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Quella massa d'acqua dirompente, la cui entità poggiava ancora nel lago di Ortiglieto<br />

mentre la sua parte anteriore aveva già inghiottito il Borgo intero, aggredì con inaudita<br />

violenza un'altra oasi tranquilla proprio mentre genitori, figli, fratelli e parenti si<br />

trovavano là riuniti. Quell'onda travolgente giunta alla Torretta-Campone, in un baleno<br />

tutto risucchiò nel suo ventre e proseguì oltre la sua folle corsa.<br />

Ma scendendo un po' nei particolari ci si può rendere conto che pure in quel luogo le cose<br />

più o meno si svolsero come altrove. Tutto ebbe inizio nelle prime ore del mattino<br />

allorquando il sole che era già alto all'orizzonte, improvvisamente, venne coperto da<br />

dense nubi nere provenienti dal mare di Sud-Ovest. Divenne buio quasi come quando il<br />

giorno viene a trovarsi tra il crepuscolo e la sera. Si scatenò un fortissimo vento e presto<br />

giunse copiosa anche la pioggia. Si mosse subito l'Orba ed in breve tempo anche lo Stura.<br />

Le acque diluviali convergenti in sol alveo, presero a tracimare da ogni parte occupando il<br />

pioppeto tutto, i prati ed i campi confinanti. Inoltre, e quasi all'istante, circondarono le<br />

case del luogo precludendo con ciò ogni via di fuga a tutti coloro che vi si trovavano<br />

dentro.<br />

Il dramma era ormai in atto e per rimandare una morte che si annunciava quasi certa,<br />

quegli sfortunati ostaggi, sempre più incalzati dalle acque, finirono con il rifugiarsi sui<br />

tetti delle case stesse fidando ancora e malgrado tutto, che le mura resistessero e che<br />

smettesse alfine di piovere. Il caso volle che alcuni componenti le famiglie come sopra<br />

assediate, nel tempo in cui le acque prendevano possesso di tutto, si trovassero presso<br />

amici i quali abitavano lì poco distante ma dove la piena, per fortuna, non era ancora<br />

arrivata. Fu così che costoro visto l'incombente pericolo fuggirono più in su verso la<br />

collina. Ma per coloro che invece erano rimasti bloccati laggiù nella pianura, aveva avuto<br />

inizio una lenta, spaventosa agonia.<br />

E critica e grave era veramente la situazione per coloro che già si trovavano in stato di<br />

pericolo in quanto, ciò che accadeva in quei momenti, costituiva soltanto uno dei primi<br />

effetti di quei quattrocento millimetri circa di pioggia diluviale che erano caduti sulla<br />

vallata, tra le ore 7,30 e le ore 10,30 poiché nel frattempo, lassù dietro quei monti si stava<br />

accumulando altra incommensurabile forza. Infatti, purtroppo, quei famosi quattrocento<br />

millimetri circa di pioggia, come qui da noi, erano caduti anche in quel delle Garrone, in<br />

quel di Tiglieto e nei dintorni per cui il Lago, che tra l'altro era quasi in secca, malgrado i<br />

congegni di scarico di cui era dotato, in breve tempo venne reso colmo, andò oltre il<br />

limite di sicurezza, raggiunse il limite di grave pericolo e le acque dilaganti, superato con<br />

gran spessore il ciglio degli sbarramenti, "Bric Zerbino" - "Sella Zerbino", presero a<br />

stramazzare da tanto in alto a tanto in basso, trasformando così con ciò quei monti e<br />

quelle valli, in una sorta di spaventoso girone infernale.<br />

Per notizia, 45 metri circa d'altezza il primo, 25 metri circa, più tutto il pendio della Sella,<br />

il secondo.<br />

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