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Quaderno Borgoantico n° 13 - associazione Borgoantico

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156<br />

Da sinistra: Emma, più grande, e Lucia Piffer; Emma Piffer, prima a sinistra in basso, con<br />

alcuni compagni di asilo e la maestra Ersilia; la famiglia di Angel Piffer<br />

c’era un grande tavolo con il piano<br />

di lavoro in linoleum nero, rettangolare<br />

ma con gli angoli molto<br />

smussati forse perché così richiedeva<br />

lo stile dell’epoca o forse perchè<br />

noi urtandolo non ci facessimo<br />

male, progettato dal papà come<br />

tavolo da studio per i figli, dello<br />

stesso legname e stile degli scaffali<br />

sotto le finestre. Aveva ed ha - dato<br />

che è tuttora un ottimo e solido<br />

tavolo che risiede sì in soffitta, ma<br />

è molto utile quando c’è bisogno di<br />

più tavoli per circostanze particolari<br />

- due cassetti per ogni lato lungo<br />

ed un incavo per ogni lato corto.<br />

Essendo noi cinque, a me che sono<br />

la più piccola non poteva che essere<br />

dedicato uno degli incavi. Mi<br />

sembra che ci entrasse la mia cartella<br />

di scuola, a forma di scatola,<br />

color arancione, fatta di una specie<br />

di cartone un po’ rigido, con coperchio<br />

mobile e manico. La cartella<br />

mi ricorda un pomeriggio e sera<br />

drammatici del tempo delle scuole<br />

elementari. La mamma non mi<br />

vedeva fare i compiti e mi chiedeva<br />

perché, ma io evitavo di risponderle,<br />

finché, una volta addormentata<br />

nel mio lettino mi ha visto tra le<br />

mani un foglietto con scritto “ho<br />

lascato (sic) la cartella a scuola”,<br />

cosa che non avevo avuto il coraggio<br />

di dire, pur sentendo l’obbligo<br />

assoluto di fargliela sapere.<br />

Ad illuminare il tavolo pendeva<br />

dalla parete una lampada per la verità<br />

molto carina, di metallo dipinto di<br />

nero e vetro opaline color rosa della<br />

stessa serie di quella appesa sopra i<br />

letti, ma con il vetro più allungato,<br />

mentre quella sopra i letti era quasi<br />

sferica. Era ed è perchè anche queste<br />

due lampade sono arrivate sane<br />

e salve fino ai giorni nostri, anche<br />

se non più appese dov’erano allora.<br />

Appesa a quel tratto di parete c’era<br />

anche una mensola piccoletta in<br />

stile ottocentesco dipinta di nero a<br />

quatto piani forse per i libri di scuola<br />

dei fratelli grandi.<br />

Questa mensola, non solo c’è ancora,<br />

anche lei in casa Madernini,<br />

ma mi ha accompagnato per molti<br />

anni della mia vita nelle casette che<br />

ho avuto a Milano, per le quali il<br />

papà mi aveva sì concesso qualche<br />

mobiletto di casa, ma sempre cose<br />

modeste, non di grande valore, e del<br />

resto io ero contenta così, essendo<br />

la nostra casa di Villa Lagarina la<br />

cosa che più amo al mondo e considerandola<br />

assieme al suo contenuto<br />

un risultato straordinario come<br />

sedimento della vita di una famiglia,<br />

per architettura, arredamento,<br />

sempre uguale in alcune parti ed in<br />

divenire in altre, contenuto infinito<br />

all’interno dei suoi mobili, qualcosa<br />

che mi sembrerebbe un delitto<br />

smantellare, imbruttire o svilire.<br />

Se Gigi Marzullo mi invitasse a<br />

“Sottovoce” e mi facesse raccontare<br />

il mio sogno ricorrente potrei<br />

decisamente dire che è un incubo,<br />

nel quale vedo qualche parte della<br />

mia casa disfatta e imbruttita senza<br />

poter far nulla per rimediare.<br />

Vista dalla vaghezza infantile e<br />

dalla penombra di piazza bocal la<br />

vita mi sembrava forse eterna, ma<br />

adesso che non posso non considerare<br />

la morte, mi trovo del tutto<br />

Quaderni del <strong>Borgoantico</strong> <strong>13</strong><br />

d’accordo con Woody Allen che<br />

intervistato da un giornalista su<br />

questo argomento ha spiritosamente<br />

risposto: “Sono contrario”.<br />

Ma contrari non si può essere e<br />

la morte per me è essenzialmente<br />

separazione dalla mia casa.<br />

Il tavolo era appoggiato al muro<br />

con uno dei suoi lati corti. Seduta<br />

su una delle sedie che lo circondavano<br />

ricordo mia sorella Maria<br />

Beatrice, ma chiamata sempre solo<br />

Maria, maggiore di me di dieci<br />

anni, che avendo bisogno di qualcosa<br />

che si trovava in una stanza al<br />

secondo piano o comunque lontana<br />

da lì, mi ha detto, citando qualche<br />

sua lettura: “Ranocchietto gamba<br />

lesta, vammi a prender quella<br />

cesta”. A volte non è molto bello<br />

essere il piccolo di casa.<br />

I due scaffali sotto le finestre erano<br />

pieni di libri di i lettura per ragazzi<br />

e bambini, pieni, ma non zeppi.<br />

Quei libri sono ancora proprio lì,<br />

nello stesso esatto ordine in cui<br />

erano allora e due mezzi ripiani<br />

sono vuoti e potrebbero accoglierne<br />

altri. Ma noi siamo cresciuti prima<br />

di riempire gli scaffali e siamo passati<br />

ad altre letture che tenevamo<br />

in altri posti, quando ormai piazza<br />

bocal aveva smesso di essere la<br />

stanza dei bambini. Leggendo sulla<br />

prima pagina i nomi dei proprietari<br />

di questi libri si capisce che i miei<br />

tre fratelli più grandi Maria, Carla<br />

e Agostino avevano ricevuto in<br />

regalo molti più libri di noi due più<br />

piccole, per il semplice motivo che<br />

potevamo leggere i libri che già c’erano,<br />

così come potevamo mettere i<br />

vestiti delle sorelle più grandi, ma<br />

forse anche perché la gioia di genitori,<br />

nonni e parenti tutti è spesso<br />

più grande per i primi figli che per<br />

gli ultimi, una nidiata di bambini è<br />

un tutto unico e quello che è stato<br />

fatto per i primi non sembra necessario<br />

per gli ultimi e comunque<br />

quando nascono gli ultimi i famigliari<br />

sono più stanchi, e per di più,<br />

nel nostro caso, tra quando erano<br />

piccoli Maria, Carla e Agostino e<br />

quando eravamo piccole Lamberta<br />

ed io era passata la guerra.<br />

Se i libri dei due scaffali possono

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