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Confinava a Levante, in località Rio Sciorato con quello di Ovada; da Rio Sciorato fino a<br />
termine di Molare con la sponda sinistra dell'Orba; a Nord con la Strada Monteggio, ora<br />
Via Priarona e più a Ponente con l'antica Strada, in parte ancora agibile, denominata "al<br />
guado dei muli".<br />
Oltre ai riferimenti di cui sopra, la piana di Monteggio era delimitata anche da due<br />
elementi di particolare interesse che facevano da bella cornice alla stessa. Una cosa molto<br />
caratteristica era costituita da un fitto pioppeto che si snodava da Rio Sciorato al confine<br />
con il territorio di Molare (1.800 mt. circa). Si trattava di enormi pioppi sorti<br />
spontaneamente nel tempo, del tipo a pelle bianca e liscia, i quali facevano da verde<br />
cerniera tra la sponda sinistra dell'Orba e le terre coltivate. Pioppi che costituivano<br />
davvero una rara bellezza anche perché, oltre alle loro maestose dimensioni, durante il<br />
periodo di vegetazione si ornavano di foglie particolarmente larghe, di colore verde<br />
intenso nella parte superiore esposta al sole e di colore argento nella parte sottostante. Un<br />
secondo elemento, di particolare interesse, che faceva da bella cornice al lato Nord, tra la<br />
pianura e la collina, era invece costituito da un grande bedale (canale), metri 3 x 3, che da<br />
confine con Molare correva fino a Rio Sciorato ad inizio territorio di Ovada.<br />
Detto bedale scorreva in continuazione colmo d'acqua limpida che veniva captata<br />
nell'Orba più a monte proprio nei pressi di Molare e la distribuiva gratuitamente lungo<br />
tutto il suo percorso onde sopperire alle necessità di quei tempi come azionare la grande<br />
ruota motrice del mulino incorporato nell'antica fattoria della quale dirò in seguito,<br />
irrigare a volontà i terreni durante la calura estiva, abbeverare il bestiame allora assai<br />
numeroso e quant'altro ancora, a seconda delle necessità del momento.<br />
Va da se che l'acqua non utilizzata ritornava al torrente in zona più a valle limpida e pulita<br />
come al bedale era pervenuta.<br />
Il terreno, a sua volta pianeggiante, irriguo, fertile per natura e ben coltivato dava<br />
occupazione e sostentamento a molte famiglie.<br />
Poi laggiù, quasi in riva all'Orba, nei pressi del guado e della pianca, con la grande ruota<br />
del mulino ad acqua che girava silenziosa, quasi come se azionata da una sorta di moto<br />
perpetuo e con la sua enorme mansarda gialla, che si elevava al di sopra di tutti i tetti,<br />
sorgeva l'antica fattoria di Monteggio le cui origini si perdevano nella notte dei tempi.<br />
Alla fattoria, in caso di bisogno vi era di tutto. Si imprestava olio, si imprestava sale, si<br />
anticipava farina come si regalava un pane cotto nel forno di casa. Se era notte, se<br />
pioveva o c'era il sole là vi era riparo per tutti. Un bicchiere d'acqua, di latte o di vino<br />
venivano sempre offerti, come prima cosa, in segno di cordiale benvenuto.<br />
In mezzo al grande cortile quadro, racchiuso tra robuste mura perimetrali, correva da<br />
Nord a Sud in un semitondo scavato nella terra e tutto acciottolato un rivoletto d'acqua<br />
limpida, per la gioia di tutti, ma per i giovanissimi in particolare, i quali là potevano<br />
giocare a piacimento senza pericolo, intanto che le mamme lì nei pressi conversando tra<br />
di loro, facevano la maglia oppure filavano ancora la lana.<br />
Di là passava il carrettiere che aveva sete di vino, come passava il pescatore con il suo<br />
bilancino ed i pesci nella sacca poco prima tirati su dal vicino torrente.<br />
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