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ita - platone - lettera vii.pdf - Esonet.org

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cognizioni, e anzi le più profonde, per quello che aveva udito dagli altri. In seguito, mi<br />

fu riferito, egli ha anche composto uno scritto su quanto allora ascoltò, e fa passare<br />

quello che ha scritto per roba sua, e non affatto come una ripetizione di quello che ha<br />

sentito; ma di questo io non so nulla. Anche altri, io so, hanno scritto di queste cose, ma<br />

chi essi siano, neppur essi sanno.<br />

Questo tuttavia io [C] posso dire di tutti quelli che hanno scritto e scriveranno dicendo<br />

di conoscere ciò di cui io mi occupo per averlo sentito esporre o da me o da altri o per<br />

averlo scoperto essi stessi, che non capiscon nulla, a mio giudizio, di queste cose. Su di<br />

esse non c’è, né vi sarà, alcun mio scritto.<br />

Perché non è, questa mia, una scienza come le altre: essa non si può in alcun modo<br />

comunicare, ma come fiamma [D] s’accende da fuoco che balza: nasce d’improvviso<br />

nell’anima dopo un lungo periodo di discussioni sull’argomento e una v<strong>ita</strong> vissuta in<br />

comune, e poi si nutre di se medesima. Questo tuttavia io so, che, se ne scrivessi o ne<br />

parlassi io stesso, queste cose le direi cosí come nessun altro saprebbe, e so anche che se<br />

fossero scritte male, molto me ne affliggerei.<br />

Se invece credessi che si dovessero scrivere e render note ai più in modo adeguato e si<br />

potessero comunicare, che cosa avrei potuto fare di più bello nella mia v<strong>ita</strong>, che scriver<br />

queste cose utilissime per gli uomini, traendo alla luce [E] per tutti la natura?<br />

Ma io non penso che tale occupazione, come si dice, sia giovevole a tutti; giova soltanto<br />

a quei pochi che da soli, dopo qualche indicazione, possono progredire fino in fondo<br />

alla ricerca: gli altri ne trarrebbero soltanto un ingiustificato disprezzo o una sciocca e<br />

superba presunzione, quasi avessero appreso qualche cosa [342 A] di magnifico.<br />

Ma di questo voglio parlare ancora e più a lungo, e forse, dopo che avrò parlato,<br />

qualcuna delle cose che dico riuscirà più chiara. V’è infatti una ragione profonda, che<br />

sconsiglia di scrivere anche su uno solo di questi argomenti, ragione che io ho già<br />

dichiarata piú volte, ma che mi sembra opportuno ripetere.<br />

Excursus filosofico<br />

Gli elementi della conoscenza<br />

Ciascuna delle cose che sono ha tre elementi attraverso i quali si perviene a conoscerla;<br />

quarto è la conoscenza [B]; come quinto si deve porre l’oggetto conoscibile e veramente<br />

reale. Questi sono gli elementi: primo è il nome, secondo la definizione , terzo<br />

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