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07.06.2013 Views

Il Conto Corrente Emozionale Una delle metafore che più amo relativa ai rapporti umani è quella del “conto corrente emozionale”, ideata da Stephen Covey e illustrata nel suo splendido libro I sette pilastri del successo. Immagina di poter avere in dotazione un conto corrente dove versare e prelevare emozioni. Tutti sappiamo come funzioni un normale conto corrente bancario: si può prelevare solo se prima si è versato, perché altrimenti “si va in rosso” e arriva immediata una telefonatine della banca che ti informa dell’accaduto. A meno che tu su quel conto non possieda un “fido”, che implica ovviamente la “fiducia” nel fatto che tu sia in grado di far rientrare quei capitali che ti son stati concessi (in genere con un tasso d’interesse solitamente non proprio “amichevole”), fiducia basata su un passato in cui hai dato inconfutabili prove del fatto che sei solvibile. Prova a pensare che con la gente funzioni allo stesso modo. Ogni persona con cui intrattieni un rapporto di qualunque tipo è come se fosse una filiale di banca dove hai aperto un conto corrente: ma non si versa e preleva denaro, bensì emozioni. Versiamo sul conto corrente emozionale dando attenzioni, facendo un complimento, una cortesia, una buona azione, mostrando sincero interesse nei confronti di qualcuno. Preleviamo, invece, ogni qual volta siamo irrispettosi, sgarbati, scostanti, scostanti, tradiamo la fiducia accordataci, rubiamo energia, assumiamo atteggiamenti di superiorità. Per poter prelevare, ovvero avere l’attenzione, al pazienza e l’affetto di una persona, tu devi avere prima versato attenzione, pazienza e affetto per lei. Se il conto corrente emozionale è ben rimpinguato, la persona con la quale intratteniamo il rapporto sarà disposta a passare sopra a un nostro “prelievo”, memore del fatto che quella situazione non rappresenta la normalità. Ma non si può pensare di “prelevare” sempre. Ci sono certi che sono continuamente centrati su se stessi, vedono tutto solo dal loro punto di vista, chiedono attenzione e non ne danno mai, chiedono calore, amicizia, devozione senza mai concederne a loro volta. IN questo modo il tuo conto corrente emozionale nei loro confronti va in rosso e prima o poi si “esaurisce il fido” e cessa l’erogazione. Materiale soggetto a Copyright - ©2006 HRD Training Group by HRD Italiasrl 8 www.leaderditestesso.it

Come mantenere il conto corrente emozionale in attivo La metafora del conto corrente emozionale si riferisce alla sensazione di sicurezza che si prova nei confronti di un altro essere umano, alla quantità di fiducia che si è venuta a creare in un rapporto. Vediamo insieme i modi principali nei quali possiamo versare in un conto corrente emozionale. 1. Comprendere la persona Mettersi nei suoi panni, cercare di capire quali sono le motivazioni che l’hanno spinta a dire o fare qualcosa, prima di giudicare o di sentirsi feriti e offesi. Visto dall’altro punto di vista, il gesto che ci ha infastiditi e minacciati, può sembrare del tutto giustificabile e legittimo. 2. Ascoltare attivamente Poche cose come la mancanza di attenzione ci fanno sentire poco considerati dal prossimo, azzerando il livello di soddisfazione del nostro bisogno di importanza. Ma ascoltare non è sufficiente: per ottenere risultati positivi bisogna ascoltare attivamente. 3. Essere attenti alle piccole cose A volte siamo così presi da noi stessi, dai nostri progetti e problemi da dimenticare che le piccole cose hanno una grandissima importanza. Una frase gentile, una gratificazione, il riconoscimento di un lavoro fatto bene, un ringraziamento sentito fanno la differenza nei rapporti. 4. Chiarire bene le aspettative Poca chiarezza nella comunicazione, eccessive aspettative, difficoltà o imbarazzo a essere precisi sui ruoli provocano situazioni di malcontento e fraintendimento che possono minacciare anche il rapporto più saldo. Non si può sperare che “le cose si sistemino da sole”: se c’è una carenza nella comunicazione ognuno si crea aspettative circa il ruolo dell’altro e questo porteil “conto” in rosso. 5. Fare ciò che si dice! Impegnarsi per primi a fare ciò che si dice è sicuramente la maniera migliore di guadagnarsi la stima e il rispetto degli altri. Se le persone sanno che ciò che tu hai detto farai, ti riterranno affidabile e degno di stima. Materiale soggetto a Copyright - ©2006 HRD Training Group by HRD Italia srl 9 www.leaderditestesso.it

Come man<strong>te</strong>nere <strong>il</strong> conto corren<strong>te</strong><br />

emozionale in attivo<br />

La metafora del conto corren<strong>te</strong> emozionale si riferisce alla sensazione <strong>di</strong><br />

sicurezza che si prova nei confronti <strong>di</strong> un altro essere umano, alla quantità <strong>di</strong><br />

fiducia che si è venuta a creare in un rapporto.<br />

Ve<strong>di</strong>amo insieme i mo<strong>di</strong> principali nei quali possiamo versare in un conto<br />

corren<strong>te</strong> emozionale.<br />

1. Comprendere la persona<br />

Met<strong>te</strong>rsi nei suoi panni, cercare <strong>di</strong> capire quali sono le motivazioni che<br />

l’hanno spinta a <strong>di</strong>re o fare qualcosa, prima <strong>di</strong> giu<strong>di</strong>care o <strong>di</strong> sentirsi feriti<br />

e offesi. Visto dall’altro punto <strong>di</strong> vista, <strong>il</strong> gesto che ci ha infasti<strong>di</strong>ti e<br />

minacciati, può sembrare del tutto giustificab<strong>il</strong>e e legittimo.<br />

2. Ascoltare attivamen<strong>te</strong><br />

Poche cose come la mancanza <strong>di</strong> at<strong>te</strong>nzione ci fanno sentire poco<br />

considerati dal prossimo, azzerando <strong>il</strong> livello <strong>di</strong> sod<strong>di</strong>sfazione del nostro<br />

bisogno <strong>di</strong> importanza. Ma ascoltare non è sufficien<strong>te</strong>: per ot<strong>te</strong>nere<br />

risultati positivi bisogna ascoltare attivamen<strong>te</strong>.<br />

3. Essere at<strong>te</strong>nti alle piccole cose<br />

A vol<strong>te</strong> siamo così presi da noi s<strong>te</strong>ssi, dai nostri progetti e problemi da<br />

<strong>di</strong>menticare che le piccole cose hanno una gran<strong>di</strong>ssima importanza. Una<br />

frase gent<strong>il</strong>e, una gratificazione, <strong>il</strong> riconoscimento <strong>di</strong> un lavoro fatto<br />

bene, un ringraziamento sentito fanno la <strong>di</strong>fferenza nei rapporti.<br />

4. Chiarire bene le aspettative<br />

Poca chiarezza nella comunicazione, eccessive aspettative, <strong>di</strong>fficoltà o<br />

imbarazzo a essere precisi sui ruoli provocano situazioni <strong>di</strong> malcon<strong>te</strong>nto<br />

e frain<strong>te</strong>n<strong>di</strong>mento che possono minacciare anche <strong>il</strong> rapporto più saldo.<br />

Non si può sperare che “le cose si sis<strong>te</strong>mino da sole”: se c’è una carenza<br />

nella comunicazione ognuno si crea aspettative circa <strong>il</strong> ruolo dell’altro e<br />

questo por<strong>te</strong>rà <strong>il</strong> “conto” in rosso.<br />

5. Fare ciò che si <strong>di</strong>ce!<br />

Impegnarsi per primi a fare ciò che si <strong>di</strong>ce è sicuramen<strong>te</strong> la maniera<br />

migliore <strong>di</strong> guadagnarsi la stima e <strong>il</strong> rispetto degli altri. Se le persone<br />

sanno che ciò che tu hai detto farai, ti ri<strong>te</strong>rranno affidab<strong>il</strong>e e degno <strong>di</strong><br />

stima.<br />

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