2. SCARICA: Le medicazioni nelle ulcere croniche - prima pagina
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5.1. Ancora sulla detersione<br />
L’obiettivo della detersione di una ferita è<br />
quello di sciogliere e lavare i detriti superficiali<br />
<strong>prima</strong> della medicazione.<br />
Questo non deve essere confuso con l’antisepsi,<br />
nella quale l’obiettivo è quello di ridurre il<br />
livello di batteri nel letto della ferita.<br />
La detersione dell’ulcera è sempre necessaria,<br />
ad ogni cambio di medicazione, e può essere<br />
effettuata irrigando la lesione con abbondante<br />
soluzione fisiologica o ringer lattato mediante<br />
una siringa o una spruzzetta sterile, indirizzando<br />
il getto in direzione trasversale, onde favorire<br />
l’asportazione meccanica dei detriti presenti<br />
sul letto della ferita, ma delicatamente.<br />
Elenchiamo vari tipi di detergenti e soluzioni:<br />
Soluzione salina: isotonica salina sempre<br />
appropriata e sicura per detergere una ferita.<br />
Soluzione di ringer lattato: grazie alla composizione<br />
ricca di sali di potassio è in grado di<br />
aumentare il trofismo cutaneo.<br />
Iodopovidone diluito in acqua: ampio spettro<br />
antimicrobico, tossico per i fibroblasti, i globuli<br />
rossi e i globuli bianchi a meno che non<br />
sia notevolmente diluito. Può causare tossicità<br />
da iodio quando usato su ferite con notevole<br />
superficie.<br />
Soluzione di Lugoi (ipoclorito diluito in<br />
acqua): efficace contro stafilococco e streptococco,<br />
facilita il controllo dell’odore e liquefa<br />
il tessuto necrotico. Tossico sui fibroblasti, può<br />
causare erosioni alla cute sana circostante.<br />
Acido acetico: soluzione diluita d’aceto bianco<br />
in soluzione fisiologica (1-2%), può aiutare<br />
nel controllo della Pseudomonas e dell’odore.<br />
Tossico per i fibroblasti, può causare erosioni<br />
alla cute sana perilesionale.<br />
Perossido d’idrogeno diluito in acqua: causa<br />
detersione attraverso un’azione di effervescenza.<br />
Tossico per i fibroblasti, non deve essere<br />
zaffato in tragitti fistolosi per l’alto rischio<br />
d’embolia gassosa e non deve essere usato per<br />
irrigazione forzata a causa dei rischi d’enfisema<br />
sottocutaneo. Non ha potere antisettico.<br />
Agenti detergenti commerciali: la maggior<br />
parte contengono agenti attivi di superficie in<br />
quantità non tossiche per ripulire la superficie<br />
delle lesioni dai detriti.<br />
Ancora una volta attenzione alla sterilità. La<br />
sepsi è fondamentale perché oltre ad avere<br />
una lesione aperta l’ospite è in generale poco<br />
capace di gestire una colonizzazione batterica.<br />
Possono essere sufficienti guanti in lattice non<br />
sterili ma con essi non bisogna avere contatti<br />
con strumentario non sterile come lampade,<br />
micromotori, riuniti, cassetti. Bisogna farsi<br />
aiutare da personale qualificato o preparare<br />
tutto l’occorrente poggiandolo su un telino<br />
sterile e poi iniziare la detersione e la medicazione.<br />
Anche le soluzioni detergenti ed i<br />
disinfettanti dovrebbero essere mantenuti o in<br />
contenitori autoclavabili o nei propri contenitori<br />
originali possibilmente di dimensioni piccole,<br />
in modo da essere sostituiti con una certa<br />
frequenza. Usare poi spruzzette sterili come<br />
siringhe senza ago e mai alambicchi di dubbia<br />
provenienza e la cui punta è esposta agli agenti<br />
esterni o peggio messa sulle lesioni aperte.<br />
C’è da tenere presente che l’applicazione di<br />
una soluzione fredda può provocare vasocostrizione,<br />
con una conseguente riduzione dell’apporto<br />
nutrizionale del tessuto di granulazione,<br />
lo stop della mitosi (ferma al di sotto dei<br />
32°C), comparsa di sintomatologia dolorosa.<br />
E’ consigliabile usare soluzioni a 37°C.<br />
La cute perilesionale deve essere adeguatamente<br />
protetta e si deve evitare la secchezza<br />
usando solo creme idratanti specifiche.<br />
Principi fondamentali di una med. avanzata<br />
1. gestire l’ambiente umido all’interfaccia<br />
con la ferita;<br />
<strong>2.</strong> permettere lo scambio gassoso d’ossigeno,<br />
anidride carbonica e vapore acqueo;<br />
3. garantire l’isolamento termico (35-<br />
37°C);<br />
4. essere impermeabile ai microrganismi;<br />
5. non contenere particelle contaminanti;<br />
6. non aderire e quindi ridurre il trauma al<br />
momento del cambio;<br />
7. essere confortevole;<br />
8. avere alta assorbenza;<br />
9. essere sterilizzabile;<br />
10. essere monouso;<br />
11. avere intervalli di cambio sufficiente-