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dossier<br />
testo// Tommaso V. Ghiglione<br />
OSTIA, POLONIA, AFRIcA:<br />
un triangolo all’insegna<br />
della memoria e dell’integrazione<br />
memoria storica<br />
di un avvenimento «La<br />
è il presupposto per<br />
progettare il futuro, una pianta<br />
per crescere ha bisogno di solide<br />
radici»: con queste parole il professor<br />
Romano, insegnante<br />
presso il Liceo Scientifico Statale<br />
Antonio Labriola di Ostia,<br />
introduce il discorso sul progetto<br />
memoria. «Il progetto si basa soprattutto<br />
sulla Shoah: cosa che<br />
ci riguarda quali cittadini romani.<br />
L’Italia ha conosciuto le<br />
leggi razziali e Roma ha subito<br />
la deportazione di cittadini romani<br />
ed ebrei». Nasce allora<br />
questo progetto: «deriva da<br />
un’iniziativa del Comune sotto<br />
l’amministrazione Veltroni; questo<br />
è stato ed è uno straordinario<br />
strumento di formazione per<br />
alunni ed insegnanti». Il progetto<br />
vede coinvolte alcune<br />
classi dell’istituto ed oggi è autonomo.<br />
La scuola ha istituito il<br />
8 Litoralegiugno2010<br />
muro della memoria, un laboratorio<br />
storico-iconografico mappato<br />
con il quale è possibile<br />
organizzare delle lezioni tematiche,<br />
con materiale organizzato e<br />
prodotto dai viaggi «… sarebbe<br />
meglio dire dai “viaggiatori”:<br />
sono gli stessi studenti a produrre<br />
e mantenere il materiale,<br />
aiutati pure dagli incontri organizzati<br />
dalla scuola con superstiti<br />
dell’olocausto». Da tre anni<br />
il liceo Labriola propone e realizza<br />
viaggi d’istruzione nei<br />
campi di concentramento di Auschwitz<br />
Birkenau: «io sono particolarmente<br />
grato – ci confessa<br />
Romano – ai ragazzi che per<br />
primi tre anni fa accettarono<br />
quest’iniziativa. Inizialmente<br />
pensavano di arrivare in un<br />
posto triste, desolato, orribile.<br />
Ma hanno scoperto una città meravigliosa,<br />
Cracovia, piena di<br />
cultura, di storia, una delle<br />
poche città europee salvate dai<br />
bombardamenti». I ragazzi<br />
che hanno fatto<br />
questo viaggio e coloro i<br />
quali lo fanno tutt’oggi<br />
seguono un corso di formazione<br />
di dieci ore di<br />
ambito storico-geografico.<br />
«C’è un “prima” e<br />
un “dopo” di questo<br />
viaggio» prosegue Romano<br />
«non ho visto un solo ragazzo<br />
rimasto indifferente a ciò<br />
che vedeva ed ascoltava. Il<br />
campo di concentramento di Auschwitz<br />
dovrebbe divenire una<br />
sorta di “pellegrinaggio laico”.<br />
Vederlo con i propri occhi è una<br />
sorta di… assicurazione per il<br />
futuro». Altro progetto importantissimo<br />
per la scuola è quello relativo<br />
al continente africano<br />
«coordinato dal Gruppo Studentesco<br />
di iniziativa sociale,<br />
guidato da Don Franco De<br />
Donno da più di 12 anni. Un<br />
gruppo che si occupa a tutto<br />
tondo di solidarietà – dagli “attendati”<br />
della pineta di Ostia all’Africa<br />
appunto – per andare a<br />
toccare con mano una realtà differente».<br />
Sull’onda del progetto<br />
del Comune di Roma Roma per<br />
l’Africa oggi abbiamo il progetto<br />
Ostia per l’Africa. «In Malawi,<br />
con le forze congiunte del territorio<br />
ostienese e dell’Istituto Labriola,<br />
sorge oggi una scuola<br />
chiamata Ostia. Questo non è<br />
sufficiente però: non basta costruire<br />
una scuola ma anche formare,<br />
contemporaneamente, la<br />
coscienza delle persone, dei ra