SCARICA IL VOLUME SU LESIONI CUTANEE ... - prima pagina
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anche un podologo nel team da affiancare al medico<br />
visto che c’è una “E/O” che non impone una esigenza,<br />
una appropriatezza e una efficacia della compresenza<br />
integrata del podologo.<br />
Dunque il podologo nelle linee guida diabetologiche<br />
italiane NON viene visto come una figura necessaria,<br />
ma opzionale, giustificando e consolidando il vuoto nel<br />
sistema sanitario nazionale espresso dall’assenza del<br />
podologo nelle strutture pubbliche e nei LEA.<br />
Questa assenza rende difficile la prescrizione della<br />
migliori scarpe e del migliore presidio plantare per<br />
la prevenzione <strong>prima</strong>ria o secondaria o per lo scarico<br />
delle lesioni cutanee. Quindi difficile il progetto ed il<br />
monitoraggio dei presidi ortesici. Difficile la valutazione<br />
dei fattori predittivi di ulcerazione, delle iperpressioni<br />
plantari e dei fattori di rischio.<br />
6.2. Scarsa conoscenza delle metodiche avanzate<br />
Altra questione riguarda l’applicare delle metodiche<br />
avanzate senza conoscerle (a fondo), che comporta un<br />
ingente spreco di risorse e solitamente scarsi risultati clinici<br />
in termini di costo/efficacia. Questo è un problema<br />
trasversale di tutte le professioni sanitarie.<br />
Spesso infatti si utilizzano metodiche (medicazioni<br />
avanzate, procedure di debridement, terapie complementari)<br />
che hanno solitamente un costo elevato per<br />
la collettività o per il paziente, che non si applicano in<br />
maniera corretta. Lo studio della soluzione migliore e<br />
della sua corretta applicazione, sono essenziali per massimizzare<br />
gli effetti benefici e ridurre i tempi di guarigione,<br />
nell’ottica di una valutazione critica dei risultati.<br />
E’ stato dimostrato da un lavoro randomizzato controllato<br />
prospettico multicentrico di buona qualità e forza, che<br />
la variazione percentuale della superficie delle lesioni<br />
cutanee in ulcere nel piede diabetico su un periodo di 4<br />
settimane è un forte predittore di guarigione completa<br />
entro le 12 settimane (Sheehan).<br />
Questo lavoro suggerisce che metodiche applicate per<br />
un tempo di 4 settimane devono portare un beneficio.<br />
Altrimenti è appropriato fare un passo indietro nell’algoritmo<br />
del TIME e rivalutare criticamente il percorso<br />
clinico assistenziale progettato o la sua qualità.<br />
Questo semplice strumento può servire come guida<br />
clinica nella cura delle ulcere del piede diabetico per<br />
identificare in anticipo i pazienti che possono non<br />
rispondere agli standard di cura applicati e che possono<br />
aver bisogno di trattamenti aggiuntivi o diversi.<br />
Comunque, lo stabilire dei metodi che indichino la<br />
completa guarigione della lesione potrebbe dare ai clinici<br />
uno strumento prezioso per progettare un piano di<br />
trattamento per pazienti con diabete ed ulcere al piede.<br />
Per di più, indicatori di guarigione validati potrebbero<br />
anche servire come obiettivo sostitutivo nella valutazione<br />
di un nuovo trattamento e permettere un progetto<br />
efficiente negli studi clinici (Sheehan).<br />
Questo risultato può essere relativamente generalizzato<br />
nel senso che è appropriato attivare una valutazione<br />
critica dei percorsi assistenziali erogati funzione dei<br />
risultati ottenuti a 4 settimane anche per le ulcere venose.<br />
Infatti analogo lavoro di ricerca è stato sviluppato da<br />
Kantor, in uno studio multicentrico che ha permesso di<br />
valutare la variazione percentuale dell’area della lesione<br />
venosa all’arto inferiore, come indice prognostico di<br />
guarigione a 24 settimane.<br />
Questo è uno studio di coorte retrospettivo, su dati presi<br />
da un altro lavoro multicentrico randomizzato condotto<br />
su 104 pazienti. Le ferite sono state misurate utilizzando<br />
planimetria digitale ogni 4 settimane dopo l’inizio della<br />
cura ed è stato verificato che nelle 24 settimane le ulcere<br />
che “tendevano a guarire” sarebbero andate poi a guarigione<br />
completa (Kantor).<br />
6.3 Visione parziale di un problema complesso<br />
La storia delle Linee Guida al piede diabetico ha come<br />
pietra miliare il Documento di Consenso (Consensus),<br />
resistito fino al 2004 nonostante il metodo “classico” di<br />
scrittura del volume. Esso infatti assomiglia molto più<br />
ad una linea guida basata sull’opinione degli Autori più<br />
che di un moderno strumento per orientare la pratica<br />
clinica verso le migliori prove scientifiche disponibili,<br />
non includendo inoltre una dichiarazione esplicita<br />
sulla qualità delle informazioni utilizzate (“Levels of<br />
evidence”) e l’importanza/rilevanza/fattibilità/priorità<br />
della loro implementazione (“Strenght of recommendation”).<br />
Questo volume, aggiornato dal 1996 al 2004 dal<br />
Gruppo di Studio Internazionale sul Piede Diabetico,<br />
presenta infatti alcune pecche molto dibattute dalle<br />
professioni sanitarie non mediche.<br />
Infatti la grande iniziativa partita sulla spinta dell’interessamento<br />
dell’OMS al problema piede diabetico fu<br />
pensata come un’operazione culturale e scientifica su<br />
un tema già allora scottante.<br />
Il Comitato Promotore si occupò inizialmente dell’individuazione<br />
di un Panel di Esperti che però si limitò<br />
ad esprimere opinioni ed a sintetizzarle nel volume,<br />
invece che partire dalle Evidenze e dalle Linee Guida<br />
disponibili, sviluppare momenti di discussione e verifica<br />
delle informazioni raccolte sui diversi aspetti delle<br />
tecnologie sanitaria, definire lo stato dell’arte e produrre<br />
raccomandazioni per la pratica clinica.<br />
Fu permessa infatti solo una parziale discussione nei<br />
gruppi di studio e non fu consentita la quantificazione<br />
del “grado di accordo” della Giuria della Conferenza, la<br />
rappresentanze dei cittadini/utenti, l’attenzione ai costi,<br />
ai rischi ed ai benefici delle pratiche cliniche.<br />
Quindi quel Consensus sul piede diabetico è risultato<br />
essere un documento di approccio generale e di guida<br />
pratica sull’argomento piede diabetico, più che un vero<br />
Documento di Consenso o una Linea Guida che rappresentasse<br />
invece raccomandazioni di comportamento<br />
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