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nella stazione eretta, un rischio maggiore di cadute<br />

e di traumi durante la deambulazione, un’alterazione<br />

dell’andatura. Quando si parla di biomeccanica si<br />

pensa normalmente ad una valutazione strumentale<br />

della deambulazione, del passo o dell’appoggio plantare.<br />

In realtà, molto spesso, la <strong>prima</strong> valutazione<br />

biomeccanica è clinica.<br />

Per una corretta valutazione del paziente diabetico<br />

è necessario soffermarsi non solo sulle alterazioni<br />

biomeccaniche del piede o di una sua porzione,<br />

Caratteristiche plantare per piede complicato<br />

Realizzazione accurata esame baropodometrico in<br />

statica e dinamica, a piedi nudi e successivamente<br />

per verifica con scarpa e presidio realizzato.<br />

Realizzazione accurata del calco in neutra.<br />

Multistrato: almeno due strati.<br />

Strato rigido: da 100 a 200 shore.<br />

Strato superficiale confortevole (p.e. PPT o SCD).<br />

Strato eventuale intermedio a rigidità medio/bassa.<br />

Grande cura nell’annullamento delle possibili spine<br />

irritative (grande confortevolezza superficiale)<br />

soprattutto nei malati neuropatici e vasculopatici.<br />

Grande cura nella scultura delle zone di scarico o di<br />

ripartizione dei carichi (p.e. speronature).<br />

Istruzioni all’uso del presidio ortesico con la individuazione<br />

delle scarpe adatte (funzione della classe<br />

di rischio) e prove fatte con la collaborazione e la<br />

consulenza del professionista (mai lasciare il paziente<br />

solo durante il primo uso del presidio).<br />

Primo Follow up ravvicinato max a 24-48 ore.<br />

Secondo Follow up ad 1 settimana, poi dopo 1 mese<br />

e quindi anche dopo 3 mesi.<br />

Ad ogni modifica significativa ripetere il follow up.<br />

ma anche valutare la presenza di eventuali condizioni<br />

patologiche a carico di tutto l’arto inferiore e<br />

del rachide, evidenziando così eventuali scoliosi,<br />

artrosi associate a deformità ed a deviazioni assiali,<br />

deviazioni torsionali del cingolo pelvico e scapolare,<br />

dismetrie e/o eterometrie funzionali dell’arto inferiore<br />

che possono influenzare il ciclo del passo e le<br />

modalità di appoggio. Quindi alla base della valutazione<br />

biomeccanica del piede c’è sempre un esame<br />

clinico posturale dell’intera persona.<br />

Caratteristiche delle scarpe e plantari nelle 4 classi di rischio ulcerazione nel piede complicato<br />

Classe 0 (utilizzabili nella terapia podologica) Classe 2<br />

Calzatura normale Plantare su calco a contatto totale<br />

Comoda e possibilità di alloggio per il plantare Fonde o Extrafonde, pelle morbida termoformabile<br />

Accogliente per le dita Eventualmente con cappelletto in setaflex<br />

E’ preferibile con allacciatura o a strappo Eventualmente con suola a pivot o morbida<br />

Classe 1 Classe 3 (vedi foto in alto)<br />

Misura adeguata della calzata sulle dita Plantare su calco a contatto totale avvolgente<br />

Fonde per un buon alloggio per il plantare Extrafonde<br />

In pelle morbida termoformabile e/o in setaflex Con cappelletto in setaflex o in pelleflex<br />

Allacciata o a strappo, suola morbida o semirigida Suola rigida a barchetta o morbida<br />

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