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n.72 - Hod benessere

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<strong>Hod</strong> Benessere n° 72 - Maggio 2013 - Anno XVI - Periodico - Diffusione gratuita<br />

Soli<br />

si puo‘


Difendiamoci dai capillari fragili 6<br />

La solitudine nella malattia<br />

di Prof. Francesco Bottaccioli 8<br />

Soli... travolti da un insolito destino 11<br />

Soli è bello<br />

Intervista a Roberto Messina a cura di Marina Robbiani 12<br />

Dolce e croccante come una mandorla<br />

di Dr. Paolo Tedaldi e Stefano Reina 16<br />

La borragine, la selvatica domata<br />

di Dr.ssa Francesca Alia 18<br />

Coccole da bere<br />

di Enza Bettelli 21<br />

Il fascino inconsueto della Basilicata<br />

di Marina Cioccoloni 28<br />

Armenia<br />

a cura di Mario Negri 30<br />

1+1 = 2 mostre da non perdere 34<br />

Sfumature di lino<br />

di Dr. Paolo Tedaldi 36<br />

Le tisane anche in estate 40<br />

a cura di Noi 2<br />

72<br />

Direttore Responsabile: Marina Robbiani<br />

Consulenti Scientifici: Dott.ssa Cagnola,<br />

Dr. Edoardo Felisi, Dr. Sergio Maria Francardo<br />

Consulente Editoriale:<br />

Dott.ssa Raffaella Ferrari<br />

Grafica: Marco Nava<br />

Pubblicità: info@hod.it•333.1932913<br />

Edizioni Alice<br />

Viale Col di Lana, 4<br />

20136 Milano<br />

Tel 02.89.12.74.66<br />

info@hod.it - www.hod.it<br />

Stampa: Matrix Group s.r.l.<br />

via Tortona 72 Milano<br />

Distribuzione: Viprof srl<br />

Viale della Tecnica 5 - 36100 Vicenza<br />

Tel. 0444.347311<br />

Reg.Trib. Milano n° 305 del 22.4.1998<br />

A questo numero hanno collaborato:<br />

Francesca Alia, Enza Bettelli,<br />

Francesco Bottaccioli, Marina Cioccoloni,<br />

Roberto Messina, Mario Negri, Noi 2,<br />

Stefano Reina, Paolo Tedaldi.<br />

In copertina: opera di Caitlin Keogh.<br />

Venite a trovarci su<br />

www.hod.it<br />

e su Facebook<br />

www.facebook.com/hod<strong>benessere</strong>


A SCUOLA DALL’ERBORISTA<br />

6 Difendiamoci<br />

dai capillari fragili<br />

L e dilatazioni dei vasi capillari si rendono visibili come strie irregolari o linee<br />

tortuose che formano sulla pelle una sottile rete di color rosso vivo o violaceo;<br />

se si preme con le dita scompare, per ricomparire subito dopo.<br />

Due tisane del sottobosco per voi<br />

HHOOODDD 72<br />

• Mirtillo foglie t.t. g 40<br />

• Ribes Nero foglie t.t. g 40<br />

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Preparate un infuso e bevetene<br />

una tazza al mattino e<br />

una tazza alla sera.<br />

• Crisantemo Americano pianta<br />

t.t. g 40<br />

• Ribes Nero foglie t.t. g 30<br />

• Mirtillo foglie t.t. g 30<br />

Questa tisana ha un’azione più<br />

marcata perché contiene Crisantemo<br />

Americano che è un protettore<br />

vasale.<br />

Le due tisane possono essere prese anche<br />

a cicli alternati di 20 giorni ciascuna.<br />

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8 La solitudine<br />

HHOOODDD 72<br />

Illustrazione di Elfo (Giancarlo Ascari) • Utopie<br />

nella malattia<br />

PROF. FRANCESCO BOTTACCIOLI<br />

“Sapeva dell’intimo legame fra rabbia e depressione,<br />

sapeva che l’assillo degli scenari apocalittici noceva<br />

alla salute mentale, sapeva che, nel suo caso, l’assillo<br />

si nutriva della frustrazione nei confronti di sua moglie<br />

e della delusione nei confronti di suo figlio.<br />

Probabilmente, se fosse stato davvero solo nella sua<br />

rabbia, non sarebbe riuscito a sopportarla.”<br />

(Jonathan Franzen, Libertà)<br />

Succede sempre più spesso che disagi come ansia e depressione,<br />

sofferenze e disturbi psichici complessi di fronte ai<br />

quali ci sentiamo spaesati e impotenti, ci facciano sentire<br />

soli nella nostra malattia. Siamo fragili e insicuri e questo ci<br />

rende non solo vulnerabili ma ogni giorno più incapaci di<br />

affrontare le difficoltà, la vita. Lo spreco di energia mentale è<br />

tale che facciamo fatica a chiedere aiuto. Inoltre il nostro stato<br />

di crescente disagio e malessere ci fa sentire imperfetti e inadeguati, mettendoci in una condizione che<br />

ogni giorno diventa più inaccettabile. Siamo pronti per cadere nella trappola di quella “famosa” pillola che<br />

rischia di renderci schiavi e di farci scivolare in guai ben più seri (a questo proposito, molti studi hanno<br />

dimostrato che “i pazienti trattati con i farmaci hanno circa il doppio delle probabilità di ricadere in depressione<br />

rispetto a quelli che seguono terapie di tipo cognitivo-comportamentale”).<br />

Ognuno di noi soffre per un motivo diverso, e talvolta ci sembra impossibile farlo capire a un’altra persona.<br />

Allo stesso modo l’idea di un cambiamento - in termini di accettazione ed elaborazione del disagio - fa così<br />

paura che ci nascondiamo al mondo. Ci rinchiudiamo in noi stessi e nella nostra realtà malata. Che fare<br />

allora per liberarci da un’ossessione che ci allontana da tutto e da tutti? Come ritrovare di nuovo fiducia<br />

in noi stessi, nella vita, negli altri?<br />

Il disagio mentale è fonte di forte sofferenza e colpisce una quantità ragguardevole di persone,<br />

ma non è altro da noi, non è una tegola che ci è caduta in testa, non è un “male oscuro”, per<br />

usare il titolo di un libro editorialmente fortunato che ha propagandato la potenza delle pillole<br />

contro la depressione. È parte di noi, è uno squilibrio che può essere anche minaccioso per la<br />

vita e invalidante, che però sollecita un cambiamento e che quindi richiede una terapia complessa<br />

non riducibile a un intervento farmacologico, fosse anche realizzato con sostanze naturali.<br />

Del resto, la costruzione del proprio equilibrio psicologico prevede la presenza di atteggiamenti<br />

e comportamenti che, di per sé, possono appartenere alla sfera della patologia. Per<br />

esempio, non si può essere creativi se non ci si dà la possibilità di mostrarsi curiosi, inconsueti,<br />

trasgressivi e, nel caso, anche bizzarri. Così, non è possibile evolvere dall’egoismo ado-


lescenziale, rafforzato dal mondo d’oggi, se non ci si predispone<br />

a vivere intensamente forti legami sentimentali,<br />

parentali, di amicizia e quindi anche alla possibile sofferenza<br />

che deriva da rotture e perdite di questi legami. Questo equilibrio<br />

tra tendenze e dinamiche opposte, come fonte del<br />

<strong>benessere</strong>, è per noi talvolta difficile da comprendere, mentre<br />

è chiarissimo nella cultura cinese antica che vede la compresenza<br />

di due polarità opposte, chiamate yin e yang, all’interno<br />

del medesimo processo. Quindi non solo yin e yang non sono<br />

due realtà che si escludono nella contrapposizione, ma l’uno è<br />

la radice dell’altro e l’uno è dentro l’altro: anche quando lo yang<br />

è al massimo, al suo interno c’è lo yin e viceversa. La salute è<br />

quindi data dall’equilibrio di polarità opposte.<br />

Ma, a ben vedere, anche i greci antichi la pensavano così. Per<br />

Nathaniel Russell,<br />

“Skatecup”.<br />

Ippocrate e Galeno, i due padri della medicina greca, la salute era eucrasìa e la malattia discrasìa,<br />

buona e cattiva mescolanza di diverse componenti vitali fondamentali da loro definite<br />

“umori”. E sia i greci che i cinesi antichi pensavano che l’umore e i sentimenti dipendessero<br />

strettamente dalla salute dell’organismo e dai comportamenti che la persona mette in campo.<br />

I greci praticavano questa cura di sé tramite un insieme di regole e comportamenti - alimentari,<br />

fisici, psichici - chiamato diaita. I cinesi perseguivano lo stesso approccio chiamandolo yangshen,<br />

nutrizione della vita. Entrambi davano un grande rilievo alla regolazione delle emozioni<br />

tramite la meditazione, che i greci antichi chiamavano meléte, che significa “ho cura di me”.<br />

Ho trattato questi argomenti, facendo emergere una storia molto diversa da quella che ci hanno<br />

raccontato per due secoli, in un libro (Bottaccioli F., Filosofia per la medicina. Medicina per la<br />

filosofia. Grecia e Cina a confronto, Tecniche Nuove, Milano 2010) la cui lettura consiglio a chi<br />

volesse approfondire lo studio della sapienza antica in tema di salute fisica e psichica, rintracciando<br />

la trama unitaria che univa, nelle differenze, oriente e occidente.<br />

È<br />

La psicologia, fin dal suo sorgere come scienza autonoma, con Sigmund Freud, ha messo<br />

in luce l’importanza delle prime esperienze di vita nel plasmare la modalità di regolazione<br />

delle emozioni, e quindi le possibili patologie psichiatriche da adulto. In anni più recen-<br />

vero ti, studiosi come John Bowlby (biologo e psicanalista 1907-1990), hanno appro-<br />

che chi fondito lo studio dei legami che si formano tra il bambino e la madre e la<br />

tende alla famiglia nel suo insieme arrivando a tipizzare diversi “stili di attaccamento”,<br />

depressione ha che formeranno la base per lo stile di regolazione delle emozioni che quel<br />

dei conflitti da bambino userà non solo nell’infanzia, ma anche quando sarà adulto.<br />

risolvere con il geni- Per esempio, un bambino che ha avuto nei primi anni di vita una<br />

tore di sesso opposto? relazione con la propria madre e con la propria famiglia caratte-<br />

E che la sua condizione è rizzata da insicurezza, instabilità emotiva, da negazione delle<br />

stata causata, magari fin emozioni oppure da reazioni esagerate ad eventi negativi, da<br />

da piccolo, da un gravi difficoltà della coppia genitoriale oppure da abbandoni, ten-<br />

grosso dolore o derà a costruire una modalità di regolazione delle emozioni e quindi<br />

torto subito e dello stress molto insicura, che, nella definizione di Bowlby, può essere<br />

vissuto in evitante o ansioso-resistente. Nel primo caso, il bambino (e una volta adul-<br />

totale isoto) tenderà ad evitare gli eventi stressanti e la modalità principale di regolamenlazione<br />

delle emozioni sarà la negazione del problema, la chiusura in se stesso.<br />

to... Nel secondo caso, invece, lo stile emozionale, detto anche ambivalente, sarà centrato<br />

sull’ansia di coinvolgere gli altri sviluppando atteggiamenti ambivalenti di tipo conflittuale<br />

che possono alternare chiusura in se stessi e rabbia verso gli altri.<br />

HOOD 777222<br />

9


10<br />

HOOODD 72<br />

Chi è abituato a difendersi dalle situazioni stressanti evitandole e<br />

sopprimendo ogni manifestazione emotiva, apparentemente sarà<br />

tranquillo, in realtà avrà il sistema dello stress iperattivo, come è<br />

dimostrato da diversi studi sperimentali. Ma anche chi esprime<br />

malamente le proprie emozioni, affrontando gli eventi della vita<br />

nell’altalena dello scoraggiamento e della rabbia, avrà un sistema<br />

dello stress perennemente iperattivo.<br />

Quindi quello che accade nelle prime fasi della vita è molto importante<br />

per il resto della vita, nel senso che acquisiamo precocemente<br />

modelli di regolazione delle emozioni e dello stress che ci<br />

condizioneranno per il resto della vita. Ovviamente se non ne<br />

prenderemo coscienza e non proveremo a cambiarli.<br />

La depressione e l’ansia riguardano la persona nella sua interezza. Le origini dei disturbi<br />

possono essere non solo di tipo psicologico ma anche di tipo biologico (infiammazione),<br />

alimentare (carenza di vitamine e nutrienti essenziali, eccesso di zuccheri<br />

e grassi saturi nonché di additivi chimici) e comportamentale in genere (tra cui<br />

A<br />

quali<br />

terapie<br />

naturali<br />

integrate<br />

possiamo<br />

affidarci per<br />

ritrovare la<br />

positività<br />

senza cadere<br />

nella scorcia-<br />

soprattutto la sedentarietà).<br />

Inoltre, le ricerche più recenti hanno dimostrato in modo incontrovertibile che affidare<br />

alla sola farmacologia la guarigione di una persona affetta da depressione o, per esempio,<br />

da un disturbo di panico, è una pratica senza fondamento scientifico. È ormai<br />

dimostrato che gli antidepressivi riescono a far star meglio solo una minoranza di<br />

pazienti e, soprattutto, non riescono a prevenire in larga misura le ricadute.<br />

Al tempo stesso, le pratiche di medicina naturale integrata, tra cui le psicoterapie<br />

e le tecniche meditative, nella cura dei disturbi dell’umore hanno sempre<br />

più evidenze scientifiche, che chiedono di essere conosciute e sperimentate<br />

in ambito terapeutico.<br />

Al riguardo segnalo lo studio che Antonia Carosella e io, assieme a un gruppo<br />

di collaboratori tra cui ricercatori delle Università di Ancona e Urbino, abbiatoia<br />

di mo condotto su un campione dei partecipanti ai nostri corsi di meditazione, che<br />

una pil- realizziamo ogni anno in più edizioni (per info:<br />

lola? www.simaiss.it ) e il cui metodo è illustrato nel<br />

nostro libro Meditazione, psiche e cervello, II ed.<br />

Tecniche Nuove, Milano 2012. Da questo studio<br />

emerge che la sintomatologia ansiosa e depressiva, alla<br />

fine di un breve corso di 30 ore di insegnamento, si<br />

riduce di ben tre volte! Insomma si può fare molto per<br />

aiutare una persona con disturbi dell’umore.<br />

Francesco Bottaccioli, Studioso di<br />

Psiconeuroendocrinoimmunologia, materia<br />

che attualmente insegna agli studenti<br />

dell’area medica, psicologica e biologica<br />

all’Università dell’Aquila e in corsi post-laurea<br />

tra cui il Master di II livello in<br />

“Medicina Integrata” della Facoltà di<br />

Medicina di Siena, il Master di II livello in<br />

“Gestione integrata dello stress” della<br />

Nathaniel Russell,“This is it”.<br />

Facoltà di Medicina di Perugia, il Dottorato<br />

in “Scienze della Mente” dell’Università del<br />

Salento. Ha pubblicato molti articoli, saggi<br />

e libri: di quest’ultimi, 12 sono attualmente<br />

in catalogo, di cui alcuni tradotti in altre<br />

lingue. Collabora con l’inserto Salute del<br />

quotidiano La Repubblica e con l’Istituto<br />

dell’Enciclopedia Italiana Giovanni<br />

Treccani.


Ronnie Cutrone, American mask<br />

Soli...<br />

travolti da un insolito destino<br />

Lei spesso interpreta ruoli da donna forte, autonoma,<br />

che non ha paura della solitudine.<br />

Abbastanza spesso, è vero. Ma nella vita di tutti i giorni sono piena di<br />

fragilità che so mascherare bene. Ogni tanto mi arriva una botta di solitudine<br />

o di malinconia, ma la faccio passare. Non rinnego le mie scelte:<br />

non essermi sposata, non avere figli. Sono cresciuta con l’idea dell’indipendenza.<br />

Penso ancora che una donna possa realizzarsi pienamente<br />

senza essere moglie o madre. Non sento la mancanza di un<br />

figlio o di un marito. Sono convinta di non aver cercato seriamente un<br />

marito perché un complesso edipico avrebbe accostato quell’uomo al ricordo di mio padre. E avrebbe vinto mio padre, il senso di<br />

sicurezza e di protezione che sapeva trasmettermi.<br />

(Mariangela Melato in un’intervista di Gianni Mura, “la Repubblica”)<br />

…<br />

Ora, l’essere uscito dalla<br />

turba volgare de’ malvagi, l’essere<br />

innanzi a tutti, gli dava talvolta il<br />

sentimento d’una solitudine tremenda.<br />

Quel Dio di cui aveva sentito parlare,<br />

ma che, da gran tempo, non si<br />

curava di negare né di riconoscere,<br />

occupato soltanto a vivere come se<br />

non ci fosse, ora, in certi momenti<br />

d’abbattimento senza motivo, di terrore<br />

senza pericolo, gli pareva gridar<br />

dentro di sé: Io sono però.<br />

(Alessandro Manzoni, I promessi sposi, cap. XX Il castello dell’Innominato)<br />

“<br />

... Noi maestri d’arco diciamo: con l’estremità superiore dell’arco l’arciere fora il cielo,<br />

all’estremità inferiore è appesa la terra, fissata con un filo di seta. Se il colpo parte con<br />

una forte scossa c’è il pericolo che il filo si spezzi. Per il volitivo e il violento la frattura diventa<br />

allora definitiva e l’uomo resta irrimediabilmente nello spazio intermedio tra il cielo e la terra.”<br />

“Che debbo dunque fare?” chiesi pensieroso.<br />

“Imparare la giusta attesa”.<br />

“E come si impara?”.<br />

“Staccandosi da se stesso, lasciandosi dietro tanto decisamente se stesso e tutto ciò che è<br />

suo, che di lei non rimanga altro che una tensione senza intenzione.<br />

(Eugen Herrigel, Lo zen e il tiro con l’arco)<br />

Quando fu riparata la finestra sfondata, e la stufa cominciò<br />

a diffondere calore, parve che in ognuno qualcosa si<br />

distendesse, e allora avvenne che Towarowski (un francopolacco<br />

di ventitre anni, tifoso) propose agli altri malati di<br />

offrire ciascuno una fetta di pane a noi tre che lavoravamo,<br />

e la cosa fu accettata.<br />

L a solitudine è per me una fonte di guarigione<br />

che rende la mia vita degna di essere vissuta.<br />

(Carl Gustav Jung)<br />

”<br />

HOOD 777222<br />

Soltanto un giorno prima un simile avvenimento non<br />

sarebbe stato concepibile. La legge del Lager diceva<br />

“mangia il tuo pane, e, se puoi, quello del tuo vicino”, e<br />

non lasciava posto per la gratitudine. Voleva ben dire che<br />

il Lager era morto.<br />

(Primo Levi, Se questo è un uomo) 11


12<br />

HHOOODDD 72<br />

ELOGIO ALLA SINGLETUDINE<br />

Soli È bello<br />

INTERVISTA A ROBERTO MESSINA A CURA DI MARINA ROBBIANI<br />

In genere, chi sceglie di stare da solo ci arriva dopo aver scoperto<br />

che era molto più solo quando viveva con qualcuno senza<br />

comunicare. E una volta essersi presi la soddisfazione di aver<br />

detto “basta” a una vita insoddisfacente, la singletudine diventa<br />

un’occasione per esplorare il mondo; un’avventura per superare<br />

difetti, per incontrare in sé e negli altri pregi e doti fino a poco<br />

prima considerati inimmaginabili. Ma è davvero sempre così? Per<br />

avere le idee un po’ più chiare, ne ho parlato con Roberto<br />

Messina, che grazie ai suoi studi e alla sua esperienza, grazie alle<br />

sue provocazioni, ha fatto da maestro marziale (e non solo) a<br />

molte persone. Tanto per cominciare una delle sue regole è:<br />

“Perché non guardi dentro te stesso prima di delegare le tue<br />

responsabilità, e le tue sofferenze, a qualcun altro?”.<br />

Cos’è la solitudine?<br />

Significa innanzitutto non riuscire a stare da soli con se stessi. É uno stato d’animo che si crea<br />

nel tempo e chi lo produce è proprio chi pensa di soffrire di solitudine.<br />

Dunque, chi si sente solo è un emarginato: ma chi lo dice? Di fatto la solitudine non è nient’altro che<br />

uno stato sociale. Le persone sole, a maggior ragione se sono contente di esserlo, spaventano, ci si<br />

domanda come mai uno è così solo, cosa fa, cosa pensa, e poi non avrà niente da dire così solo...<br />

Eppure ho conosciuto tanti che non facevano in tempo a spogliarsi che erano già pronti per uscire di<br />

nuovo. Non riuscivano a stare a casa propria, nel loro ambiente, e pur di non restarci accettavano qualsiasi<br />

tipo di invito e situazione che li tenesse lontani dal pensare. Ma perché se uno pensa, dovrebbe<br />

stare male? Perché ha paura di pensare che è solo. E perché è solo? E cosa possiamo dire a tutte le<br />

persone che vogliono sempre stare in compagnia unicamente perchè si sentono sole? Ad esempio, che<br />

farebbero meglio a rimanere a casa, perchè alla fine la loro solitudine è un atteggiamento mentale.<br />

Pensare che la solitudine sia prima di tutto un male è un errore. Al contrario, se è vero che ce<br />

la creiamo per conto nostro, nello stesso modo in cui ce la siamo creata possiamo smontarla.<br />

Fino a quando non raggiungeremo la consapevolezza che siamo noi gli artefici della nostra situazione,<br />

andremo avanti a pensare che per non rimanere soli è meglio stare sempre in mezzo<br />

agli altri. Quante volte ci si sposa pensando che il matrimonio, un legame, possa dare quell’equilibrio<br />

che prima non c’era? Se prima non c’era, dopo ci sarà ancora meno... Perfino un figlio<br />

può dare l’illusione di non essere soli, con l’aggiunta di ulteriori richieste di devozione perchè<br />

come genitori non “dobbiamo” essere abbandonati. Ed ecco qui che abbiamo trasformato la<br />

solitudine in una serie di pretese a catena.


Dividiamo la questione in due: da una parte la solitudine voluta, accettata; all’altra vissuta<br />

come paura, dolore, abbandono, isolamento.<br />

Demandare alla solitudine la responsabilità di una sofferenza è già sbagliato di per sé. Partire<br />

dal presupposto che un malessere fisico, un problema familiare, un disagio morale, emotivo o<br />

altro nasca da uno stato di solitudine, soprattutto quando viene giudicato in termini negativi,<br />

vuol dire darsi un’etichetta che sarà molto difficile togliere. Non è vero che sto male perché<br />

sono solo: è una scusa per non affrontare un problema. Anzi, all’interno di questa giustificazione<br />

inserisco tutto, compresa la sofferenza, che mi assicuro di tenere lì dentro bene al caldo proprio<br />

per non risolverla. Soffro perché sono stato lasciato, mi sento solo per la separazione?<br />

Invece di dare la colpa all’altro, sarebbe meglio che mi facessi delle domande e andassi avanti<br />

a costruire la mia vita. Troppo spesso deleghiamo all’esterno quegli eventi emotivi che andrebbero<br />

demandati all’interno, come nostra responsabilità. Se non superiamo questo principio,<br />

possiamo proseguire a parlare di migliaia di sofferenze legate alla solitudine, senza venirne mai<br />

a capo. É per questo che sono convinto che la solitudine sia un termine che dovrebbe essere<br />

tolto dal vocabolario. “Stare da soli” vuol dire tutto e niente.<br />

Nathaniel Russel<br />

Non è facile. Non pensi che per<br />

arrivare a queste conclusioni occorra<br />

essere in equilibrio?<br />

Per sostenere in profondità la consapevolezza<br />

che la solitudine è una nostra<br />

costruzione non basta leggere libri, frequentare<br />

corsi o dire “accetto l’idea che<br />

la solitudine non esiste”. Non è il caso di<br />

prenderci in giro. Dobbiamo invece fare<br />

qualcosa dentro di noi per concretizzare<br />

emotivamente questo concetto. Occorre<br />

trasmutare da un atteggiamento mentale<br />

abbastanza scontato ad un mutamento<br />

interno costante nel tempo. Nessun altro lo può fare per noi.<br />

Non c’è il rischio, stando da soli, di interpretare e deformare la realtà a nostra immagine<br />

e somiglianza, di inventare emozioni e sentimenti?<br />

Produrre emozioni attraverso l’immaginazione è una grande opportunità data unicamente<br />

all’essere umano. Quante cose fraintendiamo in due, insieme a tanti altri? Se da solo mi creo un<br />

fraintendimento, ne ho prova immediata: non mi dà soddisfazione, non mi piace. Se grazie all’immaginazione<br />

entro in una situazione emotiva positiva, sto bene. Che poi quello che immagino<br />

accada o meno ha poca importanza, ciò che è significativo al momento è immaginare un desiderio<br />

e trarne beneficio. Ovviamente sto escludendo ogni tipo di profilo patologico. Ma l’immaginazione<br />

è un potere immenso, questo genere di fantasia non va a cadere in un’alterazione della<br />

realtà. E poi, se l’essere umano avesse il potere di alterare la realtà con l’immaginazione, non<br />

sarebbe un potere eccezionale? Non è stato forse così per molti geni del passato?<br />

Affrontare la vita da single può essere un privilegio, ma costa fatica sia in termini concreti<br />

ed economici, che di relazione con gli altri. Ancora oggi presentarsi da soli senza<br />

rientrare in nessuno schema codificato, viene spesso guardato con diffidenza.<br />

Nel momento in cui una persona ha trasmutato e ha sciolto il nodo della solitudine, presentarsi<br />

in un contesto con dei codici ben precisi rappresentando in qualche modo “il diverso”, è bello.<br />

Quando si sta bene e si è in equilibrio con se stessi, lo si lascia trasparire. Non c’è bisogno di<br />

HOOD 777222<br />

13


14<br />

HOOODD 72<br />

Foto René & Radka<br />

dire niente, si vede. Le persone che<br />

si portano addosso la sensazione<br />

della solitudine, di uno stato di isolamento,<br />

sono ingobbite, chiuse, si<br />

caratterizzano subito per come si<br />

pongono e parlano, per gli argomenti<br />

in genere cupi che trattano.<br />

Tutta questa chiusura determina<br />

uno stare male, così come può rappresentare<br />

una parentesi dovuta ad<br />

un evento momentaneo, difficile<br />

da superare. Ma se si sta bene con<br />

se stessi non c’è alcun bisogno di<br />

lottare, non occorre dimostrare<br />

niente. Smettiamola di piangerci<br />

addosso, qual è il vero problema?<br />

Tu sei single e non hai figli, come vivi tutto<br />

questo?<br />

Mi manca un po’ il fatto di non avere figli.<br />

Considerando però che il figlio è anche una<br />

bellissima attività non retribuita, so che deve<br />

essere una scelta molto consapevole. Perciò,<br />

se da una parte c’è il desiderio di essere<br />

padre, dall’altra mi chiedo se sarei davvero<br />

all’altezza di farlo come si deve. Ma quando<br />

gli anni passano e le esperienze si<br />

susseguono, si fortifica anche un certo<br />

desiderio di predominio su quanto si è<br />

costruito. Un giorno forse comprenderò se<br />

questo desiderio<br />

velato di essere<br />

padre nasce più<br />

per curiosità o per<br />

voglia di paternità<br />

vera e propria,<br />

magari troverò<br />

una donna che<br />

me lo farà<br />

esplodere.<br />

Diciamo che non<br />

è una cosa automatica<br />

e che sono contentissimo di essere<br />

arrivato fino a questo punto così. Non<br />

rimpiango niente perché ho avuto il privilegio<br />

di fare una serie di cose che altrimenti non<br />

sarei mai riuscito a fare, quando si diventa<br />

parte di un nucleo familiare le priorità cambiano<br />

totalmente.<br />

Nathaniel Russel<br />

Nella tua vita hai passato dei periodi in<br />

completa solitudine, è un’esperienza che<br />

consigli?<br />

Sì, è un’esperienza semplicissima che dà<br />

risultati unici. Partirei da qui: arriva un<br />

momento in cui alcune persone non sanno<br />

più a che punto si trova la loro libertà interiore<br />

e di pensiero. Questo succede perché<br />

se la negano, non vogliono pensare e si creano<br />

una serie di situazioni che escludono la<br />

possibilità di riflettere (vedono casa propria<br />

come una prigione da cui scappare ecc.).<br />

Bene, il giorno in cui queste persone fossero<br />

curiose di capire perché si comportano così<br />

potrebbero fare un tentativo e andare in un<br />

bellissimo posto a loro scelta (ad es. esistono<br />

monasteri di diverse religioni che accettano<br />

pellegrini), rimanendoci per qualche giorno<br />

in assoluto silenzio, senza avere relazioni con<br />

nessuno al di fuori di se stessi, senza cellulare<br />

e computer... Sono sicuro che alla fine<br />

scopriranno di sentire cose che pensavano di<br />

non avere nel modo più assoluto.<br />

Quando per i troppi pensieri che ci rimbombano<br />

in testa ci nascondiamo dietro delle illusioni,<br />

non riusciamo più a districarli. Non a<br />

caso le turbolenze che escono da questa<br />

esperienza sono quelle da cui ci si stava allontanando,<br />

sono esattamente quegli eventi<br />

emotivi che si devono integrare, trasmutare.<br />

Questa sorta di “codice del silenzio” è una<br />

vera e propria attività mentale che pone al


Caitlin Keogh<br />

centro il nostro star male e i suoi perché, aiutandoci a diventare consapevoli<br />

che quanto abbiamo vissuto fino ad ora non era che una<br />

bella illusione, mentre come essenza primaria noi siamo un’altra<br />

cosa. Viene fuori subito. Pensare di non poter parlare con nessuno fa<br />

salire l’ansia, e non è che la crosta. Ci sono persone che dopo 2,3<br />

giorni di silenzio non ce la fanno più perchè gli affiora dentro tutto<br />

quello che hanno accumulato. Che hanno chiuso dentro di sé a furia<br />

di non rimanere mai fermi, lavorando dieci ore al giorno, tornando a<br />

casa e uscendo o, per la troppa stanchezza, non avendo neppure la<br />

voglia di rimanere un attimo da soli a riflettere, e poi si ricomincia correndo<br />

la mattina, caffé, cappuccino, riunioni eccetera. Tutta questa<br />

giostra non dà la possibilità di fermarsi mai. Per cui il giorno in cui ci si stoppa, inesorabilmente,<br />

salta fuori tutto. Quello che si presenta è un “mostro” nuovo.<br />

Allora cosa accade?<br />

Che per fortuna l’essere umano ha una grande forza, un incredibile istinto di sopravvivenza.<br />

Così, finita questa esperienza, nel momento in cui ci rendiamo conto di essere qualcosa di<br />

diverso rispetto a ciò che pensavamo, scateniamo il desiderio della ricerca. E questo stesso fatto<br />

ci aiuta a trovare le soluzioni giuste. Il desiderio è tale che ci porta alla risoluzione del problema.<br />

Non c’è bisogno di andare da un terapeuta, una volta certi di essere stati noi ad avere<br />

costruito questa situazione, saremo noi stessi a smontarla. É perché io sono così che desidero<br />

questa cosa. Quasi sempre invece, capita il contrario. La persona che decide di fare o non fare,<br />

di condividere o meno, si relaziona con quello che accade al di fuori da se stesso. Mai con<br />

quanto accade all’interno. Il risultato? Finisce a non conoscersi. E non conoscendosi, accade<br />

David Gerstein<br />

sempre che si facciano le scelte sbagliate. Una volta un<br />

maestro mi ha detto: “Sai qual è la differenza tra fare<br />

una scelta ed essere la scelta? Essere la scelta sei tu.<br />

Fare una scelta è farla in relazione a quello che vedi, ma<br />

non sei tu. Quindi quando fai una scelta, la maggior<br />

parte delle volte è sbagliata perché vieni distratto da<br />

qualsiasi elemento o motivo esterno.”<br />

Roberto Messina ha iniziato molto giovane a verso la comprensione dei condizionamenti<br />

praticare le arti marziali cinesi e come atleta spirituali e mentali dell'individuo, sottoposto<br />

agonistico ha viaggiato e visitato molti paesi troppo spesso all'illusione della libertà. A<br />

del mondo. In questo suo lungo girovagare questo proposito, ha affrontato da vicino<br />

ha intrapreso lo studio delle filosofie orientali l’analisi dei meccanismi che muovono le<br />

e delle religioni occidentali. É stato per molti finalità di alcune sette limitando le loro<br />

anni maestro di arti marziali agonistiche. stesse libertà. Nel frattempo ha iniziato a co-<br />

Ha aderito al movimento umanista per oltre dificare un metodo che ha chiamato<br />

vent’anni, studiando l'essere umano in una “Trasmutazione Alchemica Spirituale”, che si<br />

forma di centralità sia sociale che spirituale, prefigge di rendere libero il pensiero e la<br />

ha sviluppato alcuni principi che volontà dell'essere umano in tutta la sua<br />

riguardano le guide interne all'essere interezza, senza vincoli di sorta. Da circa<br />

umano, ampliandone le peculiarità vent’anni studia, pratica e scrive di media-<br />

emozionali e di rapporti interpersonali. Ha nità. É tuttora Amministratore Delegato di<br />

poi approfondito la ricerca degli aspetti eso- Età d’Oro s.r.l., azienda distributrice di inteterici<br />

delle religioni, una pratica indirizzata gratori alimentari.<br />

Per ulteriori informazioni scrivete a: genesimedianica@gmail.com 15<br />

HOOD 777222


NOME: PRUNUS AMYGDALUS COMMUNIS DULCIS FAMIGLIA: ROSACEAE<br />

16 Dolce e croccante<br />

come una Mandorla<br />

HHOOODDD 72<br />

DR. PAOLO TEDALDI<br />

O riginaria<br />

delle zone dell’Asia occidentale<br />

(Persia e Grecia), la mandorla si distingue<br />

in due varietà: dolce e amara<br />

(non commestibile). Da sempre questo frutto,<br />

per la sua conformazione a vari strati - mallo<br />

esterno, guscio legnoso, pellicina e frutto vero e<br />

proprio - ha ispirato simbolismi legati all’interiorità<br />

e alla scintilla divina dell’uomo, raggiungibile<br />

solo dopo l’eliminazione della parte esteriore.<br />

Anticamente era considerato un rimedio contro<br />

l’ubriachezza. Ovvero, dopo aver mangiato un<br />

po’ di mandorle, si pensava di poter eccedere in<br />

abbondanti libagioni senza ubriacarsi. Questo<br />

fatto potrebbe essere messo in relazione con il<br />

potere gastroprotettivo della mandorla, che masticata<br />

lentamente con la sua pellicina funziona<br />

come ottimo antiacido dello stomaco. Inoltre il<br />

suo olio, presente in quantità, forma una pellicola<br />

protettiva che impedisce un eccessivo e veloce assorbimento dell’alcol.<br />

L a<br />

Proprietà e azioni<br />

mandorla è un frutto molto energetico, rimineralizzante e ricostituente del sistema<br />

nervoso e del cervello, tant’è che se ne raccomanda l’uso agli studenti. Il<br />

frutto maturo e asciutto contiene calcio, fosforo e ferro utili per l’apparato osseo, il<br />

50% di lipidi e il 18% di proteine. L’azione sull’apparato nervoso si esplica grazie alla<br />

presenza di vitamine A e gruppo B. Le mamme in attesa, per garantire un ottimo sviluppo<br />

del feto, dovrebbero masticarne una decina al giorno anche se, visto l’alto contenuto<br />

nutritivo, è bene non esagerare. È<br />

poi controindicata per chi soffre di<br />

ipertensione e arteriosclerosi. A tal<br />

proposito, è l’amigdalina il principio<br />

venefico delle mandorle amare che<br />

si scinde in acido cianidrico. Ma<br />

poiché una mandorla amara contiene<br />

1 mg di acido cianidrico, ci vorrebbero<br />

comunque 60 e più frutti per avere<br />

un effetto gravemente tossico!


P er<br />

In fitoterapia<br />

uso interno l’olio di mandorle diventa un blando lassativo<br />

fisiologico non aggressivo, perché come qualsiasi olio<br />

lubrifica l’intestino. Inoltre, catturando ed eliminando i radicali<br />

liberi, agisce come antiossidante con il risultato di un effetto<br />

antinvecchiamento.<br />

E per chi ha problemi di sonno, le antiche tradizioni - in poche<br />

parole le nonne - consigliano di mangiare una mandorla (una<br />

sola!) ogni sera, prima di andare a letto.<br />

D alle<br />

In cosmesi<br />

mandorle si ottiene un olio ricco di acido oleico e linoleico dai mille usi. Ottimo<br />

esternamente per ammorbidire e rassodare la pelle, in gravidanza previene le smagliature<br />

e, usato sui capelli, elimina la forfora e li rende sani e lucenti. Mischiando dell’olio<br />

di mandorle con l’argilla, si prepara anche una crema peeling per il viso e il corpo.<br />

Una curiosità: nel XVII secolo le mani delle dame dovevano essere così bianche che la notte,<br />

per sbiancarle ulteriormente si ungevano con una crema a base di senape, miele e mandorle<br />

amare che, per mantenere l’effetto più a lungo, veniva protetta da un paio di appositi guanti.<br />

D iffusissima<br />

nell’area mediterranea, la<br />

mandorla è diventata un componente<br />

fondamentale della pasticceria siciliana,<br />

sarda, araba e andalusa. Famosa la<br />

pasta reale (marzapane) da cui le cassate, i<br />

confetti e i torroni.<br />

Insalata di mandorle<br />

Prendete dell’insalata tipo Valeriana e<br />

aggiungete spicchi di arancia privati della pellicina,<br />

semi di finocchio, uvetta ammollata,<br />

una macinata di pepe, sale e le mandorle<br />

tostate in forno e sminuzzate. Condite con<br />

olio e un pizzico di aceto balsamico.<br />

In cucina DI STEFANO REINA<br />

Latte<br />

di mandorle<br />

Sbollentate due<br />

etti di mandorle in<br />

acqua. Pelatele e<br />

frullatele, ottenendo<br />

un composto<br />

simile a uno<br />

sciroppo. Unite<br />

dell’acqua, un po’<br />

di zucchero e frullate<br />

ancora.<br />

Si beve freddo,<br />

ottimo in estate.<br />

I Mostaccioli, il dolce preferito da San Francesco<br />

(e tramandato da Frate Indovino)<br />

Ingredienti:<br />

• 400 g di farina • 300 g di miele • 400 g di mandorle • 2 arance • 4 uova • del mosto cotto<br />

• un cucchiano di cannella in polvere • un cucchiaio di burro • lievito e sale q.b.<br />

Preparazione: Prendete le mandorle, togliete la pelle, tritatele e<br />

amalgamatele bene alla scorza grattugiata delle arance e al miele.<br />

Aggiungete la farina, il lievito, sale e mosto cotto in quantità sufficiente<br />

a ottenere una pasta consistente. Stendete la pasta e tagliatela pensando<br />

di ottenere dei biscotti della grandezza di un dito, mettete nel<br />

forno caldo a 200 gradi e lasciate cuocere per un quarto d’ora.<br />

HOD 77222<br />

17


18 La Borragine,<br />

HOOODDD 72<br />

la selvatica domata...<br />

DR.SSA FRANCESCA ALIA<br />

... nella medicina naturale:<br />

La borragine (Borrago Officinalis) è una<br />

pianta erbacea annuale. Probabilmente<br />

originaria dell’Oriente, è oggi diffusa su<br />

tutta la fascia temperata del globo.<br />

Caratteristiche sono le sue foglie che presentano<br />

una ruvida peluria, i suoi bellissimi<br />

fiori blu-viola con cinque petali disposti<br />

a stella e i suoi semi che, spremuti a freddo<br />

(per non deteriorarne il contenuto),<br />

regalano un olio prezioso.<br />

Fin dall’antichità e trasversalmente in<br />

diverse culture, si hanno notizie del suo<br />

impiego (soprattutto fiori e foglie) come<br />

rimedio terapeutico: da antidepressivo ad<br />

antitussivo, da diuretico a depurativo ed<br />

emolliente. Per fortuna oggi siamo venuti<br />

a conoscenza che la borragine contiene<br />

alcaloidi pirrolizidinici a potenziale attività<br />

epatotossica: motivo per cui per legge<br />

soltanto l’olio di semi, che ne risulta totalmente<br />

privo, può essere commercializzato<br />

come integratore alimentare. È l’acido<br />

gamma-linolenico (un omega-6) la risorsa<br />

più importante dell’olio di borragine, che ha come principale indicazione d’uso la secchezza<br />

cutanea (in questo caso si assume per via orale) e altre affezioni dermatologiche quali eczemi,<br />

acne, psoriasi (su cui si applica localmente).<br />

Risulta infatti un eccellente trofodermico<br />

(ricostituisce la barriera fisiologica di pelle e<br />

mucose) dotato di un valore aggiunto, ovvero<br />

di una spiccata attività antinfiammatoria.<br />

Inoltre, essendo senza alcun dubbio un ottimo<br />

idratante, l’olio di borragine diventa molto<br />

interessante se adoperato come complemento<br />

cosmetico per prevenire o attenuare i<br />

segni dell’età.


... a tavola:<br />

La fama che la borragine si è guadagnata nei secoli non è legata solo alla medicina ma anche<br />

alla tavola, specialmente con quella di Liguria. Così il desiderio di scavare fino alle sue radici,<br />

che fanno binomio con le mie visto che sono nata in questa terra, mi porta a cena in un tempio<br />

della tradizione ligure: la trattoria La BrÍnca (che nell’antica etimologia dialettale significa<br />

luogo scosceso, ripido). Qui mani sapienti fanno rivivere la borragine in piatti autentici e genuini<br />

che, una volta assaggiati, si trasformano in un’esperienza che va oltre il gusto. Deliziata da<br />

un ambiente che trasuda di sapori di una volta, incontro il titolare Sergio Circella, al quale ho il<br />

piacere di rivolgere la mia curiosità:<br />

Qual è il sodalizio che unisce la borragine alla Liguria?<br />

La borragine è senza dubbio la regina tra le<br />

erbe selvatiche della nostra cucina in quanto<br />

protagonista dei ripieni “alla genovese”.<br />

Siamo l’unica regione a coltivarla ad uso<br />

gastronomico. Si tratta di un’erba molto<br />

tenace, spontanea ma non così scontata,<br />

tant’è che per mantenerla la seminiamo in<br />

continuazione e preferibilmente in serra<br />

così da averla a disposizione tutto l’anno e,<br />

schermandola da luce diretta e sbalzi di<br />

temperatura, ne accresciamo la qualità.<br />

Che ruolo ha nel vostro menù?<br />

Premetto che il ripieno delle nostre paste<br />

fresche, fatte interamente a mano e con<br />

farine autoctone, è in linea con la tradizione<br />

di solo magro presente in tutto l’entroterra<br />

chiavarese, a base di uova, formaggio, olio,<br />

erbette selvatiche e soprattutto borragine e<br />

bieta a costa piccola. Il sapore della borragine<br />

ricorda quello del cetriolo ma è molto più<br />

delicato e, in generale, più se ne mette più il<br />

ripieno risulta fine, tuttavia è essenziale un’amalgama<br />

armonica di tutti gli ingredienti. Il<br />

piatto cosiddetto della festa sono a questo<br />

proposito i ravioli di erbette cu tuccu, il mitico<br />

sugo genovese con il pezzo di carne che<br />

“tocca” il pomodoro mentre cuoce a lungo.<br />

Stesso ripieno ma con l’aggiunta di sarazzu<br />

(ricotta stagionata della Val d’Aveto) si trova<br />

nei ravioloni che condiamo con una salsa di<br />

nocciole locali, ideata appositamente per<br />

sostenere quei pochissimi che nei dintorni le<br />

raccolgono ancora. É molto fragrante e dall’aroma<br />

straordinariamente<br />

intenso che ben si distingue,<br />

malgrado presenti alcune<br />

somiglianze, dalla classica<br />

salsa di noci che condisce i<br />

tipici pansoti.<br />

Per quanto riguarda i secondi,<br />

inseriamo la borragine<br />

nelle carni ripiene, come<br />

nella cima di vitello o di<br />

faraona, pilastri della vera<br />

tradizione genovese.<br />

Impossibile dimenticare<br />

anche la foglia di borragine<br />

HOOD 777222<br />

19


20<br />

HOOODD 72<br />

messa in pastella “rigorosamente intera”, secondo<br />

l’usanza della nostra vallata, e poi fritta.<br />

È squisita per il palato!<br />

Mangiando la borragine si può incorrere<br />

in problemi di tossicità?<br />

No, in cucina si utilizzano solo le foglie, che<br />

sono assolutamente sicure in fatto di commestibilità.<br />

È comunque indispensabile cuocerle<br />

perché sono sgradevolissime da consumare<br />

crude. Ad ogni modo la quantità che<br />

si ritrova in ogni singola portata è sempre<br />

piuttosto contenuta, del resto l’esagerare con<br />

qualsiasi alimento può diventare fonte di<br />

inconvenienti.<br />

Sappiamo invece dall’esperienza contadina<br />

che i fiori non si sono mai mangiati , ma sono<br />

talmente belli che si prestano benissimo per<br />

la decorazione delle nostre pietanze.<br />

Che abbinamento di vini suggerisce?<br />

La nostra cantina mette a disposizione vini<br />

provenienti da tutta Italia e dal mondo intero,<br />

ma da sempre prediligo proporre i vini liguri, in<br />

particolare del Tigullio, che sono in continua<br />

crescita qualitativa. Per ravioli e pansoti conditi<br />

con salse chiare, di noci o nocciole, è di regola<br />

un vino bianco, meglio se fornito di una certa<br />

struttura alcolica e di una semi-aromaticità, a<br />

supporto del carattere deciso dei piatti, per<br />

esempio un Vermentino Colli di Luni o un<br />

Cimixa (bianco Golfo del Tigullio-Portofino).<br />

Ai ravioli cu tuccu si deve sicuramente<br />

accompagnare un rosso di media struttura,<br />

come quello della Val di Vara, o ancora dei<br />

vitigni Golfo del Tigullio-Portofino.<br />

Mentre per la foglia di borragine fritta è perfetta<br />

una Bianchetta genovese, meno alcolica<br />

ma più acida da sgrassarne l’untuosità.<br />

Il segreto dell’impiego della borragine in<br />

questi piatti semplici ma di alta laboriosità<br />

artigianale riesce dunque ad essere salvaguardato<br />

grazie a tanta passione e sacrificio<br />

tramandati da generazioni.... va da sè la conformazione<br />

naturale delle nostre terre, chiuse<br />

in valli strette e anguste che hanno permesso<br />

un conservatorismo regionale esclusivo e<br />

antichissimo di saperi, che fortunatamente<br />

qualcuno continua a tradurre in sapori.<br />

Perché rinunciarvi?<br />

La trattoria La BrÍnca si trova nel primo<br />

entroterra della Riviera ligure di levante, nella<br />

frazione di Campo di Ne, a 8 km (circa<br />

10/15 minuti) dall’uscita autostradale di<br />

Lavagna. Se volete iniziare a scoprirla, andate<br />

a buttare un occhio al sito www.labrinca.it<br />

LA BRINCA<br />

Trattoria Caneva con fùndego da vin<br />

Via Campo di Ne, 58 - Ne (Genova)<br />

Tel. 0185 337480 - labrinca@labrinca.it


PICCOLI PIACERI A TAVOLA<br />

DI ENZA BETTELLI<br />

Una flûte di bollicine è l’ideale per far<br />

passare il tempo tra l’aperitivo e il<br />

momento di mettersi a tavola. Per<br />

gustare al meglio una pietanza importante è<br />

d’obbligo un bicchiere di vino d’annata.<br />

Quando fa caldo è una bibita fresca la più<br />

adatta per dissetarsi. E quando si ha voglia di<br />

qualcosa di gratificante? Un colorato drink, da<br />

gustare sulla poltrona preferita di casa, sotto<br />

l’ombrellone, o perfino su una panchina tra il<br />

verde di un parco può davvero diventare la coccola<br />

che rallegra la giornata.<br />

P roibito<br />

Coccole<br />

da Bere<br />

3 Cose da non trascurare<br />

deludersi da soli. Bisogna quindi “ascoltarsi” per capire cosa ci piacerebbe veramente<br />

gustare in quel momento, per quanto stravagante possa sembrare.<br />

, Predisporre tutto in modo da avere a portata di mano le cose più importanti: sedile comodo,<br />

piano d’appoggio confortevole, luce adeguata, libro o rivista se si ha voglia di leggere, musica<br />

preferita se si gradisce, oppure un sottofondo rilassante.<br />

, Spegnere computer, telefonino, tablet e qualsiasi altro marchingegno che potrebbe interferire<br />

con questo prezioso momento che abbiamo deciso di dedicarci.<br />

Quale bevanda?<br />

Liquida, densa o consistente?<br />

La più semplice è quella che si beve e basta, come<br />

una spremuta di frutta, preferibilmente preparata al<br />

momento, o un frappé. Il frullato ha una consistenza<br />

un poco più densa ed è già sulla strada del mangia e bevi,<br />

irresistibile miscela di ingredienti liquidi con altri più corposi.<br />

Gli abbinamenti sono sempre molto personali; questi sono già<br />

collaudati.<br />

HOOD 777222<br />

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22<br />

HOOODD 72<br />

Liquida, da bere<br />

Mescolate 2,5 dl di latte, 1 cucchiaio<br />

di cacao amaro e 1 cucchiaino di<br />

caffè solubile, addolcite a piacere<br />

e mescolate a fuoco basso per qualche istante.<br />

Unite un pizzico di cannella in polvere e fate raffreddare.<br />

Mescolate infine 1 cucchiaio di panna<br />

densa.<br />

u Frullate 3-4 fragole con 1,5 dl di succo di frutti<br />

tropicali. Diluite a piacere con spumante freddo.<br />

u Mescolate nel bicchiere 1 parte di succo<br />

d’ananas, 1 parte di succo di mela, 1 parte di acqua<br />

tonica e 1 pizzico di zenzero in polvere.<br />

Densa, da centellinare<br />

Frullate 125 g di yogurt greco, 1 dl di latte freddo, 2<br />

cucchiai di sciroppo di more e mescolatevi 2 cucchiai<br />

di ribes sgranato.<br />

> Frullate 1 pesca sbucciata e affettata, 1 piccolo amaretto, 1 dl<br />

di panna fresca, 1 cucchiaino di zucchero di canna e diluite con<br />

1 dl di succo di arancia o di limone.<br />

> Frullate mezza banana, 1,5 dl di latte di cocco, 1 cucchiaio di<br />

zucchero di canna e 1 pizzico di cannella. Completate con<br />

succo di lime e di arancia.<br />

Consistente,<br />

quasi da masticare<br />

Fate fondere 50 g di cioccolato fondente e mescolatevi 1 dl di latte, 1 pizzico di chiodi<br />

di garofano in polvere e 1 cucchiaio di miele di agrumi. Mettete nel bicchiere 2 palline<br />

di gelato all’arancia, qualche fettina di albicocca, versate il latte al cioccolato freddo e<br />

completate con un cappello di panna montata e scaglie di cioccolato.<br />

P Frullate 100 g di mascarpone con 1 vasetto di yogurt bianco, 1 cucchiaino di aceto balsamico,<br />

5 cucchiai di latte, 1 manciata di lamponi e zucchero a piacere.<br />

Riempite il bicchiere a metà con lamponi, ricoprite con la crema e completate<br />

con panna montata.<br />

P Lavorate 150 g di ricotta con poca panna fresca e<br />

zucchero di canna a piacere. Mescolatevi 1 pesca affettata<br />

e sistemate la crema a strati nel bicchiere con palline di<br />

melone. Frullate 1 fetta di cocomero senza semi, versate nel<br />

bicchiere e cospargete con granella di cioccolato.


Gli accessori giusti<br />

Per i long e i soft drink i bicchieri debbono essere capaci<br />

e alti, con o senza stelo. Per i mangia e bevi si usano<br />

invece i bicchieri più tondi e molto capaci, a coppa.<br />

Qualunque tipo di bicchiere scegliate, fate in modo che sia ben freddo:<br />

basta tenerli in frigorifero, sempre pronti da riempire.<br />

K Se usate i bicchieri alti occorrono i cucchiaini a manico lungo mentre<br />

per le coppe vanno bene anche le palettine da gelato.<br />

La cannuccia non è sempre necessaria, ma è anche decorativa e se<br />

sono 2, di colore diverso, meglio ancora.<br />

Anche l’occhio<br />

vuole la sua parte<br />

Imitare le bellissime decorazioni del bar non è facile,<br />

ma non per questo bisogna rinunciare a rendere più<br />

invitante la bibita preparata a casa. L’importante è che<br />

gli ingredienti usati siano sempre commestibili.<br />

< Le decorazioni più ovvie si ottengono con le fettine e<br />

le striscioline di agrumi inserite sul bordo del bicchiere.<br />

Ma si possono usare tutti i tipi di frutta a disposizione,<br />

incidendo la fettina o il piccolo frutto quanto basta.<br />

u Molto scenografico lo spiedino con pezzetti di frutta<br />

e foglioline di menta da appoggiare di traverso sul bicchiere<br />

o da inserire direttamente nella bibita.<br />

v Il ghiaccio, tritato o a cubetti, aiuta ugualmente a ravvivare la presentazione. Se utilizzate<br />

acqua bollita e raffreddata otterrete cubetti davvero trasparenti. Se però non volete che il<br />

ghiaccio annacqui la bibita sciogliendosi, fate gelare un succo di frutta a vostra scelta, o<br />

anche dello spumante, per le occasioni speciali.<br />

v Per rendere chic una normale bibita, fate gelare dentro l’acqua<br />

o il succo di frutta un petalo di rosa o una foglia di menta.<br />

E per fare ancora più in fretta congelate direttamente i frutti di<br />

bosco interi, i chicchi d’uva o le fettine di arancia e limone.<br />

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24<br />

HHOOODDD 72<br />

Radicchio<br />

sui capelli<br />

la tradizione<br />

al servizio<br />

di un problema<br />

moderno<br />

LORAL RADICCHIO I tuoi capelli naturalmente<br />

La storia di Loràl inizia con un pensiero molto comune: «Sto<br />

perdendo i capelli! Non voglio, ma i trapianti sono una cosa<br />

seria, e i farmaci fanno più male che bene.» Così pensava<br />

Mario, trent'anni fa.<br />

La storia, però, continua in modo diverso dal solito.<br />

Perché Mario è un giovane barbiere, e dopo aver provato<br />

tutte le soluzioni, decide di far da sé: spende un decennio,<br />

alla ricerca di un'antica ricetta quasi perduta. In dieci<br />

anni, la formula è ritrovata e funziona: su di lui, e poi sui<br />

suoi clienti.<br />

Oggi Mario ha tutti i capelli in testa.<br />

Ha fondato e dirige con la famiglia la Loràl Radicchio,<br />

dove produce il Trattamento Radicchio, con cui ha aiutato<br />

migliaia di persone.<br />

La sua Lozione è un preparato naturale senza controindicazioni,<br />

perché prodotta secondo la tradizione erboristica:<br />

seleziona le erbe, le pulisce, trita, macera e filtra.<br />

Nient'altro, niente additivi chimici o sintetici.


Lo stesso vale<br />

per lo Shampoo<br />

Radicchio, che<br />

si affianca alla<br />

Lozione: un<br />

detergente a PH<br />

neutro che non<br />

stressa tessuti e<br />

capelli delicati<br />

e non lava via i<br />

principi attivi<br />

della lozione,<br />

ma deterge a<br />

fondo i capelli<br />

grassi o con<br />

forfora. Molte<br />

clienti ci confidano<br />

di continuare a usarlo<br />

anche dopo il trattamento<br />

perché lascia i capelli più<br />

puliti e leggeri.<br />

In più dai laboratori Loràl Radicchio,<br />

oggi nasce Stop&Go<br />

Per donne e uomini, con<br />

calvizie, alopecie o diradamenti<br />

per età, terapie, stress<br />

o persino per forfora e seborrea,<br />

il Trattamento Radicchio<br />

può ridare la serenità, allo<br />

specchio e fra la gente, senza<br />

chirurgia o effetti collaterali.<br />

«L’idea vincente - confessa<br />

Mario - è stata cercare nel<br />

passato la soluzione a un<br />

problema moderno. Mentre<br />

altri si lasciavano sedurre da<br />

ormoni e prodotti chimici,<br />

io guardavo alla sapienza<br />

trasmessa da secoli. Posso<br />

dire che la vita ha premiato<br />

la mia scelta.»<br />

Stop & Go Radicchio è uno shampoo cosmetico ad azione deforforante,<br />

rinforzante, seboequilibrante.<br />

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attivi vegetali sono estratti con infusione a freddo e invecchiamento di<br />

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Ongaro esperto di medicina anti<br />

età, Dr.ssa M. Bucci nutridermatologa,<br />

Dr. F. Marzatico farmacista e<br />

docente universitario e J. Bronée<br />

nutrizionista) il Dr. Davide Bollati,<br />

fondatore di<br />

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nell’utilissimo libro skin regimen.<br />

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e correttivi; Hydra-Pro Cream Gel/Juvenate-Pro Rich Cream idratanti nutrienti anti-età ad azione<br />

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efficacemente l’ossidazione dall’interno in maniera innovativa grazie alla combinazione con<br />

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contaminanti e favorisca una buona digestione, senza glutine né solventi.<br />

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28<br />

HHOOODDD 72<br />

Foto di Federica Gentile, fede_gen88<br />

Ammirare Matera da uno dei belvederi<br />

che s'affacciano sulla città è un'emozione<br />

indescrivibile. Ancor di più al<br />

crepuscolo, quando scende la sera e le<br />

prime luci si accendono per le strade<br />

della città vecchia avvolta dal silenzio.<br />

È allora che la magia della Basilicata ti<br />

prende e ti chiedi perchè mai hai<br />

aspettato così tanto tempo a fare un<br />

viaggio da queste parti. Ti viene in<br />

mente Carlo Levi, esiliato dal regime<br />

fascista tra gli sperduti monti della<br />

provincia lucana, e capisci perchè chiese di essere sepolto nel cimitero di Aliano.<br />

L a<br />

Basilicata è ancora una terra in gran parte sconosciuta ma che sa incantare il visitatore<br />

con la sua natura incontaminata e primordiale, paesaggi incredibili e caratteristici borghi che<br />

conservano edifici storici di tutto rispetto. Tra i boschi del Vulture e i laghi di Monticchio,<br />

Venosa, l'affascinante patria di Orazio con l'intatto centro storico ricco di monumenti antichi, e<br />

Melfi e Lagopesole con i due grandiosi castelli parlano di quando Federico II veniva qui a cacciare<br />

e affinare l'arte della falconeria. Federico considerava la Basilicata una meta privilegiata e<br />

passava lunghi periodi nei castelli che aveva fatto costruire dedicandosi alla caccia, ancora oggi<br />

abbondante da queste parti.<br />

S e<br />

IL FASCINO INCONSUETO DELLA BASILICATA<br />

Alla scoperta di una regione<br />

straordinaria<br />

per ricchezze storiche<br />

e ambientali<br />

DI MARINA CIOCCOLONI<br />

il litorale non è molto esteso<br />

(Maratea è l'unica cittadina lucana<br />

che si affaccia sul Mar Tirreno e sullo<br />

Ionio dove si susseguono meravigliose<br />

coltivazioni di agrumi, le località balneari<br />

sono soltanto tre: i lidi di Metaponto,<br />

Policoro e Scanzano), è nell'interno<br />

che la Basilicata dà il meglio di sé. Nel<br />

Medioevo la regione era percorsa da tre<br />

grandi vie di pellegrinaggio che collegavano<br />

Roma a Gerusalemme e alla<br />

Terrasanta: l'Appia, la Popilia e<br />

l'Herculea. Sulle tre direttrici furono


costruiti borghi, castelli e cattedrali<br />

che oggi lasciano stupefatto<br />

il visitatore per la loro bellezza.<br />

Il duomo di Melfi col magnifico<br />

campanile di epoca normanna<br />

e la cattedrale di<br />

Acerenza in stile romanicogotico<br />

di gusto francese sono<br />

due tappe da non perdere<br />

prima di raggiungere le Dolomiti<br />

Lucane, così chiamate perchè<br />

simili alle più note cugine che si<br />

elevano più a nord.<br />

Castelmezzano e Pietrapertosa, nel<br />

cuore delle Dolomiti Lucane, fanno parte del<br />

Club dei borghi più belli d'Italia. Sono due<br />

paesi affascinanti, con le case abbarbicate tra<br />

le rocce dalle aguzze guglie rocciose. Le<br />

rovine del castello sovrastano l'abitato di<br />

Pietrapertosa e regalano un panorama a<br />

360° gradi. Per i più intrepidi c'è la possibilità<br />

di vivere un'esperienza unica con il "Volo<br />

dell'Angelo": un cavo d'acciaio teso tra i due<br />

paesi consente di passare da uno all'altro nel<br />

giro di pochi minuti sorvolando il vallone che<br />

li divide. A Pietrapertosa e Accettura, altro<br />

paesino delle Dolomiti Lucane, ai primi di<br />

giugno di ogni anno si festeggiano i santi<br />

patroni e la primavera con lo "Sposalizio<br />

dell'Albero", il matrimonio tra un maestoso<br />

cerro e la fronda di un agrifoglio che vengono<br />

tagliati nei rigogliosi boschi delle vicinanze e<br />

portati in paese trainati da robusti buoi di<br />

razza podolica, per essere innalzati nella piazza<br />

principale dopo che la fronda dell'agrifoglio<br />

è stata unita al tronco del cerro. È una<br />

festa arcaica di origine pagana che vuole<br />

ricordare il ritorno della primavera e la rinascita<br />

della natura dopo il grigio inverno.<br />

P iù<br />

a sud c'è la Val<br />

d'Agri, dove il glorioso<br />

passato di una valle straordinaria<br />

che si estende per<br />

circa 500 kmq fino a sfociare nel<br />

Golfo di Taranto a Policoro, si<br />

mescola oggi alla moderna<br />

realtà del più grosso giacimento<br />

petrolifero d'Europa. Lungo la<br />

valle si snoda la Via Herculea,<br />

che unisce il nord al sud della<br />

Basilicata e che fu costruita per<br />

collegare la città romana di<br />

Grumentum con l'Appia a nord e la Popilia a<br />

sud. Oltre che di oro nero la zona è ricca anche<br />

di oro blu: più di 10.000 anni fa qui c’era un<br />

immenso lago e tutto il territorio era sommerso.<br />

Oggi i fiumi Bradano, Basento e Sinni con i<br />

loro affluenti e il lago di Pertusillo creatosi dopo<br />

la costruzione dell'enorme diga in località<br />

Spinoso, contribuiscono a fare di questa vallata<br />

una delle più belle della regione per la lussureggiante<br />

e splendida vegetazione, ricca di<br />

specie arboree di cui alcune introvabili da altre<br />

parti e di una fauna altrettanto generosa.<br />

T ra<br />

i calanchi della Val d'Agri sorge<br />

Aliano, il borgo sperduto diventato<br />

famoso grazie al romanzo di Carlo Levi<br />

Cristo si è fermato ad Eboli. Il paese, caratteristico<br />

per le case in pietra che si affacciano<br />

sul suggestivo panorama dei calanchi di<br />

argilla bianca, è il luogo ideale per tornare<br />

indietro nel tempo, respirare le atmosfere del<br />

passato e ritrovare se stessi. Non resta che<br />

mettersi a tavola, per assaporare i sapori<br />

dimenticati di una cucina semplice ma genuina<br />

che vanta delle vere eccellenze come i<br />

fagioli IGP di Sarconi di cui si contano 19 varietà,<br />

il canestrato IGP di Moliterno, i peperoni<br />

cruschi, il pane di Matera dalla tipica forma a<br />

cresta di gallo, i latticini.<br />

Senza dimenticare i vini: la<br />

Basilicata conta una DOCG<br />

(Aglianico del Vulture<br />

Superiore) e quattro DOC<br />

(Aglianico del Vulture, Terre<br />

dell'Alta Val d'Agri, Matera e<br />

Grottino di Roccanova).<br />

HOOD 777222<br />

29


30<br />

HOOODDD 72<br />

Armenia<br />

SERVIZIO A CURA DI MARIO NEGRI<br />

Tsavuht danem, “Lasciami sopportare il tuo<br />

dolore”. Così l’Armenia, gioiello paesaggistico<br />

e culturale incastonato fra terre senza pace<br />

e ricche di contraddizioni, ti accoglie e sembra veramente<br />

riuscire a liberarci con la sua bellezza e tranquillità<br />

dei nostri affanni occidentali.<br />

Paese antico e ospitale, con il cuore del sud del mondo<br />

e la voglia di riscatto economico e sociale del nord<br />

evoluto, cerca di aprirsi sempre con più entusiasmo<br />

al turismo. E dal 1991, l’anno dell’Indipendenza,<br />

nonostante il susseguirsi di eventi destabilizzanti<br />

(crisi economica, deficit energetici, terremoti e guerre) è in fase di continua ripresa, soprattutto per la<br />

tenacia della sua gente.<br />

Si arriva facilmente in Armenia, con un<br />

visto ottenibile anche all’ingresso del<br />

paese. E la si scopre facilmente grazie<br />

all’efficiente ricettività alberghiera, di Bed &<br />

Breakfast, e al fatto che il paese non è molto<br />

vasto e ben servito dagli economici marshrutka<br />

(o per i più pigri, taxi ed agenzie di viaggio<br />

locali). Un buon itinerario, che sveli oltre ai<br />

luoghi anche l’anima della sua “gens“ deve<br />

comprendere la capitale Yerevan e successivamente<br />

i grandiosi monasteri, alcuni dei quali<br />

annoverati tra i patrimoni dell’Unesco, che<br />

costellano il territorio armeno e sembrano<br />

quasi presidiarlo come una terra benedetta. E<br />

forse sì, questa è veramente una terra santa,<br />

un piccolo paradiso terrestre dove è possibile<br />

sentire ancora la terra sussurrare delle voci<br />

della natura, vedere l’unica striscia di asfalto<br />

che può essere chiamata strada servire come<br />

pista di atterraggio a grandi rapaci ancora<br />

padroni di questi spazi, o essere usata come<br />

sentiero di transumanza da immense greggi di<br />

pecore, mucche, cavalli ed asini che, come in<br />

uno scenario biblico, sembrano dirigersi verso<br />

la salvezza, verso il monte Ararat e la sua Arca.<br />

É così naturale il legame in questo dolcissimo<br />

paese tra tradizione e modernità, che la speranza<br />

è che turismo e globalizzazione non<br />

intacchino una società che riesce ancora ad<br />

essere così armonica.<br />

Nonostante l’evidente differenza con il resto<br />

del paese, Yerevan mantiene un aspetto<br />

piacevolmente provinciale con le belle e<br />

maestose piazze circondate da importanti e


storici edifici che di giorno si animano popolarmente<br />

(e dove la filosofia è vivere con semplicità gli spazi<br />

collettivi), e la sera si illuminano dando vita a spettacoli<br />

di zampillii di fontane e musica, con le animate<br />

vie, alcune zeppe di negozi ancora ricchi di<br />

folklore locale (come gli Shuka, mercati alimentari<br />

coperti, o le vetrine bazaar di Tigran Metz), altre che<br />

invece hanno ceduto alle sirene commerciali dell’occidente<br />

spesso in favore di un’omologazione<br />

architettonica che sta penalizzando tutti i paesi oltre<br />

cortina con l’abbattimento di vaste zone ad alto valore<br />

storico, annullando completamente la fisionomia<br />

e la peculiarità di questi luoghi. A raccontare la<br />

storia recente di questo paese, specie nella periferia, restano ancora le grandi costruzioni popolari,<br />

retaggi del comunismo, personalizzate con panni colorati stesi nel cielo e piccoli allevamenti<br />

di colombe bianche… e tutto ricorda tanto il sud della nostra Italia. E ancora grandi palazzi<br />

a guardia di storiche chiesette (la cui scoperta è<br />

ancora più gradevole), e poi severi monumenti celebrativi<br />

e simbolo dell’appartenenza: il monumento<br />

Cascade e la statua di Madre Armenia, il Memoriale<br />

del Genocidio del 1915. Ma sullo sfondo, ovunque<br />

si guardi, ecco i due giganti fratelli, i due monti<br />

armonici ed in esilio perenne con il gravoso corpo in<br />

Turchia ma con gli occhi e l’anima sempre puntati<br />

verso la Madrepatria a vegliare: Ararat e Aragat.<br />

Dintorni di Yerevan<br />

Ad ovest è possibile visitare Echmiadzin, sede del Katholikos che<br />

per la Chiesa armena corrisponde al Vaticano dei cattolici, e assistere<br />

la domenica mischiati tra i pellegrini locali alle affollate funzioni<br />

religiose. Poco lontano sono le affascinanti rovine di Zvartnots<br />

che, distrutta da un terremoto intorno all’anno mille, era considerata<br />

una delle più belle chiese armene.<br />

Ad est, sulla strada per il lago Sevan, raggiungiamo il ricostruito<br />

tempio di Garni, dedicato al Dio Sole, con i resti delle terme e le<br />

rovine di un’antica chiesa. Proseguendo, situato in una profonda<br />

gola e immerso in uno spettacolare silenzio<br />

incontriamo il monastero di Ghegard<br />

(che prende il nome dalla lancia che<br />

trafisse il corpo di Cristo), ricco di grotte usate dai monaci in eremitaggio,<br />

di khatchkar (le croci armene) e scomposto in più cappelle, la più<br />

antica delle quali è scavata in una roccia e possiede una fonte di acqua<br />

sorgiva considerata benedetta. Accrescono il fascino e la sacralità di<br />

questi luoghi i giochi di luce vivissima che si alternano al buio intenso,<br />

come in una metafora religiosa, simbolo del bene e del male.<br />

E poi ancora verso sud tra pascoli e vigneti ben curati, passando piccoli<br />

paesi pieni di cicogne, si raggiunge il monastero di Khor Virap, una<br />

delle immagini simbolo dell’Armenia con alle spalle i “fratelli di roccia”<br />

Ararat e Aragat.<br />

HOOD 777222<br />

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32<br />

HOOODD 72<br />

Verso Nord<br />

Quindi verso nord est, verso la regione di Lori, quasi al<br />

confine con la Georgia passando per Vanadzor, tranquilla<br />

cittadina sede di un immenso stabilimento chimico<br />

di epoca sovietica, fino a raggiungere l’inquinata<br />

Alaverdi con la sua fabbrica ancora funzionante di rame,<br />

per immergersi tra le aspre gole scavate dal fiume<br />

Debed, rocce rosse punteggiate in questa tarda e calda<br />

primavera da mille fiori.<br />

Proseguendo in questa strada scavata nella terra si arriva ad altri monasteri, quasi sul confine<br />

georgiano: Kobayr, Odzun, Sanahin, Haghpat con i loro meravigliosi affreschi e la calda<br />

Verso il Sud<br />

Dall’alto specchio d’acqua si procede<br />

verso sud, verso i confini<br />

dell’Azerbaigian e quelli del travagliato<br />

ma ospitalissimo Nagorno Karabakh.<br />

Lungo una strada che sembra scorrere<br />

tra terra e cielo, passando per prati<br />

verdi, dolci pendii ancora innevati e<br />

paesi lontani che respirano ancora<br />

della magia d’Oriente, si raggiunge la<br />

regione di Syunik e il meraviglioso sito<br />

archeologico delle “pietre parlanti”,<br />

osservatorio astronomico ricco di<br />

megaliti posti in svariati cerchi come a<br />

voler catturare l’universo, imbrigliare<br />

accoglienza dei<br />

devoti custodi che<br />

ti offrono, anche<br />

tentando qualche parola in italiano, un saluto e candele votive. Poi<br />

sempre di più verso est lasciando alle spalle l’anonima Diliyan (un<br />

tempo meta di villeggiatura dei potenti dell’Urss), arriviamo al monastero<br />

di Goshavank e a quello di Haghantsin, immersi in boschi di<br />

querce, con i bui gavit e le arabesche incisioni delle Khatchkar.<br />

Andando avanti a ritroso sulla via delle antiche carovane si arriva quindi<br />

al lago Sevan, il più alto d’Europa. Qui si trova un antico monastero,<br />

rifugio nel passato di reietti e monaci ribelli, e un cimitero presso il villaggio<br />

di Noraduz ricco di croci armene usate come sepoltura.


l’infinito seguendo stelle e pianeti, mirando<br />

attraverso piccoli fori puntati verso il cielo.<br />

Si riprende quindi la strada con un sole che<br />

sembra non tramontare mai nell’abbraccio<br />

infinito di questa terra così ospitale, così meravigliosa<br />

nelle sue manifestazioni naturali e della<br />

sua gente, che ti saluta, che ti ferma e ancora<br />

nutre interesse per l’altro.<br />

Laghetti azzurri, piccoli paesi dai tetti in lamiera,<br />

minuscoli cimiteri sui crinali delle alture, animali<br />

che si mescolano agli uomini e ne condividono<br />

ancora le sorti: forse è ancora qui il punto del<br />

mondo<br />

in cui<br />

Dio farà<br />

posare<br />

la sua Arca della salvezza e da cui ricomincerà una<br />

nuova vita di riconciliazione con gli esseri umani.<br />

Per noi è già un po’ iniziata questa “nuova vita”<br />

nell‘intraprendere un viaggio che continua a stupirci e<br />

ci porta, dopo la tranquilla cittadina di Goris, accolti da<br />

un pascolo di vacche in pieno centro, ad un altro simbolo<br />

del paese: il monastero di Tatev, con la sua imponenza<br />

strategica e culturale che ben rappresenta a conclusione<br />

del nostro itinerario l’anima dolce e lo spirito<br />

tenace di questi popoli.<br />

Credo che visitare l’Armenia sia ancora una vera esperienza di viaggio e, affidandosi alla sua<br />

bellezza e alla sua gente, è come abbandonare per un po’ le nostre ansie occidentali.<br />

Tsavuht Danem.<br />

INFORMAZIONI: WWW.ARMENIAINFO.AM<br />

il sito in inglese dell’ente<br />

del turismo armeno.<br />

CARBAMITÙ Produzione Indipendente di Mario Negri<br />

www.marionegri.eu - info.fotovideo@libero.it<br />

Ringraziamo tutti quelli che ci hanno aiutato nella realizzazione di questo reportage e specialmente:<br />

il piccolo randagio che ci ha accompagnato come un nume tutelare all’osservatorio astronomico,<br />

Gayane preziosa informatrice, i poliziotti e tutto il paese di Vik nel Nagorno Karabakh.<br />

HOOD 777222<br />

33


AL MART DI ROVERETO<br />

34 Mostre<br />

da non perdere<br />

aperte fino al giugno<br />

HHOOODDD 72<br />

Rudolf Steiner<br />

(1861-1925) filosofo,<br />

esoterista e pedagogo<br />

austriaco, è il fondatore<br />

della scienza dello spirito<br />

ad orientamento antroposofico.<br />

Dopo aver frequentato<br />

l’Istituto Tecnico Superiore di<br />

Vienna, Steiner mette in luce le<br />

sue doti filosofiche curando gli<br />

scritti scientifici di Goethe per la<br />

collana Deutsche National-<br />

Literatur e collaborando con<br />

l'Archivio di Goethe e Schiller a<br />

Weimar. Successivamente svolge<br />

un’intensa attività come scrittore<br />

e teorico prima nell’ambito<br />

della Società teosofica e poi<br />

nella Società antroposofica da<br />

lui fondata nel 1913. I suoi<br />

impulsi hanno influenzato<br />

numerose discipline artistiche,<br />

tra cui l’architettura,<br />

il design, la pittura e<br />

hanno dato vita alla pedagogia<br />

Waldorf, alla<br />

medicina antroposofica<br />

e all’agricolturabiodinamica.<br />

Rudolf Steiner. L'alchimia del quotidiano<br />

Curata da Mateo Kries e realizzata dal<br />

Vitra Design Museum di Weil am Rhein<br />

Questa grande retrospettiva dedicata a Rudolf<br />

Steiner, ne mette in luce la personalità a 360°.<br />

Illustrandone il pensiero attraverso la for-<br />

mazione, scritti e pubblicazioni da lui curate e<br />

soprattutto grazie ad una singolare produzione<br />

artistica che spazia dall’architettura al design, al teatro,<br />

la mostra testimonia di come la nuova Weltanschauung<br />

(visione del mondo) di Steiner sia stata fautrice di importanti<br />

mutamenti nella vita quotidiana influenzandoci ancora oggi. Il<br />

percorso si chiude con le Farbkammer, camere terapeutiche<br />

colorate ideate nel 1913 e ricostruite in dimensioni reali,<br />

www.mart.trento.it/rudolfsteiner.<br />

Facciata ovest del secondo Goetheanum<br />

Facciata primo Goetheanum<br />

Rudolf Steiner, Haus Duldeck a Dornach, 1915-16<br />

© Roland Halbe Architekturfotografie<br />

Mart Museo di Arte Moderna e Contemporanea<br />

di Trento e Rovereto<br />

Corso Bettini, 43 - Rovereto (TN)<br />

Tel. 800 397760 • 0464 438887 • info@mart.trento.it<br />

www.mart.trento.it<br />

D.Huschke, Ritratto di Rudolf Steiner.


Progetto Cibo La forma del gusto<br />

Curatore della mostra Beppe Finessi<br />

1 2<br />

3<br />

6<br />

1. Delphine Huguet,<br />

Speculoos, 2007<br />

2. Giorgetto Giugiaro, Pasta<br />

Marille, pastificio Voiello,<br />

1983<br />

3. Florence DolÇac, Couvercle<br />

en biscuit 2003<br />

4.Putput, Popsicles, 2012<br />

5. Paolo Ulian, Golosimetro, 2002<br />

6. Elsa Lambinet,Sweet play<br />

Tra i designer e gli architetti che hanno partecipato al "Progetto Cibo"<br />

Achille Castiglioni, Lorenzo Damiani, Giorgetto Giugiaro, Alessandro Mendini, Gaetano<br />

Pesce, e tra i grandi chef Gualtiero Marchesi, Massimo Bottura, Carlo Cracco, Davide Oldani...<br />

wwwmarttrentoit/progettocibo<br />

5<br />

Come<br />

diceva<br />

Bruno Munari<br />

la bellezza di<br />

un alimento, come<br />

l’arancia, raffigura<br />

esemplarmente l’idea di<br />

un prodotto di design. Allo<br />

stesso modo, dietro a una<br />

serie di alimenti comuni e<br />

basilari come il pane o a piatti<br />

connotati geograficamente come<br />

il sushi o lo strudel, si nascondono<br />

disegni progettuali frutto di un<br />

accorto compromesso tra immagine,<br />

gusto e produzione: è solo uno dei<br />

temi di questa mostra golosa e intrigante<br />

che affianca alla produzione dei<br />

nostri cibi la creatività dei designer.<br />

Partendo da un punto di vista diametralmente<br />

opposto, vengono mostrati<br />

oggetti di design realizzati con materiali<br />

alimentari, come la calcolatrice a forma<br />

di tavoletta di cioccolato (la Cioccolator)<br />

di Alessandro Mendini, o che alludono<br />

al cibo come le spugne a forma<br />

di ghiaccioli (i Popsicles) di<br />

Putput. Il biscotto che si adatta alla<br />

tazzina da caffè (lo Speculoos) di<br />

4<br />

Delphine Huguet è invece un esempio<br />

nato dalla creatività di un<br />

cosiddetto “food architect”. E per<br />

finire, video e fotografie mostrano<br />

alcuni piatti-icona di<br />

grandi chef nazionali e<br />

internazionali, e un'ampia<br />

ricognizione illustra<br />

il futuro del<br />

design... e del-<br />

l’alimentazione.<br />

HOOD 777222<br />

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NOME: LINUM USITATISSIMUM FAMIGLIA: LINACEAE<br />

36 Sfumature<br />

DR. PAOLO TEDALDI di Lino<br />

HHOOODDD 72<br />

Q uesta<br />

pianta proviene dal Caucaso e<br />

come dice il nome scientifico - Linum usitatissimum<br />

- grazie ai suoi molteplici<br />

impieghi ha avuto da sempre larga diffusione.<br />

Con il lino gli antichi Egizi avvolgevano le mummie,<br />

i Greci tessevano con la fibra le vele delle<br />

navi e i Romani le reti per la caccia e la pesca.<br />

Della sua simbologia legata alla luce e al sole<br />

troviamo tuttora traccia in Francia, dove la cotta<br />

del prete e dei chierichetti, rigorosamente fatta di lino, si chiama aure (alba).<br />

I semi<br />

I semi<br />

Proprietà e azioni<br />

di lino non dovrebbero mai mancare in casa, posseggono infatti molteplici proprietà medicinali.<br />

Contengono il 6% di mucillagine e il 30% di trigliceridi ricchi di acidi grassi polinsaturi, acido<br />

oleico e linoleico, tutte proprietà che garantiscono un effetto antiossidante e antinvecchiamento.<br />

In fitoterapia<br />

di lino sono sempre stati utilizzati (per macerazione in acqua) come rinfrescanti e<br />

sfiammanti intestinali, in caso di stipsi, colite o infiammazioni delle vie urinarie.<br />

La sera versate un cucchiaino di semi in un bicchiere d’acqua, filtrate il mattino seguente e<br />

bevete a digiuno: agirà sia come disinfiammante e lassativo sia per i reumatismi, l’artrite e il<br />

catarro bronchiale. E se doveste dimenticarvi di mettere i semi a mollo, potete bollirli per pochi<br />

minuti, filtrarli e berli. Con acqua e olio di lino si preparano invece i clisteri.<br />

Una polenta di lino… per guarire<br />

Diffusissime anche le “polentine” di lino. Si ottengono facendo bollire la farina di semi<br />

nell’acqua fino a quando raggiunge la consistenza di una polenta, quindi si versa su un<br />

canovaccio. Per via del calore, la mucillagine attraversa i pori della pelle e scioglie il<br />

catarro. È efficace sul petto e, volendo, sulla schiena (attenzione però alle scottature!), e<br />

va tenuta fino a quando si raffredda.<br />

U n<br />

In cosmesi<br />

valido aiuto antinvecchiamento può venire dall’uso dell’olio di lino per via interna, che<br />

si è aggiunto alla tradizione che un tempo prevedeva l’impiego dell’olio solo per diluire i<br />

colori. Andrebbe preso un cucchiaino la mattina, anche se il sapore non è dei migliori.<br />

L’importante è che l’olio provenga da coltivazioni biologiche e da spremitura a freddo.<br />

Per uso esterno invece, un trattamento delicato per il viso consiste nel passare un batuffolo di<br />

cotone bagnato di acqua di rose mescolato con un po’ di olio di semi di lino.


9 a Edizione Sapere. Il Sapore del Sapere<br />

Ideati da Rossella de Focatiis e realizzati da Erredieffe<br />

venerdì 24 maggio<br />

La scienza incontra la medicina quantistica e … la spiritualità<br />

Relatori: prof. Pier Mario Biava, dott. Nader Butto, dott.ssa Lorena Di Modugno,<br />

dott. Endrik Favero, dott. Mauro Pedone, Michele Proclamato,<br />

prof. Elio Sermoneta, prof. Piergiorgio Spaggiari<br />

Il Convegno si svolgerà dalle ore 10.45 alle 18.30<br />

Registrazione ore 10.15 presso<br />

BEST WESTERN Hotel Milton Milano,Via E. Butti 9, Milano<br />

Partecipazione gratuita, prenotazione obbligatoria.<br />

Con il Patrocinio di:<br />

Con il Contributo di:<br />

“Impara a volerti bene, investendo su<br />

salute, alimentazione naturale e cultura:<br />

noi ti diciamo come”<br />

Convegno organizzato da Sapere. Il Sapore del Sapere e<br />

da l’Altra Medicina magazine<br />

Ideato da Rossella de Focatiis e da Daniele Magni<br />

Sabato 18 maggio<br />

IL POTERE DEL CIBO.<br />

Viaggio guidato alla scoperta delle antiche tradizioni e delle nuove tendenze alimentari<br />

Relatori: Nida Chenagtsang, Roberto Gatto, Antonio Morandi, Franco Berrino,<br />

Leonardo Pinelli, Lorena Di Modugno, Clara Granatieri, Donna Brown e Rodolfo Condoluci<br />

Il Convegno si svolgerà dalle ore 10.30 alle 18.00<br />

Registrazione ore 10.00 presso<br />

BEST WESTERN Hotel Milton Milano,Via E. Butti 9, Milano<br />

Quota di partecipazione euro 25.00, pranzo vegano incluso.<br />

Prenotazione obbligatoria<br />

Per Informazioni e Prenotazioni:<br />

Erredieffe - Comunicazione & Eventi<br />

Tel 02.66114397 - 02.66115408<br />

E-mail: info@saporedelsapere.it<br />

Siti Web: www.saporedelsapere.it • www.erredieffe.com<br />

Facebook: http://www.facebook.com/saporedelsapere


40<br />

HHOOODDD 72<br />

L’ALIMENTAZIONE SANA .............E NON SOLO<br />

LE TISANE ISANE<br />

ANCHE IN ESTATE<br />

A CURA DI NOI DUE<br />

Tradizionalmente le tisane sono consumate prevalentemente<br />

nei periodi piu’ freddi, l’infusione e il calore aiutano<br />

le erbe ad estrarre le sostanze piu’ velocemente e<br />

quindi si raggiunge un gusto gradevole e piu’ intenso rapidamente,<br />

questo pero’ non esclude la possibilita’ di godersi una<br />

tisana a temperatura ambiente o anche fresca nelle giornate piu’<br />

assolate, ecco alcune soluzioni molto gradevoli per l’estate:<br />

Una tisana all’anice e menta perfetta per rinfrescarsi e per aiutare la digestione:<br />

Fate bollire un litro d’acqua, spegnete il fuoco e lasciate in infusione<br />

un paio di cucchiaini di semi di anice e mezzo cucchiaino di foglie di<br />

menta piperita. Lasciate infondere per 10 minuti, filtrate e fate raffreddare.<br />

Potete berla tiepida (per digerire), oppure metterla in frigo<br />

(quando sarà a temperatura ambiente) e servirla con una fetta di<br />

limone come elisir rinfrescante.<br />

Una tisana rilassante alla lavanda potrebbe essere una soluzione<br />

per ritrovare un po’ di relax dopo una giornata un po’<br />

impegnativa:<br />

Ingredienti: & 50 gr di foglie di rooibos del Sud Africa<br />

& 30 gr di fiori di lavanda & 20 gr di tè verde<br />

Preparazione: Miscelate in un vasetto di vetro gli ingredienti e utilizzate<br />

due cucchiai dell’infuso per ciascuna tazza<br />

di tisana che volete preparare. Versate la miscela<br />

nell’acqua bollente e lasciate in infusione per 10<br />

minuti. Il rooibos è già tendenzialmente dolce e<br />

arricchito dal sapore della lavanda non dovrebbe<br />

richiedere ulteriori dolcificanti ma, se proprio non<br />

ne potete fare a meno, affidatevi al miele!<br />

Per depurarsi invece potete preparare questo<br />

mix di fiori veramente efficace e gradevole:<br />

Ingredienti:<br />

& 25 gr di fiori essiccati di sambuco nero<br />

& 25 gr di fiori di violetta selvatica<br />

& 10 gr di bardana<br />

Preparazione: Portare a ebollizione i tre cucchiai<br />

di miscela e filtrare quasi subito. Bere dunque una<br />

tazza la mattina a digiuno e due tazze nell’arco<br />

della giornata lontano dai pasti.<br />

TE.. ..<br />

TRATTORIA LATTERIA<br />

NOI DUE<br />

Viale Col di Lana, 1 • Tel. 02/58.10.15.93<br />

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Siamo aperti tutte le sere<br />

da Lunedì a Domenica<br />

e Sabato e Domenica anche a pranzo<br />

Non si servono alcolici<br />

dalle 15,00 alle 18,00<br />

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Cabina HalosDynamica,<br />

tutta la Forza del Sale<br />

L'HalosTerapia è un rimedio naturale. È<br />

come trovarsi in riva al mare, in particolar modo<br />

quando le onde, con forza, si infrangono sugli<br />

scogli formando piccolissime gocce: è allora che si<br />

avverte il "profumo di mare" e si percepisce, respirando,<br />

la salsedine marina. Questa è vera<br />

HalosDynamica (Halos = sale e Dynamis = forza).<br />

Le sottilissime gocce di acqua marina che respiriamo<br />

raggiungono le profondità bronchiali, lambiscono<br />

tutte le superfici epiteliali respiratorie.<br />

L'azione del sale, antinfiammatoria, mucodiluente<br />

ed igienizzante, può facilitare il lavoro espettorante<br />

degli organi cigliati che tappezzano le<br />

mucose.<br />

Oggi, grazie alla Cabina HalosDynamica la<br />

formazione delle piccolissime gocce è controllata,<br />

ma rimane viva la Forza del Sale con<br />

i suoi benèfici effetti del tempo trascorso in riva al<br />

mare, in prima fila, sullo scoglio, dove il micro clima<br />

è salutare per tutti, grandi e piccini.<br />

L'HalosDynamica è un rimedio naturale<br />

Non cura patologie ma attiva quei processi naturali che possono aiutare a prevenire.<br />

In caso di presenza di malattie o dubbi sentire il proprio medico di fiducia.<br />

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Promuoviamo il <strong>benessere</strong> totale, gli occhi sono lo specchio dell'anima,<br />

le nostre fattezze rispecchiano quel che siamo dentro.


ÈFFLORA “il confetto buono”<br />

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MASTICABILE • PER ADULTI E BAMBINI<br />

Usalo in caso di alterazioni<br />

della flora intestinale conseguenti a:<br />

- stipsi - alimentazione scorretta<br />

- gonfiori - antibiotici<br />

- diarrea - intolleranze alimentari<br />

ÈFFLORA contiene<br />

• VITAMINA VITAMINA<br />

D 3<br />

: è indispensabile per<br />

l’assorbimento del calcio nell’intestino. Questo<br />

minerale è fondamentale per lo sviluppo scheletrico<br />

durante l’infanzia e per il mantenimento di<br />

ossa sane e forti in età adulta, soprattutto in<br />

allattamento e menopausa.<br />

• VITAMINA VITAMINA<br />

C: C è attiva nella produzione<br />

degli anticorpi e rafforza la funzione immunitaria,<br />

aumentando la resistenza dell’organismo<br />

alle malattie infettive; inoltre rafforza i<br />

capillari, migliorando la microcircolazione.<br />

• VITAMINA VITAMINA<br />

E: E è fondamentale nella<br />

lotta ai radicali liberi, il cui eccesso è responsabile<br />

dell’invecchiamento cellulare, salvaguardando<br />

l’integrità di pelle e mucose.<br />

• VITAMINA VITAMINA<br />

B12: B12 è essenziale per la<br />

sintesi dell’emoglobina durante la formazione<br />

dei globuli rossi nel midollo osseo.<br />

Con due miliardi di FERMENTI ERMENTI LATTICI TTICI,<br />

Èfflora può prevenire e risolvere le disbiosi<br />

dovute a un’alimentazione scorretta o<br />

all’impiego di sostanze che danneggiano la<br />

micro-flora intestinale.<br />

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NUOVI SCIROPPI SELLA<br />

La Forza<br />

delle Vitamine<br />

Per prepararsi bene alla primavera e all’estate ci sono due nuovi<br />

sciroppi del Laboratorio Farmaceutico A.SELLA.<br />

Vitakcel e Tonorex Calcium D3 sono due integratori alimentari utili<br />

per rinforzare le energie e migliorare la propria vitalità.<br />

Vitakcel è uno sciroppo a base di Vitamine del gruppo B, A, D, E, K,<br />

con Lecitina e Lisina.<br />

Grazie alla forza delle vitamine, stimola il metabolismo energetico e<br />

il sistema immunitario.<br />

È consigliato anche ai bambini inappetenti per ritrovare l’appetito.<br />

Vitakcel è inoltre un valido aiuto per gli adulti e gli anziani costretti<br />

a periodi di convalescenza.<br />

Calcium D3 è l’altra novità del Laboratorio Sella. A base di Calcio<br />

e Vitamina D3, questo sciroppo favorisce la mineralizzazione, la<br />

salute e il <strong>benessere</strong> delle ossa e dei denti. Può essere usato anche<br />

in gravidanza, per integrare il calcio necessario per la mamma e per<br />

il bambino.<br />

Inoltre, per le donne in menopausa è un ottimo aiuto per prevenire<br />

l’osteoporosi.<br />

Calcium D3 è consigliato anche in caso di fratture, per ridurre i tempi di guarigione.<br />

Gli sciroppi Vitakcel e Calcium D3 sono disponibili in farmacia.<br />

SELLA FARMACEUTICI<br />

Schio (VI) • Tel. 0445.670088<br />

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VITAKCEL sciroppo da 120 ml D 8,10 in Farmacia.<br />

CALCIUM D3 sciroppo da 120 ml D 8,10 in Farmacia.

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