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n.72 - Hod benessere

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... a tavola:<br />

La fama che la borragine si è guadagnata nei secoli non è legata solo alla medicina ma anche<br />

alla tavola, specialmente con quella di Liguria. Così il desiderio di scavare fino alle sue radici,<br />

che fanno binomio con le mie visto che sono nata in questa terra, mi porta a cena in un tempio<br />

della tradizione ligure: la trattoria La BrÍnca (che nell’antica etimologia dialettale significa<br />

luogo scosceso, ripido). Qui mani sapienti fanno rivivere la borragine in piatti autentici e genuini<br />

che, una volta assaggiati, si trasformano in un’esperienza che va oltre il gusto. Deliziata da<br />

un ambiente che trasuda di sapori di una volta, incontro il titolare Sergio Circella, al quale ho il<br />

piacere di rivolgere la mia curiosità:<br />

Qual è il sodalizio che unisce la borragine alla Liguria?<br />

La borragine è senza dubbio la regina tra le<br />

erbe selvatiche della nostra cucina in quanto<br />

protagonista dei ripieni “alla genovese”.<br />

Siamo l’unica regione a coltivarla ad uso<br />

gastronomico. Si tratta di un’erba molto<br />

tenace, spontanea ma non così scontata,<br />

tant’è che per mantenerla la seminiamo in<br />

continuazione e preferibilmente in serra<br />

così da averla a disposizione tutto l’anno e,<br />

schermandola da luce diretta e sbalzi di<br />

temperatura, ne accresciamo la qualità.<br />

Che ruolo ha nel vostro menù?<br />

Premetto che il ripieno delle nostre paste<br />

fresche, fatte interamente a mano e con<br />

farine autoctone, è in linea con la tradizione<br />

di solo magro presente in tutto l’entroterra<br />

chiavarese, a base di uova, formaggio, olio,<br />

erbette selvatiche e soprattutto borragine e<br />

bieta a costa piccola. Il sapore della borragine<br />

ricorda quello del cetriolo ma è molto più<br />

delicato e, in generale, più se ne mette più il<br />

ripieno risulta fine, tuttavia è essenziale un’amalgama<br />

armonica di tutti gli ingredienti. Il<br />

piatto cosiddetto della festa sono a questo<br />

proposito i ravioli di erbette cu tuccu, il mitico<br />

sugo genovese con il pezzo di carne che<br />

“tocca” il pomodoro mentre cuoce a lungo.<br />

Stesso ripieno ma con l’aggiunta di sarazzu<br />

(ricotta stagionata della Val d’Aveto) si trova<br />

nei ravioloni che condiamo con una salsa di<br />

nocciole locali, ideata appositamente per<br />

sostenere quei pochissimi che nei dintorni le<br />

raccolgono ancora. É molto fragrante e dall’aroma<br />

straordinariamente<br />

intenso che ben si distingue,<br />

malgrado presenti alcune<br />

somiglianze, dalla classica<br />

salsa di noci che condisce i<br />

tipici pansoti.<br />

Per quanto riguarda i secondi,<br />

inseriamo la borragine<br />

nelle carni ripiene, come<br />

nella cima di vitello o di<br />

faraona, pilastri della vera<br />

tradizione genovese.<br />

Impossibile dimenticare<br />

anche la foglia di borragine<br />

HOOD 777222<br />

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