2. SCARICA: Le medicazioni nelle ulcere croniche - prima pagina
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<strong>2.</strong>3. L’ulcera da decubito<br />
<strong>Le</strong> <strong>ulcere</strong> da decubito sono causate dall’azione<br />
combinata di pressione-confricazione ed<br />
immobilità-atonia che porta ad una riduzione<br />
della quantità di sangue e nutrienti <strong>nelle</strong> aree<br />
sottoposte ad un duplice trauma di stiramento<br />
e di attrito. Ciò avviene dove i tessuti molli<br />
vengono schiacciati tra una prominenza ossea<br />
ed un piano rigido d’appoggio. Maggiore è il<br />
tempo di permanenza su queste aree e maggiore<br />
sarà la sofferenza ed il conseguente danno<br />
arrecato ai tessuti. Questo danno è caratterizzato<br />
da un leggero arrossamento cutaneo<br />
(stato pre-ulcerativo) fino alla formazione di<br />
crateri profondi, con importante perdita di<br />
sostanza che può raggiungere l’osso.<br />
<strong>Le</strong> <strong>ulcere</strong> da decubito che interessano i talloni<br />
sono fra quelle più difficili da portare a guarigione<br />
a causa del limitato apporto ematico del<br />
distretto, irrorato da arteriole terminali.<br />
Il momento patogenetico fondamentale è rappresentato<br />
dalla esclusione funzionale di un<br />
distretto microcircolatorio più o meno esteso<br />
che non viene più irrorato perché sottoposto<br />
ad una compressione che occlude fisicamente<br />
i capillari. Tale condizione critica si verifica<br />
con valori tensiometrici di circa 30mm Hg.<br />
Lo stato ischemico che ne consegue è in grado<br />
di determinare turbe trofiche irreversibili solo<br />
se diventa persistente e quindi presuppone<br />
una situazione di immobilità totale o parziale<br />
dell’organismo o di trazione esercitata incongruamente<br />
sulla superficie corporea con una<br />
forza tale da superare i limiti di elasticità e di<br />
resistenza meccanica delle arteriole. La compressione<br />
fra piano di appoggio e prominenza<br />
ossea determina un collabimento meccanico<br />
dei vasi arteriosi del derma e fatti di trombosi<br />
per i quali la zona della cute ed i tessuti sottostanti<br />
restano esclusi dal circolo fino ad un<br />
vero e proprio infarto. E’ dimostrato che tale<br />
evento è ragione, più che della pressione esercitata,<br />
della sua durata: in un soggetto sano il<br />
mantenere una posizione ed una pressione su<br />
un distretto per un tempo prolungato evoca<br />
fastidio e dolore ed impone un cambiamento<br />
di posizione, anche di notte durante il sonno<br />
profondo. Tali cambiamenti posturali ovvia-<br />
mente non sono possibili in soggetti in stato<br />
comatoso o plegico.<br />
<strong>Le</strong> lesioni da decubito si realizzano in soggetti,<br />
specie se di età avanzata, nei quali oltre<br />
all’immobilità più o meno grave si aggiunge il<br />
mancato supporto neurotrofico vasculo-tissutale<br />
e carenze alimentari (carenze idrosaline,<br />
proteiche, disvitaminosi). Nei soggetti anziani<br />
la piaga da decubito è ritenuta una patologia<br />
terminale e un epifenomeno dell’exitus imminente.<br />
Altre cause sono da imputare a fattori<br />
dismetabolici ed ematologici.<br />
<strong>Le</strong> lesioni da decubito si possono riscontrare<br />
più raramente anche in soggetti giovani; le<br />
cause sono da imputare a deficit neurologici<br />
(es. tetraplegici), portatori di tutori ortopedici,<br />
elastocompressivi, o gessati malapplicati ed in<br />
grado di determinare sollecitazioni meccaniche<br />
anomale di trazione e compressione.<br />
Profilassi nell’ulcera da decubito<br />
• Movimentare il paziente regolarmente<br />
cambiando posizione almeno ogni ora,<br />
anche di notte<br />
• Utilizzare materassi antidecubito ad aria<br />
o ad acqua (sono inutili, anzi dannosi, velli<br />
di pecora naturali o artificiali)<br />
• Utilizzare cuscini appositi per tutelare il<br />
contatto fra gli arti inferiori e fra il tronco<br />
e gli arti superiori<br />
• Effettuare una accurata ispezione quotidiana<br />
delle zone esposte a decubito<br />
• Cambiare spesso le lenzuola che devono<br />
essere controllate più volte al giorno per<br />
assicurarsi che siano ben distese<br />
• Praticare almeno 2 volte al giorno massaggio<br />
locale <strong>nelle</strong> zone esposte (talloni, zona<br />
sacrale, etc.) con crema dermo adiuvante<br />
idratante (p.e. PODIDRAL, DIAPODIL)<br />
• Non usare mai prodotti a base alcolica<br />
per la detersione ma solo creme idratanti<br />
specifiche e saponi neutri<br />
• Dedicare attenzione all’igiene con acqua<br />
tiepida e disinfettante clorato a bassa concentrazione<br />
(soluzione di Lugoi) asciugando<br />
bene e delicatamente la cute.