Quaderno Borgoantico n° 13 - associazione Borgoantico
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Quaderni del <strong>Borgoantico</strong> <strong>13</strong> 15<br />
Gabanotti<br />
La difesa territoriale tirolese durante il Risorgimento italiano<br />
Nel numero scorso dei Quaderni<br />
ho presentato in un lungo articolo<br />
alcuni aspetti storici della difesa<br />
territoriale tirolese, in particolare<br />
riguardo alla sua applicazione in<br />
territorio trentino.<br />
Nei mesi successivi ho avuto modo<br />
di scambiare qualche impressione<br />
su questo argomento con diversi<br />
interlocutori. Tra questi anche<br />
un “addetto ai lavori”, il quale mi<br />
faceva notare, giustamente, come<br />
avessi dedicato pochissimo spazio<br />
alla difesa territoriale al tempo del<br />
Risorgimento italiano, diciamo in<br />
quei diciotto anni che vanno dalle<br />
cinque giornate di Milano (18-22<br />
marzo 1848) all’«Obbedisco» di<br />
Garibaldi a Bezzecca (9 agosto<br />
1866). Proprio in riferimento a<br />
quest’ultima fase della Terza guerra<br />
d’Indipendenza, il mio interlocutore<br />
mi sottoponeva il quesito<br />
specifico su quali fossero state<br />
le milizie che si erano opposte ai<br />
garibaldini al confine tra Trentino<br />
e Bresciano. Istintivamente risposi<br />
che mi sembrava di ricordare che<br />
le operazioni di guerra sul territorio<br />
trentino (occidentale) nel 1866<br />
fossero state sostanzialmente una<br />
“disputa tra cacciatori”, intendendo<br />
che all’avanzata dei Cacciatori<br />
delle Alpi di Garibaldi si erano<br />
opposti i Kaiserjäger (i soldati del<br />
Reggimento Cacciatori Imperatore)<br />
dell’esercito (regolare) imperiale<br />
austriaco; mentre nulla si<br />
sapeva del coinvolgimento di compagnie<br />
trentine della difesa territoriale<br />
tirolese (milizia o bersaglieri<br />
provinciali).<br />
Ammisi comunque che della cosa<br />
non ero sufficientemente informato,<br />
promettendo al mio interlocutore<br />
di rimediare a questa lacuna alla<br />
prima occasione propizia.<br />
Roberto Adami<br />
A distanza di un anno torno quindi<br />
sull’argomento bersaglieri provinciali<br />
o, per dirla alla tedesca (come<br />
alcuni preferiscono): Schützen. Lo<br />
faccio in maniera sintetica e, questa<br />
volta, attingendo principalmente<br />
alle fonti edite e solo in minima<br />
parte ai documenti.<br />
Il Quarantotto<br />
Dopo il Congresso di Vienna e gli<br />
anni della Restaurazione, nel 1848<br />
esplosero in tutta Europa i moti<br />
liberali e rivoluzionari che portarono<br />
alla concessione di costituzioni<br />
e statuti. Contemporaneamente<br />
alle richieste di libertà e giustizia<br />
sociale, in questi anni presero forza<br />
anche le rivendicazioni nazionalistiche,<br />
particolarmente numerose e<br />
sentite all’interno del vasto impero<br />
austriaco.<br />
Anche a Trento, come a Milano, la<br />
rivolta iniziò con il boicottaggio del<br />
fumo ed in città, già all’inizio di febbraio<br />
vi furono episodi di intolleranza<br />
nei confronti dei fumatori, accusati<br />
di essere «austriacanti». La protesta<br />
raggiunse l’apice il 19 marzo (tradizionale<br />
festa di S. Giuseppe), quindi<br />
in pratica contemporaneamente a<br />
quella di Venezia (17 marzo) e alle<br />
5 giornate di Milano (18-22 marzo).<br />
Nel capoluogo trentino non vi fu una<br />
vera e propria insurrezione armata,<br />
quanto piuttosto una manifestazione<br />
popolare che, partita con i festeggiamenti<br />
per la concessione della<br />
costituzione da parte dell’Imperatore<br />
austriaco, finì con un assalto alle<br />
sedi («casotti») del dazio, agli uffici<br />
della finanza e al deposito tabacchi,<br />
che vennero distrutti. In città e nelle<br />
valli vennero affissi manifesti e comparvero<br />
scritte rivoluzionarie sulle<br />
case: «Morte ai tedeschi», «Morte a<br />
chi fuma», «Abbasso Metternich»,<br />
«Viva Pio IX».<br />
Il comandante austriaco della piazza<br />
di Trento, colonnello Zobel dei<br />
cacciatori imperiali, dichiarò lo<br />
stato di assedio. Per aiutare l’esercito<br />
regolare nel controllo della<br />
provincia, l’Arciduca Giovanni<br />
chiamò alle armi le milizie della<br />
difesa territoriale, smantellate<br />
dopo il 1814 1 , e di fatto sostituite<br />
dal Reggimento Cacciatori Imperatore,<br />
costituito nel 1816.<br />
La chiamata fu affatto ignorata dai<br />
trentini, tanto che sembra si costituissero<br />
soltanto due compagnie,<br />
una nel capoluogo, ed una nella<br />
Valle di Fiemme, che poi operò<br />
nelle Giudicarie 2 .<br />
All’appello dell’Arciduca risposero<br />
invece i bersaglieri del Tirolo<br />
tedesco, i quali, con paga giornaliera<br />
a carico di tutta la Provincia,<br />
vennero sottoposti alle truppe<br />
regolari e distribuiti nei punti più<br />
caldi del Trentino. Come da tradizione<br />
la divisa di queste milizie<br />
consisteva principalmente in una<br />
giubba di lana grigia, corta, decisamente<br />
antiestetica, per questo<br />
dalla gente dei nostri paesi questi<br />
soldati presero ad essere chiamati<br />
«gabanotti».<br />
1 «Dopo il 1814 l’organizzazione per la difesa<br />
territoriale venne messa a riposo d’ufficio.<br />
Da essa vennero escluse sia la milizia sia le<br />
compagnie Schützen, che pertanto non vennero<br />
più ricostituite. (…) La politica del cancelliere<br />
austriaco Metternich era decisamente<br />
contraria a tutto ciò che potesse ricordare<br />
sommovimenti di popolo e di gruppi armati».<br />
Cfr. Egg, Erich: La tradizione degli Schützen<br />
nel Tirolo di lingua italiana: breve indagine<br />
storica sulla partecipazione del popolo trentino<br />
all’autodifesa della principesca contea del<br />
Tirolo, Vezzano (TN), 2003, p. 47.<br />
2 Ibidem, p. 49.