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Alle volte, conficcare un singolo palo in un determinato tipo di sottosuolo poteva
significare anche giorni e giorni di defatigante lavoro.
Seppur così lento e così faticoso il battipalo molto assecondò l'uomo attraverso il tempo,
tanto è vero che svolse il suo prezioso servizio fino intorno all'anno 1930 quando, io
stesso, ancora lo vidi in azione mentre venivano effettuati lavori di ripristino alle
palificazioni della pianca dei Carlini ed a quella di Monteggio.
Come pure, io e la Gente del mio tempo, negli anni 1927-1928 lo vedemmo operare
nell'occasione in cui l'Impresa "Orione" di Molare, proprio in località guado dei muli,
costruì un superbo ponte in legno, palificazioni comprese, sul quale venne poi allestita
una ferrovia a scartamento ridotto tipo miniera, onde trasferire alla locale Stazione
Ferroviaria enormi quantitativi di sabbia e ghiaia raccolti in prossimità del torrente.
Materiale pietroso che, a sua volta, veniva giornalmente spedito mediante appositi vagoni
da carico in località varie del territorio nazionale, ov'erano in corso di esecuzione
importanti opere edili, per le quali era espressamente richiesto il pregiato materiale
dell'Orba di Molare.
Ed ancora riandando al ponte in legno a me sembra appena ieri il tempo in cui,
giovanissimo, sostavo sulla sponda sinistra del torrente ad osservare il progredire
dell'opera intanto che i tirafune, immersi nell'acqua fino alla cintola, ad un comando secco
del capo squadra, all'unisono, come bielle di congegno meccanico, facevano scattare
quelle braccia muscolose ed issavano la mazza fin lassù quasi a toccare la carrucola
dell'attrezzo. Poi, ad un altro comando, mollavano tutto e quei muscoli prima tozzi e gonfi
si riducevano all'istante mentre la mazza, pesantemente cadeva sulla testa del palo il quale
a sua volta appena si muoveva verso il basso.
Lungo tempo da allora è passato, ma con tutto ciò io sono convinto che tanta gente di
Molare, i cui capelli come i miei adesso saranno bianchi, bene ricorderanno ancora e non
senza un velo di nostalgia gli anni durante i quali quei vagoncini, agganciati l'un l'altro in
lunga fila e trainati da meravigliosi stalloni, transitavano proprio sul ponte in legno
facendo la spola tra l'ansa dell'Orba e la base della funicolare alla cui sommità sostavano,
sull'apposito binario, i grossi carri ferroviari entro i quali il materiale pietroso veniva
rovesciato e subito spedito a luoghi lontani per il suo immediato impiego.
A lato Ovest della Stazione Ferroviaria, malgrado lo scempio compiuto dalle acque della
diga, ancora sussistono resti degli impianti che dettero vita a quel laborioso passato e
occupazione a tanti padri di famiglia.
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