SCARICA IL VOLUME SU LESIONI CUTANEE ... - prima pagina
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Caso Clinico 11<br />
Donna settantenne, diabetica da 25, neuropatica,<br />
con arteriopatia ostruttiva. Ulcera ischemica apicale<br />
alluce piede sx; lesione preulcerativa di origine<br />
microtraumatica per aver usato scarpe da passeggio.<br />
La signora vede poco (retinopatia diabetica), è<br />
limitata nei movimenti, non è aiutata dalla famiglia<br />
(vive sola), soffre molto. Per quanto attiene la terapia<br />
podologica, esegue 2 bagni/die in 4l d’acqua tiepida<br />
e 1/2 tappo di disinfettante a base di sodio ipoclorito<br />
per 5 min (i bagni di Ipoclorito allo 0,05% hanno<br />
buona efficacia antisettica e bassa istolesività) e copre<br />
con garza grassa; non adotta altri presidi o dressing<br />
perché non riuscirebbe da sola; viene a studio ogni<br />
settimana per un mese per debridment eseguito con<br />
alginato e film semipermiabile applicato sulla parte<br />
senza caricare per un’ora. Successivamente l’ulcera<br />
viene detersa con soluzione fisiologica e medicata con<br />
trittico e crema fibrinolitica (collagenasi). Vengono<br />
prescritte ed erogate inizialmente scarpe di classe 3<br />
con suola morbida, cappelletto in pelleflex e plantare<br />
a contatto totale su calco avvolgente morbido per<br />
vasculopatici. La lesione guarisce in 40 gg.<br />
Alla lettera d) andrebbero i metodi biologici di<br />
sbrigliamento (larve di mosca) non ancora permessi<br />
in Italia.<br />
Se è presente tessuto di granulazione, potrebbe danneggiarsi<br />
con uno sbrigliamento troppo violento o con<br />
l’uso di un disinfettante. Lo sbrigliamento potrebbe<br />
essere invece inefficace se viene usata poca energia. Il<br />
compromesso viene trovato sulla base delle condizioni<br />
dell’ulcera (presenza di un fondo libero e granuleggiante,<br />
di escara necrotica, di fibrina, di slough, di un<br />
processo infettivo in atto, etc.), delle sue caratteristiche<br />
e dall’esperienza dell’operatore.<br />
In un’ulcera ischemica o su una da pressione durante la<br />
<strong>prima</strong> fase di essudazione e/o necrosi è fondamentale<br />
assicurare un buon apporto ematico <strong>prima</strong> della rimozione<br />
del materiale necrotico. In una ulcera ischemica è<br />
quindi raccomandata la rivascolarizzazione <strong>prima</strong> dello<br />
sbrigliamento chirurgico, utilizzando nel frattempo<br />
metodi di debridment meno traumatici. Successivamente<br />
(dopo compenso o rivascolarizzazione) si cercherà di<br />
esporre il tessuto sano del fondo dell’ulcera e dei<br />
margini, risparmiando quanto più è possibile i tessuti<br />
ancora vitali. Quest’azione è eseguita sotto controllo e<br />
responsabilità medica.<br />
Il debridement chirurgico demolitivo (ad esclusiva<br />
pertinenza e responsabilità medica) è d’elezione in<br />
presenza di infezione profonda.<br />
In un’ulcera neuropatica il debridment deve comprendere<br />
anche la rimozione incruenta delle ipercheratosi<br />
cutanee (curettage podologico, EWMA 04).<br />
Si effettua il risciacquo/detersione dell’ulcera con<br />
abbondante soluzione fisiologica e quindi la riduzione<br />
del carico pressorio mediante riposo, crucce, sedia a<br />
rotelle, gambaletto di scarico inamovibile o in seconda<br />
analisi rimovibile, o in terza analisi scarpa speciale. In<br />
presenza del rifiuto da parte del paziente di soluzioni<br />
più adeguate e protettive è necessario adottare almeno<br />
scarpa di classe 3 e plantare di scarico a contatto totale<br />
su calco avvolgente ed eventualmente ortoplastia<br />
podologica in silicone (cfr. protocollo pag. 14).<br />
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