Quaderno Borgoantico n° 13 - associazione Borgoantico
Quaderno Borgoantico n° 13 - associazione Borgoantico
Quaderno Borgoantico n° 13 - associazione Borgoantico
Create successful ePaper yourself
Turn your PDF publications into a flip-book with our unique Google optimized e-Paper software.
76<br />
anni tra il 1921 ed il 1931, visitò<br />
con grande attenzione le nostre<br />
vallate per raccogliere materiale<br />
per un grande “Atlante Linguistico<br />
ed Etnografico dell’Italia e della<br />
Svizzera Meridionale” che sarebbe<br />
stato pubblicato solo nel 1960.<br />
Le immagini non sono quindi specifiche<br />
di Villa Lagarina e nemmeno<br />
– a stretto rigore – del periodo<br />
storico che il nostro studio cerca<br />
di documentare, ma riteniamo che<br />
siano comunque dei “segni” della<br />
vita del tempo e, perché no, anche<br />
un piccolo, affettuoso omaggio alle<br />
generazioni di Trentini che hanno<br />
vissuto a cavallo tra Otto e Novecento.<br />
Intoduzione – Il controllo della<br />
povertà<br />
Se la povertà o addirittura la miseria<br />
costituiscono un sottofondo<br />
tragicamente continuo nella storia<br />
delle generazioni che ci hanno preceduto,<br />
con questo piccolo studio<br />
cerchiamo di capire come questi<br />
fenomeni, nel ristretto ambito di<br />
Villa Lagarina, siano stati contrastati,<br />
alleviati, ma soprattutto<br />
“controllati” dalla classe dominante<br />
che, nel periodo che stiamo esaminando<br />
cioè tra il Milleottocento<br />
ed il Millenovecento, era costituita<br />
dalla piccola nobiltà terriera e dalla<br />
borghesia (anch’essa proprietaria<br />
di terre o addetta al commercio e<br />
libere professioni).<br />
Abbiamo volutamente usato il termine<br />
“controllato” perché ci sembra<br />
quello più pertinente per rendere<br />
l’idea di una serie di attività<br />
che, se da un lato cercavano di dare<br />
sollievo alla miseria, si proponevano<br />
soprattutto di far sì che questo<br />
fenomeno rimanesse entro limiti<br />
economici e sociali sopportabili,<br />
vale a dire che si evitasse l’esplodere<br />
di fenomeni di rivolta sociale (il<br />
ricordo della Rivoluzione Francese<br />
del 1789 era ancora ben presente)<br />
e che il “costo” dell’assistenza –<br />
che ricadeva sulle casse pubbliche<br />
e quindi si traduceva in imposte e<br />
tasse a carico della collettività –<br />
non diventasse esorbitante.<br />
Fino alla fine del Settecento la<br />
“carità” era un dato che si poneva<br />
tra la sfera del privato e quella<br />
dell’attività religiosa (ed anche<br />
a Villa abbiamo molti esempi di<br />
“lasciti” originati dalle famiglie<br />
più importanti del paese e poi<br />
gestiti dalla chiesa, che andavano a<br />
sostenere singole attività benefiche<br />
come distribuzione di cibo, borse<br />
di studio per giovani studenti, abitazioni<br />
di soccorso, ecc.), ma è con<br />
la Rivoluzione Francese (e precisamente<br />
con la Costituzione Francese<br />
del 1793), che per la prima<br />
volta si dichiara il soccorso pubblico<br />
come un “debito sacro” della<br />
comunità. La società è d’ora in poi<br />
obbligata a dare assistenza ai cittadini<br />
infelici sia procurando loro un<br />
lavoro, sia assicurando i mezzi di<br />
esistenza a coloro che non sono in<br />
grado di lavorare: non più, dunque,<br />
una generosità privata o un “consiglio<br />
morale”, ma un dovere della<br />
comunità.<br />
Questo principio si tradusse nel<br />
passaggio di tutti gli istituti di beneficenza<br />
(privati o religiosi che fossero)<br />
ad un Ente Pubblico a livello<br />
comunale che, sotto il controllo statale,<br />
concentrò tutte le attività assistenziali;<br />
dovunque arrivarono le<br />
armate francesi vennero istituite le<br />
Congregazioni di Carità Comunali,<br />
come accadde anche nel Trentino,<br />
durante l’annessione al Regno d’Italia<br />
napoleonico (quella di Trento<br />
città, ad esempio, venne costituita<br />
il 15/02/1811).<br />
Un caso emblematico, in questo<br />
contesto, è quello della città<br />
di Rovereto: anche qui nel 1811<br />
venne istituita la Congregazione<br />
di Carità “.. allo scopo di conseguire<br />
una uniformità nella amministrazione<br />
dei fondi dei poveri e<br />
delle altre pie istituzioni…tutti gli<br />
ospedali, gli orfanatrofi, i luoghi<br />
pii, i lasciti e le fondazioni di beneficenza<br />
di qualunque denominazione<br />
essi siano avranno una sola<br />
Quaderni del <strong>Borgoantico</strong> <strong>13</strong><br />
e medesima amministrazione che<br />
prenderà il titolo di Congregazione<br />
di Carità”. Vennero inglobati nella<br />
Congregazione ben 23 tra legati,<br />
benefici, lasciti ed Istituti vari e la<br />
Congregazione per più di un secolo<br />
(nel 1937 fu trasformata in Ente<br />
Comunale di Assistenza), costituì<br />
l’asse portante di tutta l’assistenza<br />
roveretana, giungendo progressivamente<br />
ad amministrare il<br />
Fondo Poveri, l’Ospedale, la Casa<br />
di Ricovero, il Monte dei Pegni,<br />
l’Asilo infantile Rosmini, l’Orfanatrofio<br />
(maschile e femminile),<br />
le case operaie, le colonie marine e<br />
montane, la Locanda Sanitaria (in<br />
funzione anti-pellagrosa), il Ristorante<br />
Popolare e perfino le Pompe<br />
Funebri.<br />
Quando termina la “bufera napoleonica”<br />
ed il Trentino entra definitivamente<br />
nell’orbita austriaca<br />
(divenendo parte della Provincia/<br />
Land del Tirolo), la Congregazione<br />
di Carità è una delle poche istituzioni<br />
“rivoluzionarie” che vengono<br />
conservate dai nuovi padroni: già<br />
dal 01/03/1814 il governo austriaco<br />
con l’Editto concernente la<br />
“Provvisoria Organizzazione del<br />
Tirolo Italiano”, riconosce che ”…<br />
gli Istituti di Beneficenza esistenti<br />
sotto il nome di Congregazioni<br />
di Carità sono commendevoli per<br />
molte considerazioni. La Reggenza<br />
riconosce i segnalati servizi che<br />
nel corso degli ultimi 3 anni hanno<br />
prestato a favore dell’umanità languente…<br />
essa non tarda a confermarli<br />
ne’ luoghi ove esistano.”<br />
Anche a Villa Lagarina era stata<br />
costituita, durante il periodo “francese”,<br />
una Congregazione di Carità<br />
Comunale, riguardava cioè il<br />
Comune di Villa come era stato<br />
creato durante il periodo napoleonico<br />
(praticamente quasi tutta<br />
la Destra Adige) e quindi quando<br />
Giovan Battista Riolfatti con il suo<br />
testamento del maggio 1878 darà<br />
origine alla Congregazione che<br />
ci interessa esaminare da vicino,<br />
scrive testualmente: “lascio per la<br />
costituzione di una speciale Con-