SCARICA IL VOLUME SU LESIONI CUTANEE ... - prima pagina
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2.4. L’ulcera d’origine arteriosa<br />
Le ulcere arteriose sono quelle lesioni trofiche degli arti<br />
inferiori che appaiono in soggetti portatori di arteriopatia<br />
obliterante in cui vi sia una riduzione del lume vasale<br />
superiore al 50% o per un deficit irrorativo secondario<br />
a processi flogistico-trombotici recidivanti delle arterie<br />
di medio e piccolo calibro (ulcere burgeriane) o per un<br />
distacco di emboli (ulcere emboliche). In tal caso la<br />
compromissione emodinamica macrocircolatoria è di<br />
tale entità da rendere inefficace qualsiasi meccanismo<br />
di adattamento compensatorio del circolo collaterale e<br />
del microcircolo alla turba ischemica.<br />
Sotto l’aspetto anatomico possiamo individuare zone<br />
riccamente vascolarizzate, grazie ad un complesso sistema<br />
di anastomosi, ed altre zone meno vascolarizzate<br />
come ad esempio il dorso del piede, la faccia laterale<br />
del calcagno, la faccia mediale dell’alluce, la faccia<br />
laterale delle altre dita. Solitamente in tali zone si<br />
vanno a ricercare i primi segni. Infatti il danno ischemico<br />
si rende responsabile di una serie di alterazioni<br />
tissutali, che conducono all’ulcera, fra le quali manifestazioni<br />
eritemato-cianotiche-edematose in sedi tipiche<br />
(metatarsi, dita, regioni calcaneari e perimalleolari).<br />
La sintomatologia soggettiva è costituita da dolori<br />
terebranti, urenti, claudicatio intermittens, generalmente<br />
con scarsa autonomia, con incremento in posizione<br />
clinostatica e decremento in posizione declive o eseguendo<br />
alcuni passi. Il dolore potrebbe essere ridotto o<br />
assente nei soggetti diabetici neuropatici.<br />
Fra questo tipo di ulcere annoveriamo anche quelle<br />
che, con un’insorgenza acuta e spontanea hanno un<br />
carattere necrotico-ulcerativo.<br />
All’inizio, la malattia arteriosa periferica non dà sintomi<br />
(si valuta una maggiore secchezza cutanea, riduzione<br />
del pannicolo adiposo sottocutaneo, riduzione di<br />
attività degli annessi cutanei, le lesioni tardano a guarire)<br />
ma, peggiorando, può causare crampi ai polpacci<br />
(claudicatio intermittens) anche a riposo, necrosi.<br />
Esiste una classificazione di Fontaine–Leriche (vedi<br />
tabella), che suddivide in stadi l’arteriopatia obliterante<br />
cronica ostruttiva degli arti inferiori: il primo stadio è<br />
asintomatico o con dolore da sforzo intenso, definito<br />
preclinio (parestesie da sforzo o da mantenimento prolungato<br />
della stazione eretta; sensazione di freddo alle<br />
estremità); nel secondo stadio l’esercizio muscolare<br />
determina dolore (claudicatio intermittens).<br />
Questo stadio si suddivide ulteriormente nello stadio<br />
2a) per autonomia nel cammino superiore ai 150 metri<br />
e lo stadio 2b) per autonomia inferiore ai 150 m e<br />
tempo di recupero superiore ai 3 minuti.<br />
Nello stadio terzo abbiamo comparsa di dolore a riposo<br />
in clinostatismo (dolore anche notturno), causato<br />
dalla grave ipossia cutanea e dalla neurite ischemica; si<br />
denota un quadro di ischemia arteriosa assoluta in cui<br />
si associano alterazioni del trofismo e del colorito cutaneo<br />
(segni eritemato-cianotici-edematosi); nello stadio<br />
quarto abbiamo una ischemia critica, marcata ipossia e<br />
acidosi, lesioni trofiche, necrosi e/o gangrene.<br />
Le ulcere si localizzano spesso sui talloni, sulle dita e<br />
sui malleoli, ed evolvono verso la formazione di una<br />
placca di fibrina <strong>prima</strong> bianca (vedi foto, uomo diabe-<br />
Secondo Fontaine–Leriche, esistono quattro stadi nell’arteriopatia obliterante cronica degli arti inferiori:<br />
Stadio Eliminazioni fattori di rischio e terapia<br />
1) malattia occlusiva arteriosa senza sintomi podologica e medica<br />
2) claudicatio intermittens su percorsi 2a) > 150m 2b) < 150 m podologica e chirurgica vascolare<br />
3) claudicatio e comparsa di dolore a riposo in clinostatismo podologica e chirurgica vascolare<br />
4) ischemia critica, lesioni trofiche, necrosi e/o gangrene podologica e chirurgica per salvataggio arto<br />
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