Involucri per insaccati - For Food Servizi
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Carni<br />
studi<br />
e ricerche<br />
34 Macchine Alimentari ottobre 2010<br />
A Flavio Gibilras<br />
<strong>Involucri</strong> <strong>per</strong> <strong>insaccati</strong><br />
Naturali o artificiali?<br />
Una panoramica sugli involucri <strong>per</strong> <strong>insaccati</strong><br />
e una novità tra quelli artificiali: utilizzo<br />
degli alginati in sostituzione del budello<br />
naturale <strong>per</strong> la produzione di salsiccia<br />
Per <strong>insaccati</strong> si intendono quei prodotti costituiti da un<br />
impasto di carne, di grasso e di droghe, più o meno finemente<br />
tritato, contenuto in un involucro e sottoposto<br />
a uno o più trattamento di conservazione [Rosati P., “Gli<br />
alimenti di origine animale”, Edagricole]. Gli involucri degli<br />
<strong>insaccati</strong> rappresentano la parte più esterna del prodotto, con<br />
funzione di trattenere l’impasto, dandogli una determinata forma.<br />
Per la produzione degli <strong>insaccati</strong> si utilizzano involucri di vario genere,<br />
naturali o non, con lo scopo di mantenere unito l’impasto di<br />
carne, evitarne il “collasso” durante la stagionatura o la cottura, e<br />
dare inoltre la forma caratteristica di ogni prodotto. Nel corso degli<br />
anni lo sviluppo tecnologico ha <strong>per</strong>messo di mettere a punto<br />
involucri alternativi a quelli naturali (questi ultimi quasi sempre ottenuti<br />
da budelli animali). La crescente prevalenza degli aspetti<br />
tecnologici e merceologici rispetto a quelli dettati dalla tradizione<br />
sta facendo sì che stia aumentando il ricorso, anche se non <strong>per</strong><br />
certi <strong>insaccati</strong> tipici, agli involucri artificiali e sintetici (le cui definizioni<br />
verranno chiarite più avanti) i quali offrono indubbi vantaggi<br />
rispetto a quelli naturali.<br />
<strong>Involucri</strong> naturali<br />
Gli involucri <strong>per</strong> <strong>insaccati</strong> più conosciuti, e da sempre utilizzati, sono<br />
quelli naturali di origine animale, ottenuti come sottoprodotti della<br />
macellazione del suino e, meno frequentemente, dell’equino e del<br />
bovino. Riguardo a quest’ultimo caso, va precisato che gli intestini<br />
bovini sono ancora da ritenersi esclusi dall’utilizzo <strong>per</strong> effetto del<br />
Reg. CE 999/2001 del parlamento europeo e del consiglio del 22<br />
maggio 2001 recante disposizioni <strong>per</strong> la prevenzione, il controllo e<br />
l’eradicazione di alcune encefalopatie spongiformi trasmissibili, in<br />
quanto porzione anatomica a rischio, e da smaltire <strong>per</strong>tanto come<br />
materiale di categoria I ai sensi del Reg. CE 1774/2002 del parlamento<br />
europeo e del consiglio del 3 ottobre 2002, recante norme<br />
sanitarie relative ai sottoprodotti di origine animale non destinati al<br />
consumo umano. Gli intestini animali (e meno frequentemente altre<br />
parti anatomiche, <strong>per</strong> es. vescica) vengono opportunamente trattati<br />
nei macelli dotati del reparto “trip<strong>per</strong>ia”: sono dapprima svuotati<br />
e puliti, poi demucosati, sgrassati, lavati, sanificati e infine sottoposti<br />
a trattamenti di salatura, essiccazione o riscaldamento [Degli<br />
Esposti Pallotti L., Micheli M.R., De Sanctis M., “Gli involucri naturali<br />
<strong>per</strong> <strong>insaccati</strong> – produzione e commercializzazione”, Il progresso<br />
veterinario n.10 – ottobre 2007]. Le regole inerenti il trattamento<br />
dei budelli animali è riportato nel Reg. CE 853/2004, mentre la loro<br />
conservazione e il trasporto è disciplinato sempre nel medesimo
Regolamento ma nell’Allegato III, Sezione I, capitolo VII: essi devono<br />
essere conservati a una tem<strong>per</strong>atura inferiore ai 3°C, tranne che<br />
se essiccati o sotto sale.<br />
<strong>Involucri</strong> artificiali<br />
Si distinguono in due categorie:<br />
• involucri di origine animale (collagene): sono rappresentati da ritagli<br />
e/o scarti di intestini animali, collati assieme (prodotto tipicamente<br />
cinese) oppure derivanti dal collagene ottenuto da ossa o da strati<br />
interni della pelle dei bovini; questi involucri sono usati <strong>per</strong> wurstel,<br />
cotechini, mortadelle.<br />
• <strong>Involucri</strong> di origine vegetale (cellulosa): sono ottenuti da fibre di cellulosa<br />
(<strong>per</strong> es. da lino), a cui sono aggiunti reticolanti e plastificanti<br />
<strong>per</strong> facilitarne il distacco; gli utilizzi sono anche in questo caso principalmente<br />
rivolti agli <strong>insaccati</strong> cotti.<br />
Una nuova e interessante applicazione degli involucri artificiali è costituita<br />
dall’utilizzo di film di rivestimento a base di alginati, additivi<br />
alimentari utilizzati da lunghissimo tempo come strutturanti ed addensanti,<br />
il cui recente utilizzo come involucri di <strong>insaccati</strong> verrà approfondito<br />
nel prossimo paragrafo.<br />
<strong>Involucri</strong> sintetici<br />
Sono a base di sostanze plastiche, <strong>per</strong> es. poliammidi o altri polimeri,<br />
spesso gli stessi utilizzati <strong>per</strong> produrre i rotoli di pellicole trasparenti.<br />
Anche questi si usano prevalentemente <strong>per</strong> <strong>insaccati</strong> cotti quali<br />
mortadelle e prosciutti cotti. Spesso sono di colori sgargianti (<strong>per</strong><br />
es. pellicola rossa <strong>per</strong> le mortadelle di piccole pezzature) al fine di<br />
evidenziare al consumatore la loro non edibilità; è anche stato proposto<br />
un pittogramma [Reg. CE 450/2009, Allegato I], rappresentante<br />
un uomo che porta la mano alla bocca sovrastato da una croce,<br />
<strong>per</strong> rendere ancora più improbabile che il consumatore cada in<br />
confusione e sia indotto a consumare accidentalmente tali involucri.<br />
Legislazione ed etichettatura<br />
<strong>per</strong> gli involucri di <strong>insaccati</strong><br />
Quando gli involucri sono venduti come<br />
prodotti intermedi o semilavorati (utilizzi<br />
commerciali intermedi, non rivolti al<br />
consumatore finale), essi sono trattati come<br />
prodotti alimentari, ai sensi del D. lgs.<br />
109/1992 Attuazione delle direttive 89/395/<br />
CEE e 89/396 CEE concernenti l’etichettatura,<br />
la presentazione e la pubblicità dei<br />
prodotti alimentari.<br />
Un esempio di salsiccia insaccata con alginato<br />
Se, invece, l’involucro è già stato messo a contatto con il prodotto<br />
alimentare, è considerato un “involgente protettivo”, ai sensi dell’Articolo<br />
12 del D.M. 21/12/1984: a questo punto diventano determinanti<br />
la natura chimica dell’involucro e la sua provenienza: gli involucri<br />
naturali ed artificiali sono infatti EDIBILI (anche se molto spesso,<br />
<strong>per</strong> es. nel salame, il consumatore li rimuove prima del consumo),<br />
mentre quelli sintetici NO.<br />
Gli involucri sintetici rientrano a tutti gli effetti sotto la definizione di<br />
packaging alimentare, e sono <strong>per</strong>tanto disciplinati, anche <strong>per</strong> quanto<br />
riguarda il controllo di eventuale cessione di sostanze nocive all’alimento<br />
(“migrazione”), dal Reg. CE 1935/2004 riguardante i materiali<br />
e gli oggetti destinati a venire a contatto con i prodotti alimentari e<br />
che abroga le direttive 80/590/CEE e 89/109/CEE.<br />
Da tale Regolamento sono, invece, esplicitamente esclusi i budelli naturali<br />
poiché “sono esclusi i materiali di rico<strong>per</strong>tura o di rivestimento,<br />
come i materiali che rivestono le croste dei formaggi, le preparazioni<br />
di carne o la frutta, che fanno parte dei prodotti alimentari e possono<br />
quindi essere consumati con i medesimi” [Reg. CE 1935/2004, Articolo<br />
1, Comma 3, Lettera b].<br />
Utilizzo di alginati come involucri <strong>per</strong> salsicce<br />
L’acido alginico, estratto da alghe brune Phaophyceae spp., è un<br />
copolimero di acido D-mannurico e di acido L-guloronico. Il grado<br />
usuale di polimerizzazione si situa tra 800 e 1.000 unità. Gli alginati<br />
monovalenti (sali dell’acido alginico) sono forme idrocolloidali che<br />
si dis<strong>per</strong>dono in fase acquosa: sono utilizzati da molti anni come<br />
agenti addensanti e gelificanti nell’industria alimentare, sia <strong>per</strong> prodotti<br />
dolci che salati.<br />
Gli alginati divalenti (di calcio) sono invece insolubili e costituiscono<br />
pellicole di rivestimento <strong>per</strong> le derrate alimentari. Differenti forme<br />
sono autorizzate come additivo alimentare: l’acido alginico (E 400),<br />
l’alginato di sodio (E 401), di potassio (E 402), di ammonio (E 403),<br />
di calcio (E 404) e di propilene glicole (E<br />
405) [Adrian J., Potus J., Frangne R., “Dizionario<br />
degli alimenti - scienza e tecnica”<br />
II edizione, Tecniche Nuove].<br />
L’utilizzo di alginati divalenti come pellicole<br />
di rivestimento consente tra l’altro la<br />
produzione di salsicce, di ogni lunghezza<br />
e di ogni diametro. Si stanno diffondendo<br />
macchine alimentari automatiche in grado<br />
di rendere tale o<strong>per</strong>azione rapida e riproducibile:<br />
il sistema è costituito da un’insac-<br />
catrice continua sottovuoto, da un gruppo<br />
ottobre 2010 Macchine Alimentari<br />
35
Carni<br />
studi<br />
e ricerche<br />
estrusore dove viene applicato il rivestimento vegetale e dove vengono<br />
insaccate e suddivise le salsicce, e da un nastro convogliatore<br />
prodotto. Tutti i parametri del sistema vengono programmati e controllati<br />
da un computer centrale di monitoraggio.<br />
Punti di forza dell’insaccatura con alginato:<br />
• Risparmio considerevole in termini monetari rispetto all’uso del<br />
tradizionale budello.<br />
• Riduzione dei tempi di produzione.<br />
• Straordinaria precisione di peso delle porzioni.<br />
• Straordinaria precisione di lunghezza delle porzioni.<br />
• Possibilità di produrre formati anomali (<strong>per</strong> es. salsicce piccolissime<br />
da utilizzarsi tipicamente negli spiedini misti), non ottenibili con<br />
i budelli naturali o solo con lavorazioni lunghe e complesse.<br />
• Nessun tempo di carico del budello.<br />
• Possibilità di utilizzare il prodotto immediatamente.<br />
• Riduzione della contaminazione batterica.<br />
• Maggiore durata del prodotto fresco in vaschetta.<br />
• Nessuna o scarse modifiche nella preparazione dell’impasto tradizionale<br />
del produttore (anche se spesso l’impasto viere reso più<br />
compatto con l’aggiunta di addensanti, a causa della minore resistenza<br />
meccanica offerta dall’involucro in alginato rispetto al budello<br />
naturale).<br />
Panel test <strong>per</strong> la valutazione sensoriale delle<br />
caratteristiche a crudo e a cotto della salsiccia<br />
prodotta con alginati rispetto a quella classica<br />
Il seguente panel test è stato eseguito da un piccolo gruppo di valutatori<br />
es<strong>per</strong>ti, costituito da 5 tecnologi alimentari. Le loro osservazioni<br />
sono da intendersi non tanto come espressione di gradimento del prodotto,<br />
funzione demandata normalmente a gruppi <strong>per</strong>sone (es<strong>per</strong>te<br />
o meno) di dimensioni ben maggiori, quanto come un giudizio obiettivo<br />
sulle caratteristiche sensoriali (in particolare visive, gustative e di<br />
texture) del prodotto rispetto a quello tradizionale, ovvero insaccato<br />
in budello naturale. Va inoltre precisato che alcune caratteristiche (in<br />
particolare l’ultima, ovvero “sapore”) possono in parte risentire delle<br />
particolarità delle marche dei 2 prodotti acquistati, senza che questo<br />
invalidi <strong>per</strong>ò il valore informativo del test. Le valutazioni sono state<br />
espresse non in forma numerica su una scala bensì in forma discorsiva;<br />
quelle su cui i partecipanti si sono trovati unanimemente d’accordo<br />
sono riportate nella seguente tabella sintetica.<br />
Volendo trarre un giudizio conclusivo sulla salsiccia prodotta con involucro<br />
in alginato, essa si presenta con caratteristiche sensoriali accettabili<br />
rispetto a quella prodotta con budello naturale, anche se le<br />
differenze tra le due sono evidenti ad uno occhio ed un palato anche © RIPRODUZIONE RISERVATA<br />
36 Macchine Alimentari ottobre 2010<br />
Panel test di confronto salsiccia classica vs. insaccata con alginato<br />
Caratteristica<br />
Salsiccia insaccata<br />
in budello<br />
Salsiccia insaccata<br />
in alginato<br />
Caratteristico di Artificiosamente lucente (si<br />
Aspetto a crudo<br />
budello naturale,<br />
tipica forma curva<br />
veda immagine a<br />
pag. 35), tutte le salsicce<br />
delle salsicce <strong>per</strong>fettamente diritte<br />
Sensazione tattile Caratteristica di Su<strong>per</strong>ficie estremamente<br />
a crudo budello naturale<br />
viscida<br />
Odore a crudo<br />
Caratteristico, note di<br />
vino e aglio<br />
Pressoché assente<br />
La su<strong>per</strong>ficie comincia<br />
Il budello forato lascia a decomporsi durante la<br />
Comportamento<br />
durante la cottura<br />
fuoriuscire il grasso<br />
fuso, e assume<br />
durante la cottura il<br />
cottura, formando una<br />
poltiglia che ricopre le<br />
salsicce, le quali stentano<br />
tipico aspetto rosolato ad assumere l’aspetto<br />
rosolato<br />
Aspetto a cotto<br />
Ben rosolato,<br />
su<strong>per</strong>ficie lucente<br />
Poco rosolato, su<strong>per</strong>ficie<br />
rico<strong>per</strong>ta da una poltiglia<br />
Struttura interna molto<br />
Caratteristica, con il compatta, nessuna<br />
Texture al taglio budello che oppone resistenza opposta<br />
una certa resistenza dall’alginato ormai<br />
decomposto<br />
Texture alla<br />
masticazione<br />
Impasto fine e molto<br />
Caratteristica, impasto<br />
compatto grazie alla<br />
di pezzatura piuttosto<br />
presenza di addensanti,<br />
grossolana, che si<br />
più simile quindi alla<br />
sgrana leggermente<br />
consistenza di una polpetta<br />
in bocca<br />
che di una salsiccia<br />
Saporito ma non<br />
particolarmente gradevole,<br />
Sapore Equilibrato e gustoso<br />
presenza di pezzi duri<br />
di connettivo che denotano<br />
scarsa qualità delle<br />
materie prime<br />
solo mediamente es<strong>per</strong>to, e sono differenze che vanno sempre a discapito<br />
della salsiccia con alginato. Questa <strong>per</strong>tanto, anche grazie<br />
al notevole abbattimento di costi consentito dall’utilizzo dell’alginato<br />
al posto del budello, è destinata a posizionarsi nella fascia qualitativa<br />
medio-bassa del mercato. Probabilmente molte aziende produttrici<br />
di dimensioni medio-grandi, desiderando restare competitive,<br />
si orienteranno verso l’adozione dell’insaccatura in alginato <strong>per</strong> la<br />
produzione massiccia di prodotto di primo prezzo, mentre continueranno<br />
ad utilizzare il budello naturale <strong>per</strong> una produzione, probabilmente<br />
minoritaria, dedicata ai consumatori più esigenti e disposti a<br />
pagare una notevole differenza di prezzo a fronte di una maggiore<br />
qualità e tradizionalità del prodotto.