06.06.2013 Views

DUILIO GIUGNO - Publidea95

DUILIO GIUGNO - Publidea95

DUILIO GIUGNO - Publidea95

SHOW MORE
SHOW LESS

You also want an ePaper? Increase the reach of your titles

YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.

dossier<br />

L’abito non fa il monaco<br />

ma fa… LO STUDENTE!<br />

La scuola del “bel tempo che fu” era molto rigorosa<br />

ed imponeva, tra le altre cose, grembiuli e divise agli<br />

alunni. Oggi la situazione si è del tutto ribaltata, alla luce<br />

dell’evoluzione della società e del costume. Eppure c’è chi<br />

auspica un ritorno al passato o chi impone già da ora la<br />

tuta scolastica, almeno per le manifestazioni esterne.<br />

E questo per evitare passerelle ed eccessivi egocentrismi,<br />

ma anche per far riconoscere scuola e ragazzi<br />

testo// Silvia Grassi<br />

Fine anni sessanta. L’anno<br />

scolastico volge al termine,<br />

sono le ultime ore di<br />

lezione della mattina. Il sole, già<br />

estivo, batte sulle ampie vetrate,<br />

surriscaldando l’aula. Mentre il<br />

professore spiega, un’alunna si<br />

sfila timidamente il pesante<br />

grembiule nero, chiuso fino al<br />

collo, restando con una castigata<br />

camicetta a mezza manica. Entra<br />

in classe il preside e immediatamente<br />

scatta la sanzione per<br />

quella innocente contravvenzione<br />

alle regole scolastiche.<br />

Questo accadeva pochi decenni<br />

fa, ed era “normale”. Oggi, fortunatamente,<br />

tutto è diverso. Eppure<br />

le cose non vanno bene.<br />

Come in ogni momento di crisi<br />

che si rispetti, la famiglia e la<br />

scuola, che sono le principali<br />

agenzie educative, sono soggette<br />

a critiche e attacchi da ogni<br />

parte. C’è chi rimpiange la<br />

scuola di un tempo, rigida e selettiva;<br />

i professori che seminavano<br />

terrore con uno sguardo; i<br />

genitori, parimenti severi, che,<br />

con loro, costituivano un blocco<br />

educativo, da cui era inutile sperare<br />

di farla franca. Era la scuola<br />

dell’autorità e delle regole, del<br />

rigore e della disciplina, ma<br />

anche dei grembiuli neri e delle<br />

bacchettate. Tuttavia, anche tra i<br />

più convinti sostenitori del “bel<br />

tempo che fu”, quando per un<br />

alunno scatta un rimprovero o<br />

una punizione, ritenuta ingiusta,<br />

6 Litoralegiugno2010<br />

tutto cambia. I genitori, spesso<br />

senza alcun accertamento preventivo,<br />

sono i primi a correre,<br />

lancia in resta, alla difesa dei<br />

propri figli, e ciò avviene anche<br />

quando un docente commenta<br />

un abbigliamento succinto, o impedisce<br />

di telefonare. Sono note,<br />

poi, le polemiche sui giornali,<br />

quando si verifica qualche presa<br />

di posizione un po’ più forte da<br />

parte del corpo docente. Perché<br />

tante contraddizioni? Analizzare<br />

il sociale e le sue molteplici manifestazioni,<br />

non è cosa breve né<br />

compito di questa testata. Certo<br />

serpeggia il malcontento, nella<br />

scuola e sulla scuola. Di fronte<br />

all’immagine di adolescenti vestiti<br />

in modo inappropriato,<br />

spesso adatto più alla discoteca<br />

che all’aula, sorge spontaneo il<br />

rimpianto per le divise, che gli<br />

anni della contestazione hanno<br />

spazzato via, insieme con divieti<br />

illogici, proibizioni esagerate,<br />

formalismi vuoti. Ma ciò non<br />

basta a giustificare l’assenza di<br />

regole, trasferita di peso, dalla<br />

vita quotidiana e da certi modelli<br />

dei mass media, alla vita scolastica.<br />

Molte mamme da noi interrogate<br />

si sono dette favorevoli<br />

a reintrodurre una sorta di divisa.<br />

Non si tratta di tirare fuori dal<br />

baule i grembiuli neri delle<br />

nonne, né di costringere degli<br />

adolescenti a indossare giacca e<br />

cravatta, che neanche più i padri<br />

sono obbligati a portare in uffi-<br />

cio. “Un pantalone o un jeans<br />

con un pullover di un unico colore<br />

per tutti gli studenti dell’istituto,<br />

renderebbero certo<br />

riconoscibili gli alunni rispetto<br />

ad altri ragazzi che si aggirano<br />

spesso indisturbati per vari motivi…<br />

nei pressi della scuola”<br />

dice un papà.. “Bisogna evitare<br />

che i ragazzi e le ragazze considerino<br />

la scuola come una sorta<br />

di passerella per una quotidiana<br />

sfilata di moda, dove si<br />

gareggia per le “firme” anziché<br />

per la preparazione” affermano<br />

alcune mamme intervistate.<br />

“Siamo stanchi di vedere adolescenti<br />

pettinati come indiani delle<br />

praterie, deturpati da piercing o<br />

che ostentano tatuaggi, scoprendo<br />

parti nascoste del loro<br />

corpo” incalzano, da parte loro i<br />

docenti. “I nostri genitori non<br />

sanno che appena usciti da casa,<br />

ci cambiamo d’abito” riconoscono<br />

alcuni alunni particolarmente<br />

eccentrici. E’ forse giunto<br />

il momento di riproporre qualche<br />

semplice regola. Per questo alcune<br />

scuole già da anni hanno<br />

adottato una tuta d’istituto, da indossare<br />

obbligatoriamente in caso<br />

di uscite per concorsi o manifestazioni.<br />

“In questo modo, i nostri<br />

alunni sono riconoscibili e più<br />

facilmente controllabili”- afferma<br />

Maddalena Spina, Dirigente<br />

della scuola Fanelli . “E’ una garanzia<br />

per tutti, specie quando si<br />

partecipa a prove impegnative in<br />

altre scuole, o si va in gita. Inoltre,<br />

cominciando con la tuta,<br />

uguale per tutti, cerchiamo di arginare<br />

un po’ questa deriva del<br />

costume collettivo che sta dilagando”.<br />

Ma l’abbigliamento è<br />

solo uno dei molti problemi che<br />

la scuola italiana si trova ad affrontare<br />

in questi difficili anni di<br />

cambiamento del costume, della<br />

composizione sociale, dei modelli<br />

di riferimento, insieme con la<br />

mancanza, ormai cronica, di investimenti<br />

sulla cultura e sulla<br />

formazione. Gli interventi sono<br />

ormai indifferibili ed arginerebbero<br />

un po’ il discredito in cui si è<br />

lasciata cadere la più importante<br />

delle istituzioni educative della<br />

società contemporanea.

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!