2. SCARICA: Le medicazioni nelle ulcere croniche - prima pagina
2. SCARICA: Le medicazioni nelle ulcere croniche - prima pagina
2. SCARICA: Le medicazioni nelle ulcere croniche - prima pagina
Create successful ePaper yourself
Turn your PDF publications into a flip-book with our unique Google optimized e-Paper software.
sente nei fluidi extracellulari. La proteasi<br />
è implicata in tutte le fasi della riparazione<br />
tissutale ed è stata ad essa associato un ruolo<br />
fondamentale nella regolazione del bilancio<br />
fra distruzione e sintesi dei tessuti. Così,<br />
mentre la degradazione controllata è necessaria<br />
per un normale processo riparativo,<br />
l’eccesso e/o la prolungata azione proteolitica<br />
è considerata lesiva e contribuisce alla cronicizzazione<br />
dell’ulcera stessa. Questa ipotesi<br />
è suggerita da diversi Autori che hanno esaminato<br />
e descritto i livelli di proteasi derivate<br />
dai neutrofili (elastasi, plasmino e metallo<br />
proteasi) negli essudati delle lesioni <strong>croniche</strong><br />
su <strong>ulcere</strong> su piede diabetico, su <strong>ulcere</strong> venose<br />
e da compressione. I risultati mostrano che,<br />
seppur presenti tutte, la proteasi predominante<br />
in termini di attività è la elastasi. Ciò avvalora<br />
l’ipotesi che tali lesioni restano “ferme” alla<br />
fase infiammatoria.<br />
Inoltre è stato ipotizzato che l’elevata attività<br />
proteasica presente <strong>nelle</strong> lesioni <strong>croniche</strong>,<br />
degrada i peptidi dei fattori di crescita rendendoli<br />
inattivi. Ricordiamo che i fattori di<br />
crescita trasformano i fattori “beta”, i fattori<br />
di crescita endoteliali vascolari e gli epidermici,<br />
presenti nei normali processi riparativi, per<br />
guidare la migrazione cellulare, la proliferazione,<br />
la sintesi proteica e la formazione della<br />
matrice extracellulare. Questo spiega perché i<br />
fattori di crescita esogeni possono accelerare<br />
la rimarginazione in lesioni acute, e rende<br />
conto dei limitati successi nel trattamento<br />
delle lesioni <strong>croniche</strong>, sebbene usati in alte<br />
dosi. Per tal motivo è stata proposta, in alternativa<br />
all’addizione<br />
di fattori di crescita<br />
esogeni, la modifica<br />
dell’ambiente superficiale<br />
dell’ulcera<br />
attraverso la riduzione<br />
del livello di proteasi,<br />
allo scopo di<br />
proteggere i fattori di<br />
crescita endogeni e<br />
permettere la prosecuzione<br />
del normale<br />
processo riparativo.<br />
3.4.3. La stimolazione dei processi riparativi<br />
La stimolazione dei processi riparativi trova<br />
la sua applicazione nella fase anabolica della<br />
riparazione tissutale: la fase proliferativa e la<br />
fase riparativa.<br />
La stimolazione può essere messa in atto con<br />
metodiche diverse quali: a) la stimolazione<br />
meccanica, b) l’applicazione locale di fattori<br />
di crescita, c) l’applicazione locale di prodotti<br />
dell’ingegneria tissutale, d) la protezione dei<br />
fattori di crescita endogeni.<br />
a) La stimolazione meccanica, secondo Trueta,<br />
consiste nell’abrasione del fondo e dei bordi<br />
della lesione, con garza sterile asciutta o con<br />
bisturi fino ad ottenere sanguinamento. Il principio<br />
su cui si basa questa tecnica, è rappresentato<br />
dalla possibilità di rimuovere in maniera<br />
meccanica i depositi di fibrina pericapillari,<br />
che fisicamente ostacolano sia l’arrivo che la<br />
diffusione dei fattori di crescita angiogenetici<br />
e di cellule ematiche che risultano essere indispensabili<br />
al fine dell’andamento del processo<br />
di guarigione. I vantaggi di questa tecnica<br />
sono: il basso costo e la possibilità di gestione<br />
diretta da parte dell’operatore anche se richiede<br />
un certo tempo di esecuzione ed esperienza<br />
da parte dell’operatore stesso per poter sortire<br />
gli effetti sperati.<br />
b) Applicazione locale di fattori di crescita<br />
tramite concentrato di piastrine disciolto in<br />
plasma. Il gel rilascia: PDGF (platelet derived<br />
growth factor) per azione mitogena ed<br />
angiogenetica; TGF-B (trasforming growth<br />
factor-beta) per la stimolazione dei fibroblasti<br />
e dei pro-osteoblasti; EGF (epidermal growth<br />
factor) per la stimolazione<br />
delle cellule<br />
mesenchimali ed epidermiche;<br />
IGF I/II<br />
(insulin like growth<br />
factor I/II) promotore<br />
della duplicazione<br />
cellulare.<br />
La sperimentazione<br />
ha dimostrato un<br />
aumento della vascolarizzazione<br />
tissutale<br />
incrementando l’an-<br />
55