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Oggi la tecnologia consente di valutare l’efficacia del<br />

plantare anche grazie a strumenti di rilevazione delle<br />

pressioni plantari all’interno delle calzature, senza<br />

interferenze durante la deambulazione (mancanza del<br />

contenimento, propriocezione alterata, etc.). Questi<br />

sistemi, ancora non validati, utilizzano una solettasensorizzata<br />

piatta che, inserita nella scarpa, misura la<br />

pressione della superficie plantare durante la deambulazione<br />

senza e con correzione ortesica o ortoplastica.<br />

Anche la presa del calco in carico statico o in scarico<br />

totale è una manovra importante in quanto solo prendendo<br />

correttamente l’impronta del piede in neutra<br />

sarà possibile ottenere un “positivo” il più possibile<br />

compensato da eventuali vizi di atteggiamento.<br />

Per la costruzione della scarpa su misura il podologo<br />

può essere chiamato a rilevare le misure del piede.<br />

Facendo l’impronta su carta podografica, si rileva la<br />

calzata (circonferenza metatarsale), la circonferenza<br />

planto-dorsale a livello del mesopiede, la passata<br />

(circonferenza dal tallone al dorso del piede, nella<br />

porzione più prominente). Alcuni prendono anche la<br />

lunghezza fra centro del tallone e centro dell’alluce<br />

passando medialmente, tenendo teso il metro. Questi<br />

dati vanno trasmessi al tecnico ortopedico per la realizzazione<br />

della scarpa su misura.<br />

Il calco può essere fatto attraverso quattro tecniche:<br />

una che si avvale di scanner tridimensionale e fresatrice<br />

automatica CAD-CAM 3D, la seconda più tradizionali<br />

si avvale dell’uso di schiume fenoliche (con<br />

calco in posizione assisa) e modello in gesso, la terza è<br />

la tecnica a lievitazione (vedi foto), la quarta in calco<br />

dinamico con l’uso di plastilina.<br />

I plantari a contatto totale su calco a lievitazione possono<br />

offrire una valida alternativa per le loro caratteristiche<br />

di corrispondenza con l’impronta del piede non<br />

preso in neutra, che viene corretta attraverso l’applicazione<br />

di speronature e cunei posti sotto il plantare,<br />

scarichi e morbide coperture in materiale anti shock<br />

SCD di 2-6 mm.<br />

Ai plantari di scarico si aggiungono le ortoplastie<br />

metatarsali, interdigitali e/o sovradigitali che possono<br />

offrire uno scarico digitale e plantare alternativo o<br />

aggiuntivo, aiutando a proteggere le dita apicalmente o<br />

dorsalmente, o la pianta del piede. Infatti le ortoplastie<br />

possono essere anche sottili pochi decimi di millimetro<br />

nelle aree di ipercarico ridistribuendo su un’area di<br />

appoggio maggiore lo stesso carico che <strong>prima</strong> insisteva<br />

su un punto specifico. Esse sono modellate in carico<br />

parziale attraverso la deambulazione col silicone in<br />

reticolazione (Slater, Scirè).<br />

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