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... a tavola:<br />
La fama che la borragine si è guadagnata nei secoli non è legata solo alla medicina ma anche<br />
alla tavola, specialmente con quella di Liguria. Così il desiderio di scavare fino alle sue radici,<br />
che fanno binomio con le mie visto che sono nata in questa terra, mi porta a cena in un tempio<br />
della tradizione ligure: la trattoria La BrÍnca (che nell’antica etimologia dialettale significa<br />
luogo scosceso, ripido). Qui mani sapienti fanno rivivere la borragine in piatti autentici e genuini<br />
che, una volta assaggiati, si trasformano in un’esperienza che va oltre il gusto. Deliziata da<br />
un ambiente che trasuda di sapori di una volta, incontro il titolare Sergio Circella, al quale ho il<br />
piacere di rivolgere la mia curiosità:<br />
Qual è il sodalizio che unisce la borragine alla Liguria?<br />
La borragine è senza dubbio la regina tra le<br />
erbe selvatiche della nostra cucina in quanto<br />
protagonista dei ripieni “alla genovese”.<br />
Siamo l’unica regione a coltivarla ad uso<br />
gastronomico. Si tratta di un’erba molto<br />
tenace, spontanea ma non così scontata,<br />
tant’è che per mantenerla la seminiamo in<br />
continuazione e preferibilmente in serra<br />
così da averla a disposizione tutto l’anno e,<br />
schermandola da luce diretta e sbalzi di<br />
temperatura, ne accresciamo la qualità.<br />
Che ruolo ha nel vostro menù?<br />
Premetto che il ripieno delle nostre paste<br />
fresche, fatte interamente a mano e con<br />
farine autoctone, è in linea con la tradizione<br />
di solo magro presente in tutto l’entroterra<br />
chiavarese, a base di uova, formaggio, olio,<br />
erbette selvatiche e soprattutto borragine e<br />
bieta a costa piccola. Il sapore della borragine<br />
ricorda quello del cetriolo ma è molto più<br />
delicato e, in generale, più se ne mette più il<br />
ripieno risulta fine, tuttavia è essenziale un’amalgama<br />
armonica di tutti gli ingredienti. Il<br />
piatto cosiddetto della festa sono a questo<br />
proposito i ravioli di erbette cu tuccu, il mitico<br />
sugo genovese con il pezzo di carne che<br />
“tocca” il pomodoro mentre cuoce a lungo.<br />
Stesso ripieno ma con l’aggiunta di sarazzu<br />
(ricotta stagionata della Val d’Aveto) si trova<br />
nei ravioloni che condiamo con una salsa di<br />
nocciole locali, ideata appositamente per<br />
sostenere quei pochissimi che nei dintorni le<br />
raccolgono ancora. É molto fragrante e dall’aroma<br />
straordinariamente<br />
intenso che ben si distingue,<br />
malgrado presenti alcune<br />
somiglianze, dalla classica<br />
salsa di noci che condisce i<br />
tipici pansoti.<br />
Per quanto riguarda i secondi,<br />
inseriamo la borragine<br />
nelle carni ripiene, come<br />
nella cima di vitello o di<br />
faraona, pilastri della vera<br />
tradizione genovese.<br />
Impossibile dimenticare<br />
anche la foglia di borragine<br />
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