Allegato 2 - Tribunale di Milano
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La ven<strong>di</strong>ta <strong>di</strong> quota <strong>di</strong> beni in<strong>di</strong>visi<br />
Sotto l’imperio della vecchia legge fallimentare dottrina e giurisprudenza<br />
ritenevano che la ven<strong>di</strong>ta della quota dei beni in<strong>di</strong>visi era <strong>di</strong>sciplinata dagli artt.<br />
599 e 600 cpc.<br />
Si riteneva quin<strong>di</strong> che il giu<strong>di</strong>ce delegato potesse <strong>di</strong>sporre:<br />
a) la ven<strong>di</strong>ta della quota in<strong>di</strong>visa<br />
b) la separazione della quota e poi la sua ven<strong>di</strong>ta<br />
c) la <strong>di</strong>visione e poi la ven<strong>di</strong>ta del bene <strong>di</strong>viso.<br />
La separazione veniva <strong>di</strong>sposta dal giu<strong>di</strong>ce delegato quando era possibile non<br />
solo materialmente ma anche economicamente, e non produceva un notevole<br />
deprezzamento della cosa da separare.<br />
La separazione della quota in natura richiedeva però l’accordo <strong>di</strong> tutti i<br />
comproprietari.<br />
Quid iuris nel caso che mancasse tale accordo?<br />
Una parte della dottrina (rappresentata da CARNELUTTI, SATTA ed AN-<br />
DRIOLI) riteneva che la separazione potesse essere imposta dal giu<strong>di</strong>ce soltanto<br />
nel caso <strong>di</strong> comunione <strong>di</strong> beni fungibili.<br />
Altri Autori (MINOLI, GRASSO, TARZIA), la ritenevano possibile rilevando la<br />
chiara intenzione del legislatore <strong>di</strong> conferire al giu<strong>di</strong>ce la facoltà <strong>di</strong> <strong>di</strong>sporla.<br />
La giurisprudenza (v. Cass., n. 68/44 e n. 85/6549) consentiva al giu<strong>di</strong>ce <strong>di</strong><br />
<strong>di</strong>sporla, malgrado il <strong>di</strong>ssenso <strong>di</strong> uno o più comproprietari, alla con<strong>di</strong>zione<br />
dell'avvenuto accertamento della possibilità e/o convenienza della separazione<br />
della quota in natura.<br />
La nuova legge fallimentare non consente più al giu<strong>di</strong>ce delegato <strong>di</strong> <strong>di</strong>sporre la<br />
separazione della quota in natura o <strong>di</strong> autorizzare il curatore a proporre giu<strong>di</strong>zio<br />
<strong>di</strong> <strong>di</strong>visione.<br />
Il relativo potere è oggi attribuito al curatore.<br />
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