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Circa quanto sopra, in una "ricerca" elaborata da un Organismo molto qualificato che si<br />
rifà ai tempi antichi della Liguria di Ponente, il caso vuole abbiano a leggersi proprio<br />
alcune frasi le quali, bene collimano anche con le memorie giunte fino a noi che siamo di<br />
questo versante.<br />
Esse sono le seguenti:<br />
L'ulivo è realmente privilegiato, e tutte le attività collaterali decollano: sono in tanti a<br />
lavorare, dalle botteghe dei bottai ai fabbri che fabbricano i cerchi delle botti, dai<br />
conciatori delle pelli di capra, adatte agli otri per contenere l'olio, ai trasportatori (i<br />
quali si servono dei mezzi più svariati: mulo, carro, nave).<br />
Anche i porti brulicano di gente e di merci. Le innovazioni e l'ingegnosità degli operatori<br />
per aumentare livello e pregi della produzione favoriscono i rapporti d'affari tra<br />
olivicoltori e frantoiani della costa con i commercianti dell'interno (Piemonte e<br />
Lombardia), e il commercio via mare con destinazioni anche molto lontane. Su questi<br />
itinerari di comunicazione, le vie "marenche", così chiamate perché portavano al mare,<br />
lunghe carovane di muli, carichi di otri di olio d'oliva all'andata, venivano utilizzati al<br />
ritorno per il trasporto del grano o altre merci di scambio.<br />
Una ricchezza, "ottenuta sempre con la fatica e la passione che sono altre due<br />
caratteristiche dell'anima Ligure: abituati a una terra avara, spesso impietosa, i liguri<br />
hanno dovuto misurare giorno per giorno il loro diritto alla vita".<br />
Quanto detto a proposito del sale poi, non dovrebbe stupire più di tanto ove si consideri<br />
che, sempre a quei tempi da Tolone e sempre a dorso di mulo, il sale da cucina veniva<br />
portato fino alla lontana città di Parigi ed alla non certo vicina città di Ginevra in<br />
Svizzera.<br />
Le motivazioni che di fatto maggiormente inducevano detto tipo di commercio ad<br />
avvalersi, quasi esclusivamente, del guado dei muli, erano di natura orografica. Infatti<br />
l'Orba, nella suddetta località disponeva di un alveo ampio trecento metri e più per cui<br />
anche in caso di piogge abbondanti o di scioglimento di nevi a monte, ben difficilmente<br />
poteva raggiungere livelli tali da impedire il transito alle lunghe carovane. Situazione che<br />
non era riscontrabile presso gli altri guadi viciniori ove le acque erano costrette a defluire<br />
in spazi molto più ristretti per cui bastava una qualsiasi anomalia atmosferica a bloccare<br />
ogni attività per tempi più o meno lunghi con riflessi negativi immediati sulla regolarità di<br />
un servizio che richiedeva, invece, di essere svolto con cadenza pressoché costante.<br />
Altro vantaggio offerto dal guado dei muli rispetto ad altri attraversamenti era costituito<br />
dal fatto che la carovana, una volta oltrepassato il torrente e percorso per breve tratto il<br />
"grande bosco di Ovada" in attuale località "CO.IN.OVA.", poteva immettersi<br />
direttamente, escludendo ogni rischioso fondo valle, sul percorso montano che conduceva<br />
al passo del "BOMORTO" poi, di là, sempre in costa, solo sfiorando l'abitato di<br />
Rossiglione, Campo Ligure e Masone giungere allo spartiacque del Turchino.<br />
A quel punto tutti i percorsi erano in discesa ed ognuno di essi conduceva alla Liguria di<br />
Ponente ov'era cielo terso ed il grande mare.<br />
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