Quaderno Borgoantico n° 13 - associazione Borgoantico

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96 col suo lavoro..”, quella di venir ricoverato per affrontare un’operazione accettata solo “.. se vorrà recarsi presso un pubblico ospitale ove le spese sono sostenute dalla Provincia”. A questo proposito ricordiamo che, secondo le statistiche, l’Ospedale pubblico più vicino (quello di Rovereto) negli anni tra il 1882 ed il 1886 esponeva una degenza media di 50-58 giornate (spiegabile forse con il fatto che all’ospedale arrivavano solo i casi più gravi, ma anche con il livello della “tecnologia” medica e chirurgica del tempo), mentre le diagnosi più frequenti riguardavano pellagra, tubercolosi, vizio cardiaco, tumore, febbri reumatiche e fratture. Sempre nello stesso periodo, la percentuale di ricoverati “forestieri” (cioè provenienti da fuori Rovereto) era di circa un terzo del totale. Ed appena i bambini sono abbastanza grandi per il lavoro, almeno stagionale, scatta subito la riduzione del sussidio: “..per il figlio solo fino ad aprile perché avendo compiuto i 10 anni e non essendo tenuto all’obbligo della scuola, può essere messo a servizio con il 1 maggio.” Ancora più decisi quando arrivano i 14 anni (termine dell’obbligo scolastico): “..il Consiglio fa osservare che la sussidiata compisce prossimamente i 14 anni: avvisare il tutore che provveda pel collocamento della stessa”. Difficile, per noi, accettare questo modo di procedere, ma dobbiamo cercare di immedesimarci in quei tempi di grande durezza per tutti, grandi e piccoli. Anche i rapporti con gli altri Comuni o con altri Enti coinvolti nell’assistenza sono sempre improntati a correttezza formale ma a deciso controllo dei costi; così se la Farmacia di Ala invia una nota di medicinali forniti a “poveri pertinenti di Villa”, prima di pagare si fa controllare al dr. Scrinzi che rileva “.. esservi nella distinta medicinali di specialità non esistenti nella farmacopea, la prescrizione delle quali, per conto di pubblici Istituti di Carità, si ritiene non ammissibile,… si prega di voler chiamare all’ordine il medico curante di Ala per eventuali future prescrizioni” e se la Congregazione di Rovereto presenta un altro conto di medicinali, si decide di pagare ma scrivendo “.. che alla sussidiata venne prescritto quasi esclusivamente vino di marsala che non è medicamento da prescriversi ai poveri e che in avvenire questa Congregazione non intende di pagare tali medicamenti”. Anche il Giudizio Distrettuale di Ala scrive per chiedere che una “povera sovvenzionata di Villa lì dimorante” abbia un aumento del sussidio, ma la risposta è lapidaria: “..un importo maggiore non si può dare perché Congregazione difetta di mezzi”. Il Comune di Rovereto segnala che S.B. “povero sussidiato di Villa”, si è reso irreperibile, lasciando non solo nella completa miseria, ma anche con un carico di debiti da pagare, la sua numerosa famiglia: urge intervenire almeno per il sostentamento. Notizie come questa non fanno che rinforzare (e spesso se ne trova traccia nei Verbali) una diffusa “sfiducia” nei confronti dei poveri, o meglio quasi una rassegnata constatazione di quanto la miseria materiale spesso porti anche alla miseria morale, al tentativo di approfittare della situazione, al non volersi “dar da fare” per risolvere la situazione, limitandosi alle lamentele con la Congregazione, attendendosi la manna dal cielo. Così spesso i sussidi (soprattutto quelli straordinari) vengono deliberati con la clausola che vengano consegnati al richiedente a piccole rate (quando ve ne sia veramente il bisogno), oppure versati al curato del paese dove dimora il povero perché faccia da tramite (e controllore), o ancora vincolandoli al fatto che il beneficiato ritorni ad abitare a Villa, dove evidentemente era più facile verificare la situazione eco- Quaderni del Borgoantico 13 nomica, ma anche la “moralità” (o meglio la mancanza di moralità) che spesso ritorna nei Verbali quale giustificazione di mancato accoglimento delle richieste. Una volta all’anno c’è la revisione della “lista dei poveri sussidiati”, vale a dire coloro che per tutto l’anno percepivano un aiuto in denaro (di solito tra i f. 0,15 e 0,50 al giorno in base alla composizione della famiglia): a seconda dell’andamento economico della Congregazione si stringono o si allentano (poco in verità) le maglie della beneficenza sia inserendo o depennando nominativi, sia aumentando o diminuendo i singoli importi. È un momento importante in cui i singoli Consiglieri spesso portano proposte evidentemente dettate da specifiche conoscenze della situazione dei singoli “casi”; c’è chi propone di ridurre il sussidio ad una famiglia in vista del fatto che uno dei figli compirà presto i 14 anni, chi consiglia di prendere informazioni su un sussidiato che dimora ad Ala “se veramente si trova sempre nello stato di bisogno”, chi chiede l’intervento del dr. Scrinzi per valutare se un assistito è veramente ammalato come sostiene, chi addirittura, come il Consigliere Ambrosi Federico, si offre di dar lavoro per qualche giornata ad un “sussidiato” per alleggerire le spese della Congregazione: sembra di risentire nelle parole di ciascuno, l’eco del monito di don Aste nel richiamare “.. l’attenzione dei consiglieri sulla grave responsabilità che incombe loro per l’amministrazione e la conservazione del patrimonio della Congregazione.” Secolo nuovo, problemi vecchi 1900: nasce un nuovo secolo portando non solo le consuete vaghe speranze di un mondo migliore, ma questa volta anche uno spirito nuovo, quello che sarà chiamato “la Belle Epoque”, un ottimismo,

Quaderni del Borgoantico 13 97 un’euforia quasi, una sensazione di tempi nuovi, una fiducia grande nella scienza (che effettivamente stava facendo progressi incredibili fino a pochi anni prima: la luce elettrica, le automobili, la chimica possono essere tre esempi tra i tanti), ma anche la speranza che la scienza risolvesse i dissidi tra le classi sociali e tra gli Stati. Noi, ora, sappiamo che purtroppo non è stato così e che tra poco più di dieci anni, i nostri bisnonni avrebbero scoperto, con una guerra mondiale in cui proprio la scienza avrebbe consentito dolori ed atrocità impensabili, quanto i loro sogni fossero fragili e le loro speranze di un progresso dell’umanità senza limiti fossero ingannevoli. Per ora però accontentiamoci di riportare il nostro sguardo sulla piccola comunità di Villa (certo abbastanza lontana dai centri più importanti per sentire solo qualche eco di questo “entusiasmo”) e sulla nostra Congregazione di Carità, anch’essa alle prese con i problemi di sempre: una povertà diffusa che bastava poco a trasformare in miseria (la morte del capofamiglia o una sua malattia, la perdita del lavoro, un incidente, un debito che non si riesce più a pagare e che quindi continua a crescere….). Le prime novità di questi anni sembrano banali, come, ad esempio, l’apparire ed il diventare sempre più frequenti nella corrispondenza fra i vari enti, di moduli prestampati e di lettere scritte a macchina (sono gli Ospedali di Rovereto ed Ala a spedire alla Congregazione i moduli per la “Notifica di Ricovero”, con segnalazione della durata prevista o il Municipio di Rovereto che chiede la rifusione di spese mediche e farmaceutiche per un povero “appartenente per domicilio a codesto Comune e dimorante in Rovereto”), mentre il nostro Comune continua a scrivere a mano (in bellissima calligrafia) i Certificati di pertinenza e di povertà con i quali si dichiarano le generalità di chi “..per diritto di incolato appartiene al Comune di Villa Lagarina ed è veramente povero e sovvenzionato dalla locale Congregazione di Carità”. A fine ottobre del 1900, va in pensione, perché malandato di salute (ed infatti morirà poco dopo), il decano don Giovanni Aste; gli succede don Giobatta Zorzi che assume anche la carica di preside della Congregazione di Carità (il primo verbale con la sua firma è quello del 12/02/1901). I problemi di assistenza medica costituiscono una parte importante dell’attività della Congregazione; si va dai disturbi psichiatrici (una donna affetta da psicosi che l’Ospedale di Rovereto segnala di non poter assistere oltre: si prova, inutilmente, presso l’Ospedale di Ala e poi al Manicomio Provinciale, ma anche qui non c’è posto, bisogna riportarla a casa e riprovare tra tre mesi; in effetti, alcuni mesi dopo, si effettua il ricovero a Pergine pagando 6 fiorini per carrozza e cavallo ed 1,5 per donna di custodia e cibarie), alla tubercolosi (due sorelline sono”.. affette da tubercolosi delle ghiandole e delle ossa, una malattia che riduce queste bambine in uno stato miserando: si impone senz’altro una cura ospitaliera con relativa operazione”), dalla nefrite alla risipola, dalla pleurite(si concede un sussidio per 40 giorni, non di più), ad un’operazione di ernia (si raccomanda il ricovero presso l’Ospedale di Rovereto), ai problemi della vecchiaia (“.. il custode della povera R.C. chiede che il sussidio venga portato da 20 a 30 cent/giornalieri, non potendo assolutamente, il sussidio che percepisce, bastare ai sempre crescenti bisogni cagionati dall’avanzata età e dalla malattia da cui è aggravata da molti anni”). Ci sono, ovviamente, anche le richieste straordinarie come questa: “Chiedo primieramente venia per le ragioni che umilmente espongo volendo interessare la bontà di questa Lodevole Congregazione a nuovamente considerare lo stato miserabile della mia famiglia, prodotto dalla già mia caduta che mi rese inabile al lavoro e a tutte le altre disgrazie di malattie nei figli… Io mi vedo l’uomo il più disgraziato se questa Lodevole Congregazione non rinnova l’aiuto dapprima onde poter avere di che vivere e mantenere la mia famiglia. Dopo il vitto necessita il vestito.. prima per i figli che non si possono mandare alla scuola in modo indecente…insomma sono un uomo perduto e se la disgrazia fosse solo per me, ma essa moralmente si estende sopra la mia famiglia… i figli vogliono mangiare e sono 6, la moglie è necessaria al governo della famiglia per cui non può guadagnarsi nulla… eco il quadro della mia famiglia.. 8 persone che devono vivere con 1 fiorino al giorno”. O un’altra che protesta perché le è stato ridotto il sussidio: “L’umilissima sottofirmata, costretta dall’estremo bisogno, osa pregare codesta spettabile Congregazione di revocare il conchiuso preso in suo danno e di graziarla del sussidio assegnatole fino al mese passato pei ben noti e seguenti motivi: la supplicante conta l’età di 80 anni, è inferma e necessita di cura ed aiuto continuo. Grazie Iddio, questo aiuto lo ha dalla nuora, pure vedova, malsana, incapace di lavori pesanti e madre di una figlia obbligata alla scuola. L’unica fonte benefica di questa povera famigliuccia è codesta spettabile Congregazione che si conpiace di elargire un sussidio ora ridotto a f.0,30 giornalieri (appena bastanti per una persona, ma non per tre)”. Ma la risposta della Congregazione è negativa: “la riduzione venne deliberata in seguito al continuo aumento dei poveri, stante il quale la Congregazione non può assolutamente largheggiare e deve procedere con grande circospezione nel

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col suo lavoro..”, quella di venir<br />

ricoverato per affrontare un’operazione<br />

accettata solo “.. se vorrà<br />

recarsi presso un pubblico ospitale<br />

ove le spese sono sostenute dalla<br />

Provincia”. A questo proposito<br />

ricordiamo che, secondo le statistiche,<br />

l’Ospedale pubblico più vicino<br />

(quello di Rovereto) negli anni<br />

tra il 1882 ed il 1886 esponeva una<br />

degenza media di 50-58 giornate<br />

(spiegabile forse con il fatto che<br />

all’ospedale arrivavano solo i casi<br />

più gravi, ma anche con il livello<br />

della “tecnologia” medica e chirurgica<br />

del tempo), mentre le diagnosi<br />

più frequenti riguardavano pellagra,<br />

tubercolosi, vizio cardiaco,<br />

tumore, febbri reumatiche e fratture.<br />

Sempre nello stesso periodo, la<br />

percentuale di ricoverati “forestieri”<br />

(cioè provenienti da fuori Rovereto)<br />

era di circa un terzo del totale.<br />

Ed appena i bambini sono abbastanza<br />

grandi per il lavoro, almeno<br />

stagionale, scatta subito la riduzione<br />

del sussidio: “..per il figlio<br />

solo fino ad aprile perché avendo<br />

compiuto i 10 anni e non essendo<br />

tenuto all’obbligo della scuola,<br />

può essere messo a servizio con<br />

il 1 maggio.” Ancora più decisi<br />

quando arrivano i 14 anni (termine<br />

dell’obbligo scolastico): “..il Consiglio<br />

fa osservare che la sussidiata<br />

compisce prossimamente i 14<br />

anni: avvisare il tutore che provveda<br />

pel collocamento della stessa”.<br />

Difficile, per noi, accettare questo<br />

modo di procedere, ma dobbiamo<br />

cercare di immedesimarci in quei<br />

tempi di grande durezza per tutti,<br />

grandi e piccoli.<br />

Anche i rapporti con gli altri Comuni<br />

o con altri Enti coinvolti nell’assistenza<br />

sono sempre improntati<br />

a correttezza formale ma a deciso<br />

controllo dei costi; così se la<br />

Farmacia di Ala invia una nota di<br />

medicinali forniti a “poveri pertinenti<br />

di Villa”, prima di pagare si fa<br />

controllare al dr. Scrinzi che rileva<br />

“.. esservi nella distinta medicinali<br />

di specialità non esistenti nella<br />

farmacopea, la prescrizione delle<br />

quali, per conto di pubblici Istituti<br />

di Carità, si ritiene non ammissibile,…<br />

si prega di voler chiamare<br />

all’ordine il medico curante di Ala<br />

per eventuali future prescrizioni”<br />

e se la Congregazione di Rovereto<br />

presenta un altro conto di medicinali,<br />

si decide di pagare ma scrivendo<br />

“.. che alla sussidiata venne prescritto<br />

quasi esclusivamente vino<br />

di marsala che non è medicamento<br />

da prescriversi ai poveri e che<br />

in avvenire questa Congregazione<br />

non intende di pagare tali medicamenti”.<br />

Anche il Giudizio Distrettuale<br />

di Ala scrive per chiedere che<br />

una “povera sovvenzionata di Villa<br />

lì dimorante” abbia un aumento del<br />

sussidio, ma la risposta è lapidaria:<br />

“..un importo maggiore non si può<br />

dare perché Congregazione difetta<br />

di mezzi”.<br />

Il Comune di Rovereto segnala che<br />

S.B. “povero sussidiato di Villa”,<br />

si è reso irreperibile, lasciando<br />

non solo nella completa miseria,<br />

ma anche con un carico di debiti<br />

da pagare, la sua numerosa famiglia:<br />

urge intervenire almeno per<br />

il sostentamento. Notizie come<br />

questa non fanno che rinforzare<br />

(e spesso se ne trova traccia nei<br />

Verbali) una diffusa “sfiducia”<br />

nei confronti dei poveri, o meglio<br />

quasi una rassegnata constatazione<br />

di quanto la miseria materiale spesso<br />

porti anche alla miseria morale,<br />

al tentativo di approfittare della<br />

situazione, al non volersi “dar da<br />

fare” per risolvere la situazione,<br />

limitandosi alle lamentele con la<br />

Congregazione, attendendosi la<br />

manna dal cielo.<br />

Così spesso i sussidi (soprattutto<br />

quelli straordinari) vengono deliberati<br />

con la clausola che vengano<br />

consegnati al richiedente a piccole<br />

rate (quando ve ne sia veramente<br />

il bisogno), oppure versati al curato<br />

del paese dove dimora il povero<br />

perché faccia da tramite (e controllore),<br />

o ancora vincolandoli al fatto<br />

che il beneficiato ritorni ad abitare<br />

a Villa, dove evidentemente era più<br />

facile verificare la situazione eco-<br />

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nomica, ma anche la “moralità” (o<br />

meglio la mancanza di moralità)<br />

che spesso ritorna nei Verbali quale<br />

giustificazione di mancato accoglimento<br />

delle richieste.<br />

Una volta all’anno c’è la revisione<br />

della “lista dei poveri sussidiati”,<br />

vale a dire coloro che per tutto<br />

l’anno percepivano un aiuto in<br />

denaro (di solito tra i f. 0,15 e 0,50<br />

al giorno in base alla composizione<br />

della famiglia): a seconda dell’andamento<br />

economico della Congregazione<br />

si stringono o si allentano<br />

(poco in verità) le maglie della<br />

beneficenza sia inserendo o depennando<br />

nominativi, sia aumentando<br />

o diminuendo i singoli importi.<br />

È un momento importante in cui i<br />

singoli Consiglieri spesso portano<br />

proposte evidentemente dettate da<br />

specifiche conoscenze della situazione<br />

dei singoli “casi”; c’è chi<br />

propone di ridurre il sussidio ad una<br />

famiglia in vista del fatto che uno<br />

dei figli compirà presto i 14 anni,<br />

chi consiglia di prendere informazioni<br />

su un sussidiato che dimora<br />

ad Ala “se veramente si trova sempre<br />

nello stato di bisogno”, chi<br />

chiede l’intervento del dr. Scrinzi<br />

per valutare se un assistito è veramente<br />

ammalato come sostiene,<br />

chi addirittura, come il Consigliere<br />

Ambrosi Federico, si offre di<br />

dar lavoro per qualche giornata ad<br />

un “sussidiato” per alleggerire le<br />

spese della Congregazione: sembra<br />

di risentire nelle parole di ciascuno,<br />

l’eco del monito di don Aste<br />

nel richiamare “.. l’attenzione dei<br />

consiglieri sulla grave responsabilità<br />

che incombe loro per l’amministrazione<br />

e la conservazione del<br />

patrimonio della Congregazione.”<br />

Secolo nuovo, problemi vecchi<br />

1900: nasce un nuovo secolo portando<br />

non solo le consuete vaghe<br />

speranze di un mondo migliore,<br />

ma questa volta anche uno spirito<br />

nuovo, quello che sarà chiamato<br />

“la Belle Epoque”, un ottimismo,

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