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70<br />

Ricordiamo che la contaminazione si riferisce alla<br />

presenza di batteri che non si replicano attivamente.<br />

La colonizzazione si riferisce alla presenza di batteri in<br />

attiva replicazione che però non determinano reazione<br />

nell’ospite. Si parla invece di colonizzazione critica<br />

se è stimolata la risposta immunitaria locale ma non<br />

sistemica.<br />

Possiamo identificare una fase “acuta purulenta” e<br />

subacuta. Nella fase acuta potrebbe essere consigliabile:<br />

l’irrigazione con iodio assorbito su polivinilpirrolidone<br />

(iodopovidone) + perossido di idrogeno a 5 volumi<br />

(H 2 O 2 ) al 50%, la detersione con garza sterile<br />

asciutta, l’irrigazione con soluzione di ipoclorito allo<br />

0,05%, il tamponamento con garza sterile asciutta, il<br />

posizionamento di garza sterile con applicazione locale<br />

di crema batteriostatica, o medicazioni all’argento o<br />

al carbone. Tale tipo di medicazione dovrebbe essere<br />

cambiata almeno ogni 12 ore.<br />

Nella fase sub-acuta, quando la cellulite perilesionale<br />

si è ridotta e i segni locali di infezione sono in via di<br />

riduzione, si potrebbe consigliare di medicare ogni 12<br />

ore con garza sterile. Nel caso si usi una medicazione<br />

semiocclusiva antibatterica il cambio può avvenire<br />

anche ogni 24 ore.<br />

Quando il tessuto non è ancora granuleggiante, la<br />

detersione potrebbe consistere semplicemente nell’irrigazione<br />

con Iodopovidone all’1% (JBI) e/o nell’irrigazione<br />

con soluzione fisiologica o soluzione di<br />

Ipoclorito allo 0,05%, tamponamento con garza sterile<br />

asciutta. Poi la medicazione non occlusiva o semiocclusiva<br />

all’argento o al carbone attivo ogni 24/48 ore.<br />

Nella scelta dell’antisettico, si deve tener conto che, a<br />

fronte di una capacità battericida supposta, esiste sempre<br />

una concomitante istolesività. In ogni caso rimane<br />

di fondamentale importanza il cambio piuttosto frequente<br />

delle medicazioni.<br />

Il termine medicazione può di per sé creare confusione<br />

poiché esso sottende il concetto di applicazione<br />

di un “medicamento” che avrebbe il compito di<br />

far “guarire”. Nella realtà dei fatti la lesione non<br />

guarisce perché qualcosa dall’esterno la fa guarire,<br />

ma perché si attivano le proprietà riparative e rigenerative<br />

al livello perilesionale in modo da innescare<br />

la riparazione tissutale; in effetti, è più corretto<br />

affermare che la lesione guarisce in maniera spontanea<br />

a meno che non vi siano fattori ostacolanti.<br />

Il ruolo della medicazione, che gli anglosassoni definiscono<br />

più correttamente dressing (rivestimento), è<br />

quello di promuovere e mantenere le migliori condizioni<br />

locali affinché il complesso processo di riparazione<br />

tissutale possa avere inizio e proseguire senza<br />

ostacoli fino alla completa guarigione della lesione,<br />

nonché di proteggere la stessa da contaminazioni di<br />

tipo ambientali e supportarne il monitoraggio.<br />

Caso Clinico 17<br />

Donna cinquantenne, diabetica da 5 anni, neuropatia<br />

in fase subclinica. Ulcera con infezione<br />

superficiale per ipercheratosi interdigitale suppurata.<br />

La terapia podologica ha consentito lo scarico<br />

della lesione con ortoplastia in silicone (in shore<br />

20) risolvendo il caso in una settimana (ultima<br />

foto). Detersione con iodopovidone e soluzione di<br />

Ipoclorito allo 0,05% e medicazione con garza.

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