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te o capace di usare ortoplastie in silicone). Anche questa<br />

procedura ha ovviamente dei rischi. I rischi sono<br />

la macerazione interdigitale se non asciugati accuratamente,<br />

il deterioramento o il malposizionamento del<br />

feltro o gli eventuali effetti irritativi che lo stesso può<br />

provocare a causa del collante (foto pag 16, 35).<br />

Il feltraggio dunque può essere lasciato più giorni ma<br />

non deve limitare la toiletta, deve essere tamponato<br />

accuratamente per non lasciare umidità e applicato<br />

lontano dalle radici delle dita per evitare macerazione;<br />

il paziente deve essere informato che ad ogni<br />

2 Protocollo per ortoplastie al piede complicato<br />

(Scirè, Slater)<br />

a. In assenza di lesioni di continuo: realizzazione<br />

di protezione/scarico delle zone di ipercarico con<br />

feltraggio temporaneo come test per l’eventuale<br />

ortoplastia in silicone di protezione (fase di simulazione,<br />

vedi foto pag. 16, 35).<br />

b. A distanza di 24/48 ore valutazione dell’esito della<br />

protezione/scarico con feltraggio temporaneo (nelle<br />

aree di ipercarico in stato preulcerativo)<br />

c1. In assenza di lesioni di continuo: progetto e<br />

realizzazione ortoplastia in silicone di protezione/<br />

scarico con shore medio/basso (10-20) a partire dall’esperienza<br />

realizzata con la simulazione (feltraggio<br />

temporaneo)<br />

c2. In presenza di lesioni di continuo o di lesioni<br />

ulcerative interfacciarsi col medico <strong>prima</strong> di realizzare<br />

protezioni ed ortoplastie in silicone<br />

d. Realizzata l’ortoplastia valutarla criticamente a<br />

distanza di 24-48 ore, 1 set, 2 sett<br />

e. In caso di scarsi miglioramenti, di peggioramento<br />

della lesione preulcerativa o ulcerativa o sovrapposizione<br />

infettiva (batterica/micotica) sospendere l’uso<br />

della ortoplastia e demandare prontamente al medico<br />

per integrare terapia chirurgica/farmacologica e<br />

per avvalersi di un ulteriore punto di vista<br />

f. In caso di segni iniziali di macerazione interdigitale<br />

ma con un miglioramento dello stato della lesione<br />

preulcerativa o ulcerativa, eliminare il silicone in<br />

eccesso negli spazi interdigitali o sostituire l’ortoplastia<br />

in silicone con altra ortoplastia con shore più<br />

elevato (superiore al 20), con spessori più ridotti. Il<br />

perdurare di un rischio di macerazione interdigitale<br />

si deve segnalare al medico e, nel frattempo, si indica<br />

al paziente di ridurne l’applicazione o sospenderne<br />

l’uso.<br />

g. Ad ogni modifica significativa dell’ortoplastia<br />

riprendere dal punto d.<br />

h. Standardizzato l’approccio ortesico o comunque<br />

dopo 30-60gg dall’applicazione dell’ortoplastia<br />

inviare nuovamente al medico per condivisione dei<br />

risultati.<br />

incertezza, fastidio, arrossamento o se la protezione si<br />

sporca o si sposta è opportuno rimuoverla, chiamare il<br />

podologo e recarsi a visita. Studiati i fattori di rischio<br />

trattabili podologicamente (p.e. deficit posturali o<br />

deambulatori, ipercarichi, deformità, stress con la<br />

scarpa, conflitti apicali, interdigitali, dorsali, plantari,<br />

etc.) e trattati con adeguata terapia podologica, si realizza<br />

il presidio nella forma di plantare o ortoplastia<br />

in silicone, se possibile e se rientra nelle specifiche<br />

competenze del podologo.<br />

Ricordiamo che il plantare podologico posturale o di<br />

scarico (p.e. su calco a contatto totale) deve essere<br />

alloggiato in scarpa di classe zero. Con ciò si intende<br />

dire che il plantare è di pertinenza podologica in quei<br />

casi in cui NON è necessaria scarpa curativa (classe di<br />

rischio zero su piede doloroso). Nelle classi di rischio<br />

1, 2 e 3 e nelle scarpe speciali (classe 4) il plantare di<br />

scarico è realizzato dal tecnico ortopedico su prescrizione<br />

medica ed indicazione podologica (p. 46).<br />

Il podologo deve essere sempre ascoltato durante il<br />

progetto del plantare di scarico e della scarpa ideale<br />

per ogni paziente. Inoltre il podologo deve essere chiamato<br />

a dare il proprio parere nella fase di collaudo del<br />

presidio sanitario affiancando il medico.<br />

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