ita - platone - lettera vii.pdf - Esonet.org
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Quando poi, ritornato in patria e salvo declinai il suo secondo invito, come ho appena<br />
raccontato, ho l’impressione che Dionigi si fosse sentito in qualche modo punto sul<br />
vivo, temendo che il mio rifiuto di raggiungerlo potesse intendersi come un segno di<br />
disapprovazione nei suoi confronti, dovuto al fatto che, conoscendo il suo sistema di<br />
v<strong>ita</strong>, io ne [339 A] disprezzavo la natura e le consuetudini. Voglio, però, essere<br />
obiettivo, dire al verità e ad essa attenermi, nel caso qualcuno non dovesse condividere<br />
la mia filosofia e, informato sulla natura degli avvenimenti, ritenere uomo di senno il<br />
tiranno. Al terzo invito < di convincermi >, Dionigi mi mandò una trireme per rendermi<br />
più comodo il viaggio; mi inviò anche Archedemo, [B] uno della cerchia di Arch<strong>ita</strong>, che,<br />
a suo giudizio, io avrei stimato più di ogni altro ab<strong>ita</strong>nte di Sicilia; infine inviò anche<br />
altri siciliani che conoscevo. Ognuno di loro non faceva che parlarmi degli straordinari<br />
progressi fatti da Dionigi in filosofia. Oltre a ciò, ben conoscendo sia l’affetto che mi<br />
legava a Dione, sia il fatto che Dione caldeggiava la mia partenza via mare per Siracusa,<br />
egli mi inviò una <strong>lettera</strong> molto lunga che teneva conto di tutti questi elementi e che si<br />
apriva con le seguenti parole "Dionigi [C] a Platone". Seguivano poi le solite frasi di<br />
prammatica, dopo di che, direttamente, mi si diceva: " Se ora ti lasci convincere da noi a<br />
venire in Sicilia, per prima cosa tutta la vicenda di Dione avrà l’esito che tu aspetti – del<br />
resto so che le tue richieste sono equilibrate e io non posso che essere d’accordo-;<br />
altrimenti, nulla di ciò che riguarda Dione, né il suo caso personale né eventuali altre<br />
faccende, prenderà la piega che tu desideri".<br />
Questo, dunque, era il tenore della sua <strong>lettera</strong>; c’erano invero altri particolari, ma, [D]<br />
data la loro lunghezza, il riferirli sarebbe fuori luogo.<br />
Mi giungevano intanto anche altre lettere, di Arch<strong>ita</strong> e di quelli di Taranto, e tutti<br />
esaltavano l’amore di Dionisio per la filosofia, e tutti mi dicevano che, se non fossi<br />
andato subito, avrei distrutto l’amicizia che per opera mia avevano stretta con lui,<br />
amicizia di grande importanza politica.<br />
Tali erano le pressioni che mi si facevano perché partissi; da una parte mi trascinavano<br />
gli amici d’Italia e di Sicilia, dall’altra veramente mi spingevano, per dir così, [E] gli<br />
amici d’Atene con le loro preghiere; e sempre mi ripetevano gli stessi discorsi, che non<br />
dovevo tradire Dione e gli amici e gli ospiti di Taranto: del resto, io stesso non trovavo<br />
strano che un giovane intelligente, sentendo esporre pensieri profondi, fosse preso dal<br />
desiderio di vivere nel modo più bello: dovevo dunque sperimentare come stavano le<br />
cose, e non disinteressarmene, rendendomi colpevole di così grande vergogna, ché tale<br />
sarebbe [340 A] effettivamente stata, se qualcuno aveva detto la verità.<br />
Il falso amore di Dionigi per la filosofia<br />
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