2. SCARICA: Le medicazioni nelle ulcere croniche - prima pagina
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Approccio ortesico al piede complicato<br />
a. Valutazione dell’esito della protezione<br />
con feltraggio temporaneo (punto 5) <strong>nelle</strong><br />
aree di ipercarico.<br />
b. Progetto e realizzazione ortoplastia in<br />
silicone con shore medio/basso (10-22).<br />
Nella fase di progetto si procede ad ulteriori<br />
protezioni con feltraggio temporaneo e la<br />
rivalutazione del paziente almeno 1-2 volte<br />
in 2 settimane, mantenendo i feltraggi.<br />
c. Valutazione critica dei risultati conseguiti<br />
con feltraggio ed eventuale applicazione<br />
dell’ortoplastia. Controllo dopo 24h, 2gg.<br />
d. In caso di scarsi miglioramenti, di peggioramento<br />
della lesione pre-ulcerativa o<br />
ulcerativa o di comparsa di nuova lesione o<br />
sovrapposizione infettiva demandare prontamente<br />
al medico per integrare terapia<br />
chirurgica/farmacologica e per avvalersi<br />
di un ulteriore punto di vista in modo da<br />
condividere la responsabilità.<br />
e. In caso di segni iniziali di macerazione<br />
interdigitale ma con un miglioramento<br />
dello stato della lesione pre-ulcerativa o<br />
ulcerativa, eliminare il silicone in eccesso<br />
negli spazi interdigitali o sostituire l’ortoplastia<br />
in silicone con altra ortoplastia<br />
con shore più elevato (superiore al 22), con<br />
spessori più ridotti. Se non scompaiono i<br />
segni di macerazione reinviare dal medico.<br />
f. Il perdurare di un rischio macerazione<br />
interdigitale deve far ridurre l’applicazione<br />
dell’ortoplastia o sospenderne l’uso.<br />
g. Ad ogni modifica significativa dell’ortoplastia<br />
riprendere dal punto c.<br />
h. Standardizzato l’approccio ortesico o<br />
comunque dopo 30-60gg dall’applicazione<br />
dell’ortoplastia reinvio dal medico per condivisione<br />
dei risultati conseguiti.<br />
1.<strong>2.</strong> Protocollo<br />
Il piede complicato è per definizione un piede<br />
difficile, da studiare, mai banale, sempre ad<br />
alto rischio. Per tal motivo risulta essenziale<br />
un coordinamento fra l’attività podologica<br />
e quella medica. Il protocollo di approccio,<br />
presentato nei due riquadri a lato, risulta strategico<br />
perché condividere la responsabilità<br />
di un piede complicato vuol dire commettere<br />
meno errori, soprattutto se c’è uno scambio di<br />
opinioni ed obiettivi comuni. Ciò permette la<br />
creazione di un gruppo di lavoro in cui ognuno<br />
si avvale delle competenze reciproche.<br />
Professionalmente dunque il podologo deve<br />
vedere il cliente portatore di una malattia<br />
cronica (ipertensione venosa, arteriopatia<br />
obliterante, neuropatia, diabete, etc.) sempre<br />
come un soggetto a rischio di complicanze<br />
e deve per protocollo riferirsi al medico<br />
specialista (vascolare, diabetologo, ortopedico,<br />
reumatologo, etc.) come ad un partner<br />
imprescindibile per la cura del paziente. Allo<br />
stesso modo il medico specialista accoglie il<br />
podologo nel proprio gruppo di lavoro come<br />
un altro specialista a pari dignità, da coinvolgere<br />
nel trattamento preventivo, riabilitativo<br />
e curativo delle patologie dell’arto inferiore e<br />
della postura.<br />
In questo senso il protocollo podologico al<br />
piede complicato si arricchisce di un feedback<br />
prezioso col medico specialista attraverso<br />
pareri sintetici e precisi frutto della<br />
valutazione della deformità, delle zone di<br />
ipercarico, dei deficit posturali e di appoggio,<br />
della valutazione delle lesioni preulcerative,<br />
delle eventuali lesioni ulcerative e della valutazione<br />
del grado di rischio ulcerazione.<br />
Il trattamento del piede e la valutazione delle<br />
migliori soluzioni protettive, ortesiche, dermoadiuvanti<br />
e delle <strong>medicazioni</strong> appropriate<br />
devono portare alla formulazione e della<br />
scrittura della relazione podologica/riabilitativa.<br />
Si realizza così un percorso riabilitativo e preventivo<br />
in cui il paziente deve essere protetto<br />
dalle complicanze e dalle recidive attraverso<br />
opportuni presidi sanitari ed indicazioni per<br />
l’igiene e la profilassi.<br />
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