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Isola Nera 1/26 Febbraio 2006 - Il Dialogo

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Io per il tuo dolce mistero<br />

Io per il tuo divenir taciturno.<br />

Non so se la fiamma pallida<br />

Fu dei capelli il vivente<br />

Segno del suo pallore,<br />

Non so se fu un dolce vapore,<br />

Dolce sul mio dolore,<br />

Sorriso di un volto notturno:<br />

Guardo le bianche rocce le mute fonti dei venti<br />

E l'immobilità dei firmamenti<br />

E i gonfii rivi che vanno piangenti<br />

E l'ombre del lavoro umano curve là sui poggi algenti<br />

E ancora per teneri cieli lontane chiare ombre correnti<br />

E ancora ti chiamo ti chiamo Chimera.<br />

Giovanni Sarubbi<br />

Italia<br />

E’ tempo di gridare sui tetti<br />

La parola “Dio” oramai ci sommerge. Quotidianamente non c’è telegiornale che non riporti una<br />

qualche dichiarazione del Papa o del cardinale Ruini, sui fatti più svaria ti della vita pubblica<br />

italiana o mondiale, ed il tutto fatto in nome di “Dio”. E’ “Dio” che parla attraverso di loro; è “Dio”<br />

che emette dottrine e sentenze. “Dio” campeggia in ogni angolo del mondo della comunicazione.<br />

E l’immagine di “Dio” che viene proposta è antica ed appartiene ad un orizzonte di comprensione<br />

oggi insostenibile: un “Dio sopra”, il “Dio” della metafisica, immaginato come un gran re, che ha<br />

bisogno di suoi vicari incaricati non solo di predicare ciò che sarebbe la “sua volontà” ma<br />

depositari di poteri spirituali e materiali non solo sui singoli fedeli ma anche su chi a questo “Dio”<br />

non crede.<br />

Quest’immagine di un Dio che sta sopra, nell’alto dei cieli, che prende decisioni, che ha bisogno di<br />

suoi vicari in terra per dispensare premi e punizioni, è ovviamente umana, troppo umana. E’ un<br />

"antropomorfismo" che ogni religione nel corso dei secoli ha cercato di utilizzare a proprio<br />

vantaggio contro gli antropomorfismi usati da altre religioni.<br />

Ma “Dio” non è un signore che se ne sta la sopra, né ha bisogno di vicari terreni. Oggi sappiamo<br />

che Dio non è così, che ciò che chiamiamo "Dio" è un mistero che non può essere ridotto ad una<br />

simile immagine antropomorfica. Ma, leggendo attentamente gli stessi libri sacri delle varie<br />

religioni monoteiste, Bibbia e Corano in particolare, non è neppure questa l’immagine che di Dio<br />

hanno avuto i fondatori del monoteismo che è nato proprio per contrastare le religioni che<br />

facevano largo uso dell’immagine “antropomorfica” di Dio, finalizzato al potere dell’uomo<br />

sull’uomo.<br />

Sono stati gli ebrei che si liberano dalla schiavitù di Egitto a parlare di un “Dio con noi” e a<br />

contrapporre alle statue dei santuari “un arca dell’alleanza” che camminava in mezzo al popolo in<br />

marcia verso la libertà. Alleanza che rendeva il popolo ed il “dio con noi” una sola cosa, moglie e<br />

marito, portatori di vita nuova, con regole fatte per la vita e non per la morte, come poi sono<br />

diventate dopo l’esilio babilonese.<br />

Si continua, invece, a parlare alla gente come se duemila e più anni di teologia fossero passati<br />

invano. I cristiani, in particolare, continuano ad essere trattati come bambini, incapaci di affrontare<br />

minimamente quel mistero che chiamiamo “Dio”. <strong>Il</strong> Papa ha attorno a se una folta schiera di<br />

teologi ma alla fine ciò che viene fuori è una catechesi infantile: l’uomo e la donna di oggi, per i<br />

teologi del Vaticano, non hanno diritto ad elaborare linguaggi nuovi, più critici ed appropriati a<br />

quelle che sono le conoscenze attuali dell’umanità.<br />

Nel momento in cui scriviamo queste note, è appena stata pubblicata la prima enciclica di<br />

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