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Involucri per insaccati - For Food Servizi

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Regolamento ma nell’Allegato III, Sezione I, capitolo VII: essi devono<br />

essere conservati a una tem<strong>per</strong>atura inferiore ai 3°C, tranne che<br />

se essiccati o sotto sale.<br />

<strong>Involucri</strong> artificiali<br />

Si distinguono in due categorie:<br />

• involucri di origine animale (collagene): sono rappresentati da ritagli<br />

e/o scarti di intestini animali, collati assieme (prodotto tipicamente<br />

cinese) oppure derivanti dal collagene ottenuto da ossa o da strati<br />

interni della pelle dei bovini; questi involucri sono usati <strong>per</strong> wurstel,<br />

cotechini, mortadelle.<br />

• <strong>Involucri</strong> di origine vegetale (cellulosa): sono ottenuti da fibre di cellulosa<br />

(<strong>per</strong> es. da lino), a cui sono aggiunti reticolanti e plastificanti<br />

<strong>per</strong> facilitarne il distacco; gli utilizzi sono anche in questo caso principalmente<br />

rivolti agli <strong>insaccati</strong> cotti.<br />

Una nuova e interessante applicazione degli involucri artificiali è costituita<br />

dall’utilizzo di film di rivestimento a base di alginati, additivi<br />

alimentari utilizzati da lunghissimo tempo come strutturanti ed addensanti,<br />

il cui recente utilizzo come involucri di <strong>insaccati</strong> verrà approfondito<br />

nel prossimo paragrafo.<br />

<strong>Involucri</strong> sintetici<br />

Sono a base di sostanze plastiche, <strong>per</strong> es. poliammidi o altri polimeri,<br />

spesso gli stessi utilizzati <strong>per</strong> produrre i rotoli di pellicole trasparenti.<br />

Anche questi si usano prevalentemente <strong>per</strong> <strong>insaccati</strong> cotti quali<br />

mortadelle e prosciutti cotti. Spesso sono di colori sgargianti (<strong>per</strong><br />

es. pellicola rossa <strong>per</strong> le mortadelle di piccole pezzature) al fine di<br />

evidenziare al consumatore la loro non edibilità; è anche stato proposto<br />

un pittogramma [Reg. CE 450/2009, Allegato I], rappresentante<br />

un uomo che porta la mano alla bocca sovrastato da una croce,<br />

<strong>per</strong> rendere ancora più improbabile che il consumatore cada in<br />

confusione e sia indotto a consumare accidentalmente tali involucri.<br />

Legislazione ed etichettatura<br />

<strong>per</strong> gli involucri di <strong>insaccati</strong><br />

Quando gli involucri sono venduti come<br />

prodotti intermedi o semilavorati (utilizzi<br />

commerciali intermedi, non rivolti al<br />

consumatore finale), essi sono trattati come<br />

prodotti alimentari, ai sensi del D. lgs.<br />

109/1992 Attuazione delle direttive 89/395/<br />

CEE e 89/396 CEE concernenti l’etichettatura,<br />

la presentazione e la pubblicità dei<br />

prodotti alimentari.<br />

Un esempio di salsiccia insaccata con alginato<br />

Se, invece, l’involucro è già stato messo a contatto con il prodotto<br />

alimentare, è considerato un “involgente protettivo”, ai sensi dell’Articolo<br />

12 del D.M. 21/12/1984: a questo punto diventano determinanti<br />

la natura chimica dell’involucro e la sua provenienza: gli involucri<br />

naturali ed artificiali sono infatti EDIBILI (anche se molto spesso,<br />

<strong>per</strong> es. nel salame, il consumatore li rimuove prima del consumo),<br />

mentre quelli sintetici NO.<br />

Gli involucri sintetici rientrano a tutti gli effetti sotto la definizione di<br />

packaging alimentare, e sono <strong>per</strong>tanto disciplinati, anche <strong>per</strong> quanto<br />

riguarda il controllo di eventuale cessione di sostanze nocive all’alimento<br />

(“migrazione”), dal Reg. CE 1935/2004 riguardante i materiali<br />

e gli oggetti destinati a venire a contatto con i prodotti alimentari e<br />

che abroga le direttive 80/590/CEE e 89/109/CEE.<br />

Da tale Regolamento sono, invece, esplicitamente esclusi i budelli naturali<br />

poiché “sono esclusi i materiali di rico<strong>per</strong>tura o di rivestimento,<br />

come i materiali che rivestono le croste dei formaggi, le preparazioni<br />

di carne o la frutta, che fanno parte dei prodotti alimentari e possono<br />

quindi essere consumati con i medesimi” [Reg. CE 1935/2004, Articolo<br />

1, Comma 3, Lettera b].<br />

Utilizzo di alginati come involucri <strong>per</strong> salsicce<br />

L’acido alginico, estratto da alghe brune Phaophyceae spp., è un<br />

copolimero di acido D-mannurico e di acido L-guloronico. Il grado<br />

usuale di polimerizzazione si situa tra 800 e 1.000 unità. Gli alginati<br />

monovalenti (sali dell’acido alginico) sono forme idrocolloidali che<br />

si dis<strong>per</strong>dono in fase acquosa: sono utilizzati da molti anni come<br />

agenti addensanti e gelificanti nell’industria alimentare, sia <strong>per</strong> prodotti<br />

dolci che salati.<br />

Gli alginati divalenti (di calcio) sono invece insolubili e costituiscono<br />

pellicole di rivestimento <strong>per</strong> le derrate alimentari. Differenti forme<br />

sono autorizzate come additivo alimentare: l’acido alginico (E 400),<br />

l’alginato di sodio (E 401), di potassio (E 402), di ammonio (E 403),<br />

di calcio (E 404) e di propilene glicole (E<br />

405) [Adrian J., Potus J., Frangne R., “Dizionario<br />

degli alimenti - scienza e tecnica”<br />

II edizione, Tecniche Nuove].<br />

L’utilizzo di alginati divalenti come pellicole<br />

di rivestimento consente tra l’altro la<br />

produzione di salsicce, di ogni lunghezza<br />

e di ogni diametro. Si stanno diffondendo<br />

macchine alimentari automatiche in grado<br />

di rendere tale o<strong>per</strong>azione rapida e riproducibile:<br />

il sistema è costituito da un’insac-<br />

catrice continua sottovuoto, da un gruppo<br />

ottobre 2010 Macchine Alimentari<br />

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