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Isola Nera 1/26 Febbraio 2006 - Il Dialogo

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Benedetto XVI. Dalle anticipazioni che lo stesso Papa ha dato e dalla lettura che ne abbiamo fatta,<br />

non ci sembra che questa enciclica possa dare ai cristiani oggi nulla di nuovo: non servono belle<br />

parole, che per di più ripetono immagini vecchie e stantie, ma fatti diversi, modifiche sostanziali di<br />

un modo di vivere su un tema, quello dell’amore, su cui il papato, nella sua storia bimilennaria, ha<br />

un bilancio pesantemente negativo. E non c’è bisogno di andare molto lontano nel tempo per avere<br />

conferma di questa tesi.<br />

Basti citare l’ultima novità in ordine di tempo che viene dai “sacri palazzi vaticani”, quella relativa<br />

ai diritti di copyright non solo sui libri del Papa, ma persino su tutti gli atti della “santa sede”,<br />

compresi quelli emessi nella qualità di “vicario di Cristo”, come le catechesi del mercoledì o le<br />

encicliche. Nessuno, questa la decisione presa il 31 maggio 2005, potrà più pubblicare alcunché<br />

senza il pagamento di una vera e propria tassa alla Libreria editrice Vaticana. Una decisione che ha<br />

lasciato sgomento moltissimi cattolici ma che trova la sua spiegazione proprio nel fatto che nei<br />

“sacri palazzi vaticani” si parla di amore ma non lo si vive.<br />

Questa decisione, una delle prime decisioni amministrative del nuovo Papa, trova la sua genesi nel<br />

marasma che si era creato attorno alle opere di Karol Wojtyla, soprattutto durante gli ultimi anni<br />

del suo regno quando egli era gravemente ammalato. Chi ha amministrato, come e a beneficio di<br />

chi gli ingenti proventi economici piovuti dalle altissime tirature mondiali dei libri firmati da<br />

Giovanni Paolo II? Basti pensare che solo in lingua inglese sono 2770 i titoli di libri che portano la<br />

firma di Wojtyla, oltre 1000 in lingua spagnola, intorno ai 370 quelli in italiano. Per queste<br />

innumerevoli edizioni e traduzioni, chi ha redatto, firmato e gestito gli aspetti economici del diritto<br />

d’autore? In Vaticano nessuno lo sa o nessuno vuol dirlo. Ma certamente molte cose non sono<br />

andate e non vanno ancora per il verso giusto. Non è escluso che molti di quei libri siano stati<br />

pubblicati come “res nullius”, cioè ad esclusivo beneficio economico degli editori. Né si può<br />

escludere che i diritti, ove pagati, siano finiti nelle mani sbagliate. C’è chi ha speculato sulle opere<br />

di Wojtyla.<br />

Dietro ad un decreto, che da solo annulla qualsiasi eventuale intuizione teologica o novità della<br />

prima enciclica sull’amore di Benedetto XVI, ci sono interessi economici giganteschi, lucrati su un<br />

uomo gravemente malato, altro che amore. Amore di cui si parla ma che non si pratica; amore che<br />

porterà soldi nella casse del Vaticano attraverso i diritti d’autore che le società editrici dovranno<br />

pagare non solo per pubblicarla, ma anche per commentarla. Diritti d’autore che saranno scaricati<br />

sui singoli fedeli che da ora in poi per conoscere “la volontà del dio antropomorfo” rappresentato<br />

da Benedetto XVI, dovranno anche pagargli i diritti d’autore.<br />

C’è poco da fare: più si usa la parola “Dio”, più in realtà la si bestemmia, la si contorce, la si svuota<br />

di significato, la si usa a proprio uso e consumo. Altro che Dio! Altro che amore! Questo è il tempo<br />

della blasfemia, di una idolatria sfrenata, del “dio denaro”, come mai si era vista nella storia<br />

dell’umanità.<br />

E ad essere profondamente offesi da un simile modo di procedere sono tutti quei cristiani, e sono<br />

la maggioranza, che concepiscono la propria vita come servizio agli ultimi, come scelta a favore dei<br />

poveri, come impegno per la giustizia e la pace, come impegno per la liberazione integrale<br />

dell’uomo dalla schiavitù dell’uomo sull’uomo. Cristiani che si sentono offesi da un uso del sacro<br />

finalizzato a dare il potere a partiti politici e governi impegnati nella guerra, in una delle più<br />

devastanti e perverse guerre che abbia mai visto l’umanità e di cui non ci si rende conto proprio a<br />

causa della copertura ideologica offerta dalla inedita alleanza della “Santa Sede” e delle chiese<br />

fondamentaliste americane che appoggiano il presidente Bush.<br />

«E’ tempo di gridare sui tetti tutta la verità che possediamo e di combattere tutti gli errori che<br />

vediamo», diceva don Primo Mazzolari. Ed è l’appello che ci permettiamo di fare non solo a tutti i<br />

cristiani ma ai credenti di ogni religione che vogliano vivere la propria religione come ricerca del<br />

mistero di Dio e non come supporto ad un determinato sistema di potere politico-economicomilitare.<br />

Fonte : www.ildialogo.org<br />

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