06.06.2013 Views

Presentazione del progetto - Istituto Istruzione Superiore Maserati

Presentazione del progetto - Istituto Istruzione Superiore Maserati

Presentazione del progetto - Istituto Istruzione Superiore Maserati

SHOW MORE
SHOW LESS

You also want an ePaper? Increase the reach of your titles

YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.

Stage di<br />

chimica


• Preparare nanopolveri di zirconia con due diversi metodi<br />

• Caratterizzare le polveri con diffrazione di raggi X, analisi termica e<br />

microscopia<br />

Scopo <strong>del</strong> lavoro<br />

• Utilizzare le polveri nell’apparato per la sinterizzazione, preparando i<br />

sinterizzati (“pastiglie” di polvere densificata)<br />

• Caratterizzare i sinterizzati con diffrazione di raggi X, metodi per<br />

determinare la densità e microscopia


Analisi<br />

termica<br />

Diffrazione ai<br />

raggi X<br />

Riscaldamenti<br />

in forno<br />

Solvotermale<br />

In MeOH<br />

Nanopolveri<br />

Idrolisi acida di<br />

Zr propossido<br />

Analisi<br />

termica<br />

Diffrazione ai<br />

raggi X<br />

Riscaldamenti<br />

in forno<br />

Sinterizzato Sinterizzato<br />

Metodo<br />

geometrico<br />

Diffrazione ai<br />

raggi X<br />

Diffrazione ai<br />

raggi X<br />

Zirconio minerale<br />

Densità Densità<br />

Metodo di<br />

Archimede<br />

Metodo<br />

geometrico<br />

Metodo di<br />

Archimede


Strumenti ed apparecchiature utilizzate<br />

Per la preparazione <strong>del</strong>le polveri:<br />

• comuni: bilancia, normale vetreria, piastre agitanti, bagno a ultrasuoni<br />

• reattore idrotermale (bomba)<br />

• forni<br />

Per la preparazione dei sinterizzati:<br />

• apparato per l’HP-FARS<br />

Per la caratterizzazione di polveri e sinterizzati :<br />

• analisi termica simultanea SDT (Simultaneous DSC-TGA)<br />

• diffrattometro a raggi X<br />

• calibro di precisione per metodo geometrico (misure di densità)<br />

• apparecchiatura per il metodo di Archimede (misure di densità)<br />

Verranno illustrati nel seguito i dettagli ed i principi di funzionamento


A cosa serve:<br />

La zirconia<br />

• come componente (elettrolita solido) nelle celle a combustibile, che<br />

rappresentano una fonte di energia alternativa al petrolio.<br />

• in campo biologico perchè è resistente alla corrosione all’alta<br />

temperatura e all’usura, è sensore <strong>del</strong>l’ossigeno e imitazione <strong>del</strong><br />

diamante.<br />

• per le sue proprietà meccaniche: è dura come l’acciaio, si può<br />

utilizzare per fare protesi ossee e dentarie


A cosa serve:<br />

La zirconia<br />

• Come componente (elettrolita solido) nelle celle a combustibile, che<br />

rappresentano una fonte di energia alternativa al petrolio. Le celle a<br />

combustibile sono un dispositivo elettrochimico che permette di ottenere<br />

elettricità direttamente da certe sostanze, tipicamente da idrogeno ed ossigeno<br />

• Come sensore <strong>del</strong>l’ossigeno<br />

• Per le sue proprietà meccaniche: è dura come l’acciaio<br />

• é resistente alla corrosione, all’alta temperatura e all’usura<br />

• Come barriera termica nelle coperture di motori diesel e di jet. Aumento<br />

<strong>del</strong>l’efficienza dei motori, che possono lavorare a temperatura maggiore<br />

• Per fare protesi ossee e dentarie<br />

• Per componenti nanoelettronici<br />

• In gioielleria come imitazione <strong>del</strong> diamante (come monocristallo)


Nanopolveri di zirconia<br />

La zirconia a pressione ambientale esiste in tre diversi polimorfi:<br />

Monoclina<br />

(1175°C)<br />

Tetragonale<br />

(1175° - 2370°C)<br />

Cubica<br />

(2370° - 2680°C)<br />

Tetragonale e cubica sono quelle rilevanti per le applicazioni<br />

tecnologiche, basate sulla loro conducibilità di ossigeno in celle a<br />

combustibile, sensori e catalisi.<br />

Le fasi tetragonali e cubiche sono solitamente stabili a<br />

temperatura ambiente con aggiunta di droganti (cationi di bassa<br />

valenza) come Ca 2+ , Mg 2 + e Y 3 +.


Recentemente, la stabilizzazione <strong>del</strong>la fase metastabile introdotta<br />

dalle nanostrutture ha attratto considerevoli attenzioni, non solo<br />

nella zirconia, ma in parecchi altri ossidi che includono Al 2O 3, TiO 2 e<br />

perovskiti. Questo effetto è generalmente osservabile quando la<br />

dimensione dei domini cristallini sotto un certo valore critico.<br />

Secondo alcuni autori, il limite al di sotto <strong>del</strong> quale è stabilizzata la<br />

struttura tetragonale è di 30 nm.


La sinterizzazione<br />

Per preparare campioni di zirconia massivi si parte da polveri e si effettua una<br />

sinterizzazione.<br />

La sinterizzazione consiste in un trattamento termico di un compatto di polveri al di<br />

sotto <strong>del</strong> loro punto di fusione. Le polveri sono composte da particelle, o grani, i<br />

quali scaldandosi si fondono parzialmente tra loro, formando dei colli. Le porosità<br />

tra le particelle vengono rimosse e le particelle crescono di dimensioni.<br />

collo<br />

Le polveri di partenza sono nanometriche, cioè i grani hanno dimensioni <strong>del</strong>l’ordine di<br />

grandezza dei nanometri.<br />

Durante la sinterizzazione i grani aumentano di dimensioni.<br />

Noi impiegheremo un metodo innovativo di sinterizzazione, illustrato in dettaglio più<br />

avanti, che permette di mantenere la dimensione dei grani nanometrica.


Le polveri sono costituite da grani uniti assieme a formare aggregati<br />

Gli aggregati possono essere grandi o piccoli, regolari o irregolari<br />

aggregato<br />

grano nanometrico<br />

aggregato<br />

Dimensione dei grani (nel<br />

nostro caso nanometrica)<br />

e dimensione e forma degli<br />

aggregati sono due cose<br />

diverse e indipendenti l’una<br />

dall’altra


Immagine al microscopio a trasmissione elettronica di un aggregato di zirconia<br />

grano<br />

Si notano anche i piani <strong>del</strong> reticolo cristallino all’interno <strong>del</strong> singolo grano


1. Aggregati grandi e irregolari sono<br />

più difficili da compattare in fase<br />

di sinterizzazione<br />

2. Aggregati piccoli e regolari sono<br />

più facili da compattare in fase di<br />

sinterizzazione


Le polveri ottimali da sinterizzare devono avere degli<br />

aggregati regolari<br />

Vogliamo anche ottenere dei sinterizzati con dimensioni dei<br />

grani nanometriche e fase prevalentemente tetragonale<br />

Cercheremo di produrre polveri con dimensioni grani<br />

nanometriche e fase tetragonale


Si parte da un alcossido, ovvero un sale di zirconio con 4 gruppi alcossidici (un alcol<br />

a cui è stato tolto un H + ):<br />

Principio <strong>del</strong> metodo<br />

Questo prodotto è instabile in soluzione acquosa.<br />

Quando reagisce con l’acqua, idrolizza formando zirconia, secondo la reazione:<br />

Dove R = CH 2CH 2CH 3<br />

Aggiungiamo acido nitrico all’ambiente di reazione, perché gli H + liberati dall’acido<br />

si attaccano alle particelle di zirconia, rendendole cariche positivamente.<br />

Le particelle quindi si respingono elettrostaticamente: così facendo, si evita<br />

l’aggregazione <strong>del</strong>le particelle stesse.


Preparazione zirconia:<br />

Zr propossido, idrolisi acida<br />

1. Si pesano 5,85 g di zirconio propossido (70%<br />

in propanolo) a cui vengono aggiunti a<br />

temperatura ambiente 25 ml di propanolo.<br />

2. Si pone il becher sotto agitazione.<br />

3. Si prepara una soluzione diluita di acido<br />

nitrico (0,173 ml di acido nitrico 65% in<br />

2,25 ml di acqua) che verrà poi aggiunta<br />

goccia a goccia alla soluzione.<br />

4. Si formerà immediatamente un precipitato<br />

bianco lanuginoso (fig. 1).<br />

5. Lasciare sotto agitazione per circa un’ora. Il<br />

prodotto viene filtrato e seccato a 60°C in<br />

stufa per 12 h.<br />

6. Macinare nel mortaio (fig. 2) e riempire con<br />

un sottile strato di polvere una navetta e<br />

mettere in forno a 400°C per 1h (fig. 3).<br />

7. Fare il diffrattogramma (come vedremo in<br />

seguito) e poi rimettere in forno per 1 h a<br />

500°C. e ripetere diffrattogramma per<br />

confrontare i risultati.<br />

fig. 2<br />

fig. 1<br />

fig. 3


Principio <strong>del</strong> metodo<br />

Si prepara un gel amorfo facendo precipitare in ambiente basico<br />

una soluzione di un sale di zirconio (in questo caso zirconil<br />

nitrato).<br />

L’agente basico è dato da urea, che si idrolizza, liberando<br />

ammoniaca.<br />

Il gel amorfo viene cristallizzato ponendolo ad alta temperatura in<br />

un reattore idrotermale (bomba), in grado di reggere alle elevate<br />

pressioni che si sviluppano all’interno <strong>del</strong> recipiente, generate<br />

dall’ebollizione <strong>del</strong> solvente.<br />

In seguito, dopo aver recuperato il prodotto per filtrazione, la<br />

cristallizzazione viene completata calcinando ad alta temperatura<br />

(400°C) in forno.<br />

Per rimuovere eventuali residui organici si calcina fino a 600°C.


Principio <strong>del</strong> metodo<br />

Da alcuni studi [36,37] è risultato come i cristalli di zirconile, posti in soluzione, non<br />

contengano ioni zirconile ZrO 2+ , ma piuttosto ioni tetramerici <strong>del</strong> tipo [Zr(OH) 2 .4H 2 O] 4 8+ . I<br />

quattro atomi di Zr presenti in ogni unità sono posti ai quattro vertici di un quadrato, ed<br />

ogni zirconio è coordinato da 2 OH a ponte e 4 molecole d’acqua.<br />

Durante la deprotonazione, in seguito all’aggiunta di una base, questi ioni tetramerici<br />

rilasciano H + dall’acqua coordinata e conseguentemente aggiungono alcuni idrossili sugli atomi<br />

di Zr, ma non disposti a ponte (eq. 1).<br />

In seguito avviene la polimerizzazione (eq. 2) tra questi ioni tetramerici appena formatisi,<br />

[Zr(OH) 2+x .(4-x)H 2 O] 4 (8-4x)+ , a dare specie polimeriche, ed infine il nucleo <strong>del</strong>la zirconia<br />

idrata.<br />

[Zr(OH) 2 .4H 2 O] 4 8+ ↔ [Zr(OH)2+x .(4-x)H 2 O] 4 (8-4x)+ + 4xH + (1)<br />

↔ [ZrO y (OH) 2+x-2y .zH 2 O] n + mH 2 O (2)<br />

In metanolo alcuni dei gruppi<br />

OH a ponte sono sostituiti da<br />

OCH 3<br />

Nell’esempio a sinistra si<br />

tratta di gruppi C 2H 5<br />

La presenza di gruppi OCH 3<br />

aiuta a eliminare<br />

l’aggregazione durante la<br />

sintesi


Bomba idrotermale


Preparazione Zirconia pura in “bomba<br />

idrotermale”<br />

1. Si pesano 5,443 g di ZrO(NO 3 ) 2·6H 2O e<br />

9,6 g di urea che verranno miscelati in 40<br />

ml di metanolo.<br />

2. Per agevolare la dissoluzione si immerge il<br />

becher in un bagno a ultrasuoni per una<br />

durata di un’ora.<br />

3. Successivamente si travasa il contenuto<br />

nella bomba idrotermale e riscaldata in<br />

forno a 160°C per circa 20h.<br />

4. Lasciar raffreddare. Filtrare il contenuto<br />

ed effettuare lavaggi con circa 56 ml di<br />

metanolo e successivamente lavare con<br />

acqua fino a che il pH non raggiunge un<br />

valore tra 6 – 7.<br />

5. Lasciar essiccare naturalmente.<br />

6. Macinare nel mortaio e riempire con un<br />

sottile strato di polvere una navetta e<br />

mettere in forno a 600°C per circa<br />

un’ora.<br />

Urea in<br />

MeOH<br />

Preparazione<br />

miscela di reazione<br />

ZrO(NO 3 ) 2 in<br />

MeOH<br />

Filtrazione<br />

su buckner<br />

Trattamento<br />

idrotermale<br />

Prodotto


Il prodotto è divenuto nero. La spiegazione più plausibile per<br />

questo fenomeno potrebbe essere che, la parte organica <strong>del</strong>la<br />

polvere, che è quella che viene bruciata all’interno <strong>del</strong> forno, una<br />

volta consumato l’ossigeno <strong>del</strong>l’aria durante il processo di<br />

calcinazione ha sottratto ossigeno al reticolo cristallino <strong>del</strong>la<br />

zirconia creando quindi dei centri di colore.<br />

Rimettendolo in forno per altre due ore a 700°C il reticolo è in<br />

grado di recuperare l’ossigeno perso, ritornando di colore bianco.<br />

Prima Dopo


Calcinando la medesima polvere amorfa più lentamente, con<br />

un programma termico di riscaldamento pari a 5°C al minuto,<br />

fino a 600°C, la polvere ottenuta è bianca, poiché i tempi<br />

lenti di calcinazione permettono un migliore scambio con<br />

l’ossigeno atmosferico.


Si definiscono ANALISI TERMICHE un<br />

gruppo di tecniche nelle quali una<br />

proprietà fisica di una sostanza viene<br />

misurata in funzione <strong>del</strong>la temperatura<br />

mentre la sostanza è sottoposta ad un<br />

trattamento a temperatura<br />

programmata.<br />

La calorimetria a scansione differenziale (DSC) è un metodo termico nel<br />

quale viene misurata, in funzione <strong>del</strong>la temperatura <strong>del</strong> campione, la<br />

differenza tra i flussi termicinella sostanza ed in un riferimento mentre<br />

entrambi sono sottoposti ad un programma controllato di temperatura.<br />

L’analisi termogravimetrica (TGA) è una<br />

tecnica in cui viene misurato il peso di una<br />

sostanza mentre essa è soggetta al<br />

riscaldamento con crescita controllata<br />

<strong>del</strong>la temperatura.


DSC (W/g)<br />

2.5<br />

2<br />

1.5<br />

1<br />

0.5<br />

0<br />

-0.5<br />

-1<br />

-1.5<br />

-2<br />

-2.5<br />

Analisi termica <strong>del</strong> propossido<br />

0 200 400 600 800<br />

0<br />

1000<br />

Tempertura (°C)<br />

Dall’analisi possiamo osservare l’evento associato alla<br />

combustione <strong>del</strong>la matrice organica,sottoforma di un picco<br />

evidente tra i 200 e 300°C. Altri picchi esotermici meno<br />

evidenti segnalano fenomeni di decomposizione termica fino ad<br />

una temperatura superiore ai 400°C. La perdita in peso dovuta<br />

alla calcinazione si stabilizza poco dopo i 400°C.<br />

100<br />

80<br />

60<br />

40<br />

20<br />

TGA (%)<br />

DSC<br />

TGA


DSC (W/g)<br />

0<br />

-0,2<br />

-0,4<br />

-0,6<br />

-0,8<br />

-1<br />

-1,2<br />

-1,4<br />

-1,6<br />

-1,8<br />

ZrO2 pura (MeOH)<br />

0 100 200 300 400 500 600 700 800<br />

Temperatura (°C)<br />

Anche in questo caso possiamo osservare un picco evidente tra i 200 e<br />

300°C associato alla combustione <strong>del</strong>la matrice organica, ed altri<br />

picchi esotermici a temperature superiori. La perdita in peso dovuta<br />

alla calcinazione in questo caso non si stabilizza fino a circa 600°C.<br />

Dal confronto con l’aspetto <strong>del</strong>le polveri ottenute dopo calcinazione,<br />

possiamo in effetti confermare che il prodotto ottenuto da propossido<br />

era di colore bianco, mentre quello ottenuto da sintesi in metanolo era<br />

di colore scuro. Evidentemente la matrice organica nel secondo caso è<br />

di più difficile eliminazione.<br />

100<br />

95<br />

90<br />

85<br />

80<br />

75<br />

TGA (%)<br />

DSC<br />

TGA


Il diffrattometro a raggi X permette di conoscere la composizione<br />

cristallina e la dimensione dei grani dei prodotti.<br />

Il generatore produce un fascio monocromatico di raggi X che<br />

attraversando il campione viene diffratto dal reticolo cristallino.<br />

Ad uno specifico angolo di incidenza, i raggi X sono in fase e producono<br />

una fascio secondario intensificato che viene ricevuto dal detector.<br />

Il computer collegato al diffrattometro riceve ed elabora i dati<br />

fornendoci un diffrattogramma col quale potremo identificare la<br />

dimensione dei grani e la composizione percentuale <strong>del</strong> prodotto.


Intensità (u.a.)<br />

1200<br />

1000<br />

800<br />

600<br />

400<br />

200<br />

0<br />

Propossido 400°C<br />

27 28 29 30 31 32 33 34<br />

2q (°)<br />

Intensità (u.a.)<br />

1000<br />

800<br />

600<br />

400<br />

200<br />

0<br />

Propossido 500°C<br />

27 28 29 30 31 32 33 34<br />

Dal diffrattogramma si possono ricavare le percentuali di fasi presenti e la<br />

dimensione dei grani. La dimensione dei grani si ricava con l’equazione di<br />

Scherrer (v. avanti), mentre la percentuale di fasi presente si calcola dal<br />

rapporto tra le aree dei picchi <strong>del</strong>la tetragonale (a ca. 30.5°) e monoclina (2<br />

picchi a ca. 28° e 31.5°), con la formula:<br />

% fase monoclina = 0.82 (I mono A + I mono B)/(I mono A + I mono B + I tet) x100<br />

Dove I sta per intensità <strong>del</strong> segnale, nel nostro caso l’area <strong>del</strong> picco. I due<br />

picchi <strong>del</strong>la monoclina sono stati indicati con le lettere A e B<br />

2q (°)


Intensità (u.a.)<br />

1200<br />

1000<br />

800<br />

600<br />

400<br />

200<br />

0<br />

Propossido 400°C<br />

27 28 29 30 31 32 33 34<br />

2q (°)<br />

Intensità (u.a.)<br />

1400<br />

1200<br />

1000<br />

800<br />

600<br />

400<br />

200<br />

0<br />

Confronto<br />

Intensità (u.a.)<br />

1000<br />

800<br />

600<br />

400<br />

200<br />

0<br />

Propossido 500°C<br />

27 28 29 30 31 32 33 34<br />

27 29 31 33<br />

2q (°)<br />

Nel grafico <strong>del</strong> propossido a 400°C i picchi <strong>del</strong>la fase monoclina sono<br />

solo accennati, infatti la percentuale di monoclina presente è<br />

abbastanza bassa (circa il 15%), mentre il picco centrale <strong>del</strong>la<br />

tetragonale è alto (circa l’85%).<br />

Nel grafico <strong>del</strong> propossido a 500°C i picchi <strong>del</strong>la monoclina sono più<br />

accentuati, infatti la percentuale è aumentata (è arrivata circa al<br />

26%), mentre la tetragonale è diminuita (circa 74%).<br />

400°C<br />

500°C<br />

2q (°)


Equazione di Scherrer:<br />

K<br />

D <br />

'cosq<br />

Dimensione dei grani<br />

K è un fattore geometrico (0.89 per grani di forma sferica),<br />

è la lunghezza d’onda <strong>del</strong>la radiazione utilizzata (1.5406 Å)<br />

(catodo in rame)<br />

è la larghezza di riga <strong>del</strong> picco, corretta. Si ottiene dalla<br />

larghezza di riga alla quale sottraiamo la larghezza di riga di<br />

un riferimento (in questo modo sottraiamo l’allargamento<br />

dovuto allo strumento):<br />

= - rif rif = 0.001274 già in radianti<br />

Tutte le (tranne rif ) sono in radianti, quindi si deve effettuare<br />

la conversione gradi radianti<br />

q è l’angolo.<br />

l’angolo letto è in 2q, quindi va diviso per 2<br />

Conversione: grad ∙ 2p / 360 rad


Dimensione<br />

grani<br />

(nm)<br />

Risultati Polveri Propossido<br />

Propossido<br />

400°C<br />

Propossido<br />

500°C<br />

Monoclina 7.8707 10.9980<br />

Tetragonale 13.5266 14.3596<br />

% fasi<br />

Propossido<br />

400°C<br />

Propossido<br />

500°C<br />

Monoclina 15 % 26 %<br />

Tetragonale 85 % 74 %<br />

Come previsto, la dimensione dei grani cresce all’aumento <strong>del</strong>la<br />

temperatura. Anche la percentuale di fase monoclina cresce<br />

passando da 400 a 500°C.


Dimensione<br />

grani<br />

(nm)<br />

Risultati Polvere Metanolo<br />

Intensità (u.a.)<br />

800<br />

600<br />

400<br />

200<br />

Metanolo<br />

600°C<br />

Monoclina n. d.<br />

Tetragonale 7.7<br />

0<br />

Zirconia (da MeOH), calcinata a 600°C<br />

27 28 29 30 31 32 33<br />

2q (°)<br />

% fasi<br />

Metanolo<br />

600°C<br />

Monoclina 2 %<br />

Tetragonale 98 %<br />

La dimensione dei grani è molto più piccola rispetto a quella ottenuta con il<br />

propossido, pur avendo calcinato ad una temperatura maggiore. Anche la<br />

percentuale di fase monoclina è molto minore, tanto da essere trascurabile<br />

persino a 600°C. La dimensione grano è calcolata solo per la tetragonale<br />

poiché non è possibile stimarla correttamente dal segnale <strong>del</strong>la monoclina,<br />

trascurabile.


Il metodo classico consiste<br />

nello sinterizzare il campione<br />

portandolo a una temperatura<br />

di 1400°C a pressione<br />

ambientale. Questo processo<br />

richiede parecchie ore.<br />

Confronto tra i due metodi<br />

Il metodo innovativo consiste nello<br />

sinterizzare il campione portandolo<br />

a una temperatura di 800°-900°C<br />

a una pressione che può arrivare<br />

anche fino a 1GPa. Questo<br />

processo richiede solo 5 min.<br />

Metodo Temperatura Tempo Pressione<br />

Classico 1400°C Diverse ore Ambiente<br />

Innovativo 800° - 900°C 5 min Fino a 1GPa<br />

La pressione molto più elevata <strong>del</strong> secondo metodo permette di lavorare a una<br />

temperatura molto inferiore e di ottimizzare i tempi di lavoro. Pressione, tempi e<br />

temperature ridotte fanno si che la dimensione dei grani non aumenti<br />

notevolmente, a differenza <strong>del</strong> metodo classico.


HP-FARS<br />

High Pressure Field Assisted Rapid Sintering<br />

L’apparato è costituito da una pressa a doppio<br />

stadio, nella quale viene inserita la polvere da<br />

densificare. Il passaggio di una corrente ad alto<br />

amperaggio (1000 A) produce riscaldamento <strong>del</strong><br />

campione per effetto Joule


HP-FARS<br />

High Pressure Field Assisted Rapid Sintering<br />

Le componenti in<br />

grafite <strong>del</strong>la pressa in<br />

cui vengono inserite le<br />

polveri<br />

Tra i punzoni <strong>del</strong>la pressa e le polveri vengono inseriti due foglietti di grafite, per<br />

evitare che il campione resti incollato ai punzoni. In seguito i fogli di grafite vanno<br />

rimossi con carta abrasiva. Analizziamo il sinterizzato <strong>del</strong> prodotto ottenuto da<br />

propossido prima e dopo aver rimosso la grafite.


Pastiglia di zirconia (propossido)<br />

Con grafite<br />

Senza grafite


Sinterizzazione<br />

Propossido<br />

Intensità (u.a.)<br />

1000<br />

800<br />

600<br />

400<br />

200<br />

0<br />

Propossido 500°C<br />

27 28 29 30 31 32 33 34<br />

2q (°)<br />

Intensità (u.a.)<br />

Intensità (u.a.)<br />

Intensità (u.a.)<br />

350<br />

300<br />

250<br />

200<br />

150<br />

100<br />

250<br />

200<br />

150<br />

100<br />

250<br />

200<br />

150<br />

100<br />

50<br />

50<br />

50<br />

0<br />

Pastiglia di propossido con grafite 500°C<br />

27 28 29 30 31 32 33<br />

2q (°)<br />

Confronto pastiglie<br />

0<br />

27 28 29 30 31 32 33<br />

2q (°)<br />

Pastiglia di propossido senza grafite 500°C<br />

0<br />

27 28 29 30 31 32 33<br />

2q (°)<br />

Con grafite<br />

Senza grafite


Dimensione<br />

grani<br />

(nm)<br />

Risultati Sinterizzato Propossido<br />

Propossido<br />

500°C<br />

sinterizzato<br />

propossido<br />

con grafite<br />

sinterizzato<br />

propossido<br />

senza grafite<br />

Monoclina 10.9980 31.0682 23.7558<br />

Tetragonale 14.3596 25.2858 12.6238<br />

% fasi<br />

Propossido<br />

500°C<br />

sinterizzato<br />

propossido<br />

con grafite<br />

sinterizzato<br />

propossido<br />

senza grafite<br />

Monoclina 26 % 65 % 69 %<br />

Tetragonale 74 % 35 % 31 %<br />

Il sinterizzato ottenuto densificando le polveri ottenute da propossido, prima di<br />

eliminare lo strato di grafite, mostra una dimensione dei grani triplicata (per la fase<br />

monoclina) e poco meno che raddoppiata (per la fase tetragonale). Questi dati sono<br />

coerenti con quello che ci si aspettava. La percentuale di fase monoclina è aumentata<br />

moltissimo.<br />

Dopo aver eliminato lo strato di grafite, la percentuale di fase monoclina è ulteriormente<br />

leggermente aumentata, probabilmente a causa <strong>del</strong>la transizione indotta dallo stress<br />

meccanico. Calcolando la dimensione dei grani <strong>del</strong>la fase tetragonale, si commette un<br />

errore dovuto al segnale troppo basso, per questo motivo il dato sulla dimensione dei<br />

grani <strong>del</strong>la fase tetragonale, dopo eliminazione <strong>del</strong>la grafite, non è affidabile.


Sinterizzazione<br />

Metanolo<br />

Intensità (u.a.)<br />

800<br />

600<br />

400<br />

200<br />

0<br />

Zirconia (da MeOH), calcinata a 600°C<br />

27 28 29 30 31 32 33<br />

2q (°)<br />

Intensità, a. u.<br />

300<br />

250<br />

200<br />

150<br />

100<br />

50<br />

0<br />

27 28 29 30 31 32 33 34<br />

2 q,°


Dimensione<br />

grani<br />

(nm)<br />

Risultati Sinterizzato Metanolo<br />

Metanolo<br />

600°C<br />

sinterizzato<br />

metanolo<br />

senza grafite<br />

Monoclina n. d. 23<br />

Tetragonale 7.7 30<br />

% fasi<br />

Metanolo<br />

600°C<br />

sinterizzato<br />

metanolo<br />

senza grafite<br />

Monoclina 2 % 6 %<br />

Tetragonale 98 % 94 %<br />

In questo caso si nota come la percentuale di fase<br />

tetragonale ottenuta sia altissima


Intensità (u.a.)<br />

250<br />

200<br />

150<br />

100<br />

50<br />

0<br />

Sinterizzato da Propossido<br />

27 28 29 30 31 32 33<br />

% fasi<br />

Confronto sinterizzati propossido - metanolo<br />

2q (°)<br />

Propossido<br />

500°C<br />

sinterizzato<br />

propossido<br />

senza grafite<br />

Monoclina 26 % 69 %<br />

Tetragonale 74 % 31 %<br />

Intensità, a. u.<br />

300<br />

250<br />

200<br />

150<br />

100<br />

50<br />

Sinterizzato da Metanolo<br />

0<br />

27 28 29 30 31 32 33 34<br />

% fasi<br />

2 q,°<br />

Metanolo<br />

600°C<br />

sinterizzato<br />

metanolo<br />

senza grafite<br />

Monoclina 2 % 6 %<br />

Tetragonale 98 % 94 %<br />

Si può osservare come sia la polvere che i sinterizzati ottenuti da<br />

Metanolo siano più stabilizzati nella fase tetragonale. Soprattutto in<br />

fase di sinterizzazione, solo la polvere ottenuta da metanolo non<br />

transisce a monoclina!


1. Il metodo geometrico<br />

Per ricavare la densità possono essere utilizzati:<br />

r =<br />

P<br />

V<br />

dove P è il peso <strong>del</strong>la pastiglia misurato con la bilancia e V è il<br />

volume <strong>del</strong>la pastiglia che essendo cilindrica si otterrà<br />

per mezzo <strong>del</strong>la formula V = 2pr 2 ∙ h , considerando 2r come il<br />

diametro <strong>del</strong>la pastiglia e h come lo spessore misurati entrambi<br />

per mezzo di un calibro.<br />

2. Il metodo di Archimede<br />

P (in aria)<br />

r = ∙ r (EtOH)<br />

DP (peso in aria – peso in EtOH)<br />

dove P è il peso <strong>del</strong>la pastiglia a secco, DP è la differenza <strong>del</strong><br />

peso a secco e quello in etanolo e r (EtOH) è la densità<br />

<strong>del</strong>l’etanolo, cioè il liquido in cui nel nostro caso è stata<br />

effettuata la misurazione.


sinterizzato<br />

zirconia<br />

propossido<br />

Con grafite<br />

Senza grafite<br />

Peso<br />

(aria)<br />

(g)<br />

Risultati Propossido<br />

Peso<br />

(EtOH)<br />

(g)<br />

0.11075 0.09450<br />

Densità<br />

Teorica<br />

(g/cm 3 )<br />

Metodo<br />

geometrico<br />

%<br />

<br />

Metodo<br />

di<br />

Archimede<br />

0.11300 0.09516 5.775 4.768 82.56 5.004 86.65<br />

%<br />

<br />

4.673 80.92 5.384 93.23<br />

0.11314 0.09585 4.773 82.65 4.971 86.08<br />

0.09800 0.07270<br />

5.358 93.10 3.060 53.17<br />

0.10277 0.08620 5.755 5.619 97.64 4.900 85.14<br />

0.10387 0.08746 5.679 98.68 5.001 86.90<br />

Densità teorica = è la somma <strong>del</strong>le densità di struttura monoclina e tetragonale considerate in<br />

base alla loro proporzione percentuale (ricavata dal grafico) all’interno <strong>del</strong>la sinterizzato.<br />

% = è il rapporto tra la densità ottenuta e quella teorica moltiplicato per cento.<br />

I risultati ottenuti mostrano una certa irriproducibilità e soprattutto una notevole differenza tra<br />

metodo geometrico e metodo di Archimede. Per capire quale metodo si avvicini di più alla reale<br />

densità, possiamo osservare al microscopio il campione, dopo aver esposto l’interno con una<br />

frattura.


Il microscopio elettronico a scansione<br />

(SEM) è uno strumento che utilizza,<br />

invece dei fotoni, un fascio di elettroni.<br />

Questo perché gli elettroni hanno una<br />

lunghezza d’onda molto minore rispetto a<br />

quella dei fotoni, ed essendo il potere di<br />

risoluzione di un microscopio<br />

inversamente proporzionale alla<br />

lunghezza d’onda <strong>del</strong>la radiazione che<br />

viene utilizzata, l’immagine risulta più<br />

chiara e dettagliata permettendo quindi<br />

ingrandimenti elevati. Il campione colpito<br />

dal fascio rilascia a sua volta degli<br />

elettroni, detti secondari, che verranno<br />

rilevati poi da un rilevatore.<br />

Questo poi invierà i dati ad un computer che li rielaborerà per ricostruire<br />

l’immagine.


Il SEM lavora sotto vuoto, poiché la presenza di<br />

molecole d’aria nella camera <strong>del</strong> campione<br />

devierebbero la traiettoria degli elettroni,<br />

disturbando così la ricezione dei dati. Inoltre il<br />

campione deve essere conduttivo altrimenti<br />

produce cariche elettrostatiche che disturbano la<br />

rivelazione dei secondari. La zirconia non conduce,<br />

per questo abbiamo inserito il campione in uno<br />

sputter.


Con lo sputter rivestiamo la<br />

superficie dei campioni di un<br />

sottile strato conduttivo, che può<br />

essere oro o altro materiale.<br />

In questo modo la carica non si<br />

accumula sul campione e non<br />

interferisce con il processo alla<br />

base <strong>del</strong> SEM<br />

Lo sputtering o polverizzazione<br />

catodica è un processo per il quale<br />

si ha emissione di atomi, ioni o<br />

frammenti molecolari da un<br />

materiale solido detto bersaglio<br />

bombardato con un fascio di<br />

particelle energetiche<br />

(generalmente ioni).


Sono state eseguite osservazioni <strong>del</strong>le polveri e dei sinterizzati con<br />

• microscopio ottico<br />

• microscopio a scansione elettronica (SEM)


Zirconia(MeOH) 500x<br />

Zirconia(propossido) 500x<br />

Zirconia(MeOH) 1000x<br />

Microscopio ottico<br />

Zirconia(propossido) 1000x


Osservazioni<br />

• Al microscopio ottico si nota la differenza di morfologia<br />

tra il prodotto ottenuto da idrolisi di propossido e quello<br />

ottenuto da sintesi solvotermale in metanolo.<br />

• Il primo mostra aggregati soffici di forma irregolare,<br />

mentre il secondo mostra aggregati regolari, di piccole<br />

dimensioni, simili a sfere. La morfologia sferica e<br />

regolare verrà meglio evidenziata nelle immagini ottenute<br />

al SEM.


Visione al SEM:<br />

sinterizzato di zirconia<br />

(propossido)<br />

Il sinterizzato ottenuto appare molto<br />

denso e privo di macroporosità. La<br />

densità può essere stimata almeno <strong>del</strong><br />

90%. Nella foto ad alto ingrandimento si<br />

notano le particelle regolari che<br />

compongono il sinterizzato<br />

SEM


Visione al SEM: polvere di<br />

zirconia (MeOH) amorfa<br />

Si nota la morfologia particolare<br />

ottenuta nelle condizioni di<br />

sintesi solvotermale in metanolo.<br />

Si notano le particelle sferiche,<br />

uniformi e di dimensioni attorno<br />

a 1-2 micron.<br />

SEM


Visione al SEM: polvere di<br />

zirconia (MeOH) a 600°C<br />

Prevedibimente, le particelle <strong>del</strong>la<br />

polvere calcinata a 600°C mostrano<br />

la stessa la morfologia particolare<br />

ottenuta nelle condizioni di sintesi<br />

solvotermale in metanolo. Si notano<br />

le particelle sferiche, uniformi e di<br />

dimensioni attorno a 1-2 micron.<br />

SEM


Visione al SEM: sinterizzato di zirconia (MeOH)<br />

SEM<br />

Il sinterizzato ottenuto appare molto denso e privo di macroporosità.<br />

La densità stimata col metodo di Archimede attorno al 94% è corretta.


Conclusioni<br />

1. Abbiamo osservato come sintesi che partono da precursori e<br />

metodologie diversi portano a prodotti dalle caratteristiche molto<br />

differenziate.<br />

- In un caso, quello <strong>del</strong>la sintesi da alcossidi, gli aggregati ottenuti non<br />

sono regolari e portano ad un prodotto con una percentuale di fase<br />

tetragonale minore, oltre che a dimensioni dei grani maggiori.<br />

- La sintesi migliore è quella condotta in condizioni solvotermali in<br />

metanolo. Il prodotto è caratterizzato da dimensioni grani molto<br />

ridotte, ma soprattutto da una percentuale di fase tetragonale<br />

maggiore, anche in seguito a calcinazione.<br />

2. La caratteristica più rilevante <strong>del</strong>la sintesi in metanolo è la presenza di<br />

aggregati sferici e regolari, di piccole dimensioni, attorno a 1-2 micron<br />

3. A parità di condizioni di sinterizzazione, polveri di partenza diverse<br />

danno prodotti molto diversi.<br />

- Il sinterizzato ottenuto dalla polvere derivata dal propossido ha dato<br />

una quasi completa transizione di fase da tetragonale a monoclina,<br />

vanificando il tentativo di produrre una polvere di partenza con la<br />

maggior percentuale di fase tetragonale possibile.<br />

4. Ancora una volta la polvere migliore, quella da sintesi in metanolo, si è<br />

mostrata ottimale anche in fase di sinterizzazione. Il densificato<br />

mostra un’altissima ritenzione di fase tetragonale (94%) ed un’ottima<br />

densità (94%).


Ringraziamenti<br />

Ringraziamo<br />

tutti per la<br />

bellissima<br />

esperienza che ci è<br />

stata offerta.<br />

In particolare<br />

ringraziamo la<br />

nostra tutor<br />

Ilenia Tredici e il<br />

nostro referente

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!