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38<br />

Caso Clinico 6<br />

Donna ultrasessantenne, diabetica da 25 anni,<br />

arteriopatica, neuropatica. Pregresse ulcerazioni<br />

plantari, apicali e dorsali sulle interfalangee prossimali<br />

del V dito piede dx, successivamente amputato<br />

per sovrapposizione infettiva. Secondo prassi la<br />

paziente porta plantare a contatto totale avvolgente<br />

su calco in scarpa di classe 3 con suola morbida e<br />

cappelletto in setaflex/pelleflex.<br />

Lesione ulcerativa neuropatica al secondo dito a<br />

martello piede sx. L’ulcera superficiale è andata<br />

rapidamente a buon fine (già dopo due settimane)<br />

con ortoplastia di protezione in shore 20. Si vede la<br />

lesione in avanzato stato di riepitelizzazione.<br />

Nelle altre due foto un evento microtraumatico al<br />

piede dx estremamente pericoloso, tra l’altro, perché<br />

un evento analogo è stato causa di amputazione<br />

del quinto dito. Il quarto dito, ulcerato per uso di<br />

ciabatta incongrua, è andato a guarigione in pochi<br />

giorni con una ortoplastia di protezione avvolgente<br />

(sempre in shore 20). Ricordiamo che la signora già<br />

porta scarpe con cappelletto in setaflex/pelleflex.<br />

In 5 anni di controlli non c’è stata re-ulcerazione.<br />

Caso Clinico 7<br />

Uomo ultrasessantenne, diabetico da 25 anni, neuropatico,<br />

dializzato da 3 anni.<br />

Lesione sotto al polpastrello dell’alluce per insufficienza<br />

del primo raggio a causa della riduzione del<br />

ROM articolare e la relativa limitazione in flessione<br />

dorsale durante la propulsione sulla I MF. Secondo<br />

prassi il paziente porta plantare avvolgente a contatto<br />

totale su calco in scarpa di classe 3 con suola<br />

rigida a barchetta. Rifiuta gambaletto di scarico o<br />

talus. La lesione ulcerativa non riesce ad andare a<br />

guarigione da oltre 8 mesi. Buono l’apporto ematico<br />

nel distretto.<br />

La terapia podologica si sviluppa su due fronti:<br />

riduzione del microtraumatismo con ortoplastia<br />

in shore 20; applicazione di medicazione avanzata<br />

occlusiva a base di schiuma e matrice modulante di<br />

proteasi. Il cambio della medicazione avviene per la<br />

<strong>prima</strong> settimana ogni giorno (per fronteggiare l’intenso<br />

essudato), poi avviene ogni due giorni facendola<br />

sempre precedere da irrigazioni con garza<br />

sterile e soluzione fisiologica (si nota il problema<br />

della conformabilità della medicazione sulle dita).<br />

L’ortoplastia non è stata più rimossa, se non di<br />

notte andando a letto. Dopo due settimane la lesione<br />

appare detersa ed in avanzata riepitelizzazione.<br />

Dopo 45 gg completamente rimarginata.<br />

Dopo un anno l’ortoplastia è stata sostituita con<br />

una a shore 30 per avere minori spessori e maggiore<br />

resistenza all’usura. L’ortoplastia compensa<br />

l’insufficienza del primo raggio ridistribuendo i<br />

carichi sotto la I MF ed i primi due raggi.<br />

Risolta la lesione il paziente ha indossato scarpe di<br />

classe 1 e plantare a contatto totale e ortoplastia<br />

sostituendo quelle di classe 3 che gli procuravano<br />

intensi fastidi alle articolazioni per la suola rigida<br />

a barchetta.<br />

Nessuna recidiva a distanza di 3 anni.

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