’attacco sarebbe da comprare in blocco! – ci ficca tre pappine,<br />

poi Rosinaldo entra e guarda caso la partita svolta di 180°. Schizoforest<br />

Belpaese Suite. I tarallucci sono sul piatto; il vino non tarderà. Che schifo.<br />

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Posted 29/05/2006 h 10.00 a.m., CET. Io invece ci ho creduto fino<br />

all’ultimo. Nondimeno, alla notizia del 2-1 del Catania mi sono caduti i<br />

cosidetti per terra. Ma va bene così, sono convinto al 120% che in questi<br />

play-off spaccheremo il deretano a tutti, che si chiami Cesena, Mantova o<br />

il temutissimo (sarà mica l’Ajax di Cruyff?) Modena. La squadra è tosta e<br />

in forma, adesso possiamo contare perfino sul contributo di Vryzas, il<br />

rendimento di Music è cresciuto in maniera emozionante, Longo ha<br />

inanellato due ottime prestazioni… E per di più col Cesena riavremo<br />

Nikola Lazetic. Ieri pomeriggio, fatto inconsueto per me, sono riuscito<br />

nella non facile impresa di perdermi due gol su tre: il primo del greco<br />

perché ero fuori dello stadio per comprare bottiglie d’acqua ai ragazzi del<br />

servizio d’ordine, e il gioiello di Vailatti su punizione – finalmente! – per<br />

essermi distratto a chiedere cosa stava facendo il Katanga. Mi rifarò<br />

stasera con Telesette. Siamo grandi, ragazzi, siamo grandissimi. Più grandi<br />

di qualsiasi fangosità possa essere successa negli spogliatoi etnei. In ogni<br />

modo, vedremo in sede di revisione dei bilanci se il signor Pulvirenti e C.<br />

avranno ancora voglia di sguappare… Come dice il proverbio, ride bene<br />

chi ride ultimo.<br />

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Posted 29/05/2006 h 02.00 p.m., CET. Difatti. La Gdf è andata a<br />

ramazzare documenti nella sede degli etnei. Chiamatemi Cassandro! Il<br />

mio rapporto con Tuttosport in 41 anni suonati di vita si può ricapitolare in<br />

questi termini: comprato non più di 4-5 volte, letto all’incirca 25 volte.<br />

Non scherzo. Però stamattina mi voluto sbilanciare. E a pag. 23, in<br />

riferimento a Catania-Albinoleffe, Daniele Poto scrive:<br />

Prima della partita e durante l’intervallo (momento evidentemente critico<br />

visto il risultato di 1-1) alcuni giocatori bergamaschi sarebbero stati<br />

scalciati. Solo il prologo alla notte in bianco trascorsa nell’albergo<br />

cittadino dove, professionalmente, le ronde dei tifosi catanesi hanno<br />

trasformato la vigilia in una “notte bianca” almeno fino alle 5 del<br />

mattino. Per gli episodi da stadio (una classica intimidazione ambientale)<br />

gli ispettori della Lega avrebbero visto tutti o quasi.<br />

E nell’articolo di spalla:<br />

Quello che è successo a Catania nell’intervallo è decisamente da Ufficio<br />

Indagini. Ma quello nuovo, proposto dal commissario Federcalcio Guido<br />

Rossi. Intimidazioni da vecchio calcio per il nuovo calcio da A del<br />

Catania. Ecco la chiave per capire perché l’Albinoleffe ha rinunciato a<br />

giocare la ripresa, temendo una mattanza. Parole e denunce dei giocatori<br />

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ospiti che, consigliati dalla dirigenza, hanno preferito non presentarsi in<br />

sala-stampa, per garantirsi un tranquillo ritorno a casa con il volo delle<br />

20.15 da Catania per Milano Linate. Sonzogni commenta: “E meno male<br />

che abbiamo perso… Con tutto ciò siamo rimasti un’ora negli spogliatoi<br />

alla fine. Questo per dire del clima che abbiamo respirato.”<br />

Il direttore generale Turotti ha preferito non soffiare sul fuoco ma le sue<br />

dichiarazioni sono emblematiche: “In questo momento, con tutti i<br />

problemi che ha il calcio, sarebbe come sparare sulla Croce Rossa. on<br />

confermo e non smentisco, mi tengo per me l’amarezza della situazione.”<br />

E Poloni: “Chiamare minacce quelle che ci sono state rivolte è<br />

decisamente poco. on voglio raccontare i particolari per carità di<br />

patria.” I giocatori del Catania hanno contribuito in campo a inizio<br />

ripresa a questa intimidazione ambientale. Difatti a fine partita lo<br />

spogliatoio degli ospiti è stato blindato per evitare contatti, fossero anche<br />

scuse a quel punto piuttosto ipocrite.”<br />

Ma la denuncia più eloquente è venuta da Bonazzi: “Rientrando negli<br />

spogliatoi all’intervallo abbiamo trovato un numero spropositato di<br />

persone non autorizzate che ci hanno minacciato. Ci hanno invitato<br />

pesantemente a perdere il match e siamo stai anche strattonati e<br />

malmenati. Le conseguenze si sono viste, nella ripresa non abbiamo più<br />

giocato, temendo il peggio. In tanti anni di pratica professionistica non ho<br />

mai visto una cosa del genere. Se dovesse ripetersi la prima cosa da fare<br />

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sarebbe ritirarsi, smettere di giocare, perché questo non è più sport, non è<br />

più calcio.”<br />

Sotto choc anche Mondonico che ha dovuto farsi controllare dai medici a<br />

causa di un collasso per colpa del martellamento psicologico a cui è stato<br />

sottoposto. Il tecnico nella ripresa non si è mai alzato dalla panchina, in<br />

evidente stato di prostrazione per quanto successo.<br />

C’era di mezzo il piccolo Albinoleffe, forse la squadra meno carismatica<br />

(e dunque meno protetta?) della B, solo un ostacolo verso la promozione<br />

del Catania.<br />

E questo è quanto. Vomitevole, no? “Così dobbiamo entrare in Europa,<br />

con questa cosa che sembriamo in Africa?” si domanda l’ormai mitico<br />

Giovanni Bivona di Patto Sicilia nel suo spassoso spot elettorale. Peccato<br />

che qui ci sia proprio nulla da ridere. Così dobbiamo rimanere in Europa,<br />

con questa cosa che sembriamo a Medellin?<br />

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Posted 02/06/2006 h 01.00 p.m., CET. E poi saremmo noi la squadra<br />

priviliegiata… dopo le porcate intimidatorie di Catania, il gol annullato<br />

inspiegabilmente ieri a Longo da quell’inetto di Farina (mi dia retta, che<br />

riponga il fischietto nel cassetto e sparisca dalla circolazione per il bene<br />

del calcio) e, come se quanto sopracitato non bastasse, le manganellate<br />

distribuite gratuitamente e indiscriminatamente dalla polizia a qualsivoglia<br />

tifoso granata sostasse nell’antistadio cesenate al termine della partita!!!<br />

Urgono quantità industriali di Loctite Super Attak per chiudere<br />

ermeticamente qualche migliaio di bocche che emettono suoni a vanvera:<br />

per l’ennesima volta, giù le mani dal Toro!<br />

In ogni modo, seconda trasferta consecutiva annuale per me e tante sane<br />

risate. I giovani Ultras Granata sono molto creativi e questa è la loro<br />

ultima esilarante produzione: “Tutta l’Italia lo sa / come faceva a rubare /<br />

usava il cellulare / Moggi chiamava / e Carraro rispondeva... / non c’è<br />

problema ! / comandiamo io e te .... Musica: Maledetta Primavera. Voto:<br />

10.<br />

Sul campo il Toro ha arrancato parecchio all’inizio, il gol di Salvetti al 16'<br />

poteva immettere la partita su binari assai sdrucciolevoli, ma questa è una<br />

squadra con gli attributi e chi meglio di Roberto Muzzi poteva ancora<br />

dimostrarlo con quell’azione di prepotenza che ha mandato in rete un<br />

chirugico Longo, giocatore che in questo finale – allungato – di stagione<br />

sta venendo strepitosamente fuori per qualità fisiche, agonistiche e<br />

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tecniche. Dov’è finito Longo?, si chiedevano in tanti, sottoscritto<br />

compreso. Be’, eccolo qui! Suntuoso. Peccato per le occasioni mancate da<br />

Vryzas, un giocatore dal piede indubbiamente educato, ma troppo<br />

sciupone sotto porta. Ma riconferma dello stato di grazia di Lazetic, che un<br />

giorno o l’altro vorrei vedere entrare in porta col pallone perché ne ha le<br />

possibilità. Chiudo il post odierno con un appello a quel tifoso cesenate<br />

col maglioncino azzurrino infeltrito e i pantaloni di velluto marrone a<br />

coste che ci insultava dai distinti: qualora tu volessi rinnovare il tuo<br />

abbigliamento, ti potrei dare l’indirizzo di un buon cassonetto di Amnesty<br />

International qui a Torino.<br />

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Posted 05/06/2006 h 01.00 p.m., CET. Freak Out! di Frank Zappa,<br />

l’album che ho riascoltato ieri pomeriggio prima di andare allo stadio, è<br />

dedicato allo “sballo”, il processo (a detta del compositore) mediante il<br />

quale l’individuo si libera di un modo antiquato di pensare, di vestirsi e di<br />

comportarsi, ed esprime in modo creativo il suo rapporto con la comunità.<br />

Il Toro, la nostra splendida idea, l’è belo, ti entra dentro il cervello, poi ti<br />

sale alla testa, e comincia la festa. Hungry freaks, daddy! 43', Jacopo<br />

Balestri calcia di destro (!) in area, la palla sorvola una selva di teste,<br />

gambe, braccia e grugniti e si va a spegnere beffarda nell’angolino basso<br />

alla sinistra di Turci. Torino-Cesena 1-0: che sballo! Tengo ’na minchia<br />

tanta! E ora sotto col Mantova. Giusto così. Si vede che non è proprio<br />

l’anno dei rigatini, poiché il gobbissimo e spocchioso Stefano Pioli se l’è<br />

preso in quel posto. Non sarà una passeggiata ma questa volta, ragazzi, la<br />

serie A non ce la toglie nessuno!!!!!! Perché lassù il buon Frank sta<br />

suonando la sua pirotecnica canzone insieme a Valentino Mazzola.<br />

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Posted 09/06/2006 h 10.16 a.m., CET. E poi quanto esci dalla stazione<br />

Lingotto alle tre e fischia del mattino, sfatto dalla trasferta in treno e dalla<br />

delusione ancorché con la pancia strapiena del vino lucano e dei deliziosi<br />

affettati mirabilmente forniti dal mitico Butcher, ti becchi pure una<br />

pioggia gelida e sferzante. E ti verrebbe foglia di spararti in bocca.<br />

Stamani sono già meno depresso ma per la disamina tecnica della partita<br />

di Mantova rivolgersi altrove, grazie. Vi basti che al sottoscritto è<br />

sembrata una trasposizione sportiva di The Return Of The Son Of Monster<br />

Magnet di Frank Zappa, con Melara a recitare la parte di un’allucinata<br />

Suzy Creamcheese. I gobbi gongolano e qui si capisce veramente di che<br />

pasta guasta siano fatti, perché con la sputtanata a livello mondiale<br />

ricevuta in queste ultime settimane hanno ancora il coraggio di venire a<br />

sfotterci: lasciatevelo dire, siete davvero una razza inferiore! Avete fatto<br />

del furto sportivo una ragione di vita. Sinceramente, mi vergogno di<br />

condividere il suolo di questo paese con voi. E comunque, siamo soltanto<br />

al primo round. Sto elaborando un nuovo rituale scaramantico da<br />

accomunare al mantra bivoniano “grazie che ho bevuto”. Ci vediamo<br />

domenica al Delle Alpi in serie A! Hai capito? Sì!<br />

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Posted 12/06/2006 h 10.16 a.m., CET. E alla fine, ebbene sì, mi sono<br />

venuti i lucciconi… ma facciamo immantinente un passo indietro. A metà<br />

pomeriggio mi chiama Lele, compagno di mille trasferte negli anni belli.<br />

“Come stai, vecchia quercia?” “Uh, è dalle otto del mattino che sto<br />

iperventilando… am la fasu pi nen!” “Co mi. Come la vedi stasera?” “Gli<br />

spacchiamo il c**o, amico mio! C’ho l’influso, c’ho l’influso!” “Grande,<br />

grande! Ascolta, a che ora pensi di andar giù?” “Intorno alle cinque, se<br />

non addirittura prima. Ci vediamo allo stesso posto dell’altra volta!” Vale<br />

a dire, di fronte alla Paninoteca delle Alpi. Ma cos’è ’stu influso?<br />

Nientemeno che un fermo immagine di Fortunato Torrisi esultante dopo<br />

aver segnato il 3-2, impostato come sfondo sul mio telefonino Siemens.<br />

Un protagonista della ‘rimonta per antonomasia’ per un’altra impresa da<br />

compiere: quale miglior talismano! Bisogna aggrapparsi a tutto, amici<br />

miei.<br />

Sono soltanto le 17.10 ma davanti ai tornelli della Curva Maratona si sono<br />

già formate delle code da ufficio postale il giorno del pagamento dell’<br />

I.C.I. Al mio arrivo becco subito Paolo Milan, un fedele ed entusiasta<br />

adepto del rituale bivoniano “grazie che ho bevuto!”, sicché andiamo<br />

subito a comprarci due Beck’s. La gente granata sopraggiunge a fiumane e<br />

nel giro di tre quarti d’ora l’antistadio è letteralmente congestionato. Tutto<br />

proprio come l’anno scorso contro il Perugia, ma se possibile con più<br />

entusiasmo ancora. Io seguito a ripetere a chiunque: “Li spacchiamo, li<br />

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annientiamo, gli ficchiamo tre pappine e a casa!” Galvanizzato.<br />

Entriamo alle 19.30. Il colpo d’occhio è già straordinario, quasi sensuale.<br />

Stasera si prevedono 60.000 spettatori. Se penso che i Gobbi contro<br />

l’Arsenal, semifinale di Champions League, ne hanno totalizzati 45.000<br />

scarsi… eh, ma Torino è un po’ piccola per due squadre… il Toro e il<br />

Lascaris, appunto. E la Juventus? È l’inno che la stipsi ci dà...<br />

20.45. Pizzicotti e mortaretti, sventolii indiavolati di bandierine bianche e<br />

granata, inni cantati a squarciagola: l’incipit della 12 granata è uno dei più<br />

belli di sempre. Sul campo il Toro è voglioso ma non smanioso, la posta in<br />

palio è troppo alta per farsi tagliare le gambe in contropiede. Al 9' Taibi<br />

sventa in tuffo su incornata di Gasparetto. Ma dal 20' in avanti i granata<br />

sciolgono ogni riserva e Il Nostro Sballo Che Si Chiama Rosina sale in<br />

cattedra, seguito a ruota da un concentratissimo Doudou e da quella<br />

autentica furia balcanica di Lazetic. Sarebbe fondamentale chiudere il<br />

primo tempo in vantaggio e il vantaggio arriva proprio grazie a Rosinaldo,<br />

che con gelida classe trasforma un rigore concesso da Farina per un<br />

placcaggio in area di Cioffi su Muzzi. Già, Muzzi…<br />

22.03 o giù di lì. Un vicino di seggiola mi offre una sigaretta e io, che<br />

ufficialmente avrei smesso di fumare da due anni e mezzo, non mi sogno<br />

neanche di rifiutarla. Rosina si dirige con calma verso la bandierina del<br />

calcio d’angolo, vi piazza con calma olimpica la sfera che spedisce in una<br />

parabola perfetta a Roberto Muzzi che anticipa con sacro furore il<br />

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malcapitato Lanzara … la palla sparisce dietro al cartellone pubblicitario –<br />

diavolo d’un 1° anello! – e un decimo di secondo dopo i miei amici mi<br />

sommergono di abbracci. Straker, Paolo, Daffy… 2-0! Muzzi si fa tutta la<br />

curva a torso nudo urlando il proprio tripudio ai tifosi in delirio: una statua<br />

ti farei, Robbe’. Dopodiché è tutta una teoria di extrasistole fino al triplice<br />

fischio finale dei 90' regolamentari. Ancora supplementari, miseriaccia<br />

porca! Ribecco Lele: “Sono là, Mauri, mi sono messo là da solo e incito la<br />

gente.”<br />

Undici meno qualcosa. Calcio d’angolo battuto sapientemente da Gallo,<br />

Nicola prende l’ascensore colpendo mirabilmente di testa, la palla<br />

svanisce dietro la testa dello storico toro nero di pezza… e lo stadio mi<br />

viene addosso. Gol, gol, goool! Sbando di qua e di là con la mia<br />

bandierina dei Banditi Granata, gli occhi mi si inumidiscono… ma si<br />

seccano di brutto tre minuti più tardi, quando Bela Lugosi Fantini,<br />

subentrato a Muzzi, si fa cacciare per una gomitata proditoria al ragionier<br />

Brambilla e susseguenti insulti all’arbitro. Alle mie spalle DJ Manets<br />

ringhia: “Figuriamoci se non andava a finire così… Bisogna sputare<br />

sangue tutte le dannate volte!”<br />

Poco dopo, manco ad averlo evocato, Doudou atterra Graziani e Farina<br />

decreta il calcio di rigore, trasformato poi da Paolo Poggi. Sarabanda! Il<br />

Toro è sofferenza e martirio, ma stasera con il santino di Torrisi non ce n’è<br />

per niente e nessuno. Lo agito più volte verso il terreno di gioco a mo’ di<br />

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ostensorio (più tardi una mia amica mi domanderà ridendo: “Ma che<br />

diamine stavi facendo?”) e il .jpeg del grande Fortunato da Melito di Porto<br />

Salvo sortisce un ulteriore fondamentale effetto anti-fregatura allorché dal<br />

limite dell’area Gasparetto spara una fucilata che per fortuna nostra va<br />

soltanto a sfiorare il palo alla destra di Taibi – io come al solito vedo<br />

morire la palla dietro al tabellone e poi dirigo uno sguardo affannato verso<br />

i mantovani per vedere se esultano.<br />

Ed è proprio in quel momento che il popolo granata realizza che questa<br />

volta, questa fottutissima volta, la fortuna è dalla nostra parte: e allora sale<br />

oceanico al cielo il nostro canto prediletto, splendidamente efficace nel<br />

suo minimalismo: TORO! TORO! TORO! Ancora qualche batticuore<br />

difensivo, mischie e recuperi prodigiosi di Doudou e dell’araldico Nicola,<br />

poi Farina emette quel benedetto triplice fischio e a me vengono le lacrime<br />

agli occhi. Mentre intorno a me esplode il Carnevale di Rio de Torineiro.<br />

Grazie che ho bevutoooooo!!!<br />

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Posted 12/06/2006 h 06.40 p.m., CET. Ho rivisto la partita a SI con<br />

indosso la stessa maglietta di ieri sera – quella evocativa del 4 maggio.<br />

Pelle d’oca e qualche rettifica da fare, per quel che vale: la ‘gomitata<br />

proditoria’ di Fantini a Brambilla – mimata da Farina all’estrazione del<br />

cartellino rosso – proprio non l’ho scorta come già allo stadio, il fallo da<br />

rigore su Graziani l’ha fatto Melara e non Doudou e il tiro di Gasparetto,<br />

invero una mezza ciabattata, è uscito alla sinistra di Taibi anziché a destra.<br />

Comunque, pelle d’oca e un feeling che non sentivo dai tempi delle grandi<br />

sfide serali al Comunale, Stoccarda Roma Inter Molenbeek Magdeburgo<br />

Juventus – Dossena ed Ezio Rossi! –, quando ero un’acciuga capellona e<br />

ascoltavo i Police, flippando soprattutto per una loro splendida canzone<br />

dal titolo quanto mai appropriato: Bring On The ight. Godo, godo, godo,<br />

godooooo come Emmanuelle l’Antivergine! Stadio Olimpico, stiamo<br />

arrivando!<br />

Sono pronta a festeggiare con gli amici del Toro. Il mio augurio è di un ottimo<br />

campionato in serie A e di un bel derby il più presto possibile.<br />

Evelina Christillin<br />

Magari fra un paio di stagioni, signora mia. Per intanto, dia una buona<br />

occhiata alla seguente lettera…<br />

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Giustizia di rito sabaudo<br />

Spedisce il pallone su un albero, in uno di quei giardini ultrarecintati.<br />

Anziché provare a recuperarlo, salta sulla bici e va a farsi un giro. Dopo<br />

un bel pezzo torna al campo, scopre che gli altri hanno ripreso la partita e<br />

pretende di farsi ridare il pallone. Chiunque abbia giocato a calcio per<br />

strada, un ragazzino così l’ha incontrato almeno una volta. Forse anche i<br />

pm di Napoli che hanno scoperchiato il pentolone di Calciopoli. E ora<br />

rischiano di vedersi scippare l’inchiesta dai colleghi torinesi. Quelli che<br />

avevano già archiviato tutto quanto e in gran fretta. Nei panni del furbetto<br />

in bicicletta si sta calando proprio la Procura di Torino. Tra il 30 giugno e<br />

la fine di settembre del 2004, i magistrati guidati da Marcello Maddalena<br />

hanno ascoltato le telefonate di molti personaggi del mondo gi*ve,<br />

Luciano Moggi compreso. E quando il gip ha negato la prosecuzione delle<br />

intercettazioni, si sono arresi senza prendersela. Anzi, hanno messo nero<br />

su bianco in una quarantina di pagine che «non c’è uno straccio di<br />

notizia». Emergeva, sì, una inelegante contiguità tra i vertici bianconeri e<br />

il designatore arbitrale Pierluigi Pairetto, «ma non sono emersi riscontri<br />

all’ipotesi investigativa di frode sportiva, bensì piuttosto elementi di prova<br />

di segno contrario». Ora, dopo aver visto il lavoro della magistratura<br />

napoletana e il clamore che ne è seguito, a Torino ci hanno ripensato. E un<br />

gip che di cognome fa Chinaglia, come il centravanti di sfondamento della<br />

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Lazio anni Settanta, ha concesso alla Procura di riaprire l’inchiesta. Presto<br />

toccherà alla Cassazione stabilire la competenza tra Napoli e Torino.<br />

Ma se i pm piemontesi tornano in campo, chi ci guadagna? E soprattutto,<br />

avevano insabbiato? Lunedì 5 giugno Pier Giorgio Gosso, capo dei gip<br />

torinesi, ha affrontato la questione con parole dure: «La riapertura<br />

dell’inchiesta servirà senz’altro a fugare i dubbi sul fatto che a Torino si<br />

sia deciso di archiviare per coprire o aiutare qualcuno». Quel “qualcuno”<br />

ha la “Q” maiuscola e indica la Fiat, la gi*ve, la famiglia Agnelli. Alle<br />

toghe torinesi storicamente il coraggio non è mai mancato. Oggi si storce<br />

il naso di fronte al caso di <strong>Maurizio</strong> Laudi, il procuratore aggiunto che per<br />

anni ha guidato anche la giustizia calcistica. Ma proprio Laudi, insieme ai<br />

vari Violante, Caselli, Maddalena, Saluzzo (SZ) e tanti altri, è stato in<br />

prima linea nella lotta al terrorismo e ai clan dei catanesi saliti in<br />

Piemonte. Giancarlo Caselli, procuratore generale a Torino, con<br />

“L’espresso” usa immagini forti: «Se io, che sono del Torino, o Laudi,<br />

tifoso della gi*ve, avessimo mai provato a interferire sulle inchieste che<br />

riguardavano le nostre squadre del cuore, colleghi come Maddalena o<br />

Guariniello (il pm del doping gi*ve, ndr) ci avrebbero fatto volare per le<br />

scale». E Maddalena è andato oltre, tirando in ballo la Fiat e Mani pulite.<br />

Ecco, forse per capire come funziona la giustizia a Torino bisogna voltarsi<br />

un attimo. «I magistrati di questa Procura sono gli unici che abbiano<br />

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chiesto e ottenuto la condanna di Cesare Romiti per falso in bilancio», ha<br />

ricordato Maddalena. Verissimo, ma Romiti gli ha subito risposto che<br />

nelle indagini «vi furono diverse anomalie». E ne ha voluto ricordare<br />

almeno una: «Non sono mai stati sentiti, neppure come persone informate<br />

dei fatti, né Gianni Agnelli né suo fratello Umberto». In realtà, la vera<br />

sorpresa fu la condanna di Romiti. L’allora amministratore delegato della<br />

Fiat fu convinto dai suoi legali ad affrontare il rito abbreviato di fronte a<br />

un giudice che in Corso Marconi stimavano molto, Francesco Saluzzo.<br />

Romiti credeva di essere assolto, invece il 9 aprile del 1997 si beccò una<br />

condanna a un anno e mezzo di reclusione. Nel corso degli anni, grazie<br />

alle nuove leggi sul falso in bilancio, la condanna si è prima ridotta in<br />

appello e poi è stata annullata dalla Cassazione. E Saluzzo? Per qualche<br />

mese il suo nome fu sulla bocca di tutti. Un eroe. Poi entrò nel cono<br />

d’ombra fino al 2001, quando venne accusato dal collega Bruno Tinti di<br />

fare la talpa per la Telecom di Roberto Colaninno. Un’accusa basata su<br />

telefonate trascritte in modo equivoco, e dalla quale Saluzzo è uscito con<br />

una piena assoluzione nel 2002. Due anni dopo, la maledizione telefonica<br />

ha colpito Tinti, accusato di aver fatto sapere a un cugino avvocato che un<br />

suo cliente era sotto inchiesta. Alla fine, i colleghi milanesi hanno<br />

accertato che i comportamenti di Tinti non avevano rilevanza penale e nel<br />

dicembre del 2004 il Csm ha archiviato un procedimento per<br />

incompatibilità ambientale, limitandosi a definire la condotta del pm<br />

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torinese «disinvolta e inopportuna».<br />

Proprio a Tinti, altro “aggiunto” di Maddalena e tifosissimo della gi*ve, è<br />

toccato risollevare l’immagine della Procura in queste settimane di<br />

sospetti. All’alba del 18 maggio, ha spedito una cinquantina di finanzieri<br />

nella sede della gi*ve e in varie abitazioni di “Lucianone” e di alcuni<br />

giocatori, facendo requisire migliaia di carte. Tinti indaga su plusvalenze,<br />

cosmesi di bilancio e fondi neri. Il bello è che l’inchiesta andava avanti da<br />

un anno e mezzo nel più rigoroso silenzio. Forse sonnecchiava in attesa di<br />

tempi migliori.<br />

Di sicuro, anche sul fronte delle perquisizioni non è stata rapida come<br />

quella che la scorsa estate fece sparire il Torino di Franco Cimminelli<br />

in meno di un mese. Scomparso il vecchio sodalizio granata, ripartito<br />

da zero in B con un’altra proprietà, delle inchieste penali su<br />

Cimminelli si è persa ogni traccia. Anche perché il suo gruppo<br />

industriale, che in modo imprudente controllava direttamente la<br />

società calcistica, è un fornitore-chiave della nuova Punto.<br />

Giustizia rapida e chirurgica, come raramente accade in Italia. Il colmo,<br />

quanto a vicende pallonare, fu toccato a metà degli anni Novanta, quando<br />

il Torino era di Gianmauro Borsano. Ai pm torinesi ammise di aver<br />

incassato in nero e con pagamenti estero su estero i miliardi della vendita<br />

di Gigi Lentini al Milan e di Dino Baggio alla gi*ve. Borsano, Silvio<br />

211


Berlusconi e Adriano Galliani vennero condannati. Ai dirigenti bianconeri<br />

invece non arrivò neanche un avviso di garanzia. Per Baggio, insomma, è<br />

come se quel mago della finanza di Borsano avesse fatto tutto da solo.<br />

Ma forse nessun’altra vicenda illustra le potenzialità del “rito sabaudo”<br />

come la fulminea inchiesta sulla disavventura di Lapo Elkann. Il nipote di<br />

Gianni Agnelli viene trovato in fin di vita per overdose la mattina del 10<br />

ottobre 2005, nella casa di un transessuale. In un primo tempo il caso<br />

sembra affidato a Marcello Tatangelo, esperto magistrato della direzione<br />

distrettuale antimafia, che era il pm di turno. Nel giro di poche ore, però, si<br />

ritrova “affiancato” da Laudi, che ha la delega per la criminalità<br />

organizzata. Insomma, Laudi è il capo di Tatangelo, ma a nessuno viene in<br />

mente che Tatangelo era semplicemente di turno. Competenze e gerarchie<br />

non c’entrerebbero. Che Laudi sia piombato sull’inchiesta si potrebbe<br />

spiegare solo se dietro a quella droga acquistata dal giovane rampollo Fiat<br />

ci fosse un giro internazionale di spaccio gestito da organizzazioni<br />

mafiose. Invece viene aperto un fascicolo senza indagati e senza indicare<br />

alcun reato. Neppure la cessione di stupefacenti o il favoreggiamento,<br />

come di solito accade in casi del genere. I tre transessuali con i quali Lapo<br />

aveva passato la notte vengono ascoltati come semplici persone informate<br />

dei fatti e sostengono che il manager s’era portato la droga da casa, come<br />

aveva fatto in altre occasioni e presentandosi con altri amici. Ma<br />

212


accontano che l’ultima dose, quella che poteva costargli la vita, sarebbe<br />

stata comprata per strada a San Salvario da qualche extracomunitario.<br />

Altro che “coca-vip”. Quando si riprende, Lapo conferma tutto in una<br />

deposizione di un’oretta scarsa e vola subito negli Usa a curarsi. Dei suoi<br />

misteriosi amici e del canale di rifornimento della droga non si è più<br />

saputo nulla.<br />

Ma il mondo della gi*ve è tornato in ballo per storie di droga il 10 maggio,<br />

quando per ordine della Procura di Asti è finito in manette l’ex calciatore<br />

bianconero Michele Padovano. L’ex centravanti è accusato di essere il<br />

finanziatore di un grosso traffico internazionale di stupefacenti che finiva<br />

in gran parte sul mercato della “Torino bene” e nelle tasche di alcune<br />

vecchie glorie juventine. Anche per la concomitanza con il Moggi-gate,<br />

sembrava un’inchiesta destinata a stare sulle pagine dei giornali per<br />

qualche giorno. Invece è bastato che tra i clienti di Padovano trapelasse il<br />

nome del mitico Gianluca Vialli, uno degli uomini con il quale Lapo<br />

Elkann sognava di sostituire la Triade Moggi-Giraudo-Bettega, perché<br />

anche questa vicenda perdesse interesse.<br />

Torino, capitale dell’understatement.<br />

Fonte: Francesco Bonazzi, per l’Espresso<br />

213


Posted 15/06/2006 h 10.16 a.m., CET. Cose pazzesche si sentono in<br />

questi giorni. Sembra proprio che in Italia si sia definitivamente smarrito il<br />

senso della misura. Gli onorevoli Paniz e La Russa propongono l’amnistia<br />

in caso di vittoria dell’Italia ai Mondiali – il primo, forzista, è il presidente<br />

dello Giubbentus Club Montecitorio, sicché tirate un po’ voialtri le<br />

somme… più che altro mi figuro la reazione del Berlusca reclamante due<br />

scudetti a tali esternazioni! Il signor Emiliano Montonico, evidentemente<br />

prossimo alla senescenza intellettuale, difende la Giuve e straparla di un<br />

Toro “aiutato”: ora lo posso dire, non ho mai stimato quest’uomo e<br />

continuo a ritenere che con un altro allenatore in panchina il Toro dei<br />

primi anni Novanta avrebbe portato in bacheca ben più che una Coppa<br />

Italia. Cioffi e quel mediocre pallettaro di Sommese sparano a zero<br />

rispettivamente su Doudou e Urbano Cairo e Diaw si becca 5 giornate di<br />

squalifica 5 con la prova tivvù dall’indagatissimo <strong>Maurizio</strong> Laudi. Il<br />

binomio radical-chic Espresso-Repubblica rincara ancor più la dose<br />

stigmatizzando brutalmente il comportamento tenuto dallo smutandato – e<br />

a sentir loro dire già ebbro – pubblicista nei confronti della squadra<br />

mantovana. Già, perché all’andata è successo nulla, vero? Tipo Sommese<br />

che insulta la madre di un nostro giocatore ma in quel momento le vostre<br />

orecchie erano al mercato, è chiaro! Forse costoro paventano che<br />

l’esuberanza editoriale del nostro presidente alla lunga possa mandare in<br />

frantumi la loro pluridecennale nicchia costruita sulla genialoide<br />

214


accoppiata contenuti alti/gnocca ammiccante in copertina. Perlomeno<br />

Cairo Editore pubblica fuffa ma non la spaccia per letteratura.<br />

Dal canto rigatino, Buffonova sbotta definendo la parte d’inchiesta che lo<br />

riguarda “cavolate” e il Pajaro Del Piero – madonna santissima, quanto mi<br />

stanno sul gozzo i suoi nuovi spot pubblicitari con la giraffona stridula!!! –<br />

prende a calcioni i ragazzini del Duisburg come un quarantacinquenne<br />

dilettante operaio alla linea montaggio semiassi Iveco al parco della<br />

Pellerina la domenica mattina. Ma la cosa più allucinante, se vera, è<br />

quanto riportato da un forumista di toronews, il quale avrebbe scorto quel<br />

paninaro tardo-vanziniano di Lori mentre mimava tutto goduto – e<br />

probabilmente strafatto di crack – un aeroplano in picchiata sul settore<br />

occupato dai tifosi del Mantova. Fin troppo facile individuare in quel gesto<br />

un’indecente allusione a Superga. Ma rimani in B e impiccati, piciu!<br />

215


Posted 19/06/2006 h 04.16 p.m., CET. Seconda splendida settimana di<br />

serie A – ho passato la prima a sbronzarmi di repliche di Toro-Mantova su<br />

SI, grande Massimo Callegari a inizio cronaca: “Benvenuti nella bolgia<br />

del Delle Alpi!” –, lo splendido album sulla promozione stampato dal<br />

Foglio dei Rigadin in bella mostra nella mia biblioteca – ora come ora gli<br />

conviene far cassa col Toro, poiché stando alle ultime dichiarazioni di<br />

Borrelli le cose per la Giuve paiono mettersi al peggio – e una grassa risata<br />

per il Savoiagate, un’altra ulteriore conferma che per juventini e<br />

simpatizzanti illustri è davvero un anno nero, anzi nerissimo. Tricche e<br />

ballacche, c’è di mezzo anche la tal Maria Monsè di cui avevo parlato<br />

qualche tempo fa, quella di Van Der Zar! L’acqua calda scorre a fiumi…<br />

Forse è inevitabile che tanta felicità sia controbilanciata da una certa dose<br />

di tristezza. Mi riferisco ovviamente alla notizia che i cimeli granata<br />

andranno all’incanto il 12 luglio prossimo venturo, con un valore minimo<br />

della base d’asta di un milione e 410 mila euro. Ne parla diffusamente<br />

Silvia Garbarino sulla Stampa di oggi. Speriamo di poterli riacquisire in<br />

toto, perché il Toro non può prescindere dai simboli sacri della sua storia<br />

gloriosa.<br />

216


Posted 21/06/2006 h 01.16 p.m., CET. Più trascorrono i giorni, più cresce<br />

in me la consapevolezza che la nostra promozione sia stata un’impresa<br />

realmente straordinaria. E oggi, lavoro permettendo, mi sintonizzerò alle<br />

14 su Sportitalia per vedere lo speciale sulla serie A del Toro. Non mi<br />

basta proprio mai, mai, mai! Naturalmente, sono strafelice dell’acquisto a<br />

titolo definitivo di Rosina e Abbruscato; il rovescio della medaglia è che<br />

non vorrei veder partire Lazetic, poiché a parer mio in circolazione ci sono<br />

ben pochi esterni d’attacco con le sue caratteristiche – benché gli manchi il<br />

gol e, a volte, una certa lucidità nell’ultimo passaggio. Mi dispiace molto<br />

anche per Stellone, ma d’altro canto è un giocatore che non dà sufficienti<br />

garanzie di continuità fisica per un campionato che si preannuncia<br />

combattuto all’arma bianca. In definitiva, l’importante è che le partenze<br />

vengano riequilibrate da arrivi parimenti qualitativi. A questo riguardo, ho<br />

letto stamattina che la Ternana ha inaspettatamente riscattato Luis Jimenez<br />

dalla Fiorentina. Farci su una meditazione? È molto più giovane di<br />

Adailton e ha ottime potenzialità come trequartista. È altresì fondamentale<br />

non acquistare giocatori validi ma ormai sul viale del tramonto atletico,<br />

tipo i fratelli Filippini, o minestre riscaldate come De Ascentis. La strada<br />

giusta da percorrere mi sembra quella dei giovani con esperienza.<br />

Aspettando che da qualche parte spunti finalmente il nuovo Beppe<br />

Dossena.<br />

Totale solidarietà a Fabio Rosolino, Giuliano Petrone e Massimo Giuliani,<br />

217


per i quali i pm Sandro Ausiello e Marcello Tatangelo hanno proposto<br />

rispettivamente 2 anni e 4 mesi di carcere, 1 anno e mezzo e 6 mesi, gli<br />

ultimi due con la condizionale, relativamente agli incidenti dell’estate<br />

scorsa nei pressi del Municipio di Torino e all’Hotel Campanile. E a<br />

Marco Ferro, che ha chiesto di essere prosciolto o rinviato a dibattimento<br />

pubblico. In definitiva, a chiunque sia stato coinvolto penalmente nella<br />

scorsa battaglia per la sopravvivenza del Toro. E che i sussiegosi e<br />

prezzolati leccapenne che stigmatizzano a tutto inchiostro l’universo ultrà<br />

se la vadano a prendere là dove non batte il sole.<br />

218


Posted 21/06/2006 h 04.30 p.m., CET. Secondo me, due sono state le<br />

dichiarazioni più degne di nota rivolte da Papa Urbano I all’intervistatore<br />

di Sportitalia Massimo Callegari: a) stiamo sondando il terreno per<br />

Adailton, ma la trattativa è tutt’altro che conclusa; b) sono contento del<br />

rendimento offerto da Elvis Abbruscato, con quello che mi è costato…<br />

(risatina).<br />

Traducendo: a) la categoria dei pennivendoli non smentisce mai il suo<br />

pressapochismo sensazionalista soprattutto in materia di mercato; b) i<br />

cordoni della mia borsa non si allargano all’infinito. Pertanto non c’è da<br />

farsi soverchie illusioni circa il riscatto di Stellone e soprattutto di Lazetic.<br />

Purtroppo per quest’ultimo c’è di mezzo Spinelli, un nome una garanzia –<br />

e poi qualcuno ancora si domanda perché i genoani – nonché Donadoni –<br />

ne avessero le scatole piene di lui. In ogni caso, vada come vada, grazie di<br />

cuore a entrambi per averci fatto godere!<br />

219


Posted 22/06/2006 h 09.30 a.m., CET. Roberto Pavanello scrive su La<br />

Busiarda che Doriano Tosi oggi porterà a casa anche Nikola Lazetic e<br />

Roberto Stellone. “Andrà come desidero – sono le parole di Lazo, che si<br />

sta godendo il meritato riposo in spiaggia – e non è il caso che ripeta<br />

ancora una volta quanto voglia rimanere.” Ottimismo contagioso da<br />

trasferire ai tifosi: “Io resterò al Toro, non temete.” E per quanto concerne<br />

l’amico Stellone: “Penso proprio che rimarrà anche lui. Sul fronte dei<br />

prestiti la società parrebbe orientata a confermare soltanto Fantini e Nicola<br />

(e Longo no?), ma “i prestiti non sono una priorità”, avrebbe chiosato<br />

Cairo predicando calma. Le trattative di mercato in corso riguarderebbero<br />

Gianluca Pegolo, Ivan Pelizzoli e il Pato Abbondanzieri (ha ha ha, non è<br />

vero). In ultimo, Riky Vailatti dovrebbe rimanere, anche alla luce del<br />

nuovo regolamento sull’impiego dei giocatori provenienti dal vivaio.<br />

Naturalmente, per tutto ciò vale il discorso sull’attendibilità dei cronisti<br />

sportivi fatto ieri… sicché ci risentiamo oggi pomeriggio tardi, anche per<br />

la divulgazione dei deferimenti, la quale com’è noto è stata posticipata a<br />

dopo Belpaese-Repubblica Sederova “per non turbare il già delicato<br />

quadro psicologico dei nostri nazionali.” Ma fateci il piacere!<br />

220


Posted 22/06/2006 h 09.46 p.m., CET. UAU, CHE GIORNATA<br />

RAGAZZI! Lazetic e Stellone entrambi riscattati, Pavel Bellicapelli che se<br />

torna a casa – l’unico motivo perché oggi ho tifato Italia – e la Giubbentus<br />

deferita, quantunque dalle 19 in avanti i media – in particolar modo la<br />

Banda Ravezzani e il Bar Sport Gold, figurati – si siano sbizzarriti e si<br />

stiano tuttora sbizzarrendo a decrittare quel e/o fra l’articolo 1 e l’articolo<br />

6 che, a loro dire, farebbe la sostanziale differenza fra una sentenza tutto<br />

sommato leggera e la vera e propria stangata con retrocessione,<br />

penalizzazione e pubblico ludibrio. In realtà non è proprio così, ma questo<br />

già lo saprete per sovrainduzione catodica, e domani sarà infinitamente<br />

peggio. Io direi comunque che sarebbe meglio continuare a pensare agli<br />

affari nostri, cioè a questo splendido Toro in A che sta nascendo con la sua<br />

adrenalinica linea d’attacco confermata in blocco – fino a diversa<br />

disposizione, ovviamente. Dal punto di vista bilirubinico noi abbiamo già<br />

dato, e parecchio, troppo: che tocchi ad altri, ora.<br />

Ma secondo lei, suplime e insigno Mago Gabriel, è più mannaro il lupo o la iena?<br />

Ma neanche per idea, dottor Vannucchi: giustamente la iena, per atti di selvaggità<br />

spirituale ma nel medesimo tempo infernale.<br />

Salvatore Gulisano alias Mago Gabriel<br />

221


Posted 23/06/2006 h 10.30 a.m., CET. Allora, un po’ di chiarezza:<br />

FIORETIA: è accusata di responsabilità oggettiva e diretta con<br />

riferimento all’illecito sportivo di suoi dirigenti; e di responsabilità<br />

presunta per l’illecito di soggetti estranei alla società. Rischia la<br />

retrocessione in B o l’esclusione dal campionato di competenza con<br />

assegnazione del Consiglio Federale a uno dei campionati di categoria<br />

inferiore.<br />

JUVETUS: è accusata di respnsabilità diretta e presunta in relazione<br />

all’illecito sportivo contestato ai suoi dirigenti, aggravata dalla pluralità<br />

delle condotte e dall’effettivo conseguimento del vantaggio in classifica.<br />

Rischia la retrocessione in serie B (con eventuale penalizzazione) o<br />

l’esclusione dal campionato di competenza con assegnazione da parte del<br />

Consiglio Federale a uno dei campionati di categoria inferiore. Revoca di<br />

due scudetti.<br />

LAZIO: è accusata di responsabilità diretta e presunta in riferimento<br />

all’illecito sportivo commesso da un suo legale rappresentante e da terzi<br />

nell’interesse del club. Rischia la retrocessione in serie B (con eventuale<br />

penalizzazione) o l’esclusione dal campionato di competenza con<br />

assegnazione da parte del Consiglio Federale a uno dei campionati di<br />

222


categoria inferiore.<br />

MILA: è accusato di responsabilità diretta oggettiva in relazione alla<br />

violazione dei doveri di lealtà, probità e correttezza contestati all’addetto<br />

agli arbitri Meani e al vicepresidente Galliani; e di responsabilità oggettiva<br />

per l’illecito sportivo contestato a Meani. Rischia dalla penalizzazione in<br />

serie A alla retrocessione in serie B.<br />

Le reazioni:<br />

Non abbiamo avuto vantaggi sul campo, non saremo puniti. Vogliono farci<br />

passare per fessi oltre che per farabutti. Da Rossi e Borrelli non mi aspettavo<br />

altro. Altro che Moggi, quelli cercano qualcosa su di me!<br />

Silvio Berlusconi<br />

Se mi deferiscono è una mascalzonata. In quel caso preparatevi alla guerra civile.<br />

Adriano Galliani<br />

Se anche fosse B resterò comunque tifosa della Juve come quando ero bambina.<br />

Ritengo questo un momento di passaggio ma sono sicura che proprio nella serie<br />

cadetta avremo modo di dimostrare che cosa è la vera Juve.<br />

223


Edelfa Chiara Masciotta<br />

Sono stato assistente a Legge prima di fare il conduttore televisivo e sapevo cosa<br />

rischiava la Juve. Temevo a dire il vero la serie C. Anche se c’è l’amarezza del<br />

tifoso ritengo sia un segnale importante e dovuto per la riconquista della<br />

moralità, un concetto spesso aleatorio nel nostro paese. C’è anche in gioco la<br />

credibilità di un sistema, quello calcistico, che deve essere recuperata. Purtroppo<br />

noi paghiamo più di altri.<br />

Massimo Giletti<br />

Accetto con filosofia il deferimento e l’eventuale verdetto di retrocessione. Sarà<br />

un anno di purgatorio. Certo da tifosa mi dispiace andare in B perché non<br />

abbiamo giocato male in campo ma nella vita. Non ha senso recriminare, almeno<br />

con questa punizione non saremo più arroganti.<br />

Evelina Christillin<br />

Almeno ci libereremo per sempre dai sospetti e dalle accuse di favoritismo che ci<br />

perseguitano da decenni, anche quando non erano meritati. Restituiamo pure gli<br />

scudetti, così a ogni prossima vittoria godremo sino in fondo dei nostri meriti. La<br />

punizione era quasi auspicabile perché se non ci facevano retrocedere sarebbero<br />

stati tutti pronti a spararci addosso di nuovo.<br />

224


Ninja, batterista dei Subsonica<br />

D: Marcello, che cosa pensi del nuovo Cda della Juve? R: Mi sembra improntato<br />

alla serietà e alla massima professionalità. Un Cda vero, dove ognuno ha un ruolo<br />

specifico e non comanda solo qualcuno. Con un presidente vero, non di facciata.<br />

Ancora una volta è la Juventus a insegnare a tutti gli altri come si organizza una<br />

società di calcio moderna. Siamo i primi in tutto, e continueremo a essere tali.<br />

D: Ciao Marcello, l’altra sera ho visto la trasmissione di Ravezzani dove sei<br />

intervenuto telefonicamente per parlare della manifestazione che si terrà a Torino<br />

il 1 luglio. Ho notato come, fastidiosamente, Viglino faceva la faccia scettica e<br />

sprezzante del tipico torinista sgradevole. Cosa ne pensi ora che il Toro è in serie<br />

A e tutti questi mezzi tifosi possono alzare la cresta? R: Di quello che dice e fa<br />

Viglino non me ne impippa un fico secco perché lo considero un nulla. Spero che<br />

un giorno lo capisca pure Ravezzani perché è l’unico opinionista in grado di<br />

alterare sempre il clima della trasmissione. I tifosi del Toro vivono purtroppo di<br />

piccinerie: solo pensare di vederci in B al loro posto, per loro è come aver vinto 5<br />

Champions di fila. Che dire? Poveretti. Loro e Viglino.<br />

Marcello Chirico a.k.a Chikatilo, dopo essersi fumato uno spinello di PCP*.<br />

* = derivato della ketamina facente parte di quelle droghe chiamate ‘dissocianti’,<br />

poiché per l’appunto la mente e il corpo diventano scollegati l’uno dall’altro. In<br />

Training Day lo sbirro corrotto Denzel Washington costringe il novellino Ethan<br />

225


Hawke a fumarsi una canna d’erba al PCP come prova di fedeltà al suo superiore.<br />

Ethan seppur di malavoglia obbedisce e nel giro di pochi istanti è bell’è che<br />

partito per la tangente. Pensiero sconnesso, allucinazioni visive, Cda veri…<br />

Il mio commento?<br />

HA HA HA HA!<br />

226


Posted 27/06/2006 h 08.30 a.m., CET. Sei già dentro l’happy hour… non<br />

ne posso già più di ’sta canzone. Dodici anni fa si parlava e straparlava del<br />

culo di Sacchi, ma vogliamo mettere il culo di Lippi? Calciopoli sì<br />

Calciopoli no, la terra dei cachi. C’è chi pretende giustizia sommaria e chi<br />

sente forte l’odore di pastella all’italiana. Uno di questi è Marco<br />

Travaglio, che sarà pure juventino sfegatato, ma…<br />

Calciopoli, ovvero “abbiamo scherzato”<br />

Marco Travaglio si schiera con quelli che vedono restrittive le accuse<br />

alle società deferite rispetto alle colpe effettive. Il popolare cronista<br />

giudiziario vede un processo a persone, non a un sistema corrotto e<br />

malfunzionante.<br />

Non è elegante dire: noi l’avevamo detto. Ma è così. La Procura federale<br />

che sosterrà l’accusa al processo sportivo su Calciopoli, e che è rimasta la<br />

stessa dell’Ancien Regime gallian-moggiano, ha depositato i deferimenti:<br />

109 pagine firmate dal procuratore Stefano Palazzi che potrebbero<br />

intitolarsi «Abbiamo scherzato». O «Tarallucci e vino». Questi pm<br />

sportivi, mirabili incroci genetici fra il Gattopardo e don Abbondio, hanno<br />

spezzettato il lavoro di Francesco Saverio Borrelli, destrutturandolo in<br />

227


mille episodietti singoli avulsi dal contesto.<br />

Cioè dal «sistema» così ben descritto a suon di prove dall’ex procuratore<br />

di Milano. E si accingono salvo improbabilissime sorprese a comportarsi<br />

di conseguenza con morbide richieste di pena alla Caf. Che è stata<br />

bonificata in extremis sotto la guida di Cesare Ruperto, ma ha le mani<br />

legate: diversamente dai tribunali, non potrà infliggere sanzioni più pesanti<br />

di quelle sollecitate dalla Procura. Il collo di bottiglia del processo<br />

sportivo è proprio la Procura Federale, un Jurassic Park neppure sfiorato<br />

dal repulisti pallonaro.<br />

Borrelli vede come chiunque abbia letto le intercettazioni «un illecito<br />

strutturato», un «accordo associativo», una «struttura consistente e<br />

pervasiva che ha dimostrato capacità di incidenza sull’intero sistema<br />

calcio, occupando tutti gli spazi» e che si è consolidata almeno dal 1999,<br />

essendo impensabile che si sia «materializzata d’incanto in un solo<br />

campionato». Una galassia perversa che ruotava intorno a due soli: il<br />

«sistema Juventus», più forte sul campo grazie al vassallaggio di<br />

designatori e arbitri, e il «sistema Milan», più forte sul piano politicoimprenditoriale,<br />

grazie al premier-padrone, al vicepresidente Galliani<br />

presidente di Lega, al controllo sulle televisioni e sui diritti, e al ruolo del<br />

«responsabile arbitri» rossonero, il ristoratore tuttofare Meani, che<br />

chiedeva e otteneva guardalinee à la carte («assistenti graditi come<br />

Contini, Copelli, Puglisi, Babini»).<br />

228


Borrelli rileva che «per il Milan non può parlarsi di organizzazione<br />

strutturata come quella juventina», ma questo «non toglie l’emersione di<br />

un’influenza diretta ed efficace sui designatori». Galliani sapeva tutto di<br />

quel che faceva Meani, anche se «si è “sforzato” di prendere le distanze<br />

dal suo collaboratore, riconducendo le sue attività ad iniziative di carattere<br />

personale». Quella disegnata da Borrelli è un’associazione a delinquere<br />

con due cupole, una più grande e l’altra più piccola, ma sempre alleate<br />

nelle scelte strategiche, il che spiega il duopolio Milan-Juve contro<br />

chiunque tentasse di alzare la testa.<br />

Un reato associativo molto più facile da dimostrare nella giustizia<br />

sportiva, dove vige la responsabilità oggettiva delle società, l’onere della<br />

prova è invertito (il sospettato deve dimostrare di essere innocente, e non<br />

viceversa), e basta tentare di alterare un risultato per commettere l’illecito<br />

sportivo (articolo 6) e non solo per violare la lealtà sportiva (articolo 1).<br />

Invece che cosa accade? Che Borrelli, con la sua cultura penale, si cala a<br />

meraviglia nella filosofia della giustizia sportiva. Mentre la Procura<br />

federale indossa i panni impropri di quella penale, cancellando tutte le<br />

responsabilità «di sistema», perdendo di vista il contesto e polverizzando<br />

le indagini su mille casi individuali.<br />

E nemmeno tutti; dei quattro guardalinee della scuderia Milan ne vengono<br />

deferiti solo due; Galliani risponde di sola slealtà (art. 1); e il Milan, per<br />

l’illecito, risponde non di responsabilità diretta, ma solo oggettiva. Come<br />

229


se Galliani non sapesse quel che faceva Meani. Come se Meani<br />

procacciasse guardalinee «amici» a titolo personale, e non, come scrive<br />

Borrelli, «nell’interesse della società». Gli avvocati dei club hanno già<br />

l’acquolina in bocca. E’ il delitto perfetto.<br />

Speriamo fino all’ultimo di essere smentiti. Ma le premesse dicono che la<br />

Juventus, anziché finire in C, potrebbe fermarsi alla B (temeva e meritava<br />

peggio: in B manterrà gli sponsor e il contratto Sky, e potrà pure<br />

alleggerire un monte-ingaggi ormai insostenibile).<br />

Il Milan resterà in A, con qualche penalità sul punteggio del campionato<br />

passato, e manterrà addirittura la Champions League. Anche Fiorentina e<br />

Lazio perderanno qualche punto, la prima passando dalla Champions<br />

all’Uefa, la seconda perdendo l’Uefa. Doveva essere il processo al calcio,<br />

sarà un processo a qualcuno: per giunta già fuori gioco, come Moggi e<br />

Giraudo, Carraro e De Santis. La montagna del più grave scandalo della<br />

storia del pallone rischia di partorire un topolino. Un castello di sabbia. E,<br />

presto, anche di rabbia.<br />

Mah, mah, mah. Ah, domani sera alle 19 i Banditi Torino, di cui io faccio<br />

parte in qualità di ideatore di slogan e ornamento da trasferta, esordiranno<br />

al Torneo Vecchio Filadelfia. Non mancate!<br />

230


Posted 28/06/2006 h 09.30 a.m., CET. La maledizione di Tutan-Moggi<br />

colpisce questa volta l’unico juventino che, insieme a Gaetano Scirea, io<br />

abbia mai ritenuto degno di rispetto: Gianluca Pessotto. Un ragazzo serio,<br />

colto, apparentemente equilibrato. Un vero professionista. Mai una parola<br />

o un atteggiamento sopra le righe. Ma la depressione è una brutta bestia,<br />

come una tenia echinococco che ti si incista nel cervello. La moglie<br />

Reana, prontamente schiaffata sul banco degli imputati dai gossipari, ha<br />

affermato che ultimamente faceva perfino fatica ad alzarsi la mattina per<br />

andare a lavorare. Anch’io ho provato sulla mia pelle la disillusione per un<br />

posto di lavoro che non sentivo mio, quel blocco che ti fa sembrare<br />

un’impresa titanica qualsiasi atto mattutino, dal mettere i piedi giù dal<br />

letto al timbrare il cartellino. Quindi, massima solidarietà e rispetto per<br />

Gianluca. E disgusto profondo per lo Scambista e i suoi stucchevoli<br />

piagnistei a Ballarò, l’unico posto dove se lui va a dire che Calciopoli è<br />

tutta colpa di Berlusconi gli credono sulla parola e gongolano pure. Che<br />

gran faccia di tolla! Ma Orchidea De Santis è addirittura peggio.<br />

Passiamo a cose infinitamente più liete. Ieri sera i Banditi Torino hanno<br />

esordito al Filadelfia nell’ambito del Memorial Ferruccio Castagneri<br />

battendo i Leoni della Maratona per 5 (o 6?) a 0. Ritmi blandi soprattutto a<br />

causa della calura. Il sottoscritto ha segnato il secondo gol giocando nel<br />

complesso una gara decente come esterno sinistro d’attacco. Mio anelito<br />

sarebbe salire alla ribalta del torneo come una miscela esplosiva delle<br />

231


migliori giocate di Nikola Lazetic, Beppe Dossena e Gonzalo Higuaín (!),<br />

ma per il nostro ds Ice Allenator di Picie Colombano io sembro piuttosto<br />

José Franco Ramallo mescolato con Juan Sebastián Verón. Va bene anche<br />

così.<br />

232


233


Posted 30/06/2006 h 10.30 a.m., CET. 27 marzo 1983, Torino-Juventus.<br />

Una delle ‘piccinerie di cui vivono i tifosi granata’ – secondo l’illuminato<br />

parere di Chikatilo Chirico. La Gobba conduce 1-0 (Pablito Rossi al 15',<br />

su errato disimpegno di Van de Korput), sicché Beppe Dossena “decide di<br />

salire in cattedra”. L’elegante centrocampista granata ghermisce la sfera a<br />

centrocampo, lascia di sale il Bell’Antonio Cabrini con uno slancio da<br />

centrometrista provetto e s’invola in perfetta solitudine sulla fascia destra;<br />

appena giunto all’altezza dell’area rigatina spedisce un pallone d’oro sul<br />

piede non molto educato di Carlo Borghi, solo davanti a Zoff. L’attaccante<br />

toscano controlla bene ma tira di peste sparando il pallone in Filadelfia.<br />

Poi succederà quello che succederà… yuk yuk yuk.<br />

29 giugno 2006. Banditi-Quinta Colonna, Memorial Castagneri al Fila. I<br />

Banditi conducono 4-1 e il mister Incas decide di far entrare in campo<br />

<strong>Maurizio</strong> <strong>Ferrarotti</strong>. Il 41enne esterno d’attacco riceve il suo primo pallone<br />

giocabile proprio nella stessa posizione di Dossena in quel derby fatato,<br />

largo a destra sulla linea mediana. E scatta la mimesi calcistica.<br />

Sorprendendo tutti a bordo campo ma soprattutto se stesso, il veterano di<br />

Santa Rita si fuma di slancio il giovanissimo terzino avversario, s’incunea<br />

in area e crossa un pallone di platino che però i suoi attaccanti non<br />

riescono a finalizzare in gol. Finisce comunque 4-3 per i banditi. Quando<br />

la natura in decomposizione imita l’arte…<br />

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Posted 30/06/2006 h 04.00 a.m., CET. È mia ferma intenzione non dare<br />

alcuna rilevanza in questa sede alla Marcia dell’Orgoglio Giuventino,<br />

qualsiasi ne sarà il riscontro. Nondimeno, devo togliermi un asteroide<br />

dalla scarpa. Orbene… Circa due anni fa vado a bermi un aperitivo serale<br />

a The Beach, trendissima terrazza sul Po. Là incontro un compagno di<br />

virus e ci mettiamo a chiacchierare del più e del meno. Qualche tempo<br />

dopo ci si unisce un tizio che riconosco quasi subito come l’ex batterista di<br />

un gruppo storico del rock sabaudo. Costui, fresca conoscenza del mio<br />

amico granata e a quanto mi è dato di capire gobbo fino al midollo, non<br />

trova maniera migliore di presentarmisi che una battuta sardonica sulla<br />

nostra marcia del 4 maggio 2004. Io gli rido in faccia e sarei pronto pure a<br />

ribattere qualcosa di più pesante, ma complice la birra e qualche fighetta<br />

circostante la conversazione scantona in un’altra corsia. Ora come ora<br />

sapessi in che giorno compie gli anni quel tale gli regalerei uno scanner,<br />

affinché lui e i suoi compari culastrisce imparino a copiare meglio le idee<br />

altrui. E poi… com’è che dice quel proverbio? Ride bene chi ride ultimo,<br />

no?<br />

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Posted 04/07/2006 h 09.50 a.m., CET. Sergio Greco, Piero Zingaro,<br />

Robertone e Sergino. Una piccola fotografia incuneata fra il cristallo e<br />

l’angolo inferiore destro della cornice dello specchio appeso di fronte al<br />

banco dello Sweet Bar. Sergio, Piero, Robertone e Sergino, quattro<br />

membri dei leggendari Desperados immortalati sugli spalti del Comunale<br />

in un tetro pomeriggio del 1983. Sergio, Piero e Sergino non ci sono più.<br />

Robertone ha i capelli corti e incanutiti e qualche chilo in più, ma grazie al<br />

Dio del Tuono Granata gode di ottima salute. In quell’epoca portava i<br />

capelli lunghi fino a metà schiena e guidava uno Squalo nero in cui era<br />

solito ascoltare gli Stooges e altri gruppi punk a manetta. Non ho avuto<br />

modo di conoscere a fondo Sergio Greco, un clone quasi perfetto di<br />

Vincent Spano – Alphabet City! Ricordo una trasferta a Firenze in cui lui<br />

si era portato un vero e proprio arsenale di musicassette; tra le quali, The<br />

Idiot di Iggy Pop, che di lì a poco sarebbe entrato a far parte della mia<br />

nutritissima collezione di dischi. Piero… di lui parlo nel file dedicato a<br />

Euskal Herria. Un giorno mi suggerì di darmi una mossa perché rasentavo<br />

pericolosamente l’abulia patologica e soltanto il cielo sa quanto aveva<br />

ragione. Sergino era un fenomeno, piccolino ma impestato come pochi con<br />

quella sua vocina quasi infantile e i globi oculari che sembravano sempre<br />

sul punto di schizzargli fuori dalle orbite senza ritorno. Al Doctor Sax tutti<br />

tampinavano femmine oppure cercavano rogna o droga o entrambe mentre<br />

io in disparte sfogliavo vecchie riviste appollaiato su una poltroncina da<br />

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arbiere. La mia preferita aveva in copertina una splendida Marisa Mell in<br />

miniabito di lurex e stivaloni di pelle al ginocchio. E Sergino rideva: “Ma<br />

cosa cazzo stai guardando, le fighe degli anni Sessanta?”<br />

Sergio, Piero, Robertone e Sergino. In Mississipi, di tutti i tipi…<br />

Pur perdendo 3-4 con i Viking, i Banditi Torino si sono qualificati per le<br />

seminfinali del Memorial Castagneri. Troppo sciuponi sotto porta e<br />

sventati in difesa nonché tartassati dagli infortuni, i ragazzi di Incas si<br />

sono visti pure fischiare contro due rigori, di cui uno all’ultimo minuto di<br />

gioco. In parole semplici e dirette, una partita di merda. Per quanto<br />

riguarda il sottoscritto, ho sofferto una contrattura all’adduttore sinistro in<br />

fase di (pseudo)riscaldamento che ha condizionato gran parte della mia<br />

prestazione; come se non bastasse, mi è toccato disimpegnarmi in un ruolo<br />

– terzino sinistro con ben poca licenza di offendere – che francamente<br />

aborrisco ma nel quale, manco avessi uno stigma impresso sulla fronte, mi<br />

ritrovo spesso a giocare. Non ho combinato pastrocchi ma neppure offerto<br />

giocate di rilievo. E oggi cammino come Verbal Kint. Speriamo in bene<br />

per mercoledì. Log out.<br />

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Posted 04/07/2006 h 05.50 p.m., CET. Eccole, signor Chikachirikov, le<br />

piCCinerie di cui vivono i tifosi granata… Juve retrocessa in serie C con<br />

sei punti di penalizzazione, revoca dello scudetto 2005 e non assegnazione<br />

dello scudetto 2006, retrocessione in serie B per Lazio, Fiorentina e Milan<br />

rispettivamente con 15, 15 e 3 punti di penalizzazione. Uàu, signor<br />

Palazzi! Lei è un autentico taumaturgo! Mi ha fatto persino guarire dalla<br />

contrattura. E dopodomani Mauriz Ferrarovic farà sfracelli sulla fascia<br />

destra…<br />

Naturalmente la vippaglia bianconera si è subito buttata a pietà speculando<br />

in maniera italicamente vergognosa sulla molto probabile vittoria degli<br />

azzurri al Mondiale. Il Foglio dei Pigiamini si è fatto solerte portavoce di<br />

questi stomachevoli e certamente non disinteressati (dal punto di vista del<br />

tornaconto personale) piagnistei. Cesare Vaciago, city manager del<br />

Comune di Torino: “Ho fiducia nella magistratura: resteremo in A, con<br />

tutti gli scudetti, e vinceremo pure la Champions League.” Luciana<br />

Littizzetto: “ A questo punto facevano prima a cancellarla, la Juve, ci<br />

ritirino pure la licenza… e a questo punto che cosa meritiamo? I lavori<br />

forzati? La miniera? Dicano loro.” Evelina Christillin: “Ho sempre detto<br />

che chi sbaglia avrebbe dovuto pagare, ma questo conto mi pare davvero<br />

troppo salato.” Carlo Pignatelli, stilista che per dieci anni ha vestito i<br />

bianconeri: “Credo comunque che si arriverà all’appello, magari a una<br />

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sorta di condono. Nella nazionale ci sono molti juventini, stanno<br />

dimostrando grande bravura, ma saranno proprio loro a pagare le spese di<br />

tutta questa incresciosa situazione e non – invece – chi ha tirato le fila del<br />

gioco.” Il Drugo Toni Acanfora: “Non ci sono parole. Io proprio non<br />

riesco a capire dove siano le prove su cui è stato costruito tutto, sono solo<br />

chiacchiere al telefono.” Ha ha ha ha, mi sto smascellando.<br />

Intanto noi abbiamo quattro nazionali e voi andate in brodo di giuggiole per quel<br />

broccaccio di Balestri.<br />

Uno spellafili di mia conoscenza<br />

Si vede che il poveretto non ha ancora realizzato che se continuano a<br />

tenere quel portasfiga di Balzaretti fra due anni si ritroveranno a giocare<br />

contro la Pro Cisterna…<br />

“Siamo sconcertati, ci tuteleremo senza guardare in faccia nessuno”. Lo ha detto<br />

Gianluigi Gabetti, presidente dell’Ifil, la finanziaria che controlla la Juventus.<br />

Nel giorno in cui è atteso l’intervento del difensore dei bianconeri, Cesare<br />

Zaccone, al processo sportivo, il presidente dell’Ifil afferma che la società non<br />

resterà passiva. Alla domanda se il club ha intenzione di denunciare la Caf, ha<br />

risposto: “Tutte le opzioni sono aperte. Non ne trascureremo nessuna e agiremo<br />

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con la massima determinazione senza guardare in faccia nessuno”.<br />

Morale: facce di bronzo – e palafrenieri – si nasce e si muore.<br />

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Posted 11/07/2006 h 09.50 a.m., CET. È risaputo che la maggioranza dei<br />

tifosi granata prova avversione per la Nazionale, poiché considerata da<br />

molto tempo ricettacolo di spocchiosa nonché sponsorizzata gobbitudine.<br />

Io non faccio eccezione. Ciononostante, ieri sera stavo quasi per unirmi<br />

idealmente ai festeggiamenti – per varie motivazioni: mi stanno sulle balle<br />

i francesi, a sbagliare il rigore poi risultato decisivo è stato quell’avvoltoio<br />

di Trezeguet, venero Andrea Pirlo poiché è l’ultimo straordinario<br />

rappresentante di una razza in via di estinzione vale a dire i registi in punta<br />

di bulloni… Dico quasi perché proprio nel momento più squisito il<br />

faccione meridionale di Clemente “I am Parlamento Europeo” Mastella<br />

ha usurpato lo schermo. E di colpo mi sono passate tutte le fantasie. Come<br />

se non fosse abbastanza il neo-ministro della Giustizia, sollecitato<br />

puntualmente dal microfonaro di turno sullo spinoso tema dell’amnistia<br />

calciopolitana da egli stesso sollevato, non ha potuto trattenersi dal<br />

rivolgere l’ennesimo stucchevole peana ai rigatini nazionali. Cannavaro,<br />

Del Piero… E poi qualcuno ha ancora il coraggio di domandarti perché<br />

non vai a votare. Magari ti tacciano pure di qualunquismo. E che diamine,<br />

come si fa a parteggiare per dei personaggi così insulsi e levantini?<br />

La gran baldoria collettiva per la conquista del titolo mondiale ha per<br />

contro definitivamente atomizzato il cosiddetto effetto olimpico sabaudo<br />

sotto il profilo mediatico. In parole potabili, Torino è ritornata nel limbo.<br />

o more passion anymore. Qui Roma, qui Napoli, qui Milano… e Torino?<br />

241


Torino era già a letto, è ovvio: città musona di operai incarogniti in un<br />

paese di belli guaglioni abbronzati e pulzelle dalle curve mediterranee in<br />

splendido rilievo sotto le magliette bagnate. Spaghetti, pizza e mandolino<br />

e baffi neri e facimmo l’ammore, mentre quassù portiamo il parka e<br />

mangiamo la polenta concia pure d’estate. Peccato che le cronache<br />

raccontino invece una città festaiola né più né meno quanto le altre. Ma a<br />

Saxa Rubra conta la geopolitica, non la geografia. Viva l’Itaglia!<br />

Davvero grandi questi ragazzi della Nazionale italiana: hanno vinto il Mondiale<br />

malgrado il comportamento di quei vecchietti di Rossi, Borrelli e Ruperto.<br />

Veramente bravi!<br />

Francesco Cossiga<br />

Ha parlato il giovane Holden. Ateromi a go-go?<br />

È la una vittoria della nostra identità, contro una squadra che ha perso schierando<br />

negri, islamici e comunisti.<br />

Roberto Calderoli<br />

E meno male che abbiamo vinto, diversamente questo fenomeno<br />

parastatale padano se la sarebbe presa con Lippi per aver schierato troppi<br />

meridionali.<br />

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Memorial Castagneri. I Banditi Granata hanno incassato la terza sconfitta<br />

consecutiva, chiudendo la competizione al quarto posto. Io… be’, non<br />

essendo riuscito a guarire completamente dall’affaticamento muscolare<br />

patito contro i Viking ho offerto un contributo recisamente sottotraccia.<br />

Pure, dati i miei 41 anni e rotti sarebbe quantomai opportuno riconsiderare<br />

l’idea di riporre definitivamente gli scarpini nell’armadio sul balcone. In<br />

verità lo avevo già fatto tre anni fa, ma poi sapete com’è, il richiamo della<br />

cancha, sia essa erbosa, parquet o tartan, è sempre forte… Il fatto è che<br />

non possiedo più né scatto né tocco e tantomeno visione limpida di gioco,<br />

vale a dire le peculiarità che mi hanno sempre contraddistinto seppure a<br />

livello dilettantesco. Le prime due partite del torneo mi avevano illuso<br />

circa la possibilità di ben figurare, ma per giocare decorosamente a pallone<br />

ci vuole un allenamento costante, a 18 e a maggior ragione a 42 anni.<br />

Tuttavia, nessun rammarico. Quel che sale scende, ama ripetere un<br />

pupazzo di Sesame Street. Quel che comincia presto o tardi deve finire,<br />

dice il pupazzo scrittore.<br />

243


244


Posted 13/07/2006 h 09.50 a.m., CET. In queste sciroppose serate di<br />

luglio, quando non esco in cerca di un improbabile refrigerio, mi consegno<br />

con stoica rassegnazione allo zapping. Il triplice stralunato cameo di Sean<br />

Penn, Harry Dean Stanton ed Elvis Costello in Due uomini e mezzo.<br />

Emilio Fede e il suo spazzaturale sondaggio sull’amnistia calciopolica.<br />

Lippi. La testata di Zidane a Materazzi ripresa da tutte le angolazioni<br />

possibili. Filippa Lagerback e le Blues Otarie. Qui Studio a Voi Stadio.<br />

Invasion, ennesima tediosissima variazione sul tema delle calate aliene.<br />

Catherine Bell, sempre un gran pezzo di gnocca. La birra avvelenata di<br />

Poirot. La seconda parte di The Corporation, dove in stato precomatoso<br />

apprendo che l’IBM vendeva calcolatrici a schede perforate al Terzo<br />

Reich il quale le utilizzava per schedare meticolosamente i deportati nei<br />

campi di concentramento. Il Playboy Show. Le Sexy Football Girls. Pippo<br />

Franco ed Enzo Cannavale. Dulcis in fundo, tre ore di psichedelico<br />

girarrosto nel letto prima di prendere sonno – per modo di dire.<br />

Un urlaccio rivolto ai vicini di casa appena sveglio, tè molto zuccherato<br />

con due dita di ginseng e sono di nuovo in pista. Papa Urbano I ha<br />

sborsato 1 milione e 411 mila euro per acquistare i cimeli del Torino<br />

Calcio 1906. Con indosso l’ormai classico gessato blu, Cairo si è<br />

presentato con discrezione alle 9.30 di ieri al Palazzo di Giustizia.<br />

“Nemmeno la mia famiglia sapeva che stamattina sarei venuto a comprare<br />

i cimeli del Toro.” Quattro chiacchiere con il giudice fallimentare Maria<br />

245


Luisa Fabbro, una firma sull’atto d’acquisto e zac, fatta anche questa!<br />

L’avvocato Luigi Chiappero, faccia da gobbo come se ne vedono poche,<br />

dice: “Alla Juve tolgano tutto, ma non il suo Breil… pardon, ma non il<br />

diritto di giocare in serie A.” Citando il codice di giustizia sportiva,<br />

articolo 6, comma 3, lettere G e H: retrocessione all’ultimo posto o<br />

esclusione dal campionato di competenza. Ultima frase: “salva la<br />

maggiore sanzione in caso di inefficacia di tale pena.” Inefficacia per lui<br />

pacifica, giacché ci si riferisce al campionato scorso, per cui varrebbero<br />

soltanto la lettera I, ossia la non assegnazione o revoca dello scudetto, e la<br />

L, non ammissione a determinate manifestazioni – nel caso specifico la<br />

Champions League. Chiappero definisce inoltre le intercettazioni:<br />

“distantissime dalla realtà.” Quindi Rossi e Borrelli sono dislessici e<br />

decine di migliaia di appassionati di calcio in malafede o col prosciutto<br />

sugli occhi. Grazie tante, signor sindaco!<br />

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Davanti Superga è il diario passionale<br />

ma anche sardonico di una vicenda a<br />

tinte forti, classicamente italiana nei<br />

suoi risvolti finanche grotteschi, vissuta<br />

in prima persona dall’Autore in tutte le<br />

sue sconcertanti tappe: il dramma<br />

sportivo vissuto dal Torino durante<br />

l’estate del 2005. La finale di ritorno<br />

degli spareggi per salire in serie A<br />

giocata allo Stadio delle Alpi contro il<br />

Perugia di Gaucci junior di fronte a 55<br />

mila anime trepidanti, la susseguente<br />

doccia fredda della perquisizione in<br />

casa di Francesco Cimminelli a seguito<br />

della fideiussione-patacca presentata<br />

dall’odiatissimo patron granata alla<br />

Covisoc, i verdetti via via negativi<br />

emessi dai diversi gradi di giudizio<br />

sportivo, il Lodo Petrucci, le proteste<br />

dell’inferocito popolo granata culminate con l’ascesa in corteo alla<br />

Basilica di Superga, l’estenuante trattativa fra il sedicente psicologo<br />

ciociaro Luca Giovannone e il facoltoso pubblicista alessandrino Urbano<br />

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Cairo per impadronirsi del neonato Torino F.C., l’esplosione di furore<br />

ultrà all’hotel Campanile e al Municipio di Torino. E finalmente<br />

l’agognata, acclamatissima investitura di Cairo, “Papa Urbano I”, per<br />

cominciare una nuova avventura del Toro alla riconquista del suo posto<br />

nell’Olimpo calcistico. Completa il volume un’appendice sul campionato<br />

2005-06.<br />

Davanti Superga si può acquistare a Torino presso le seguenti librerie:<br />

CELID ECO Facoltà di Economia, C.so Unione Sovietica 218 bis<br />

CELID POL Facoltà di Ingegneria, C.so Duca degli Abruzzi 24<br />

CELID P Palazzo Nuovo, Via S. Ottavio 20<br />

COMUARDI Via Bogino 2<br />

FELTRIELLI Piazza Castello 19<br />

FELTRIELLI Piazza C.L.N. 251<br />

FELTRIELLI Via Roma 255<br />

MODADORI RETAIL Via Monte di Pietà 2<br />

PARAVIA Via Garibaldi 23<br />

248


TORRE ABELE Via Pietro Micca 22<br />

249


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Posted 15/07/2006 h 09.50 a.m., CET. È assolutamente certo che la notte<br />

porta consiglio. Difatti, stamani non sono più tanto convinto sulla bontà<br />

delle sentenze di ieri sera. A mente molto riposata esse mi rappresentano<br />

anzi il solito, stravisto, stucchevole papocchio all’italiana.<br />

Mai una volta che ci si smentisca. Mai una volta che si cerchi davvero di<br />

ripartire su nuove basi in questa Repubblica dei Fichi. Evidentemente ci<br />

sono troppe palanche in ballo, troppe zampe sulla torta, troppi politicanti<br />

ficcanaso – questi ultimi talmente indaffarati che hanno fondato perfino i<br />

club ultrà a Montecitorio. Fateci caso: gli avvocati della Giuve si prostrano<br />

davanti alla Caf piagnucolando clemenza con il prezioso supporto dei<br />

maneggioni di fede rigatina, “la serie cadetta sarebbe una punizione<br />

tollerabile bla bla bla”, vengono accontentati seppure con mano<br />

pesantuccia e cinque minuti dopo il prode Cobolli Gigli salta fuori a<br />

recitare la parte dell’indignato a mezzo di un lessico da trattoria per<br />

camionisti, siamo incazzati e ce l’hanno messo in quel posto – “Furia<br />

Juve” è il titolazzo di Tuttosport, il giornale più trash della Via Lattea. Un<br />

bel teatrino ad uso ulteriore riduzione pena in appello. Complimenti<br />

vivissimi! Dobbiamo proprio arrivare a pensare che tra le richieste di<br />

Palazzi e le sentenze di Ruperto sia intercorsa qualche genere di<br />

‘suggestione’? O piuttosto Palazzi se l’è tirata da pm integerrimo e<br />

Ruperto è stato un giudice oculato? O è tutta una pantomima di regime? O<br />

forse quel che a noi profani da gradinate appare scontato in definitiva non<br />

251


lo è poi così tanto dal punto di vista della giustizia sportiva?<br />

Sia quel che sia, è molto deprimente nonché inquietante che in queste<br />

evenienze la maggior parte di noi si ritrovi a pensare che “tanto finirà tutto<br />

a tarallucci e vino”, o qualcosa del genere. Checché ne dicano i<br />

dispensatori di soma legislativo, la legge non è uguale per tutti. Ed è<br />

spaventoso assistere all’assoluzione (o all’edulcorazione delle pene) dei<br />

mascalzoni. Siano essi rapinatori di banche o dei sogni di milioni di<br />

persone.<br />

Una sentenza salva-sistema nell’Italietta del compromesso<br />

Lo spettacolo evidentemente deve continuare. I centri di potere federale<br />

non vanno distrutti. Si trattiene la giu***tus nel giro utile per i diritti<br />

televisivi e, con una squadra fortemente penalizzata, l’attenzione della<br />

tifoseria più numerosa d’Italia. Per il tribunale del calcio, la società<br />

bianconera si è liberata dei corruttori e ha mostrato di sapersi rapidamente<br />

rigenerare. Merita comprensione.<br />

La serie B e non il baratro della C. Si condanna all’inferno Fiorentina e<br />

Lazio. È vero i viola – sostengono i giudici – hanno subito la violenza di<br />

un sistema a cui non volevano piegarsi. Ma, una volta piegati, hanno<br />

252


manipolato più gare. Nessuna comprensione. Si differenzia il Milan con<br />

una responsabilità meno grave.<br />

Si discuterà per giorni se questa sia una sentenza giusta o troppo afflittiva<br />

o addirittura evanescente e tenue. Ma, sia detto con franchezza, il destino<br />

delle squadre non era l’unica posta in gioco in questo processo. La chiave<br />

più autentica di questo esito processuale la si rintraccia non solo nel futuro<br />

agonistico delle squadre (che, a ragione, è a cuore degli appassionati), ma<br />

nella sorte riservata ai dirigenti federali e agli arbitri coinvolti nella<br />

“corruzione strutturale” del mondo del pallone.<br />

È utile ricordare brevemente qual era il quadro sottoposto al giudizio della<br />

commissione d’appello federale, presieduta per l’occasione da Cesare<br />

Ruperto. Lo si può tratteggiare con le parole e gli argomenti adoperati da<br />

Guido Rossi appena qualche giorno fa alla Camera. “L’aspetto più<br />

preoccupante del sistema calcio è la cattura e l’asservimento di parte dei<br />

vertici e degli organi di controllo della Figc e delle sue componenti più<br />

importanti come l'Associazione Italiana Arbitri.”<br />

Il cuore dello scandalo era dunque “la fortissima capacità di<br />

condizionamento e influenza” di alcuni soggetti su altri che avrebbero<br />

dovuto garantire, con la loro terzietà, campionati regolari, una corretta<br />

253


distribuzione delle risorse economiche-finanziarie, l’esistenza di<br />

meccanismi elettivi dei vertici federali realmente democratici.<br />

Per farla breve, tutte le istituzioni di controllo e garanzia sono state<br />

compromesse dalla “corruzione strutturale” del sistema. Commissioni<br />

arbitrali, antidoping, organi inquirenti e tribunali sportivi. La perdita di<br />

indipendenza e terzietà dei vertici federali e degli organi di controllo, cioè<br />

di quei soggetti deputati a garantire le regole del gioco, è stata<br />

accompagnata dal venir meno di tutti i sistemi di controllo, anche esterni.<br />

Se questo era il bubbone che bisognava incidere o eliminare, al di là della<br />

soluzione che salva in qualche modo lo spettacolo, credo che sia giusto<br />

chiedersi se la sentenza della Caf è coerente con l’obiettivo di ricostruire<br />

le garanzie del sistema e la trasparenza di un’istituzione con pene<br />

severamente afflittive per chi ha venduto la sua funzione. Da questo punto<br />

di vista, la sentenza è più o meno uno scandalo.<br />

Franco Carraro ha guidato il calcio negli ultimi vent’anni. Questo calcio<br />

corrotto. Non importa qui sapere in quanti episodi neri è stato coinvolto.<br />

Qui conta dire che egli era consapevole che il gioco era truccato, in tutti i<br />

suoi aspetti. Dall’alto della Federazione e della Lega ha chiuso gli occhi<br />

sul traffico di passaporti falsi, di false fideiussioni. Ha iscritto al<br />

254


campionato società fallite. Ha retrocesso o recuperato squadre per via<br />

politica o governativa. Ha accettato le prepotenze intorno alla torta dei<br />

diritti televisivi. Quest’uomo, uno dei maggiori responsabili della<br />

catastrofe che si è abbattuta sul calcio italiano, per i giudici merita soltanto<br />

l’inibizione per 4 anni e 6 mesi. Senza radiazione.<br />

Una sanzione analoga, dunque, alla pena che colpisce Diego Della Valle il<br />

quale, con ogni evidenza, ha subito, per così dire, la pressione estorsiva<br />

del sistema che lo ha costretto a venire a patti con chi lo governava. Non<br />

c’è coerenza. Né proporzione con la condanna inflitta ad Adriano Galliani,<br />

un anno.<br />

Se appena ci si sposta dalle prime file alle seconde, a nomi magari meno<br />

luccicanti per il grosso pubblico, la cecità di questa sentenza è ancora più<br />

evidente. Pierluigi Pairetto truccava le designazioni degli arbitri. Vendeva<br />

la sua funzione. Se la cava con l’inibizione di 2 anni e 6 mesi. Tullio<br />

Lanese era il presidente degli arbitri. Era a conoscenza dei maneggi che<br />

agitavano la categoria delle giacche nere. Anche per lui 2 anni e 6 mesi. A<br />

gennaio del 2009 il signor Lanese uscirà dal purgatorio e, se lo vorrà,<br />

potrà trovare di nuovo un posticino sulla Grande Giostra. Massimo De<br />

Santis, l’arbitro furbissimo, che “si portava avanti con il lavoro”, punendo<br />

con una settimana di anticipo gli avversari migliori della giu***tus nella<br />

255


settimana successiva, paga pegno per 4 anni e 6 mesi. Nel gennaio 2011,<br />

se lo vorrà, potrà tornare in campo. Magari da direttore generale di una<br />

grande squadra che potrebbe ingaggiarlo proprio per i segretucci che<br />

conosce e per la sua capacità di maneggiare relazioni, contatti ed entrature.<br />

Un bruttissimo spettacolo. Se mai ce ne fosse stato bisogno, il processo al<br />

calcio e la sentenza della Caf rafforzano il dubbio che l’ordinamento<br />

sportivo sia in grado di conservare con decoro le prerogative di istituzione<br />

separata. Questa storia si risolve come sempre gli affari neri nell’Italietta<br />

del compromesso e della tolleranza, quell’Italietta che sa diventare feroce<br />

con i perdenti. Caduti nella polvere, Antonio Giraudo e Luciano Moggi –<br />

amministratore delegato e direttore generale della giu***tus – pagano per<br />

tutti. Sono “stati ritenuti responsabili di un solo episodio di illecito<br />

sportivo, tuttavia – scrivono i giudici – l’illecito è caratterizzato da una<br />

condotta continuativa nel corso di tutto il campionato al fine di realizzare<br />

l’intento di procurare un vantaggio in classifica mediante il controllo<br />

diretto o indiretto della classe arbitrale.” Per il tribunale, è un “fatto<br />

disciplinarmente più grave di quello si realizza mediante la condotta<br />

diretta all’alterazione dello svolgimento di un risultato di una singola<br />

partita.”<br />

Traduciamo. Giraudo e Moggi controllavano gli arbitri per avvantaggiare<br />

la giu***tus e per questo pagano il prezzo più alto. Incomprensibile come<br />

256


non paghi lo stesso prezzo chi “continuativamente” si è lasciato<br />

controllare, chi ha chiuso gli occhi dei controllori, chi ha avuto la<br />

responsabilità di assicurare la correttezza dei controllati. La rete dei<br />

rapporti delle coppia bianconera era descritta con molti dettagli nelle<br />

conclusioni degli investigatori di Francesco Saverio Borrelli, ma quel<br />

lavoro “interpretativo” è stato per gran parte demolito o amputato.<br />

Giraudo e Moggi, capri espiatori, sono gli unici tesserati per i quali il<br />

“tribunale” chiede la radiazione.<br />

Se Guido Rossi non riscriverà per intero le regole dell’organizzazione di<br />

questo gioco, il calcio rimarrà quello che è stato finora, quel che è in fondo<br />

il Paese. Un mondo condizionato dai conflitti di interesse, governato dalle<br />

consorterie, paralizzato dalle lobbies. Senza nessun sistema di controllo<br />

intermedio, nessun anticorpo fisiologico, flessibili controlli<br />

amministrativi. Sarà un mondo che ha escluso Giraudo e Moggi. Resterà il<br />

calcio degli eredi di Franco Carraro, di Pierluigi Pairetto, di Tullio Lanese,<br />

di Massimo De Santis.<br />

Giuseppe D’Avanzo, La Repubblica<br />

257


L’amnistia mascherata<br />

La Roma è in Champions ma non festeggio. Moggi, Carraro e Giraudo<br />

sono fuorigioco per sempre ma non mi basta. Il calcio che abbiamo<br />

sempre combattuto è stato sconfitto in tribunale ma non mi fido. Questa<br />

sentenza non mi piace. Mi sembra sbagliata, squilibrata. Pericolosa. Mi<br />

sembra pronta per essere riformata in appello. Mi sembra fatta apposta per<br />

questo tanto è malfatta. La violentissima reazione mediatica già partita dai<br />

club condannati fa già capire a cosa andiamo incontro: disordini di piazza,<br />

pressioni politiche, caccia all’errore giuridico così che fra breve, anzi già<br />

oggi, i ladroni di Moggiopoli saranno delle vittime, mentre i giudici<br />

saranno gli imputati. E dal processo di appello, fra dieci giorni, mi aspetto<br />

di tutto. Anche un ribaltamento di questa sentenza.<br />

Capisco che per un tifoso romanista la gi*ve e la Lazio in B possano<br />

apparire come un motivo per sorridere. Ma non dobbiamo fare i tifosi<br />

davanti a una cosa così importante. Qui c’è in ballo il futuro del calcio<br />

dopo Moggi e la sua banda. E non vedo motivi di ottimismo. Vedo<br />

macerie. E non so chi le toglierà.<br />

Mi spiego. Il presidente Ruperto e la sua corte hanno fatto i forti con i club<br />

deboli e i deboli con i forti. Hanno salvato gi*ve e Milan dalla giusta<br />

condanna e hanno usato il massimo del rigore con Lazio e Fiorentina. Sì,<br />

hanno salvato la gi*ve: perché la B con meno 30 punti non è una serie C<br />

258


mascherata. In serie C la gi*ve avrebbe affrontato l’Andria e l’Ivrea, il<br />

Pizzighettone e il Lumezzane. Avrebbe fatto il giro di tutti i campetti di<br />

periferia. Sarebbe stato un inferno, lo stesso che ingiustamente patì la<br />

Fiorentina dopo Vittorio Cecchi Gori. Sarebbero saltati i contratti di<br />

sponsorizzazione e i diritti tv, sarebbero scappati tutti i giocatori della<br />

attuale rosa. Sarebbe stata la giusta punizione per un club che, secondo la<br />

sentenza di ieri, non ha comprato una o due partite ma ha compiuto un<br />

unico, gigantesco illecito sportivo: alterare un intero campionato. Cioè<br />

rubarci il calcio, ingannare milioni di tifosi.<br />

Eppure, davanti ad un reato così grave, la corte si è limitata ad una B con<br />

meno 30: il che vuol dire per la gi*ve salvare molti contratti, tenere molti<br />

giocatori, partecipare ad un campionato con tante squadre blasonate, dal<br />

Napoli al Bologna, e farlo con la speranza di compiere un miracolo: forza<br />

ragazzi, 100 punti e si viene in A. In fondo la gi*ve di Capello 100 punti li<br />

stava facendo lo scorso anno... Perché una sentenza così mite? Lo scrive la<br />

corte nel dispositivo: perché la dirigenza gi*ve ha mostrato di volersi<br />

redimere, perché ha voltato pagina, perché ha ammesso le colpe. Perché,<br />

aggiungo io, nel dibattimento l’avvocato della difesa ha definito congrua<br />

una B con penalizzazione. “Non faremo ricorso” disse solennemente.<br />

Parole al vento. Lo si è visto ieri quando i nuovi dirigenti della gi*ve si<br />

sono presentati ai microfoni di Rai, Mediaset e Sky per gridare tutta la loro<br />

rabbia e minacciare ricorsi immediati. Se questo vuol dire voltare pagina,<br />

259


il giudice Ruperto e la Caf hanno preso una cantonata. Una cantonata che<br />

rischiamo di pagare tutti carissima. Oltre alla gi*ve i giudici della Caf<br />

hanno salvato anche il Milan: la squadra del presidente di Lega che invece<br />

di denunciare il sistema Moggi, vi si adeguò scegliendosi i guardalinee, e<br />

tutto ciò in nome dei soldi del calcio da spartirsi con la gi*ve. Questa<br />

squadra non doveva restare in A. E la penalizzazione chiesta è una burla,<br />

anzi una gaffe, se i 44 punti tolti nello scorso campionato consentiranno al<br />

Milan di fare la Coppa Uefa. gi*ve e Milan hanno avuto da Ruperto tutte<br />

le attenuanti, mentre con Lazio e Fiorentina è stata usata la clava. La<br />

stessa clava usata negli anni scorsi per i club coinvolti in processi simili.<br />

Ma allora, quando piangevano i tifosi di quei club, non c’era nessuno a<br />

consolarli. Così come nessuno pensa a risarcire i tifosi di Bologna e<br />

Brescia che andarono in B in un campionato truccato. Ma non ha senso<br />

pensare che Lazio e Fiorentina possano giocare nel campionato della<br />

gi*ve, non ha senso pensare che quei club debbano pagare più del Milan.<br />

Lotito e Della Valle non sono innocenti, ma è profondamente sbagliato<br />

mettere sullo stesso piano chi paga il pizzo e chi ti dà fuoco al negozio se<br />

non lo fai. Ora può succedere di tutto. Fa bene la Roma a mostrarsi cauta<br />

nonostante abbia raggiunto l’obiettivo di andare in Champions senza<br />

preliminari. Fa bene perchè ci sono milioni di tifosi feriti che meritano<br />

comunque rispetto. E perché ce ne sono altrettanti arrabbiati pronti a<br />

seguire dirigenti con la tanica di benzina in mano: i toni usati ieri da<br />

260


Cobolli Gigli e da Blanc sono da irresponsabili.<br />

La sentenza della Caf davanti alla Corte federale verrà cambiata. I giudici<br />

di appello non potranno non tenere conto della diseguaglianza di<br />

trattamento. Potrebbero farlo mandando in C la gi*ve e in B il Milan e<br />

lasciando tutto il resto com’è. Oppure potrebbero farlo riducendo di molto<br />

i 30 punti di penalizzazione della gi*ve, e riportando in A Lazio e<br />

Fiorentina assieme al Milan. Sarebbe esattamente questa la tabellina che il<br />

ministro Mastella sventolava ai suoi amici dopo aver sollevato il<br />

polverone dell’amnistia.<br />

Riccardo Luna, Il Romanista.<br />

Come se già non bastasse il cerchiobottismo, si manifestano finanche<br />

sintomi di schizofrenia dissociativa fra i personaggi coinvolti nello<br />

scandalo. Letta una dichiarazione di Cobolli Gigli che suona più o meno<br />

così: “La sentenza è inaudita, dov’è l’illecito sportivo? Io comunque<br />

lotterò ancora per la serie A ma la B senza penalizzazione sarebbe la<br />

sentenza più congrua.” Insomma, decidetevi!<br />

Frattanto Julen Guerrero ha annunciato tra le lacrime il suo addio al calcio;<br />

questa sì che è una grande perdita! Si ritira una delle ultime autentiche<br />

bandiere, un vero signore in un calcio sempre meno cavalleresco e sempre<br />

261


più pesetero. Dove ormai fa più notizia una testata allo sterno che un<br />

lancio di esterno destro. Aupa Julen!<br />

262


Posted 19/07/2006 h 09.50 a.m., CET. Sì, è proprio così. Siamo venti<br />

milioni di cretini antisistema in malafede col prosciutto sugli occhi.<br />

Calciopoli è una stronzata, quelle di Moggi erano chiacchiere al Brunello<br />

di Montalcino e De Santis è il migliore degli arbitri possibili. Figurati,<br />

Moggi neanche faceva parte dell’organigramma societario (probabilmente<br />

è un ologramma alieno dotato di consapevolezza mandato sulla terra a<br />

studiare la nostra rete telefonica in vista di una futura invasione). E<br />

Antonio Giraudo è un filantropo, altro che corruttore di giacchette! Ecché,<br />

avete tutti le traveggole?<br />

Insomma, ci colpisse un asteroide la Giuve deve giocare in serie A senza<br />

penalizzazioni. E non si discute. Lo dice Padovan Padoan Quatatran, lo<br />

dice anche Candido Cannavò ma soprattutto lo esige a chiare lettere<br />

Gianduja Vettorello. Che cazzo, Tuttosport va raccogliendo le firme e cosa<br />

pretendete o villici tatuati, che La Squadra Più Forte e Pulita di Tutti i<br />

Tempi (sic) vada a giocare a Frosinone? Giammai! Ne andrebbe<br />

dell’orgoglio nazional-popolare, ma più che mai dei conti correnti degli<br />

imbrattacarte leccaculo, la feccia sussiegosa che impesta quotidianamente<br />

di inchiostro scaduto il cervello di milioni di burattini malati di culto della<br />

personalità.<br />

Giuro che in anni e anni che seguo il calcio non ho mai assistito a<br />

un’offensiva così sfacciata da parte dei media asserviti ai poteri forti. Un<br />

vero e proprio muro di parolame gommoso. Ma non riesco più neppure ad<br />

263


indignarmi. Come già scrissi nel primissimo post di questo blog,<br />

urgerebbe un intervento eugenetico per far nascere una nuova stirpe di<br />

italiani con un minimo di senso morale comunitario, piuttosto che dei<br />

fottimadre semianalfabeti. Ma ciò è e rimarrà per sempre pura utopia.<br />

Cosicché non ci resta more solito che combattere il fuoco con fuoco: nel<br />

caso particolare di oggi, godere come dei mandrilli in calore per aver<br />

scippato Abbiati ai Gobbi. Lunga vita a Papa Urbano I!<br />

264


Posted 21/07/2006 h 05.20 p.m., CET. Torino non sta mai ferma ma<br />

qualche volta dovrebbe farlo, per evitare di combinare ulteriori disastri:<br />

ogni allusione alla questione stadi è puramente voluta! Solamente noi<br />

possiamo vantare il poco invidiabile primato di avere due impianti che<br />

insieme non ne fanno uno. Fresca fresca di stampa è la notizia che<br />

Juvelandia, che com’è noto ha ricevuto il Delle Alpi in gestione per 99<br />

anni, avrebbe deciso di congelarne sine die i lavori di ristrutturazione,<br />

richiedendo formalmente alle Generali Spa una drastica riduzione della<br />

polizza assicurativa sullo stadio a condizione che in esso non si svolga<br />

alcun avvenimento sportivo. Quindi niente partite di cartello dei<br />

bianconeri alla Continassa ma neppure del Toro neoprosso in serie A,<br />

eventuale affittuario dei cuginetti. Le due squadre giocheranno nella<br />

confettiera Comunale, sottodimensionata in modo ridicolo, e buonanotte ai<br />

suonatori. Alla luce di questi nuovi sviluppi una persona magari naif<br />

eppure raziocinante quale si ritiene il sottoscritto non può che tornare a<br />

dubitare sulla cognizione o finanche la sanità mentale dei grossi papaveri<br />

torinesi.<br />

265


Posted 26/07/2006 h 10.00 a.m., CET. In un’intervista rilasciata a Rolling<br />

Stones nel 1989, Lou Reed dichiarò tra le tante cose: “Non mi guardo alle<br />

spalle. Ho scritto una canzone sul passato: «Crescendo in pubblico / coi<br />

pantaloni tirati giù.» Sintetizza il mio pensiero sull’argomento. E con<br />

questo ho detto tutto.”<br />

Io, ormai l’avrete capito, amo il rock alla follia e vorrei tanto avere il<br />

talento necessario per scrivere e suonare un disco che sia davvero una<br />

bomba – anche adesso a quarantuno anni suonati, chi se ne importa. E una<br />

delle canzoni potrebbe essere questa: «Coltivando un’utopia / con le<br />

chiappe ben strette.» Sintetizza al meglio il mio pensiero sulle sentenze<br />

d’appello di Calciopoli. Peraltro subitaneamente rimpiazzate nel mio<br />

spazio mentale dalla prima visione di Lost in Translation – gran bel film,<br />

Scarlett Johansson è divina e la colonna sonora… Elvis Costello, My<br />

Bloody Valentine, Jesus And Mary Chain! In definitiva, non si vive di<br />

solo calcio. Men che mai quando gronda sporcizia e grasso politicumico.<br />

E con quest’amarognolo post, amici granata, chiudo il presente blog<br />

augurandovi buone vacanze. Ci rivedremo a settembre per una nuova,<br />

eccitante avventura dei nostri beniamini, in quella specie di bomboniera<br />

frigida in cui è stato convertito il nostro vecchio Comunale. Be’, almeno<br />

potrò andarvi a piedi! Nondimeno l’abbonamento sarà una randellata sotto<br />

il profilo economico ma pazienza, tutto si è fatto spropositato in<br />

quest’epoca della moneta unica e ormai, credo, vi abbiamo fatto il callo.<br />

266


Ci sono buone premesse per vedere un Toro finalmente protagonista; in<br />

questo senso, lasciamo lavorare in pace Cairo e Tosi. Ci costruiranno una<br />

squadra ben più che dignitosa, lo sento.<br />

Quando iniziai a scrivere questo diario – sulla cresta dello tsunami<br />

emozionale scatenato dal dramma granata della scorsa estate – non potevo<br />

certo prevedere che sarei arrivato a scriverne più di 260 pagine, né che<br />

diverse porzioni di esso sarebbero poi confluite in un libro, il mio nuovo<br />

libro: Davanti Superga. Cosa ne sia venuto fuori, non lo so. Non ho<br />

schiere di lettori adoranti e neppure sono incensato dal granatismo on-line<br />

che va per la maggiore, ma fa proprio lo stesso. Io vado avanti per la mia<br />

strada convinto di poter scrivere sempre meglio, puntando alla giugulare<br />

con gran profusione di sudore e succhi gastrici, supportando la mia<br />

squadra del cuore e raccontandone le gesta comunque vada, in un paese<br />

che è tutto fuorché normale. E se ho urtato i sentimenti di qualcuno è<br />

perché, probabilmente, se lo meritava. Quindi rinnovo a tutti voi i miei<br />

auguri di buone ferie e soprattutto… GRAZIE CHE HO BEVUTO!<br />

267


© 2005, 2006 Curva Maratona.Tutti i diritti riservati.<br />

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