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Quaderno Borgoantico n° 13 - associazione Borgoantico

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12<br />

Alberigo Lodron, affresco, Palazzo<br />

Lodron, Trento<br />

che si scusò per il ritardo dovuto<br />

al dolore per la perdita del padre.<br />

Poco dopo lo stesso Alberigo fu<br />

mandato dal cardinale Cristoforo<br />

Madruzzo, che aveva assunto il<br />

governatorato di Milano, a Napoli<br />

con quattro contingenti di veterani<br />

tedeschi in aiuto del viceré, duca<br />

d’Alba. Girolamo Lodron era a<br />

quel tempo governatore militare di<br />

Novara, per poi passare in Corsica<br />

dove conquistò i forti di Erbalonga<br />

e Belvedere. Sigismondo<br />

Lodron, del ramo delle Giudicarie,<br />

era anche lui a Vienna in qualità<br />

di consigliere e gran scudiero di re<br />

Ferdinando.<br />

L’elenco delle presenze dei Lodron<br />

sui vari fronti di guerra potrebbe<br />

continuare ma limitiamoci a Felice<br />

e ai suoi fratelli. Quest’ultimo nel<br />

1555 si trovava ancora a Vienna,<br />

mentre sua sorella Ginevra, rimasta<br />

vedova, si preparava ad assumere<br />

un nuovo servizio a corte, ma i<br />

fervidi preparativi furono interrotti<br />

dall’aggravarsi della malattia della<br />

madre, Maddalena Bagarotto che<br />

raggiunse per assisterla. Gasparo<br />

era stato mandato da Massimiliano<br />

II in missione diplomatica a Roma,<br />

Antonio studiava latino a Vienna,<br />

mentre Giustina annunciò la morte<br />

del proprio marito, implorando l’aiuto<br />

dei fratelli e di Ginevra che<br />

era da qualche tempo alla corte di<br />

Innsbruck.<br />

Il 21 maggio del 1557 dopo una<br />

lunga malattia morì Maddalena<br />

Bagarotto.<br />

L’anno successivo Antonio, per i<br />

buoni uffici del barone Cristoforo<br />

Lamberg decano della cattedrale<br />

di Salisburgo, e cugino di Giovanni<br />

Lamberg il defunto marito di<br />

Giustina, ottenne un canonicato a<br />

Salisburgo di cui fu solennemente<br />

investito il 24 dicembre 1559 e con<br />

le nuove possibilità economiche<br />

andò a studiare all’università di<br />

Ingolstadt.<br />

Nello stesso anno Felice ritentò<br />

la carriera militare assumendo di<br />

nuovo il comando di una compagnia<br />

ma anche questa volta con<br />

poco successo. Non sappiamo di<br />

quale fatto d’arme si trattò, abbiamo<br />

solo una lettere di una sua zia<br />

che afferma di aver saputo che la<br />

compagnia era stata distrutta ma<br />

che Felice, ringraziando Dio, era<br />

salvo.<br />

Il 10 maggio del 1560, Giustina,<br />

si risposò con Teodoro Auesberg,<br />

mentre nello stesso mese di giugno<br />

Felice tornò a casa e consegnò, al<br />

vice pievano di Villa un registro<br />

rilegato (ancora oggi esistente) con<br />

l’ordine di segnarvi i nati, i morti e<br />

i matrimoni, secondo le disposizioni<br />

del Concilio di Trento.<br />

Gasparo, da Vienna, informò Antonio<br />

a Ingolstad che stava partendo<br />

per le Fiandre al seguito di Massimiliano<br />

II. Giulia scrisse al fratello<br />

Felice d’essere stata chiesta in<br />

sposa da un gentil’uomo polacco<br />

“majordomo” alla corte. Agostino<br />

chiese subito che cosa ne pensasse<br />

la regina di questo eventuale matrimonio.<br />

Giulia rispose che la regina<br />

era contenta se lo erano i fratelli.<br />

Gasparo invece aveva qualche<br />

dubbio.<br />

I Lodron in questo periodo erano<br />

molto preoccupati circa il loro diritto<br />

di patronato sulla pieve di Villa.<br />

Con la morte del conte Francesco<br />

d’Arco, parroco di Villa Lagarina,<br />

il principe vescovo di Trento<br />

Cristoforo Madruzzo, non riconoscendo<br />

ai Lodron il “juspatronato”,<br />

assegnò la parrocchia a suo nipote<br />

Cristoforo Spaur, preposto e coa-<br />

Quaderni del <strong>Borgoantico</strong> <strong>13</strong><br />

diutore del principe vescovo di<br />

Bressanone.<br />

Felice si recò subito a Roma ove<br />

rimase finché, con l’appoggio<br />

dell’arcivescovo di Milano cardinale<br />

Carlo Borromeo parente sia dei<br />

Lodron sia del papa, la situazione fu<br />

risolta e il 24 giugno 1561 la pieve fu<br />

concessa ad Antonio che il 3 gennaio<br />

1562 ne prese ufficialmente possesso.<br />

Nello stesso anno Antonio ottenne<br />

pure un canonicato a Passavia.<br />

A Roma in quell’anno vi furono<br />

lunghi negoziati tra il papato, la<br />

Spagna, la Francia e l’impero, e<br />

finalmente fu riaperto a Trento il<br />

Concilio (terzo periodo) sotto la<br />

presidenza del cardinale Giovanni<br />

Morone che cercò di stringere<br />

i tempi e giungere alla conclusione.<br />

Infatti, il 4 dicembre si chiuse<br />

ufficialmente nel duomo di Trento<br />

il Concilio, con l’apparente piena<br />

concordia tra la Curia romana e le<br />

potenze cattoliche.<br />

Felice soggiornava nel Castello di<br />

Castellano ove aveva dato ospitalità<br />

a Ettore Lodron, figlio di Pietro<br />

signore di Castel Romano e a sua<br />

moglie Dina Lodron figlia di Paride<br />

signore del Castello di Lodrone.<br />

I due sposi si erano allontanati da<br />

Castel Romano per continui dissidi<br />

con Pietro.<br />

Dina era una donna particolarmente<br />

bella, oggetto d’ammirazione da<br />

parte degli uomini e naturalmente<br />

anche di Felice, e mentre suo marito<br />

Ettore era partito per la guerra, i due<br />

divennero amanti e secondo Antonio,<br />

che di questo si lamentava, passavano<br />

le giornate a Castellano nel<br />

dolce far nulla, poltrendo nell’ozio<br />

e nel fare all’amore. Soprattutto, e<br />

questo era ciò che maggiormente<br />

disturbava Antonio, spendevano<br />

molti soldi mentre gli altri Lodron<br />

rischiavano la vita in guerra.<br />

Paride Lodron era a Madrid da dove<br />

scrisse a Felice il 17 gennaio del<br />

1566, che in qualità di colonnello<br />

gli era stato assegnato il comando<br />

“di sette insegne di Alemanni” e di<br />

avere quale luogotenente il conte<br />

Giovanni Battista d’Arco figlio<br />

del poeta Nicolò, sollecitò inoltre<br />

Felice a partire con suo figlio Cri-

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