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42<br />

Ancora da studiare sono i risultati nell’applicazione<br />

di plantari propriocettivi nel trattamento di deficit<br />

posturale, in assenza di polineuropatia diabetica.<br />

In presenza di neuropatia diabetica sono prescrivibili<br />

plantari di scarico, meglio se a contatto totale, in cui<br />

siano ridotti i rischi di spine irritative.<br />

In conclusione nella determinazione del fattore di<br />

rischio ulcerazione in un soggetto diabetico, bisogna<br />

registrare in cartella un commento esplicativo seguito<br />

da un numero sintetico (0, 1, 2, 3), prescrivere la terapia<br />

podologica (crema idratante, prodotti dermoadiuvanti,<br />

presidi sanitari) e la data della successiva visita.<br />

Se il paziente non ha rischio ulcerazione (classe 0) lo<br />

si può vedere a distanza di 2-12 mesi, ma se ha deficit<br />

di appoggio, si può avere l’esigenza di intreventi<br />

podologici ripetuti a breve distanza (anche inferiori al<br />

mese). Se invece il soggetto non ha esigenze particolari<br />

ma ha un fattore di rischio maggiore di 0, dovrà programmare<br />

la sua visita podologica di controllo almeno<br />

4 volte l’anno.<br />

All’aumentare del fattore di rischio (in presenza di<br />

neuropatia, di vasculopatia, di deformità, di pregressa<br />

ulcera) i tempi massimi di controllo si riducono, diventando<br />

anche mensili, se le necessità debbano suggerire<br />

al podologo particolari attenzioni o precauzioni.<br />

2.7.2. In presenza di ulcera al piede<br />

Al palesarsi di una lesione, secondo gli Esperti, è<br />

necessario sfruttare appieno le potenzialità offerte<br />

dalle tecniche e tecnologie podologiche per permettere<br />

al paziente diabetico neuropatico ulcerato<br />

di mantenere almeno una parziale autonomia e<br />

possibilità deambulatoria (Dorresteijn, Frykberg,<br />

Matwa, Valk). Imporre esclusivamente il riposo<br />

per guarire una ulcera neuropatica, non permette<br />

di ripararsi dalle recidive. Se non c’è infezione<br />

il medico, prescritta la terapia, dovrebbe infatti<br />

affidare il paziente ad un podologo competente; il<br />

podologo a sua volta dovrebbe progettare la terapia<br />

podologica analizzando e suggerendo i presidi più<br />

adatti al caso: grucce, sedia a rotelle, gambaletti<br />

(total contact cast, air cast), o in alternativa scarpe<br />

speciali, o ancora in alternativa plantari e scarpe<br />

di classe 3 funzione del tipo di lesione ed eventualmente<br />

ortoplastie. Tutto questo, in sinergia col<br />

parere del medico, potrebbe consentire di mantenere<br />

le autonomie e di camminare, seppur con delle<br />

importanti limitazioni.<br />

In particolare imporre il riposo forzato sarebbe da<br />

evitare, se è possibile, per almeno quattro motivi. In<br />

primo luogo per una contraddizione con la necessità

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