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Quaderno Borgoantico n° 13 - associazione Borgoantico

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Quaderni del <strong>Borgoantico</strong> <strong>13</strong> 71<br />

cibili al repertorio correggesco, fanno capolino fra le<br />

nubi in un’atmosfera di sfumate penombre; risalta l’intensa<br />

luminosità dei loro incarnati che si avvale di un<br />

cromatismo vitreo - amministrato dall’ombra - atto a<br />

conferire ai volti un’espressività intensa ed immediata.<br />

Quale attributo della verginità di Maria, che con la grazia<br />

dell’immacolatezza può dirsi immune dal peccato<br />

originale e - in quanto madre di Cristo - portatrice di<br />

salvezza, come della grazia derivante dal Figlio, è possibile<br />

individuare la sola falce di luna che irradia di luce<br />

riflessa dal sole. Di tale complesso contenuto tematico<br />

l’artista propone un’immediata e densissima interpretazione<br />

degli affetti, in cui l’argomento della purezza<br />

si snoda attraverso la forza del disegno della Donna,<br />

immagine di assoluta interiorità, di silente e incontaminata<br />

giovinezza, quasi rarefatta per effetto dello squisito<br />

viraggio in chiaro ottenuto attraverso delicate sapienze<br />

cromatiche, di «colori artificiosi» e talora «stralunati»<br />

(Scudiero, 1998, p. 8).<br />

Alla posa malinconica e meditativa della Donna, volta<br />

ad alti pensieri eppur quasi intesa ad un pathos controllato,<br />

ad una diretta emotività o persino ad una vaga<br />

sensualità, colta in un momento che ne rivela i caratteri<br />

più profondi ed inespressi, corrisponde una vivida<br />

intenzione realistica nella descrizione della bellezza<br />

disadorna del volto, che il raffinato cromatismo delle<br />

vesti di foggia classicheggiante sottolinea per contrasto.<br />

La composizione plastica - la cui struttura simmetrica<br />

risponde alla poetica minuziosa, precisa, quasi didascalica<br />

e semplificatrice propria di Balata -, è arricchita da<br />

un’attenzione al chiaroscuro che ammorbidisce i lineamenti,<br />

vive di una luminosità che modella e fa vibrare<br />

i panneggi e i contorni in modo asciutto e preciso,<br />

con rapide pennellate in meditate e larghe stesure; tutto<br />

ciò impiegando un magistrale avvicendarsi cromatico<br />

- a tinte intere e stesure opache contrapposte ad altre<br />

brillanti -, per cui la tavolozza pare risentire l’armonia<br />

dell’uso simbolico del colore.<br />

L’Immacolata esprime già l’adesione dell’artista alla<br />

poetica del realismo di Novecento, con il recupero di<br />

peculiarità stilistiche classiche, in particolare di matrice<br />

ingresiana, così come al purismo, e manifesta il richiamo<br />

alla concretezza, ai valori dell’oggettivazione, intesi<br />

ad uno stato spirituale che, distanziando l’opera dalle<br />

contingenze terrene, la renda, attraverso una pittura<br />

degli stati d’animo, oggettivamente atemporale, con<br />

connotazioni iconiche di immanenza.<br />

Balata, autore di nature morte, paesaggi, ritratti, immagini<br />

sacre, vari disegni a penna ed alcune incisioni su<br />

linoleum di buona fattura, che dal 1920 al 1959 ha partecipato<br />

alle esposizioni regionali, è stato - come già<br />

ha sottolineato Rossaro - uno dei migliori e più attivi<br />

restauratori trentini (studiò con Luigi Cavenaghi e suo<br />

maestro fu il pittore e restauratore Antonio Mayer), di<br />

opere sia a fresco sia ad olio, per conto della Soprintendenza<br />

alle Belle Arti di Trento, e tale attività lo occupò<br />

per buona parte della vita (Gilmozzi, 1980, p. 24; Cont,<br />

1998, p. 57, nota 8; Rollandini, 2000, p. 208; Giuseppe<br />

Balata, 2007, p. 105). È forse possibile riferire a lui<br />

l’intervento di restauro del San Giuseppe di Prati (cat.<br />

1) compiuto nel 1922.<br />

Nel luglio del 1993 Mario Conforti ha pubblicato su<br />

«I Quattro Vicariati e le zone limitrofe» una pagina in<br />

ricordo di Giuseppe Balata, scegliendo un necrologio<br />

a firma di R. B.; rimane incomprensibile - ed erronea -<br />

l’annotazione posta in calce - «(da «L’Adige» del<br />

25.6.1993)» -, non essendovi traccia sul quotidiano<br />

trentino di tale necrologio, né alla data indicata da Conforti<br />

né a quella del 25 giugno 1965, giorno successivo<br />

alla data di morte dell’artista - USC/Registro degli Atti<br />

di Morte del Comune di Rovereto (1965), I, Atto n. 68 -.<br />

Compare invece sul numero 150 de «Il Gazzettino» del<br />

26 giugno 1965 l’articolo - anonimo - Una vita dedicata<br />

all’arte del restauro, mentre sul numero del giorno<br />

precedente di quest’ultimo quotidiano figura la notizia<br />

del lutto È morto ieri il pittore Balata - BCR/G, n. 150<br />

(26.6.1965), p. 6; BCR/G, n. 149 (25.6.1965), p. 6 -.<br />

Bibl.: Rasmo, 1998, pp. 42-43; DAT, 1998, pp. 30-33;<br />

Cont, 1998, pp. 50, 51, 54, 57, note 8-9, 62, nota 33;<br />

Giordani, 1877, p. 22; Weber 1977 2 , p. 273<br />

Abbreviazioni<br />

Elisabetta G. Rizzioli<br />

DAT: Dizionario degli artisti trentini tra ’800 e ’900, a<br />

cura di F. Degasperi, G. Nicoletti, R. Pisetta, Il Castello,<br />

Trento 1998<br />

DBI: Dizionario Biografico degli Italiani, in corso, Istituto<br />

della Enciclopedia Italiana, Roma 1960 ss.<br />

V. Lag., APD: Villa Lagarina, Archivio Parrocchiale<br />

Decanale<br />

V. Lag., BC: Villa Lagarina, Biblioteca Comunale<br />

Bibliografia<br />

Fonti inedite<br />

Villa lagarina<br />

Archivio Parrocchiale Decanale<br />

Parrocchia di Villa Lagarina. Resoconti e Documenti<br />

di Corredo. 1911-1930, n. XI/20, Chiesa Parrocchiale<br />

ed Altri Enti Ecclesiastici. Resoconti. 1923, Conto<br />

dell’Entrata ed Uscita della Chiesa, p. <strong>13</strong><br />

roVErEto<br />

Biblioteca Civica «G. Tartarotti»<br />

Rossaro A., Dizionario biografico trentino (Dizionario<br />

degli uomini illustri trentini), [1921-1952], Ms. 20.2,<br />

239 a

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